5. Conclusioni
5.3 Limiti e sviluppi futuri
Come tutti gli esperimenti, anche questa ricerca presenta alcuni punti deboli.
Anzitutto vale la pena menzionare quelli che sono gli svantaggi del metodo di ricerca utilizzato, ovvero l’artificialità e la non rappresentatività (Corbetta, 2014).
Il primo si declina in due aspetti: l’artificialità dell’ambiente e la reattività dei soggetti. Pur essendo due elementi che riguardano principalmente gli esperimenti di laboratorio,
73 non devono essere sottovalutati. La consapevolezza di partecipare a un’indagine potrebbe influenzare le risposte dei soggetti e quindi costituire un elemento di disturbo. Inoltre, per
quanto concerne la non rappresentatività, la limitata ampiezza del campione e i criteri di selezione dei soggetti sperimentali impediscono la generalizzazione dei risultati all’intera popolazione.
Tuttavia, tralasciando quelli che sono i limiti intrinseci del metodo di ricerca sperimentale, è possibile annoverare altre carenze dell’indagine svolta in questo elaborato.
Le notizie valutate in questo esperimento riguardano esclusivamente il tema
salute/alimentazione. Così come questo lavoro si propone come sviluppo della tesi di
Nisha (2015) -incentrata sulla valutazione della credibilità di una notizia attraverso i generi dell’intrattenimento e scientifico- ricerche future potrebbero estendere lo studio ad altre materie, come la politica o l’economia, così da ampliare la gamma degli argomenti
trattati.
Pur riguardando lo stesso tema, una delle due notizie ha ottenuto migliori punteggi sia per
la credibilità che per la disponibilità a condividerla. Confrontare da vicino i due articoli e
capire in cosa differiscono potrebbe suggerire nuovi spunti di ricerca.
Per la manipolazione della variabile “fonte” sono state usate due sole opzioni (“il Fatto Quotidiano” e “Fatto Quotidaino”). Anche qui, si potrebbe estendere la gamma dei siti di informazioni utili alla manipolazione di questo fattore, per osservare se esiste una
dipendenza tra la credibilità e le varie testate giornalistiche (anche tenendo conto della
loro notorietà).
Come già discusso in precedenza, la popolarità non ha mostrato alcuna influenza su
74 I prossimi ricercatori potrebbero manipolare questo fattore diversamente: anziché
incentrarsi sul numero di condivisioni, potrebbero, ad esempio, simulare la condivisione di
una certa notizia da parte di celebrità o noti personaggi.
Nell’esperimento è stato anche chiesto ai rispondenti se fossero disposti a condividere la notizia mostrata. A questo proposito, ricerche future potrebbero introdurre più variabili
utili alla misurazione della disponibilità a condividere un contenuto da parte di un utente, interpretando anche costrutti puramente psicologici come il narcisismo, l’autostima, il bisogno di sentirsi unici, la volontà di persuadere gli altri,..(si invita il lettore a leggere il
paragrafo 2.2.1 alla sezione “WOM: Di cosa le persone parlano e perché”).
Infine, va riconosciuto che i risultati di questa ricerca sono piuttosto incoraggianti,
nonostante le fake news continuino a circolare. Ciò suggerisce che qualcosa sia sfuggito
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Bibliografia
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76
Sitografia
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“La lotta alle fake news? Interessa anche alle aziende” (06/09/2017)
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“Non solo Unilever: quando l’azienda combatte le fake news (diffamanti)” (16/02/2018)
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Ringraziamenti
Desidero ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato nella realizzazione della mia
tesi con critiche ed osservazioni, o anche solo per il loro supporto morale.
Anzitutto vorrei ringraziare il mio Relatore, il Professor Corciolani, per la competenza, la
disponibilità e la serietà con cui si è dedicato a questo lavoro: senza di Lei questa tesi non
esisterebbe.
Un ringraziamento particolare va ai colleghi e agli amici con cui ho condiviso questi anni
di Università e che hanno speso parte del loro tempo per consigliarmi e darmi
suggerimenti.
Infine vorrei ringraziare le persone a me più care: i miei genitori, per avermi sempre incoraggiata, e Davide, che in questi anni è sempre stato al mio fianco, supportandomi e credendo in me.