• Non ci sono risultati.

Lezioni americane: un progetto interrotto

Nel 1984 la prestigiosa Harvard University invita Calvino a tenere un ciclo di sei lezioni denominate Norton Lectures, in omaggio al dantista e storico dell’arte statunitense Charles Eliot Norton. Queste lezioni dovevano svolgersi nell’anno accademico 1985-1986 e il tema era libero. Il sessantunenne, giunto ormai all’apice della sua fama nazionale e internazionale, fu il primo scrittore in lingua italiana invitato a salire in questa cattedra, anzi fu il primo esponente in assoluto della cultura italiana.1 Calvino prese molto sul serio questo invito e, come riferisce la moglie Esther2, la prima difficoltà che dovette affrontare fu la scelta del tema da esporre, «convinto com’era di quanto sia importante la costrizione nel lavoro letterario».3

Dopo aver tracciato diversi schemi, consultato molto materiale e considerato parecchie alternative, lo scrittore sceglie di parlare di una serie di valori della letteratura che meritano di essere tenuti presenti in futuro: nell’ordine, Leggerezza,

Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e Coerenza. Sono questi i titoli scelti per

ciascuna lezione, che saranno raccolte sotto il titolo inglese di Six Memos for the

Next Millennium. Ognuna di esse si apre, più o meno esplicitamente, con la

dichiarazione di voler difendere e illustrare, appunto, un valore attraverso una

1

ADRIANO PIACENTINI, Tra il cristallo e la fiamma: le Lezioni americane di Italo Calvino, Firenze, Firenze Atheneum, 2002, p. 24.

2ESTHER CALVINO, Presentazione, in ITALO CALVINO, Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, cit., p. V.

3

riflessione che si snoda fra citazioni letterarie, metafore e riferimenti alla poetica degli autori più vari.

Alberto Asor Rosa, analizzando il lavoro di Barenghi quale curatore di quest’opera, afferma che quest’ultimo ha rivelato ampiamente il percorso compiuto dallo scrittore ligure per giungere alla stesura definitiva delle Lezioni:

Nelle numerose "scalette", che costellano gli appunti di questa fase iniziale del lavoro, troviamo in forma ricorrente temi come «Cominciare e finire» e «Enciclopedia e nulla», che verranno espunti successivamente, in vista, probabilmente, di un impianto più secco e rigoroso del discorso. Altri temi che s’affacciano, per poi scomparire, sono «Cosmicità», «Sence of space», «Visività – Visione e parola», «Vaghezza geometria precisione», «Sense of connection», «The presence of the void», e altri.4

Calvino aveva confessato a Esther di avere idee e materiale per almeno otto lezioni. La moglie accenna a una intitolata: Cominciare e finire, e della quale sono rimasti solo alcuni appunti. Il curatore Barenghi decide di pubblicare quest’ultima lezione in appendice all’opera, nell’edizione mondadoriana dei Saggi, anche se, in realtà, fu scritta per prima e, in un secondo momento, Calvino decise di scartarla. Invece, tra la primavera e l’estate del 1985 lo scrittore ligure finisce la stesura delle prime cinque lezioni; la sesta, Coerenza, decide di scriverla durante il suo soggiorno negli Stati Uniti.

Il 6 settembre 1985 Calvino è colpito da un ictus, mentre si trova nella sua villa di Roccamare, e nella notte tra il 18 e il 19 dello stesso mese muore nell’ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Purtroppo, lo scrittore non poté ultimare la stesura delle sue Lezioni americane e nemmeno leggerle davanti al suo pubblico. Il libro fu lasciato senza un titolo italiano, poiché egli aveva dovuto pensare prima a un titolo in inglese. Six Memos for the Next Millennium fu pubblicato per la prima volta in inglese dalla Harvard University Press nel 1988.5 Nello stesso anno esce la versione italiana, presso Garzanti, con il titolo: Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo

4A

LBERTO ASOR ROSA, Stile Calvino: cinque studi, Torino, Einaudi, 2001, p. 64.

5A

millennio. Nella presentazione del libro Esther spiega di aver scelto questo titolo

perché «in quell’ultima estate di Calvino, Pietro Citati veniva a trovarlo spesso al mattino e la prima domanda che faceva era: Come vanno le lezioni americane? E di lezioni americane si parlava».6

Tornando al titolo inglese, è interessante osservare il termine memo, che designa i foglietti adesivi colorati e raccolti in piccoli blocchi. La parola inglese, in italiano, assume il significato di appunto o promemoria, ma Calvino aveva pensato di usare la parola «proposte» come suo corrispettivo. Invece, la dicitura «per il prossimo millennio» rimanda alla riflessione verso l’avvenire della letteratura.

Le Lezioni americane si presentano come un saggio critico e, allo stesso tempo, come una «summa della tradizione letteraria», una summa «senza barriere linguistiche, di nazionalità e di epoche»7, dove figurano autori e testi diversissimi. In quest’opera Calvino disegna la sua utopia di letteratura. Si può dire che con le Lezioni egli ha raccolto quindici anni della sua esperienza nel campo saggistico; lo dimostra la presenza di Galileo, sul quale lo scrittore aveva scritto negli anni sessanta, la conferenza Mondo scritto e mondo non scritto risalente al 1983, che ritorna più volte in quest’opera. A ritornare non sono solo questi due testi, ma ricompaiono tutte le letture fatte durante la sua vita e le opere composte durante la sua carriera di scrittore; il tutto in questa sorta di catalogo, dove si può notare, anche, un ragionamento sul proprio modo di leggere i testi. Inoltre, ci si ragiona anche sui destini della lettura e della letteratura:

Il millennio che sta per chiudersi ha visto nascere ed espandersi le lingue moderne dell’Occidente e le letterature che di queste lingue hanno esplorato le possibilità espressive e cognitive e immaginative. È stato anche il millennio del libro, in quanto ha visto l’oggetto-libro prendere la forma che ci è familiare. Forse il segno che il millennio sta per chiudersi è la frequenza con cui ci si interroga sulla sorte della letteratura e del libro nell’era tecnologica cosiddetta postindustriale.8

6E

STHER CALVINO, Presentazione, in ITALO CALVINO, Lezioni americane, cit., p. VI.

7A

DRIANO PIACENTINI, Tra il cristallo e la fiamma, cit., p. 24.

8I

Ma lo scrittore è fiducioso sul futuro della letteratura, perché afferma che «ci sono cose» che solo essa «può dare con i suoi mezzi specifici». Da quest’idea nascono le sei conferenze (includo anche l’ultima, la Coerenza, progettata ma mai scritta) su questi valori della letteratura che gli stanno particolarmente a cuore.