Questo è il capitolo dell’Antitesi, compiendo un salto temporale che va dall’epoca dei conquistadores a quella di Humboldt, si vede come, facendo ricorso e alla filosofia di origine platonica e alla letteratura e saggistica kleistiana, l’uomo sia impossibilitato a raggiungere il Paradiso Terrestre, sia che si tratti di quello della concezione e credenza cristiana, che di El Dorado. La privazione dello stato di Grazia, concesso invece alla marionetta, impossibilita l’uomo alla scoperta del giardino edenico. Questo però non ha impedito all’uomo, nel corso dei secoli, di continuare a cercarlo, trovando sempre metodi e soluzioni alternative, innovandosi nel tempo e perfezionandosi, ma comunque non raggiungendolo mai. È proprio questo perfezionarsi che ha permesso alla scienza di progredire sempre i più ed è proprio per questo motivo che l’uomo non può raggiungerlo: più l’intelletto si sviluppa, più l’individuo si allontana dal giardino edenico. Nonostante lo sviluppo di questo intelletto però, e basta dare uno sguardo al corpus letterario prodotto all’epoca di Humboldt, l’uomo non cessa di cercare, si sperare che in un qualche punto del globo esista il Paradiso. La forza motrice è la paura, quella paura dell’ignoto, dell’oltre, della sorte dell’anima e del corpo dopo la morte, che muove il singolo alla ricerca e di un luogo che possa garantire la salvezza e di un qualcosa che prolunghi senza limitazioni la vita terrena, la fonte dell’eterna giovinezza in particolare. Vediamo intanto chi era Alexander von Humboldt, dalla vita, alle vicende editoriali dei suoi tesi, al pensiero.
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III.1 Una vita dedicata alla scienza
Alexander von Humboldt (fig.9) nacque a Berlino nel 1769; il padre, Alexander Georg von Humboldt, apparteneva ad una importante famiglia della Pomerania e, dopo aver partecipato alla Guerra dei Sette Anni, sposò la figlia del Generale prussiano Schweder nel 1766, Maria Elizabeth Colomb, già vedova con due figli. Subito dopo il primo anno di matrimonio, la coppia ebbe il fratello maggiore di Alexander, Wilhelm, nato a Potsdam nel Giugno del 1767. Wilhelm compì sia studi scientifici che studi umanistici per dedicarsi poi alla filosofia; viaggiò in Spagna e nei paesi baschi, dove ebbe l'occasione di
mettere in pratica, con centocinquanta anni di anticipo, i principi della descrizione linguistica moderna: lo studio delle lingue a livello sincronico, lo studio descrittivo e non prescrittivo, l'importanza delle categorie grammaticali, descrivendo i fenomeni propri della lingua in esame. Fu al servizio dello Stato prussiano come funzionario fino al 1819 soprattutto in veste di diplomatico in Francia. Come ministro prussiano dell'educazione (1809-1810), riformò profondamente il sistema scolastico, influenzato in questo dalle idee di Johann Heinrich Pestalozzi, fondò l'Università Humboldt di Berlino e fu rappresentante della Prussia con Hardenberg al congresso di Vienna. Nel 1819 si ritirò definitivamente dall’ambiente politico e si dedicò quasi interamente allo studio della lingua. Wilhelm morì a causa delle conseguenze del morbo di Parkinson nel 1835 a Tegel. Alexander, nato due anni dopo Wilhelm, ebbe una vita più dedicata alla scienza che alla politica, anche se furono numerose le partecipazioni ad affari diplomatici, sia per l’impero francese che per quello prussiano. Fin dall’infanzia, l’attività quasi maniacale di collezionare piante e catalogarle, gli bastò per farsi attribuire il soprannome “Il piccolo farmacista”; Il padre dei due fratelli morì nel 1779 e fu la madre poi a provvedere alla loro educazione. Alexander, nel 1788, studiò
Figura 9: Alexander von Humboldt ritratto Joseph Stieler nel 1843
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finanza per sei mesi all’Università di Francoforte ma già i suoi interessi erano molto ampi e cominciarono ad espandersi durante un’escursione, nel 1789, attraverso il fiume Rhein; al suo ritorno scrisse il suo primo trattato dal titolo “Mineralogische
Beobachtungen über einige Basalte am Rhein”57 uscito nel 1790.
A Göttingen conobbe l’esploratore e scienziato Georg Forster, lì si formo la loro amicizia e la passione di Humboldt per i viaggi, quindi la sua preparazione e i suoi studi vennero finalizzati all’esplorazione scientifica. Insieme visitarono l’Olanda, l’Inghilterra, dove Humboldt conobbe Henry Cavendish58 e Sir Joseph Banks59, e la Francia; a Parigi, aiutò a trasportare la sabbia per la costruzione del “Temple de la Liberté”. Mentre Humbolt in questi anni lavorava e pubblicata il suo trattato di mineralogia, Forster pubblicò il resoconto del loro viaggio “Ansichten vom
Niederrhein von Brabant, Flanden, Holland, England un Frankreich”60. Dal 1791
studiò geologia presso la Technische Universität Bergakademie Freiberg, anatomia, astronomia e l’uso degli strumenti scientifici a Jena. Ad Amburgo, dove completò il suo percorso, Humboldt studiò commercio e lingue straniere, alimentato dal suo entusiasmo per i viaggi esplorativi. Nel 1792 si unì al Dipartimento delle Miniere del Governo Prussiano e viaggiò da confine a confine per l’esplorazione delle miniere. Le sue ricerche sulla vegetazione di quest’ultime lo portarono poi alla pubblicazione, nel 1793, del suo trattato “Florae Fibergensis Specimen”. Oltre alla botanica si dedicò allo studio dei fasci muscolari e dei fasci nervosi, sperimentando i gradi di intensità e irritabilità delle contrazioni muscolari e nervose, esperimenti61 compiuti principalmente durante i suoi viaggi in Svizzera ed in Italia nel 1795, che convogliarono nel trattato “Versuche über die gereizte Muskel- und Nervenfaser”62, arricchito da una traduzione in francese.
57 Ovvero “Osservazioni Mineralogiche su diversi Basalti del fiume Rhein”
58 Henry Cavendish (Nizza, 10 ottobre 1731 – Londra, 24 febbraio 1810) è stato un chimico e fisico
scozzese
59 Sir Joseph Banks (Londra, 13 febbraio 1743 – Londra, 19 giugno 1820) è stato un naturalista e
botanico inglese, a lungo presidente della Royal Society
60 Viste dal Basso Reno di Brabante, Fiandre, Olanda, Inghilterra e Francia” Gerard Steiner (editore),
1790
61 Denominati anche “Esperimenti Galvanistici”: il fautore di questa tipologia di indagine è Luigi
Galvani (Bologna 1737-1798) il quale, in fisiologia, studiò la contrazione del muscolo stimolato dalla corrente elettrica. Da qui la sua teoria secondo la quale gli esseri viventi sarebbero in possesso di una elettricità intrinseca prodotta dal cervello, propagata tramite i nervi e immagazzinata nei muscoli. Fu Alessandro Volta a coniare il termine galvanismo.
62 Trattato che uscì a Berlino nel 1797. La traduzione del titolo è “Esperimenti sulle fibre muscolari e
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In questo stesso anno divenne Sovrintendente delle miniere in Franconia e fondò una scuola gratuita per i minatori a Steben. Nel 1794 venne ammesso alla coterie di Weimar e contribuì al nuovo periodico di Schiller “Die Horen”; venne inoltre incaricato come Consigliere dei Minatori grazie alle sue capacità scientifiche e grazie al suo servizio, le quali gli permisero rapidamente di raggiungere le più alte posizioni nel Dipartimento e di compiere importanti missioni diplomatiche. Sempre nello stesso anno, durante una breve permanenza a Jena, conobbe lo scrittore Johann Wolfgang
von Goethe63. Nel 1796, precisamente il 19 Novembre, morì la madre dei due fratelli, il che permise ad Alexander di liberarsi completamente dai vincoli famigliari e di dedicarsi a pieno alla realizzazione del suo sogno di viaggiare. Si ritirò dalle cariche amministrative del Dipartimento dei minatori in Prussia e la sua dedizione verso gli studi multidisciplinari furono in un certo senso la sua preparazione al giro intorno al mondo. Nel 1797 visse a Jena continuando le sue ricerche, alternandole ad incontri periodici con Goethe, nei
campi dell’astronomia,
chimica, botanica e
mineralogia. Questo è anche l’anno in cui Alexander von Humboldt fece i suoi primi progetti di viaggio: uno in Brasile e l’altro in Egitto con Lord Bristol, ma entrambi fallirono. Prima di lasciare Jena, egli, insieme al geologo
Leopold Buch, visitò le Alpi Tirolesi ed insieme passarono l’inverno a compiere misurazioni magnetiche, topografiche e meteorologiche. Nel 1798 tornò a Parigi venne accettato sulla nave del Capitano Baudin per il suo viaggio intorno al mondo, il quale venne rinviato spesso per problemi logistici ed economici. A bordo della Pizarro, conobbe il suo futuro amico e compagno di viaggio Aimè Bonpland. Questo viaggio iniziò ufficialmente nel 1799 da Tenerife e terminò nel 1804 in Messico passando per
63 Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832) è
stato uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco. Considerato da George Eliot «uno dei più grandi letterati tedeschi e l'ultimo uomo universale a camminare sulla terra»
Figura 10: Ritratto di Alexander von Humboldt e Aimè Bonpland durante un'escursione ai piedi del vulcano Chimborazo.
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Cumanà, Caracas, Havana, Angustura, Quito, Acapulco e Cuba. Di questo viaggio si parlerà ampiamente in seguito, ad ogni modo è qui che Humboldt compì i suoi studi scientifici e sociologici più importanti, toccando e rinnovando molti campi scientifici, in particolar modo la botanica e l’astronomia.
Il materiale raccolto in questa spedizione fu la base per la scrittura delle sue due opere più importanti ovvero: “Reise in die Aequinoctial-Gegenden des neuen Continents in
den Jahren 1799-1804” e “Kosmos”. La sua permanenza a Cuba inoltre gli permise di
osservare a fondo la politica del posto e la popolazione, il che lo portò alla scrittura del trattato in francese “Essai politique sur l’ile de Cuba”; Humboldt è considerato “il secondo scopritore di Cuba” grazie alle ricerche scientifiche e sociali che ha condotto nella colonia Spagnola. Nel 1804, prima di fare ritorno verso il Vecchio Continente, ebbe una breve permanenza a Philadelphia, per poi giungere a Washington dove incontrò il Presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson. Qui Humboldt e Bonpland rimasero, come ospiti personali del Presidente stesso, per sei settimane; Jefferson, anche lui uomo di scienza, fu molto felice di avere Humboldt come ospite e per tutta la durata della permanenza, i due ebbero molte conversazioni a tema scientifico. Dopo il ritorno in Europa, nel 1805, inizia il suo grande lavoro di elaborazione, correzione e raccolta dei suoi diari di viaggio. In questo periodo inoltre, farà visita a suo fratello Wilhelm a Roma e si dirigerà in Campania per scalare il vulcano del Vesuvio. In seguito, dopo nove anni di assenza, farà ritorno a Berlino dove verrà nominato Ciambellano di Corte del re Prussiano, Friedrich Wilhelm III. Dal 1807 risiedette a Parigi, dove resterà fino al 1827. E’ proprio a Parigi che iniziarono, con la frequenza di quasi un’opera all’anno (fino al 1811), delle sue opere: dal 1807 si ebbe il primo volume, a sue spese, del “Voyage aux regions equinoxiales du nouveau continent, fait
en 1799,1800,1801,1802,1803 et 1804”64; nel 1808, pubblicato sia in francese che in
tedesco, uscì il suo scritto preferito: “Ansichten der Natur”65 e nel 1811 pubblicò
“Essai politique sur le royaume de la Nouvelle-Espagne”66. Sempre in questo anno il
Governo Russo gli propose un’esplorazione dell’Asia ed ebbe un’altra proposta simile dal Governo Prussiano nel 1818 ma lui rifiutò, nonostante sia solo un rifiuto momentaneo, per una serie di circostanze non proprio chiare ai postumi, ad ogni modo
64 La vicenda editoriale di quest’opera verrà illustrata nel paragrafo seguente 65 In italiano “Visioni sulla Natura”
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l’ipotesi più plausibile è che Humboldt abbia rifiutato poiché era troppo impegnato nel lavoro di rifinitura delle sue precedenti ricerche.
Nel 1827 tornò definitivamente a Berlino ed lì che inizio una serie di lezioni pubbliche che in seguito dettero vita all’opera monumentale Kosmos. Tra il maggio ed il novembre del 1829 comunque, Humboldt, con i suoi associati Gustav Rose e C.G.
Ehrenberg, decise di partecipare alla spedizione asiatica e con loro attraversò l’impero
russo dal Neva allo Yenesei in circa venticinque settimane; ad ogni modo fu un viaggio troppo breve per ottenere dei risultati importanti, venne più che altro confermato il carattere esplorativo e scientifico di Alexander, ancora vivo e ardente nei suoi anni dell’anzianità. Tra il 1830 ed il 1848 egli si occupò di diverse missioni diplomatiche per conto del re Louis Philippe di Francia. Nel 1835 però, il fratello Wilhelm morì tra le sue braccia e lo stesso Humboldt ammise che con questa perdita, se ne andava anche una enorme parte di se stesso. Cinque anni più tardi gli venne affidato un nuovo incarico: fu nominato Consigliere di
Stato presso la corte del nuovo re prussiano Friedrich Wilhelm IV. Si aprì poi un nuovo periodo di pubblicazioni che partì dal 1843: vennero pubblicati i libri sulla spedizione di Humboldt in Asia in tre volumi in lingua francese, intitolati “Recherches sur les chaines de
montagnes et climatologie comparée”; tradotti poi anche in
tedesco. Dal 1845 in Germania invece, iniziò a pubblicare i primi volumi di Kosmos, l’ultimo uscì postumo nel 1862.
Agli inizi del 1857 venne colpito da un ictus; non fu mortale, anche se gli portò via gran parte delle forze che in vecchiaia era riuscito a mantenere. Morì infatti a Berlino nel 1859 all’età di 89 anni. Nonostante la sua morte però, il nome di Alexande von Humboldt non venne dimenticato, a lui sono dedicati molti monumenti sia che Vecchio
Figura 11: Monumento ad Alexander von
Humboldt presso l'Università di Berlino. Alla base della statua, in spagnolo, lo elogia come "Il secondo scopritore di Cuba"
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che del Nuovo Continente, l’Università di Berlino porta il suo nome ed è sicuramente ricordato come lo studioso che ha contribuito maggiormente al progredire delle scienze dalla botanica alla sociologia.
III.2 Il testo e la sua vicenda editoriale
E‘ il 1805 quando Alexander von Humboldt inizia a lavorare al testo sulla spedizione in Sud America, quindi meno di un anno dal suo ritorno nel Vecchio Continente. Riprende in mano il suo Tagebuch, il suo diario scritto in tedesco, e ne elabora una versione più accurata. La prima edizione in lingua tedesca esce nel 1815, composta e redatta dallo stesso Humboldt e dal collega Aimè Bonpland, con il titolo “Reise in die
Aequinoctial – Gegenden des neuen Continents in den Jahren 1799, 1800, 1801, 1802, 1803 und 1804” presso la casa editrice “Stuttgard und Tübingen”. L’opera acquista un
particolare rilievo quando esce anche un’edizione nella lingua delle scienze del momento, ovvero il francese. La pubblicazione dei primi volumi, a spese dell’autore, avviene nel 1807 a Parigi con il titolo “Voyage aux régions équinocxiales du nouveau
continent, fait en 1799, 1800, 1801, 1802, 1803 et 1804” ed avrà una gestazione molto
lunga che culminerà con l’uscita dell’ultimo volume solo nel 1834.
Più o meno contemporanea a queste due ultime è anche la prima edizione inglese, che viene data alle stampe nel 1814 ed intitolata “Personal narratives of travels to the
Equinoctial Regions during the years 1799-1804 by Alexander von Humboldt and Aimè Bonpland”. Edizione prodotta dalla traduzione di quella francese compiuta da Helen Maria Williams67 per Longman & co.
Come è facilmente individuabile dalla sua biografia, Humboldt è un uomo di scienza, gran parte del suo percorso accademico è caratterizzato da studi di botanica, scienze naturali e geografia, ma non solo, egli ha studiato anche letteratura, ed è possibile notarlo dai suoi scritti. Nonostante il tema da lui trattato sia pura materia scientifica, il modo in cui lo riporta è quanto di più vicino ci sia ad un romanzo; quello che noi possiamo leggere dai Personal Narratives of Travels è niente meno che
67 Helen Maria Williams (17 Giugno 1759 – 15 Dicembre 1827); è stata una novellista e poetessa
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l’avventura di uno scienziato tedesco della fine del XVIII secolo, il quale non perde l’opportunità di una spedizione nel Nuovo Mondo, di un’avventura, ed è come tale che egli la rende al lettore.
Dal “semplice” trattato scientifico quindi, che avrebbe potuto emergere dai suoi diari, si trasforma in un vero e proprio romanzo, lontano dall’Encyclopédie di Diderot e D'Alembert (1751-1780) e quasi più vicino ai Gulliver’s Travels (1726), con la differenza che i Personal Narratives of Travel raccontano di fatti realmente accaduti. La struttura del diario, ad ogni modo, è mantenuta, anche se non per ordine di tempo, ma di luogo: ogni capitolo è caratterizzato dalla descrizione di un nuovo territorio visitato, diligentemente descritto e non privo di considerazioni su ogni cosa che osserva, ben oltre i fenomeni fisici.
Nell’introduzione all’edizione tedesca (e di conseguenza anche a quella francese) del 1814 lui stesso espone der Zweck, l’obiettivo, del suo testo:
„Ich hatte mir bei der Reise, deren Beschreibung ich nun folgen lasse, einen doppelten Zweck vorgesetzt. Ich wollte die Länder, die ich besuchte, kennen lernen; und ich wollte Thatsachen zur Erweiterung einer Wissenschaft sammeln, die noch kaum skizzirt ist, und ziemlich unbestimmt bald Physik der Welt, bald Theorie der Erde, bald physische Geografie genannt wird“68. Quello che emerge quindi da questa breve citazione, è l’intento di rendere al massimo l’osservazione, ispirata non solo dalla componente scientifica, come avevo precedentemente accennato, ma anche da un interesse più indirizzato verso una
curiositas tipica dell’eclettismo degli intellettuali del tempo. L’influenza dei suoi studi
e della sua sete di conoscenza si nota in un altro passo dell’introduzione da lui stesso scritta, che mette in luce un altro punto chiave del suo testo e della sua volontà:
“Die Gegenstände eines solches Werks sind sehr verschiedener Natur. Einmal umfasst es die mehr oder minder wichtigen Begebenheit, die mit dem
68 “Avevo in mente un doppio proposito nel viaggio, del quale io ora pubblico la narrativa storica.
Volevo far conoscere i paesi che ho visitato; e volevo collezionare i fatti per l’espansione di una scienza, della quale abbiamo uno scarso profilo e che è stata vagamente chiamata Storia naturale del mondo, o Teoria della Terra, o Geografia fisica.”
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Reiseziele des Verfassers in Verbindung stehen; zweitens enthält es die Beobachtungen, die er während seiner Reisen gemacht hat. Die Einheit der Darstellung, wodurch sich gute Werke von schlechten unterscheiden, kann also nur insofern dabei genau beobachtet werden, als man mit Lebhaftigkeit beschreibt, was man mit eignen Augen sah; und als die Aufmerksamkeit haupsächlich mehr auf sittliche Verhältnisse und groβe Naturerscheinungen, als auf wissenschafliche Beobachtungen gerichtet war. Das treuste Sittengemählde ist das, wodurch man die Verhältnisse der Menschen am besten kennen lernt. Der Charakter einer wilden oder cultivirten Natur zeigt sich theils in den Hindernissen, die der Reisende findet, theils in den Empfindungen, die er in sich aufgeregt fühlt. Er selbst ist es, den man unaufhörlich mit den Gegenständen, die ihn umgeben, in Berührung sehen will, und je mehr seine Landschaft- und Sittengemählde Localton haben, je stärker diese Teinte ist, desto mehr ziehen sie uns an. Hierin liegt der Grund des groβen Interesses, das die Geschichte jener ersten Schifffahrer einflöβt, die weniger durch Wissenschaft, als edle Unerschrockenheit geleitet, in beständigem Kampfe mit den Elementen, in unbekannten Meeren eine neue Welt aufsuchten”69.
Da questo passaggio dell’introduzione è possibile infatti notare come egli affronti la narrazione degli avvenimenti nello specifico. Non si limita quindi ad una sola elencazione delle scoperte scientifiche che egli compie sul campo, ma considera anche “il lato umano”; con questo intende una più approfondita analisi di tutto quello che incontra sul suo cammino, in particolar modo si concentra sui popoli con cui viene a contatto, con le loro tradizioni e le influenze che il mondo occidentale ha portato negli anni delle colonizzazioni (ancora in corso per altro). Nel fare questo poi, spesso si
69 “Una narrativa storica ha due obiettivi più o meno differenti: qualsiasi cosa avvenga al viaggiatore, e
le osservazioni che egli stesso compie durante il suo viaggio. Unità della composizione, che contraddistingue un buon lavoro da uno brutto, può essere ricercata solo quando il viaggiatore descrive cosa ha visto con i suoi stessi occhi e quando si concentra sulle differenti tradizioni delle genti e sul grande fenomeno della natura, piuttosto che sulle osservazioni scientifiche. Il ritratto più accurato dei costumi è quello che tratta della relazione dell’uomo con gli altri uomini. Quello che caratterizza anche una vita selvaggia o una civilizzata è reso dal viaggiatore attraverso le difficoltà che egli stesso incontra o dalle sensazioni che prova. E’ l’uomo stesso che vorremmo vedere in contatto con la gli oggetti intorno a lui. La sua narrazione ci interessa di più se nella descrizione del luogo e delle persone prende piede una colorazione locale. Questo è quello che ci eccita dei primi navigatori, i quali erano guidati più dall’istinto che dalla curiosità scientifica”. Fonte: Alexander von Humboldt, Personal Narratives of Travels to the Equinoctial Regions of the New Continent, Penguin Classics 1995, pag. 11.