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Lettura del contesto Criteri di lettura del contesto

Sassuolo, centro storico, riqualificazione zona Pescheria Ducale.

PARTE TERZA

3.2 Lettura del contesto Criteri di lettura del contesto

Risulta evidente come il metodo individuato in seguito agli studi preliminari svolti, sulla base della inapplicabilità dei semplici concetti posti dal testo di legge, pena la determinazione di incertezza e discrezionalità nella valutazione, incontri il proprio significato e il proprio senso nella fase preliminare di lettura del contesto.

D’altra parte è stato facile intuire l’importanza della conoscenza preliminare appunto del contesto, ancorché questa attribuzione di significatività alla fase di conoscenza ponga un limite applicativo temporale alle possibili rimozioni di opere incongrue che la legge ipotizzava di attuare nell’immediato in quanto ritenute necessarie. Su questo tema vi è da dire che, qualora le urgenti rimozioni di incongruità si riferiscano a ciò che potrebbe indelicatamente definirsi come “spazzatura”, le incongruità palesi, collettivamente riconosciute come tali, probabilmente non si commetterebbero errori significativi (si vedano i casi campione del bando regionale presi a riferimento come la scuola di Ferrara o la porcilaia di Canossa), anche per il limitato valore intrinseco attribuibile agli immobili destinati alla demolizione. Tuttavia, sul piano metodologico ed epistemologico, non può considerasi operazione lecita lo scegliere di demolire un’incongruità a priori, prima di valutarne incongruità.

In questo senso risulterebbe lecito rimuovere interventi realizzati nel corso di questo secolo, non più attuali e non conformi alle tendenze culturali odierne che però, al contrario, rispettiamo e restauriamo (in senso lato del termine restauro, inteso nella sua etimologia) in quanto storicizzati.

Si pensi agli interventi di Carlo Scarpa a Verona in cui l’arch. Fa largo uso di cemento armato, o alle reintegrazioni delle facciate negli ambiti urbani storici con materiali moderni.

In quest’ottica probabilmente nel dopoguerra si sarebbero demoliti interventi della prima metà del secolo che oggi noi conserviamo perché appunto ne effettuiamo un riconoscimento.

E’ dunque il metodo di lettura che ci guida e che già contiene in se il metodo di valutazione. La laboriosa attività preliminare conoscitiva non è infatti solo strumento per la valutazione, ma è anche già metodo di valutazione e, in questo senso, il concetto esposto di rapporto tra i caratteri della trasformazione da valutare e i caratteri permanenti del luogo è già metodo di studio che approccia il luogo stesso come permanenza di segni in una struttura in evoluzione, quindi avente carattere di dinamicità.

E’ quindi già metodo di valutazione lo studio del processo di evoluzione-trasformazione del luogo, per il cui sviluppo l’ottimale strumento di interpretazione è il metodo tipologico.

Non può essere altro che lo studio dello sviluppo tipologico del luogo la guida per la valutazione di congruità delle trasformazioni in senso qualitativo. Il tipo infatti, inteso come sintesi di un processo storico di trasformazione-evoluzione rappresenta già, per definizione, la congruità, così come congrue potranno definirsi le trasformazioni di un determinato contesto ove siano pertinenti con lo sviluppo tipologico proprio del contesto stesso.

Questa prima definizione del criterio metodologico di lettura-valutazione afferma quindi che la fase del processo di sviluppo tipologico del contesto è il termine di paragone per la valutazione di congruità di una trasformazione. Da ultimo si dirà che fra la trasformazione e la fase di sviluppo potrà intercorrere una relazione di pertinenza o di non pertinenza.

Tuttavia ancora nulla si è detto relativamente all’applicabilità dell’assunto metodologico che è stato preliminarmente definito a livello teorico ma che si dovrà successivamente esplicitare tramite temi applicativi. Ovvero, se è chiaro che il metodo di lettura diviene già esso stesso metodo di valutazione, è altresì necessario definire precisi criteri di lettura-valutazione, sulla scorta di una fondamentale considerazione palese a questo punto della ricerca: il modo di leggere l’esistente è già anche modo di valutare.

Il passaggio non è banale ed anzi probabilmente racchiude in se l’essenza di un’analisi che si pone l’obiettivo di ricercare e trovare il modo di inserire qualità negli interventi sul costruito, pertanto risulterà inevitabilmente discosta dal piano dell’analisi teorica pura e delle astrazioni puramente concettuali come sono gli approcci parametrici al controllo delle trasformazioni del territorio. Al contrario, sarà indissolubilmente legata al piano della realtà fisica e materia del mondo costruito, della città, del territorio.

Passaggio non banale proprio per il fatto che l’uso dello stesso concetto di tipo, come sintesi di un processo di evolutivo, ancorché necessariamente ancorato al reale, alla lettura conoscitiva dell’esistente, delle tracce e dei segni delle trasformazioni dell’ambiente antropizzato,

rimane comunque sempre a rischio di oltrepassa il confine tra concreto e astratto.

In questo senso sono numerose le interpretazioni aberranti del concetto di tipo e di processo tipologico che discendono probabilmente dalla necessità di semplificare o dalla difficoltà di esplicitare la teoria in prassi determinata spesso dalla mancanza di strumenti di lettura o più semplicemente da risorse per lo sviluppo di indagini sui luoghi a carattere storico critico. Interpretazioni che sfociano in schematismi astratti, la cui validità sarebbe, secondo la formulazione di chi ne sposa l’applicabilità, postulata a prescindere dal luogo, come fossero mere categorie universalmente riferibili a qualsiasi contesto.

(si consideri come una teoria finalizzata ad essere realmente applicata oggi debba considerare come assunto il fatto che costruire significa ormai sempre costruire nel costruito)

L’approccio è opposto: la lettura dei caratteri di un contesto e delle particolarità specifiche di un luogo, finalizzata alla descrizione in termini di processo tipologico dell’identità di una società, vuole essere criticamente fondata e particolarmente definita.

3.3 La multiscalarità come condizione necessaria per una lettura