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4.2 L'intrappolamento atomico

4.2.2 Le trappole ottiche

Le trappole ottiche [31], [36] utilizzano invece il momento di dipolo αpE(r) indotto in un atomo, con polarizzabilità αp, dalla presenza di un campo elet- trico inomogeneo E(r) che interagisce col dipolo stesso. In questo caso i livelli atomici subiscono uno spostamento energetico per eetto Stark pro- porzionale al quadrato dell'ampiezza del campo elettrico. Poichè il campo elettrico e lo spostamento in energia sono non omogenei, sull'atomo agisce la forza di dipolo (par. 2.1.3), proporzionale al gradiente dello spostamento en- ergetico. Come abbiamo già visto nel paragrafo citato, la direzione di questa forza dipende dal detuning della frequenza della radiazione rispetto a quella di transizione atomica. Sostituendo Ω2(r) = γ2I(r)/I

4.2. L'INTRAPPOLAMENTO ATOMICO 33 I I z x y

Figura 4.7: Rappresentazione graca delle linee di campo magnetico di quadrupolo generato da due bobine in congurazione anti-Helmholtz. ricava la forza di dipolo nel caso di grande detuning (δ  γ):

Fdip(r) ' − ¯ hγ2 8δIs

∇I(r) (4.12)

a cui corrisponde un potenziale di intrappolamento pari a Udip(r) = ¯ hγ2 4δ I(r) Is . (4.13)

Notiamo che questo potenziale scala come I/δ, mentre il rate di scatter- ing Γsc, che provoca un riscaldamento del campione atomico1 riducendo l'ecienza della trappola, scala come I/δ2:

Γsc(r) = ¯ hγ3 4¯hδ2 I(r) Is . (4.14)

Da ciò segue che, per avere un suciente profondità della buca di potenziale in cui vengono intrappolati gli atomi, riducendo il riscaldamento radiativo, le trappole ottiche devono essere realizzate con radiazione a grande detuning ed alta intensità.

A causa della dipendenza dal segno di δ, le trappole ottiche possono op- erare sia con detuning rossi che blu. Nel primo caso è possibile realizzare la trappola utilizzando un fascio gaussiano focalizzato: gli atomi si accumulano

1Come già visto in precedenza, il fotone emesso spontaneamente provoca un rinculo del-

l'atomo emettitore. A questo moto si associa un'energia cinetica correlata al riscaldamento del vapore atomico.

così nella strozzatura del fascio che corrisponde alla regione di massima in- tensità. Nel secondo caso la trappola viene formata intersecando in modo opportuno vari fasci laser: gli atomi vengono così intrappolati nelle regioni di minima intensità.

4.3 La trappola magneto-ottica

La trappola magneto-ottica (MOT) è sostanzialmente basata su una melassa ottica, a cui viene aggiunto un campo magnetico di quadrupolo che provoca sugli atomi un eetto Zeeman dipendente dalla loro posizione.

Essa è stata realizzata per la prima volta nel 1987 da Raab et al. [37], rivelandosi di fondamentale importanza per la sua capacità di intrappo- lare e, contemporaneamente, rareddare vapori atomici direttamente dalla temperatura ambiente.

L'intrappolamento avviene grazie ad una forza agente sugli atomi ed il cui valore dipende dalla loro posizione. Si può comprendere il funzionamento di una trappola magneto-ottica considerando il moto in una melassa ottica uni- dimensionale di un atomo ttizio a due livelli |J, Mi: lo stato fondamentale (|J = 0, M = 0i) ed i tre sottolivelli di quello eccitato (|J = 1, M = ±1i e |J = 1, M = 0i), degeneri in assenza di campo magnetico. La g. 4.8 è una rappresentazione schematica degli eetti del campo magnetico dipendente linearmente dalla distanza da z = 0 sui livelli del modello atomico in esame. Su entrambi i lati di questo sistema incide radiazione con detuning negativo e polarizzazioni circolari (opposte nei due versi di propagazione). Se l'atomo si muove nel verso positivo dell'asse z, lo shift del livello |J = 1, M = −1i è tale da favorire l'interazione tra l'atomo ed il fascio laser con polarizzazione σ−, che lo porta nuovamente nell'origine. Una situazione analoga si ha quando l'atomo si muove nel verso negativo dell'asse z, risultando soggetto maggior- mente alla pressione di radiazione del fascio con polarizzazione σ+, che ancora una volta lo richiama in posizione z = 0.

Nel limite di bassa intensità della radiazione, la forza agente sull'atomo nella MOT è: F = F++ F− (4.15) con F± = ± ¯ hkγ 2 s0 1 + s0+ (2δ±/γ)2 δ± = δ ∓ ωD± ωZ (4.16) dove ωD = k · v e ωZ = µ0B/¯h (µ0 momento magnetico eettivo) sono i con- tributi al disaccordo del laser (nel sistema di riferimento dell'atomo) dovuti,

4.4. GLI HOLLOW-MIRRORS 35 Position Energy z’ σ+ beam σ- beam Me = +1 Me = 0 Me = -1 Mg = 0 ωlaser δ+ δ- δ

Figura 4.8: Dipendenza spaziale dei livelli energetici di un modello atomico semplicato in una MOT unidimensionale.

rispettivamente, all'eetto Doppler e a quello Zeeman. Nel caso in cui risulti

ωD, ωZ  δ, (4.17)

l'eq. 4.15 può essere scritta nella forma approssimata: F = −βv − κr κ = βµ

0A

¯

hk . (4.18)

Gli atomi, soggetti alla forza 4.18, compiono quindi un moto armonico e, nelle condizioni tipiche di operazione, sovrasmorzato. Le temperature raggiunte possono essere inferiori al limite Doppler in quanto gli atomi, rareddati inizialmente dalla forza di pressione di radiazione, possono poi essere soggetti all'eetto Sisifo [24].

4.4 Gli hollow-mirrors

Una MOT può essere realizzata secondo diversi schemi: ad esempio, MOT spin-polarizzata [38], dark MOT [39], novel MOT [40]. Inoltre si può ottenere l'intrappolamento nell'intersezione di quattro fasci laser in congurazione tetragonale, o di cinque fasci in congurazione triangolare. È però possi- bile ridurre il numero di fasci laser necessari sfruttando specchi arrangiati in maniera opportuna. Queste congurazioni, che orono una maggiore compat- tezza e semplicità di implementazione rispetto alle tradizionali MOT a 6 fasci, sono chiamate hollow-mirror traps. Uno dei principali vantaggi di questi sche- mi è che, sfruttando lo sbilanciamento della pressione di radiazione, risulta relativamente semplice produrre un fascio atomico continuo.

I I σ+ σ+ σ+ σ− σ− σ− Coil Coil Atomic Cloud x y z

Figura 4.9: Tre coppie di fasci laser contropropaganti ed un campo mag- netico di quadrupolo costituiscono una trappola magneto-ottica. Il campo magnetico viene generato da due bobine in congurazione anti-Helmholtz.

Con un solo specchio (single-mirror MOT) si ha bisogno di quattro fasci laser arrangiati come in g. 4.10: due fasci laser incidenti a 45◦ sullo specchio, insieme ad un'altra coppia che si propaga parallelamente ad esso. Con due specchi incollati a 90◦(V-shaped-mirror MOT, mostrata in g. 4.11) si usano tre laser: una coppia si propaga lungo l'asse di congiunzione degli specchi, mentre il terzo si riette sulle loro superci interne.

Inne, si può utilizzare un singolo fascio laser con un arrangiamento di specchi conico (conical-mirror MOT) o piramidale (pyramidal-mirror MOT). Quest'ultimo schema, realizzato nel nostro esperimento, è mostrato in g. 4.12.

Il fascio laser incide lungo l'asse della piramide e viene riesso sulle sue superci interne. In ogni punto la radiazione assume così le caratteristiche (direzione di propagazione e polarizzazione) necessarie alla formazione di una melassa ottica 3D. Le bobine di quadrupolo, coassiali alla piramide, permettono poi di connare gli atomi freddi nello zero del campo magnetico, giacente sull'asse della piramide. Se si pratica un'apertura sull'apice della piramide si crea, lungo l'asse, uno sbilanciamento nella pressione di radiazione che causa la fuoriuscita degli atomi dal vertice [41].

4.4. GLI HOLLOW-MIRRORS 37 σ− σ+ σ+ σ− laser beam laser beam laser beam laser beam

Figura 4.10: Schema dei fasci laser nella congurazione single-mirror MOT.

σ+ σ− laser beam laser beam σ− σ− laser beam

Figura 4.11: Schema dei fasci laser nella congurazione v-shaped mirror MOT.

Laser beam

Pyramid’s surface

σ+

σ+

σ-

σ+

σ-

σ-

y

z

x

σ- polarization

atomic cloud

quadrupole coils

quadrupole coils

Figura 4.12: Schema della MOT piramidale (l'arrangiamento di specchi e prismi riettenti è visto in sezione). Un unico fascio laser investe comple- tamente la supercie interna della piramide; le riessioni creano tre paia di fasci contropropaganti lungo le tre direzioni x, y e z. In questa piramide non è presente il foro all'apice e non si crea il fascio atomico.

Capitolo 5

Apparato sperimentale

5.1 Introduzione

In questo capitolo illustriamo l'apparato sperimentale utilizzato per la real- izzazione e la caratterizzazione del fascio di atomi freddi. Accenniamo anche alle componenti necessarie per il deposito su substrato e per l'indagine su di esso tramite microscopio a scansione per eetto tunnel (STM), che comunque non fanno parte di questo lavoro di tesi. Il fascio atomico nasce nella camera da vuoto (vedi gura 5.1) che contiene il dispositivo ottico per realizzare la MOT piramidale (PMOT ). La radiazione di trappola è generata da due laser in congurazione master-slave, di cui il master è stabilizzato in frequenza. Secondo lo stesso schema viene anche generata la radiazione che collima il fascio atomico.

Tutti i dispositivi e gli elementi ottici sono ssati ad un tavolo ottico isolato dalle vibrazioni (Newport RS1000) e protetto con diversi pannelli di plastica da rumori acustici e dalla polvere (per maggiori dettagli sull'apparato vedere [42], [43], [44]).

5.2 La camera MOT

La prima fase di questo lavoro di tesi è consistita nella sostituzione della cam- era da vuoto usata nel precedente esperimento. La nuova camera, in aggiunta alle sezioni dove gli atomi vengono intrappolati, collimati e depositati, conta un ulteriore stadio con accesso ottico per l'osservazione del fascio atomico. Essa è costituita da un cilindro di acciaio di altezza 290 mm e diametro 100 mm. La base da cui entra il fascio laser di trappola è chiusa da una nestra trattata antiriesso e raccordata alla camera da una angia CF100.

Nella camera è stata quindi montata una nuova piramide, di altezza 28 mm e base quadrata avente lato 60 mm. La piramide è costituita da una cop- pia di prismi ed una di specchi in vetro BK7, assemblati secondo la geometria richiesta. Sulle superci interne della piramide è presente un coating dielet- trico ad alta riettività (e trascurabile dipendenza dalla polarizzazione). Il foro al vertice, necessario alla formazione del fascio atomico (par. 4.4), ha una supercie di circa 1 × 2 mm2.

Il campo magnetico di quadrupolo è generato da due bobine in cong- urazione anti-Helmholtz, costituite da 126 spire di rame smaltato, avvolte sulla supercie della camera come mostrato in g. 5.2. I valori delle cor- renti che percorrono le bobine sono tipicamente compresi tra 4 e 5 A. La riduzione degli eetti di campi magnetici spuri (quali quello terrestre, o generati da apparecchiature elettriche) sugli atomi intrappolati è adata

master laser master

laser

master

laser slavelaser

slave laser slave laser frequency stabilization frequency stabilization frequency stabilization atomic beam telescope telescope telescope substrate mirror frequency

stabilization repumplaser

standing wave

collimation

trapping

and cooilng

repump

deposition

Figura 5.1: Visione generale e schematica dell'apparato. Il fascio atomico, creato all'interno della piramide sotto vuoto dalla radiazione di trappola, esce dal foro apicale e viene collimato da una melassa ottica 2D. Gli atomi del fascio, giunti nella camera di deposizione, attraversano un'onda stazionaria e incidono su un substrato. L'intero sistema laser è costituito da coppie master-slave stabilizzati in frequenza.

5.3. LE CAMERE DI DEPOSIZIONE E DI CARICO 41

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