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Le sfide della RPC per uno sviluppo eco-sostenibile

Per indagare a fondo sui ruoli e le responsabilità della gestione dei rifiuti solidi, ma soprattutto sulle sue lacune, è necessario analizzare l'economia della RPC nonché il suo sistema di organismi governativi provincia per provincia. Lo stretto controllo centrale del Ministero per l'Ambiente cinese attraverso una fitta rete di dipartimenti ambientali sparsi per il territorio tuttavia non risulta efficace: il monitoraggio di siti di stoccaggio e smistamento rifiuti si limita spesso solo ai centri urbani, prevalentemente delle province costiere, più soggette a controlli data la maggiore quantità di rifiuti in circolazione. Tuttavia le zone rurali sono spesso abbandonate, lì dove manca pressoché totalmente il senso di responsabilità ambientale e si abbandonano i rifiuti. Per quanto riguarda i dipendenti statali, moltissimi sono gli addetti alla pulizia, alla raccolta, nonché al trasporto: essi rappresentano una categoria molto vasta, ma spesso si scontrano con i raccoglitori abusivi, diminuendo o rendendo più difficile i loro compiti. Per massimizzare i benefici derivanti da una gestione dei rifiuti è necessario coinvolgere non solo il settore informale, ma l'intera popolazione attraverso un

sistema di informazione e progetti divulgativi. Un buon metodo seppur semplice sarebbe diffondere nel paese il concetto di raccolta differenziata attraverso nuovi e chiari contenitori indicativi: non sono affatto da sottovalutare in Cina miglioramenti nella differenziazione, poiché apporterebbero enormi tagli di personale addetti a smistamento e trasporto.

Attualmente, escludendo la fascia della raccolta informale e il contributo dei raccoglitori di rifiuti, gran parte della popolazione ritiene la gestione dei rifiuti un'attività pubblica e non fa molta attenzione al flusso dei rifiuti. Per incentivare i consumatori e le aziende ad ottimizzare la gestione dei loro rifiuti ed a rispettare le normative vigenti possono essere ridotte le tasse relative allo smaltimento dei rifiuti, qualora si mantenesse una condotta rispettosa in questo senso. Per disincentivare al contrario qualsiasi attività illecita o criminale si è introdotta la responsabilità legale, che oltre alla sanzione prevista comprende obblighi inderogabili e provvedimenti diretti ad individui ed imprese: nel caso delle importazioni nella RPC anche l'introduzione del concetto di quarantena, cioè un periodo di stretto controllo delle aziende importatrici, è un ottimo scoraggiante. Possiamo notare tuttora però una forte partecipazione dello stato nelle attività del paese nonché nell'apparato di gestione dei rifiuti: l'81% dei membri del partito possiede un'impresa statale o ne è economicamente coinvolto. Questo garantisce spesso una sorta di impunibilità o di protezione da controlli. La gestione dei rifiuti solidi urbani, industriali e pericolosi rappresenta un servizio pubblico per il paese: l'iniziativa privata è poco presente, quindi a livello statale rappresenta una serie di costi alquanto elevati. Recentemente infatti, si è investito molto nella creazione di infrastrutture legate alla

protezione ambientale, nella bonifica di siti di smaltimento da mettere a norma, ma sono stati anche adottati alcuni sistemi di rendita fiscale: ad esempio, a Pechino è stata introdotta una tassa di 3 RMB al mese per famiglia per autofinanziare senza gravare sulla popolazione la raccolta dei rifiuti urbani55.

Controllo e supervisione sono due necessarie attività per un paese come la Cina: la sua enorme vastità e diversità rappresenta un ostacolo al monitoraggio delle gestione dei rifiuti solidi, ma d'altra parte ogni peculiarità di ciascuna provincia potrebbe essere sfruttata. Si rende necessario una ristrutturazione economica del paese che non sia in conflitto con l'ambiente ma che consenta lo sfruttamento delle risorse interne e delle energie rinnovabili, che fornisca prodotti con cicli di vita più lunghi. Un altro concetto che è presente nel paese ma non ai livelli degli altri paesi sviluppati è la tutela del cittadino: casi come gli alti livelli di

metallo pesante nel sangue di molti bambini, o altri attentati alla salute causati dai rifiuti dovrebbero essere tutelati maggiormente se non evitati dal governo centrale, che attraverso politiche di welfare e leggi sempre più specifiche potrebbe instaurare un diverso approccio con la popolazione: una corretta informazione sui possibili danni ambientali ed alla salute pubblica causati da una cattiva gestione dei rifiuti potrebbe alimentare il senso di

responsabilità e la coscienza etica.

Spesso l'attenzione all'ambiente si è concentrata solo in alcune zone specifiche, purtroppo sempre legate al profitto economico, che dal 2000 si è focalizzata solo su alcuni punti chiave del paese come ad esempio la diga delle Tre Gole, i bacini dei fiumi Hai, Huai, Liao, i laghi Dianchi, Chao, Tai, tralasciando le altre minacce ambientali in crescita. Questo si ripercuote sulla popolazione, che dimostra una consapevolezza ambientale adeguata e relativamente diffusa per quanto riguarda inquinamento atmosferico ed idrico, ma molto limitata riguardo l'inquinamento da rifiuti: si stima che solo un quarto della popolazione sia a conoscenza dei problemi derivanti da rifiuti solidi.

Dopo il protocollo di Kyoto stipulato nel 1997 anche l'attenzione di organi come la Banca Mondiale e la Asian Development Bank hanno manifestato interessi attivi per quanto riguarda protezione ambientale e gestione razionale delle risorse. La stessa Cina si è interessata al problema e ha rivalutato il sistema di gestione dei rifiuti solidi dopo le problematiche relative alla carenza di materie prime nel paese. In questo modo interessi nazionali e internazionali si sono focalizzati su un miglioramento dei sistemi di recupero e riciclaggio dei rifiuti:

importazioni di materie prime secondarie e riciclaggio regolamentati adeguatamente vengono finalmente visti in un'ottica non solo di profitto economico, ma anche di contributo alla tutela del pianeta.