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La multiscalarità come condizione necessaria per una lettura dell’esistente e come condizione sufficiente per valutare la

Sassuolo, centro storico, riqualificazione zona Pescheria Ducale.

PARTE TERZA

3.3 La multiscalarità come condizione necessaria per una lettura dell’esistente e come condizione sufficiente per valutare la

continuità del processo evolutivo dei contesti.

Se la conoscenza materiale degli organismi esistenti, si assume come base per una lettura critica del costruito, s’introduce immediatamente come intrinseco allo studio di questa realtà il tema della definizione delle scale di indagine. La lettura dell’esistente, di fatto, deve confrontarsi con informazioni di natura differente, tra loro correlate in modo complesso, la

cui rappresentazione (intendendo come rappresentazione la

manifestazione di un atto conoscitivo in senso lato, non unicamente connesso a forme figurative o lettura tecniche) si estrinseca individuando scale di indagine diverse.

E’ bene precisare che non si vuole in questa sede riproporre la teoria della lettura con metodo tipologico del costruito, per la quale si rimanda alla letteratura specialistica, quanto riprenderne le problematiche, i significati e soprattutto i fini e gli obiettivi utili all’atto di indagine conoscitiva che sottende la valutazione di congruità.

Ciononostante, pur senza entrare nel merito specialistico dei criteri che portano la tipologia a definire letture dell’ambiente costruito specificamente interconnesse al concetto di luogo, è necessario sottolineare l’inevitabilità ed anzi l’estrema utilità di definire opportune scale d’indagine. La multiscalarità si pone come fondamento e condizione necessaria per una lettura critica del costruito.

In sintesi, l’atto della lettura dell’esistente, che si concretizza e si attua attraverso il rilievo (critico), lo studio documentale e la rappresentazione tipologica, è necessariamente multiscalare, proprio

perché le famiglie di informazioni che si possono raccogliere sul costruito appartengono a dimensioni differenti e dipendono dalla distanza alla quale si pone l’osservatore.

Informazioni sull’andamento dei percorsi che collegano la città emiliano romagnole non sono visibili alla scala di dettagli dell’elemento costruttivo, così come lo studio, ad esempio, dei sistemi costruttivi di un organismo edilizio non contiene in se informazioni (se non tra le righe) leggibili sulla maglia viaria dell’organismo urbano.

Inoltre, parallelamente, è proprio questa multiscalarità che differenzia una lettura per tipi da un lettura tipologica, intesa in senso di processo. Perciò, possiamo affermare che, se la necessità di legare i criteri conoscitivi al mondo materiale impone una suddivisione in scale di riferimento, è altresì vero che l’interrelazione fra le diverse scale d’indagine si rivela essere l’aspetto fondante per la definizione dell’identità di un luogo. E’ già alla scala dell’elemento infatti che, se anche non è possibile leggere informazioni a scala urbana, tuttavia si possono estrinsecare i principi generatori dell’organismo alla scala maggiore, che è costituito da elementi fra loro relazionati. E questo è ciò che interessa ai fini della definizione del concetto di congruità, precisamente che nel metodo tipologico i tipi, considerati alle diverse scale, attraverso un sistema di relazioni reciproche determinano al formazione di organismi alle scale superiori, organismi che trovando nelle suddette relazioni le proprie regole costitutive si configurano essi stessi come tipi e la cui ulteriore reciproca interrelazione ricostituisce organismi alle scale ancora superiori, in un sistema che, ove esista un’identità, mostra i caratteri della continuità interscalare.

La lettura muiltiscalare quindi, oltre a rivelarsi una necessità al fine di materializzare i criteri di analisi eliminando il rischio di definire categorie astratte, si rivela sufficiente a definire la presenza di una continuità nel processo di sviluppo tipologico di un contesto, continuità che definisce un’identità ove se ne riconosca l’esistenza e, viceversa, ove non sia riconoscibile (presenza di discontinuità nel processo), restringe il campo di validità dell’analisi e pone il tema della perdita di identità del contesto con la conseguente impossibilità di definire un termine di paragone per la valutazione di congruità.

E’ il caso di contesti completamente trasformati, secondo criteri reciprocamente disomogenei, tramite trasformazioni incongrue al contesto e incongrue fra loro; tuttavia è necessario sottolineare che l’esistenza di una precedente continuità di processo evolutivo spesso si ritrova e si legge anche nelle situazioni più devastate da trasformazioni recenti.

Continuità che, ove riconosciuta, ancorché non più esistente, potrebbe almeno in linea di principio essere ripristinata con interventi ricostruttivi in senso congruo. (una volta riconosciuta e codificata). Resta naturalmente da valutare l’opportunità di simili operazioni di ripristino attuale di comparti secondo caratteri preesistenti oggi scomparsi, che rischiano di configurarsi come infingimenti storicistici.

Riprendendo il tema della multiscalarità, vi è da sottolineare che la complessa rete di interrelazioni che collega i tipi presenti in un contesto, determina una parallela complessità di valutazione della congruità.

Si manifesta infatti la necessità di individuare un rapporto di scala fra trasformazione da valutare e contesto di riferimento e, se fino a questo punto la logica che sottende alla definizione del metodo di valutazione che

progressivamente andiamo definendo poteva considerarsi applicabile a tutte le scale utilizzate nel metodo tipologico, non si potrebbe proseguire oltre con la particolarizzazione dei criteri d’indagine senza definirne una specifica.

A tal fine abbiamo individuato come scala di riferimento per la trasformazione da valutare la scala edilizio ampliabile fino alla sacla del comparto (aggregazione di tipi a scala edilizia).

E’ chiaro che le trasformazioni avvengono a tutte le scale in quanto l’attività umana agisce dalla scala territoriale a quella architettonica tramite la scala urbana e edilizia con attività continua nello spazio e nel tempo; si ritiene tuttavia di limitare l’ambito alla scala edilizia in quanto la territoriale e l’urbana appartengono al campo urbanistico e l’architettonica è comunque parte della scala edilizia.

Quindi diremo che la presente ricerca, tesa ad individuare le linee guida per un metodo di valutazione della congruità di una trasformazione rispetto ad un contesto di riferimento, si applica a interventi o progetti di interventi a scala edilizia (edificio o comparti) in riferimento al contesto a scala urbana in cui la trasformazione si manifesta.

3.4 Metodo per la valutazione di congruita’ di trasformazioni a