• Non ci sono risultati.

Il Liberal Socialism nelle politiche della private property, alcool ed education.

Capitolo III – La realizzazione dell'individuo nella politica »

2. Il Liberal Socialism nelle politiche della private property, alcool ed education.

Il giornale neo-liberale The Nation ha riconosciuto a Green il merito di aver tentato una terza via tra il socialismo di stampo marxista e l'individualismo della scuola di Manchester.534 Al di là della

veridicità o meno di quest'affermazione, che trova le sue critiche in Freeden, il quale sostiene come l'influenza di Green nell'evoluzione del nuovo liberalismo sia stata sopravvalutata,535 è opportuno

esaminare su quali basi Green fonda le sue convinzioni politiche e per quale motivo decide di appoggiare un riformismo sociale, pur non rinunciando ai valori del liberalismo. La risposta a questa domanda può essere ricercata in alcune delle sue rivendicazioni, che racchiudono l'essenza della sua visione, sia della politica, che dell'uomo, e mettono in risalto il connubio e la compenetrazione tra i valori dell'individuo e quelli della comunità. Particolare rilievo rivestono, per Green, le politiche che delineano il Welfare State ed il collettivismo. Queste politiche potrebbero apparire in antitesi con una fervente difesa del principio della proprietà privata e della competizione della società capitalistica, ma Green riesce, in maniera brillante, a conciliare entrambe queste rivendicazioni.

Un primo punto, di fondamentale importanza per il liberalismo sociale di stampo greeniano, é il rispetto della proprietà privata. Anche se, in accordo con le politiche portate avanti da Bright, Green sostiene un ridimensionamento delle proprietà terriere, soprattutto in relazione ai cosiddetti land

lords, la sua convinzione riguardo la necessità di un principio fondato sul possesso non varia.

Quello che Green rivendica é una corretta suddivisione delle proprietà, un rispetto e una garanzia per il bisogno individuale di possedere. Le certezze di Green riguardo all'importanza di un tale principio, rimandano al concetto di proprietà privata sviluppato dal Locke e si ricollegano, in parte, all'evoluzione che questo principio subisce negli impianti teorici kantiani ed hegeliani.

532R. L. Nettleship (edited by), Works of Thomas Hill Green, Vol. III, Longmans, Green and Co., London, 1888, p. CXIX. Vedi A. De Sanctis, The Puritan Democracy of T. H. Green, Imprint Academic, Uk, 2005, p. 108.

533Ivi, pp. 112 – 121.

534M. Carter, T. H. Green and the Development of Ethical Socialism, Imprint Academic, UK, 2003, p. 142. 535Vedi M. Freeden, The New Liberalism. An Ideology of Social Reform, Clarendon Press, Oxford, 1978.

Con Locke, Green condivide l'espressione right to free life with right to property.536 Attraverso di

essa, si rimarca il rapporto tra libertà individuale e proprietà privata. La libertà individuale é un elemento primario per garantire una completa realizzazione dell'individuo e se essa deve passare per un'appropriazione materiale dei beni, allora anche questo secondo principio merita un posto di prim'ordine nel completamento del soggetto. L'affermazione di Locke, secondo cui: «no-body has

any right to but himself»,537 rimanda al diritto fondamentale che ogni individuo possiede riguardo

alla fruizione del proprio corpo e quindi, della propria vita. Ne consegue, che la proprietà della propria vita, si ricollega a tutta una serie di proprietà correlate, necessarie per la fruizione della proprietà originaria del corpo. La proprietà del corpo quindi, per essere assicurata, deve ricollegarsi al diritto di essere liberi e di possedere beni materiali.538 Questi valori sono fondamentali per la vita

dell'individuo. Per Locke dunque, la proprietà privata deriva dalla natural law of reason e tutti i diritti al possesso materiale sono collegati alla legge di natura. Il lavoro del proprio corpo, ciò che é collegato quindi al prodotto della propria ragione, rende l'uomo quello che é destinato ad essere, permette cioè di elevare l'individuo, di uscire da uno stato di natura nel quale nessun diritto viene garantito. Come sostiene Locke:539

«It being by him removed from the common state nature hath placed it in, it hath by this labour something annexed to it, that excludes the common right of other men: for this labour being the unquestionable property of the labourer, no man but he can have a right to what is once joined to, at least where there is enough, and as good, left in common others».

La proprietà privata é dunque per Locke il mezzo attraverso il quale l'uomo pone in essere se stesso, si riconosce cioè come elemento individuale e avvale il suo diritto a possedere ciò che dallo stesso individuo proviene. Come esponente del giusnaturalismo, Locke afferma l'esistenza di diritti ineludibili appartenenti all'individuo, come quello alla preservazione delle propria vita (elemento già presente nella filosofia politica di Hobbes) e quello, tutto di matrice lockeana, della proprietà privata. Per Locke, in particolar modo, la proprietà privata é un prerequisito necessario per la creazione dell'individuo ed é ciò che lo differenzia dalla totalità di tutti gli altri esseri. Qualunque individuo, continua Locke, capace non solo di possedere qualcosa, ma anche di strappare la sua appartenenza alla natura dalla quale proviene, cioè di lavorare su di essa partendo dalla sua forma iniziale e di renderla, attraverso il suo operato, qualcosa di unico, é autorizzato ad avvalere un diritto di proprietà nei suoi confronti. Ma il lavoro, l'affermazione dunque di una volontà di possesso, non é solo, per il Locke, un diritto. Il lavoro e quindi, il possesso, sono anche un obbligo personale, in quanto Dio e la ragione li comandano.540 Così continua Locke:541

«God, when he gave the world in common to all mankind, commanded man also to labour, and the penury of his condition required it of him. God and his reason commanded him to subdue the earth, i. e. improve it for the benefit of life, and therein lay out something upon it that was is own, his labour».

In Locke si intravede, anche se solo in potenza, quello che poi varrà anche per il Green, cioè il possesso come realizzazione dell'individuo e non come mera forma di utilità pratica. Questo principio ha caratteri morali i quali, anche se non espressamente messi in luce da Locke, si lasciano 536M. Freeden, Ideologies and Political Theory: A Conceptual Approach, Clarendon Press, Oxford, 1998, p. 191. 537J. Locke, Two Treatises of Government, Withmore and Fenn, London, 1921, II, § 27.

538H. Moulds, Private Property in John Locke's State of Nature, The American Journal of Economics and Sociology, Vol. 23, No. 2 (Apr., 1964), pp. 179 – 188.

539J. Locke, Two Treatises of Government, Withmore and Fenn, London, 1921, II, § 27.

540H. Moulds, Private Property in John Locke's State of Nature, The American Journal of Economics and Sociology, Vol. 23, No. 2 (Apr., 1964), pp. 179 – 188.

intravedere attraverso una genealogia divina del diritto di proprietà e del lavoro.

L'individuo inoltre, sempre in accordo con quanto sostiene Locke, ha il diritto di appropriarsi di qualsiasi bene possibile, senza alcun tipo di limitazione, purché questi beni siano necessari al suo personale benessere e non vengano utilizzati senza scopo o tolti, per il semplice scopo di appropriazione, alla comunità degli altri individui. Nel caso in cui quest'ultimo presupposto si dovesse verificare, allora si andrebbe contro il diritto naturale stesso, poiché si lederebbe il principio secondo il quale ad ogni essere dotato di ragione deve essere garantito il diritto di possesso, cioè di usufruire del prodotto del proprio lavoro.542 Lo scopo di questa limitazione, continua Locke, é

quello di assicurare a tutti la possibilità di appropriazione.

È utile, tuttavia, sottolineare un punto di particolare importanza per l'evoluzione del concetto di proprietà privata portata avanti da Green. In Locke, l'elemento individuale del possesso ha ancora un valore superiore rispetto a quello della comunità. Il suo pensiero é ancora influenzato dal principio dell'eterogenesi dei fini di matrice smitheana, secondo il quale il bene che il singolo persegue, condurrà, con il passare del tempo, ad un bene generale per tutta la comunità: «he, who

appropriates land to himself by his labour, does not lessen, but increase the common stock of mankind».543 La proprietà privata é quindi creata dagli individui, per mezzo del loro lavoro, e non

dalla società. C'é chi produce più lavoro e chi invece, meno. Ma non sta alla società regolare la sua distribuzione, poiché chi non produce abbastanza non é degno di usufruire del dono di Dio, non é capace di utilizzare la propria ragione per lavorare ciò che la natura ha da offrire, non é quindi in grado uscire da quello stato di natura nel quale si trova. Chiunque é in possesso delle caratteristiche necessarie all'appropriazione, invece, é anche in grado di regolare il proprio lavoro e di aumentare così il benessere e la proprietà di tutti. Il metodo attraverso il quale é possibile raggiungere un equilibrio stabile tra le varie diversità di prodotti, é naturalmente quello dello scambio (che porterà poi alla costituzione della moneta), per mezzo del quale chi possiede meno quantità di un determinato genere, potrà barattarne una parte in cambio di un prodotto diverso. Così l'equilibro tra la distribuzione delle proprietà verrà raggiunto autonomamente, seguendo il normale bisogno degli individui e non attraverso una non necessaria ingerenza esterna. Tre principi dunque, si pongono alla base della teoria della proprietà privata di Locke:

• La proprietà privata é il mezzo per la realizzazione dell'uomo.

• Il diritto di proprietà é innato nell'individuo. Esso é parte della natural law of reason. • Il possesso e la creazione individuale dei beni conduce a un benessere collettivo.

Tuttavia, di questi tre principi, solo il primo rientra all'interno del vocabolario filosofico utilizzato da Green, mentre gli altri due sono completamente opposti alla sua interpretazione.

Per quanto riguarda la proprietà privata, intesa come mezzo per la realizzazione individuale, Green trova in questo elemento il fondamento pratico per il suo principio di auto-realizzazione morale. Per Green la proprietà é più che una semplice appropriazione di un oggetto derivante da un bisogno. Questo tipo di appropriazione é quella animale. La proprietà invece, é un elemento della personalità individuale, é ciò che rende reali le sue idee, é quindi, per Green, il più elevato sviluppo morale.544

Il possesso é una qualità necessaria per esprimere la volontà dell'individuo e quindi, far emergere la propria coscienza morale. È nella proprietà che essa di realizza.545

In accordo con la distinzione greeniana tra moral duties e moral rights, la proprietà privata viene ad 542Ivi, § 36.

543Ivi, § 37.

544J. H. Muirhead, The Service of the State: Four Lectures on the Political Teaching of T. H. Green, John Murray, London, 1908, pp. 76 – 79.

assumere quel carattere necessario che la lega al concetto di freedom. La libertà, secondo Green, non é solo assenza di restrizioni, ma anche presenza di opportunità.546 Ciò significa che per essere

veramente liberi, bisogna poter essere in grado di sviluppare le proprie capacità e di conseguenza, poter esercitare un diritto di proprietà nei confronti dei risultati prodotti attraverso il lavoro. In questo modo la realizzazione morale, la libertà e la proprietà privata, acquisiscono un valore interdipendente, che le lega indissolubilmente l'una con l'altra. Non si può essere veramente realizzati se non si é liberi di esercitare un diritto di possesso.

Locke aveva intuito il valore che la private property possiede nel procedimento di realizzazione dell'uomo, ma non aveva collegato questo principio a quello della free-will, lasciando nelle mani del determinismo il diritto alla proprietà privata. Green invece, riconoscendo la libera autonomia del soggetto, é in grado di effettuare quel passo ulteriore, che gli permette di slegare qualsiasi rapporto di dipendenza tra il soggetto e l'oggetto. Come suggerisce Green in LPPO: «but what the ground is

he (Locke) does not consider, shelving the question by appealing to a law of nature and reason».547

La base della proprietà privata risiede, ancora una volta, nella libera volontà individuale. «The

property is 'realised in will'»,548 ribadisce Green. Ma questa volontà non é la semplice

manifestazione spontanea e temporanea di un'azione, bensì, e qui Green si ricollega alle sue osservazioni portate avanti in ambito gnoseologico, un principio costante, operativo in ogni uomo e in ogni tipo di società. Solo una volontà di questo tipo é in grado di giustificare il principio di appropriazione.

È proprio sulle origini del concetto di appropriazione, che Green prende le distanze anche dal secondo e dal terzo principio enucleato da Locke. In linea con le precedenti osservazioni sul contrattualismo e sulla pretesa giustificabilità dell'esistenza innata di determinati diritti, Green riesce a scindere il diritto di proprietà dal legame che lo unisce al diritto naturale e attraverso un principio di appropriazione derivato dalla libera azione volitiva del soggetto, a ricollegare le sue origini con la nascita della società civile. Il concetto di proprietà privata quindi, si scinde da quello di appropriazione enucleato da Locke e si ricollega al principio greeniano di common good. La base teorica della proprietà privata non é più l'appropriazione individuale, bensì il riconoscimento sociale.549

Ancora una volta dunque, Green prende le distanze dallo stato di natura del contrattualismo e in linea con l'idealismo kantiano, sostiene la derivazione della proprietà privata attraverso un principio di natura trascendentale, che collega in maniera diretta la volontà individuale con l'oggetto voluto. Come Kant sottolinea nelle sue Rechtslehre (1796/7):550

«The rational Title of Acquisition can therefore only lie originally in the Idea of the Will of all united implicity […] For by a single Will there cannot be imposed upon others an obligation by which they would not have been otherwise bound. But the fact formed by Wills actually and universally united in a Legislations, constitutes the Civil state of Society. Hence, it is only in conformity with the idea of a Civil state of Society, or in inference to it and its realisation, that anything External can be acquired. Before such a state i realisaed […] Acquisition […] is consequently only provisory. The Acquisition, which is peremptory, finds place only in the Civil state».

La proprietà così, assume un carattere contingente, che vede il suo necessario esprimersi nel concetto di volontà. La teoria del contratto sociale invece, non tiene conto del fatto che il common

good non può scaturire in maniera autonoma dalla competizione e dall'appropriazione individuale,

546P. Clarke, Liberals and Social Democrats, Cambridge University Press, Cambridge, 2008, p. 58.

547R. L. Nettleship (edited by), Works of Thomas Hill Green, Vol. II, Longmans, Green and Co., London, 1888, p. 522. 548Ivi, p. 523.

549M. M. Sankhdher, T. H. Green: The Forerunner of the Welfare State, The Indian Journal of Political Science, Vol. 30, No. 2 (April – June 1969), pp. 149 – 164.

ma deve essere il bene generale stesso a regolare il processo di formazione della proprietà. Per Kant, tuttavia, come del resto anche nella formulazione del suo imperativo categorico, rimane tutto ad un livello astratto, senza alcuna garanzia di poter realizzare un'equa suddivisione della proprietà privata in accordo con la libera realizzazione individuale.

È per questo motivo, che come già avvenuto nelle speculazioni di carattere metafisico, Green rivolge la sua attenzione alla filosofia politica di Hegel. Egli va oltre il carattere formale che lega la proprietà privata al concetto di volontà. Le sue osservazioni di carattere filosofico, del resto, ricalcano le necessità storiche che la nazione tedesca vive nel periodo subito successivo alla sconfitta di Napoleone. Secondo Hegel, la causa delle sconfitte subite dagli stati tedeschi contro la Francia napoleonica, risiede nella disomogeneità imperante tra interessi privati e interessi collettivi. Ciò di cui la società tedesca necessita, continua Hegel, é un dislocamento del vecchio ordine politico a favore di una 'vera comunità' (Allgemenheit), una società cioè, nella quale gli interessi individuali e particolari vengano integrati all'interno di un tutto omogeneo.551 L'esempio della

Germania rappresenta per Green il fallimento delle politiche incentrate sull'esasperazione dell'individualismo teorizzato dalla scuola di Manchester. Come Hegel stesso mette in evidenza:

«Ausschließendes Eigentum die einzelnen Bedürfnisse völlig voneinander absonderte».552 Ciò

significa, secondo Hegel, che la proprietà privata esclusiva ha posto i bisogni degli individui in completo isolamento gli uni dagli altri. Il compito che lo Stato ha svolto, e qui le affermazioni di Hegel si ricollegano alle rivendicazioni portate avanti da Green nell'abolizione dei land lords rights, non corrisponde ad altro che alla legalizzazione di un possesso preesistente rispetto alla legge. Coloro che dunque già erano in possesso di determinate proprietà, hanno assistito al loro riconoscimento da un punto di vista legale da parte dello Stato e questo non ha fatto altro che assicurare loro un diritto che, dal punto di vista naturale, non gli spetta. Questo tipo di comunità, sostiene Hegel, non può essere considerata una true community, poiché, attraverso la legge, non ha saputo risolvere lo stato di anarchia che regolava la vita degli individui e ha reso se stessa una comunità fondata solamente su interessi personali.553

La proprietà dunque, possiede sì il suo valore in relazione alla realizzazione e alla libertà dell'individuo, ma non é un diritto preesistente alla comunità politica, bensì generato da essa. Come per la formazione del free individual, cosí anche l'individual having property genera il suo diritto al possesso tramite il riconoscimento sociale dello stesso. Come sostiene Hegel:554

«Die Person, sich von sich unterscheidend, verhält sich zu einer anderen Person und zwar haben beiden nur als Eigentümer für einander Dasein. Ihr an sich seiende Identität erhält Existenz durch das Übergehen des Eigentums des einen in das des anderen mit gemeinsamen Willen und Erhaltung Ihres Rechts».

L'appropriazione ha un carattere fondamentale, così come lo aveva per Locke, nel procedimento che porta al possesso, ma non trasforma il possesso stesso in un diritto di proprietà. Per essere definito tale, esso deve avere un riscontro da parte degli altri. Il possesso dunque, diventa proprietà solo nel momento in cui viene oggettivato di fronte al possessore e agli altri individui. Attraverso questo procedimento di identificazione e creazione del sé, l'individuo si riconosce nell'oggetto posseduto e la proprietà assume il carattere di proprietà privata.555 Grazie all'idealismo di Hegel dunque, il diritto

di proprietà si manifesta nella realtà politica e perde quel carattere naturale di derivazione divina sostenuto da Locke.

Attraverso il concetto di proprietà privata dunque, si intravede quel principio di matrice kantiana che fa da cornice al pensiero di Green, quell'idea cioè di freedom intesa come removal of obstacles. 551H. Marcuse, Reason and Revolution, Routledge and Kegan Paul, London, 1955, p. 52

552G. Lasson (Hrsg.), Hegels Schriften zur Politik und Rechtsphilosophie, Felix Meiner, Leipzig, 1913, p. 9. 553H. Marcuse, Reason and Revolution, Routledge and Kegan Paul, London, 1955, p. 53.

554G. Lasson (Hrsg.), Hegels Grundlinien der Philosophie des Rechts, Felix Meiner, Leipzig, 1911, § 40. 555Ivi, § 46.

Con Kant però, questo principio rimane ancora ad un livello formale, che solo la filosofia di Hegel realizza attraverso l'azione diretta dello Stato. È l'intervento dello Stato che garantisce non solo la trasformazione dell'idea di possesso in diritto di proprietà, ma permette anche di rimuovere quegli ostacoli, posti come risultato della normale competizione dai sostenitori del liberalismo classico, che impediscono al singolo di partecipare attivamente alla propria realizzazione. Su questo punto in particolare, si fonda il liberalismo sociale di Green il quale, ripartendo dalle conclusioni hegeliane riguardanti la realizzazione del singolo nella comunità, supera l'interpretazione secondo la quale il solo compito dello Stato riguarda la security dei cittadini, cioè la rimozione degli ostacoli che minano la loro realizzazione dell'happiness, e introduce quella di equality of rights.556

L'uguaglianza dei diritti é il valore che permette a Green di porsi a cavallo tra una filosofia politica di stampo socialista e una liberale. È l'equality of opportunity e non l'equality of experience che lo Stato deve garantire.557 Uguaglianza delle opportunità rimanda all'espressione kantiana di libertà

Documenti correlati