• Non ci sono risultati.

Le tecnologie educative, l'e-learning e la media education

2. VIDEOGIOCHI E APPRENDIMENTO

2.1. Le tecnologie educative, l'e-learning e la media education

Lo sviluppo della società e della cultura ha determinato la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, le cosiddette ICT (Information and

Comunications Technology), che negli ultimi dieci anni sono diventate sempre più

frequentemente parte costante della vita quotidiana di ogni individuo. Progressivamente è stata proiettata l’attenzione anche sul loro possibile ruolo nel processo di formazione. Pertanto, dalla fine degli anni '70 del secolo scorso, le ICT hanno rivestito una crescente importanza nell’ambito dell’istruzione: è nato un clima di fiducia generale e di entusiasmo nei loro confronti che ha portato ad un consistente investimento di questi strumenti sia nelle scuole che nelle università70.

Gli studiosi Collins e Halverson, all'interno del proprio libro "Rethinking Education in

the Age of Technology: The Digital Revolution and the Schools" (2009), prevedono un

totale cambiamento del mondo scolastico, conseguenza della capillare diffusione delle nuove tecnologie, quali computer, dispositivi mobili, internet e video games, e delle innumerevoli opportunità che esse offrono. La scuola si trova dunque ad affrontare una

rivoluzione, una vera e propria trasformazione che travalica gli schemi tradizionali di

70

M.Ranieri, Le insidie dell'ovvio. Tecnologie educative e critica della retorica tecnocentrica, Edizioni ETS, Pisa 2011, p. 9.

39 istruzione71.

Inoltre le ICT, tramite internet, permettono a chiunque di studiare e quindi di imparare anche in un contesto extrascolastico, aprono la possibilità di apprendere in qualsiasi luogo, sia esso la biblioteca, la propria casa o persino un giardino72. È necessario che l’istituzione scolastica si adatti alle trasformazioni sociali ripensando e superando le certezze elaborate dalla didattica nel corso degli anni e messe oggi in discussione dalle nuove tecnologie. L’entrata delle ICT nelle scuole, come afferma il professor R. Kozma, implica inevitabilmente i seguenti cambiamenti.

● Ripensare il ruolo dell'insegnante: è necessario il passaggio dalla trasmissione delle conoscenze di uno a molti ad un insegnamento come guida e agevolazione dell'apprendimento;

● Ripensare la natura dell'insegnamento: il docente non lavora esclusivamente da solo ma ha la necessità di cooperare con i propri colleghi;

● Ripensare il ruolo dello studente: l'alunno collabora con l'insegnante per acquisire nuove conoscenze, non subendo la lezione passivamente ma partecipandovi in modo attivo;

● Ripensare il ruolo della scuola nella società: essa deve avere un ruolo centrale e attivo;

● Ripensare la funzione del genitore: le figure parentali devono essere più presenti e partecipi alle dinamiche della scuola73.

Intorno a questo dibattito è nata una corrente di pensiero che condanna fermamente le istituzioni educative tradizionali, le quali secondo Collis e Gommer (2001) sono destinate

71

Ivi, pp. 17, 18. 72

Collins e Halverson, cit. in Ranieri, Le insidie dell’ovvio, cit. p. 18. 73

40 ad essere definitivamente superate e conseguentemente a morire.

Tuttavia, per analizzare in modo approfondito una qualunque tecnologia e studiare il rapporto che essa assume con l'ambito educativo è necessario anche un approccio di tipo storico: è possibile giungere ad una piena conoscenza di essa solo dopo aver compreso le tecnologie precedenti. Inoltre, al fine di elaborare un giudizio oggettivo sulle tecnologie, è opportuno affrontare un loro studio solo quando risultano superate le “ondate” di entusiasmo o di condanna della società (scaturite dalla circolazione in commercio delle stesse tecnologie) così da non lasciarsi coinvolgere ed influenzare da commenti e opinioni da chi non conosce pienamente questo nuovo strumento. La storia delle tecnologie inizia già nel 2700 a.C., in Mesopotamia, con l'invenzione dell'abaco. A partire da questo strumento, nel corso degli anni, si sono succedute numerose innovazioni tecnologiche che si sono rivelate strumenti fondamentali per insegnanti ed alunni nel processo di apprendimento, si pensi alla lavagna, al testo scritto o ai sussidiari. Come noto, il Ventesimo secolo è stato caratterizzato da un notevole sviluppo tecnologico che ha portato alla nascita di innumerevoli innovazioni oggi estese a tutta la società, tra le quali il cinema, la radio, la televisione, il computer, i videogiochi e internet74. L'avvento e lo sviluppo esponenziale di tali tecnologie ha determinato innumerevoli circuiti di formazione all'interno della società. I mass-media hanno la capacità intrinseca di educare il fruitore e il destinatario della tecnologia ma, talvolta, possono rivelarsi strumenti che “diseducano” la società. Da qui l’esigenza di un'attenta analisi pedagogica e didattica ai nuovi mezzi di comunicazione e informazione, così da esaminarne il ruolo formativo, il possibile utilizzo e la struttura. Tale ambito di studio è noto come “Media Education”. Nella società attuale è infatti possibile distinguere la cultura su due livelli: uno di carattere

74

41 più alto, legato alle conoscenze apprese per mezzo dello studio di libri e manuali, ed uno che porta alla definizione di "cultura di massa", ovvero la conoscenza propria di coloro che utilizzano i mezzi di comunicazione come fonte di informazione. È importante dunque elaborare una critica costruttiva ai mass-media ed educare ad essa le future generazioni al fine di discernere, nei contenuti di tali mezzi comunicativi, il giusto dallo sbagliato e il vero dal falso. Il luogo maggiormente appropriato a questo specifico compito è indubbiamente la scuola: secondo il sociologo N. Postman, è necessaria un'ecologia dei media, ossia equilibrio, comprensione e dialettica tra le due culture della società contemporanea. In un ambiente così influenzato dai mass media, la nuova frontiera pedagogica della Media Education è urgente e di cruciale importanza: la scuola ha il compito di sviluppare un approccio critico a questi mezzi di comunicazione che penetrano sempre più all'interno della società75.

Un'analisi storica del rapporto tra tali mezzi e l'ambiente scolastico ha messo in evidenza come questo non sia ancora arrivato ai livelli auspicati dagli studiosi della Media

Education. Attualmente, in questo secolo ricco di innovazioni, ogni media è stato

coinvolto in un processo di affermazione all’interno della società molto simile a quello di un qualsiasi altro mezzo di comunicazione precedente. Nel momento dell'ingresso nella collettività, il media viene celebrato a tal punto da essere considerato la soluzione ai problemi della scuola e le tradizionali metodologie di insegnamento e i precedenti media sono considerati arcaici e ridondanti. Il clima di totale fiducia di contorno inizia però ad incrinarsi di fronte alle prime difficoltà e criticità. Gli insegnanti, a causa dell’inesistente o errata conoscenza di questi nuovi mezzi di comunicazione, tendono ad utilizzare

75

F. Cambi, La media education interpretata, in F. Cambi curatore libro, Media Education tra formazione

42 raramente e malamente tali strumenti tecnologici. Va specificato inoltre come questi ultimi siano in continua evoluzione e, appena la ricerca riesce ad elaborare una maturità teorica ed applicativa di un media, questo è già stato superato da un’innovazione successiva76. La tecnologia avanza ad una velocità tale da non permettere di organizzare in maniera completa e corretta un progetto basandosi su uno strumento specifico, in quanto può essere rapidamente soppiantato da un'altra innovazione superiore alla precedente. Con l'introduzione sul mercato di un nuovo strumento, viene effettuato inconsciamente il ciclo "entusiasmo-speranza-delusione"77. Si tratta di un processo

conseguente al potere della tecnologia che promuove elevate aspettative iniziali e alla successiva mancanza di mezzi e tempi per attuare un progetto in maniera corretta78. Un'altra problematica che riguarda l'applicazione di queste innovazioni in ambito scolastico è legata alle caratteristiche dell'ambiente fisico in cui l'insegnante lavora. La

"mission" primaria di un docente è permettere al maggior numero possibile di studenti di

raggiungere determinate conoscenze ed è pertanto costretto ad attivare un processo di ottimizzazione di tempo ed energie per arrivare ai risultati auspicati79. L’aula viene dunque strutturata in maniera tale da facilitare questo compito all'insegnante, disponendo i banchi in varie file e la cattedra in una posizione visibile da tutti i bambini o, ancora, utilizzando supporti considerati indispensabili per la trasmissione di saperi (come la lavagna o il sussidiario). Il dover riuscire a trasmettere il maggior numero di nozioni al numero più alto possibile di alunni porta, in molti casi, a dover trascurare un’istruzione individualizzata. È questo da molti anni un problema per l’educazione. Calvani,

76

Ranieri, Le insidie dell'ovvio, cit., pp. 43, 44, 45. 77

Ivi, p. 48. 78

Ivi, pp.48, 49.

43 all’interno del suo libro “Manuale di Tecnologia dell’educazione. Orientamenti e

prospettive”, riconosce nelle nuove tecnologie e al loro ingresso nelle classi un aumento

del grado di flessibilità della proposta educativa, nonchè la possibilità, da parte del docente, di disporre di innumerevoli variabili (come la struttura del percorso o il tipo di informazione) che conferiscono all’apprendimento una maggiore personalizzazione: elemento essenziale per rispondere ai bisogni ed agli stili cognitivi di ogni individuo80.

Ad influenzare le pratiche dei docenti vi sono inoltre la loro formazione culturale e professionale. In maniera inconscia, tendono infatti a riproporre pratiche già conosciute e vissute in precedenza e a mantenere l’ambiente scolastico così come vissuto in passato, senza stravolgerlo81.