8. Portafoglio di attività
8.2 Le valenze orizzontali
La definizione della missione del CNR non si esaurisce con l’indicazione delle undici
macroaree programmatiche sulle quali opera, ma comprende anche “valenze, a
carattere generale e a impatto esterno sul sistema produttivo e sociale, trasversali
rispetto alle aree tematiche”, come è disposto dal D. Lgs. 127/03 e più puntualmente
precisato dall’art. 41 del regolamento di organizzazione e funzionamento. Tali valenze
che corrispondono, nella quasi totalità dei casi, a modalità di azione che l’Ente deve
adottare nel realizzare gli obiettivi programmatici, sono illustrate nel seguito.
Un primo gruppo riguarda l’avanzamento delle conoscenze e il potenziamento del
rapporto con le università e gli altri organismi di ricerca. Il primo obiettivo è fondante e
sotteso alla quasi totalità delle attività del CNR: l’elemento innovativo è la scelta di fare
emergere, evidenziare e rendere disponibili le nuove conoscenze con una generale
attenzione all’obiettivo di creare, attraverso le attività di ricerca, valore per il Paese. Il
secondo obiettivo è quello di perseguire non solo la collaborazione su punti di
contenuto specifico concordati, ma anche in molti casi la realizzazione di una rete di
legami programmatici permanenti anche in vista del dialogo tra la ricerca italiana e gli
altri componenti del sistema dell’UE.
Per ciò che concerne il potenziamento delle sinergie con il sistema universitario sono
da segnalare gli accordi quadro con i Consorzi interuniversitari finalizzati alla
realizzazione di obiettivi progettuali concordati. Sono in fase di sottoscrizione gli
Obiettivi progettuali
39.
accordi con il CNISM nel settore dei materiali e dispositivi e con l’INSTM nel settore
della chimica e tecnologia dei materiali. Tali accordi prevedono una sistematica
collaborazione con le università partecipanti a detti consorzi non solo attraverso
l’inserimento di ricercatori e professori universitari nella programmazione e nello
svolgimento delle attività del CNR negli specifici settori, ma anche attraverso l’azione
coordinata nei confronti del sistema esterno. E’ in fase di avvio anche il meccanismo,
previsto dalla legge di riforma, di istituire unità di ricerca del CNR presso le strutture
del sistema universitario.
Un’altra classe di finalità di valenza orizzontale riguarda i rapporti con il sistema
produttivo:
- stabilire un rapporto sistematico delle strutture e delle attività dell’Ente con il
sistema produttivo, promuovendo anche attraverso forme specifiche di
collaborazione, lo sviluppo della ricerca privata;
- fornire il necessario supporto scientifico e tecnologico alle attività delle piccole
e medie imprese, attribuendo a questo rapporto un carattere prioritario;
- considerare la valorizzazione, il trasferimento e la diffusione dei risultati della
ricerca come elemento essenziale dell’attività dell’Ente;
- perseguire una valorizzazione delle specificità territoriali, anche attraverso
forme di coinvolgimento nelle attività previste, di soggetti a livello regionale.
E’ in fase avanzata la riorganizzazione del rapporto tra il CNR e mondo delle imprese.
Con alcune aziende medio-grandi (Finmeccanica, AVIO, MAPEI) si stanno attivando
gruppi misti di ricerca, nella consapevolezza che la collaborazione più efficace tra
strutture scientifiche e imprese si ha quando le attività di ricerca sono svolte in stretto
contatto o addirittura insieme. Nel caso delle piccole imprese questa formula va bene
limitatamente a quelle (purtroppo poche in Italia) che sono classificabili come
high-tech. Al contrario non ha senso prevedere che tutte le piccole imprese debbano
impegnarsi direttamente nella ricerca: devono essere innovative che è un altro
concetto. Premesso che, come è noto, l’innovazione non è solo tecnologica ma anche
organizzativa, di mercato, di comunicazione, finanziaria e così via, è però anche vero
che le tecnologie aiutano su questi altri fronti. Per queste imprese si pone la questione
del trasferimento tecnologico nel senso di rendere loro disponibili trovati, conoscenze,
dimostratori, processi dei quali non hanno ancora conoscenza o rispetto ai quali
hanno difficoltà di accesso. Il CNR ritiene suo compito agire per conseguire
quest’obiettivo molto importante per il Paese e ha definito meccanismi di intervento
prevalentemente basati sui cosiddetti “centralini”, cioè moltiplicatori di contatto.
Alcuni esempi di accordi già operativi, oltre a quelli con le aziende sopra citate, il cui
impatto è moltiplicato dalla numerosità dei loro interlocutori quali fornitori o clienti,
confermano la validità della formula basata su articolazioni di natura settoriale
(COMAU), di filiera (con Federchimica) e territoriale (con Unioncamere e
Confartigianato).
L’adozione di un sistema a rete con adeguati centralini di contatto con l’utenza
consentirà al CNR di evitare velleitari tentativi di collegamenti diretti “punto punto”
con il sistema delle PMI nazionale, massimizzando al contempo i rapporti delle proprie
strutture di ricerca insistenti sullo specifico territorio e sfruttando la propria rete di
competenze esistenti a livello nazionale per rispondere in modo integrato alle
Obiettivi progettuali
domande di tecnologia e innovazione emergenti. Un caso esemplificativo del nuovo
modello di approccio è rappresentato dalla collaborazione avviata con Confartigianato
e sostenuta da un finanziamento del Dipartimento per l’Innovazione Tecnologica della
Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’impegno del CNR in questo campo è
finalizzato alla realizzazione di una banca dati dell’offerta tecnologica supportata da
un sistema di rappresentazione e interrogazione con molteplici formulazioni e
distribuita in modo telematico all’insieme della rete periferica dell’associazione. Allo
stesso tempo il CNR sta provvedendo all’ottimizzazione del processo di integrazione
reticolare delle piccole imprese attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali.
Va riconosciuto che il CNR ha tentato in passato, anche se in modo frammentario, di
“fare sistema” attraverso strutture associative (consorzi e società di vario tipo)
finalizzate allo svolgimento di attività di ricerca o, più recentemente, attraverso esempi
di spin off. Ma questo “portafoglio” di partecipazioni non corrisponde a una logica
organica se non viene gestito come un asset patrimoniale da valorizzare. E’ pertanto
allo studio la costituzione di una società inizialmente con partner pubblici con
l’obiettivo di creare, nelle forme opportune, valore da questi pregressi investimenti.
Un’ultima area di attenzione comprende gli obiettivi di:
- fornire attraverso l’attività di ricerca una risposta adeguata ai bisogni espressi
dal sistema sociale del Paese;
- assicurare l’inserimento delle ricerche dell’Ente in programmi europei e
internazionali per un’adeguata valorizzazione dei risultati della ricerca
nell’attuale quadro della competitività globale.
Tale area è stata talmente determinante nell’impostazione dei programmi che non
richiede considerazioni aggiuntive. Basterà ricordare, con riferimento al primo punto,
che il CNR non si presenta più come un tempo attraverso l’enunciazione di un insieme
di competenze dei propri istituti, bensì attraverso un ben definito portafoglio di
obiettivi programmatici coerenti con le esigenze del Paese. Tutte le finalità progettuali
sono organizzate in modo da conseguire gli obiettivi sopra delineati.
Obiettivi progettuali per macroarea
41.
Nel documento
PIANO TRIENNALE 2005-2007
(pagine 42-45)