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2. CULTURA SCIENTIFICA ALLA CORTE DEI PAPI TRA ROMA E AVIGNONE (XIII-

2.3. Linee della ricerca scientifica al tempo di papa Caetani

Durante il pontificato di Bonifacio VIII (1297-1304), quel filo rosso ininterrotto che collegava la ricerca federiciana alle ricerche della curia papale sembra trovare infine, nello spirito della teocrazia medievale, il suo culmine e al tempo stesso uno sviluppo per quanto provvisorio. Alla corte di papa Caetani, non solo si alternarono al servizio del pontefice ben venticinque scienziati, dei quali sette medici che dedicarono al pontefice numerose opere inedite e traduzioni dall’arabo in latino136

, ma lo stesso pontefice venne

136

Una presenza così notevole e assidua di medici è anche da imputare al precario stato di salute del pontefice, che secondo le fonti è descritto molte volte come infermo.Tra i vari nomi da ricordare Simone da Genova autore del De clavis sanitatis; Arnaldo da Villanova che nell’estate del 1301 redasse un trattato

de regimine sanitatis e nel luglio dello stesso anno riuscì a guarire il “mal della pietra” attraverso una

ricetta elaborata nel milieu medico giudaico di Montpellier, che prevedeva la creazione di un sigillo aureo a forma di leone, appresa dal IV capitolo del Picatrix o, come recentemente supposto, dal De sigillis, anche conosciuto come De duodecim imaginibus Hermetis; Accursino da Pistoia che tradusse presso la corte pontificia tra il 1296 e il 1302 il De alimentis di Galeno (trattato ora tradito da una versione degli inizi del XIV secolo, racchiusa nel ms lat. 6865 della Bibliothèque nationale de France, ff. 194v-198, d’ora in avanti indicata come BNF), che fu tanto apprezzato da essere depositato nella sezione medica della biblioteca papale, cfr. Catalogus bibliothecae regiae codicorum manoscriptorum, III.4, Paris 1774, p. 286; L. THORNDIKE,P.KIBRE,Incipits of Mediaeval Scientific Writings in Latin, London 1963, c. 266;PARAVICINI

BAGLIANI, La scienza araba cit., pp. 124-125; ID, Medicina e scienza cit., pp. 198-199, 257.; nonché

Galvano da Levanto, protetto del cardinal Fieschi, le cui principali opere a carattere medico (Thesaurus

corporalis prelatorum Ecclesiae Dei et magnatum fidelium contra nocumentum digestionis stomaci; Remedium salutare contra catarum… ad prelatos Ecclesiae Dei et principes terrae; Liber Paleofilon curationis langoris articulorum multiplicis dolorum) sono oggi raccolte nel ms Vat. lat. 2463 (Città del

Vaticano, BAV); invece il Liber manu Dei contra calculosum languorem sanctissimo pape Bonifatii VIII

intitulato a tutt’oggi non è stato individuato. Circa l’utilizzo, la fabbricazione e le fonti inerenti i sigilli

astrologici ad uso curativo si v. D.SCHAWARTZ, La magie astrale dans le pensée juive razionaliste en provence au XIV siècle, in Archives d’histiore doctrinale et Littéraire du moyen âge 61(1994), pp. 31-55;

N.WEILL-PARROT, Les images astrologiques au moyen âge à la Renaissance. Spéculation intellectuelles et pratiques magiques, Paris 2002, in particolare pp. 457-458; ID, Astrologie, medicine et art talismanique à Montpellier: les sceaux astroloogiques pseudo-arnaldiens, in L’université de medicine de Montpellier et son rayonnament XII-XIV siècle, Actes du colloque international de Montpellier organisé par le Centre

historique de recherches et d'études médiévales sur la Méditerranée occidentale (Université Paul Valéry - Montpellier III), Montpellier 17-19 mai 2001, a cura diD.LE BLEVAC,Turnhout 2004, pp. 157-174;ID,

Magie solarie et lunaire, in Micrologus. Il sole e la luna 12 (2004), pp. 164-185, in particolare pp. 177-184;

D. JACQUART, Calculus et pierre, in Alchimia e medicina nel medioevo, a cura di C. CRISIANI, A. PARAVICINI BAGLIANI,Firenze 2003 (Micrologus Library, 9), pp.247-263;G.FEDERICI VESCOVINI, I sigilli arnaldiani, in Traditio 60 (2005), pp. 201-242.Da sottolineare come agli inizi del secolo scorso si pensasse che l’opera di Galvano fosse stata composta per Benedetto XII, anziché per Bonifacio VIII. Circa il dibattito attribuzionistico sorto intorno a tale scritto si v. G.MARINI, Degli archiatri pontifici, Roma 1784, pp. 60-61; L.THORNDIKE, Vatican Latin Manuscripts in History of Science and Medicine, in Isis 13 (1929), pp. 53-102, in particolare p.72; ID, Notes, upon Ones Medieval Latin astronomical astrological and mathematical Manuscripts, Part I, in Traditio 44 (1956), pp. 391-404, in particolare pp. 391-392, P.

MICHELONI, La medicina nei prima tremila manoscritti vaticani latini, Città del Vaticano 1950, p.70; A. ESPOSITO, La biblioteca di Guglielmo d’Estouteville, in Scrittura e biblioteche a Roma nel quattrocento.

Aspetti e problemi, atti del seminario (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana,1-2 giugno 1979),

a cura di C.BIANCA,M.MIGLIO,A.MODIGLIANI, Città del Vaticano 1980, pp. 309-342, in particolare pp. 333-334; PARAVICINI BAGLIANI,Scienza della natura cit., pp. 61-62; ID, Bonifacio VIII, Torino 2003, pp. 259-270 e bibliografia citata; ID,Le dediche alla corte dei papi nel Duecento e l'autocoscienza intellettuale,

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considerato buon conoscitore di magia e medicina. Di recente, inoltre, è stata avanzata un’interessante ipotesi. Cioè il fatto che le tematiche alchemico terapeutiche, inerenti l'oro potabile e l'allontanarsi della senescenza, trovino numerosi punti di contatti con la filosofia taoista. Ciò non solo apre nuove prospettive su come l'occidente abbia potuto accogliere tali filosofie orientali, ma anche sull'effettivo ruolo veicolante della curia pontificia per un loro positivo assorbimento137. Bonifacio VIII, tuttavia, non rappresentava più solamente la fonte ispiratrice e il polo accentratore delle ricerche, ma era colui che, al pari del sovrano svevo, e grazie alla conoscenza dei fenomeni naturali: ‹‹[…] climata ligabat et elementa coniungebat […]››138

.

Direttamente affine alle tematiche inerenti la preservazione e la cura del corpo in senso lato, appare la bolla Detestandae feritatis, risalente al 27 settembre 1299139, con la quale si proibiva la dissezione dei cadaveri, al fine di poter procedere ad un adeguato seppellimento di coloro che erano morti fuori della patria. Tale procedimento, seppur largamente in voga dal IX secolo, soprattutto nell’ambiente aristocratico e clericale dell’Europa settentrionale, era bollato come assolutamente abominevole e riprovevole. Ciò era dovuto al tradizionale rispetto cristiano rivolto all’integrità dei cadaveri, che considerava tale atto come una sacrilega offesa, apportata non solo al corpo umano, ma anche al Creatore stesso in quanto «[…] corpus humanum, cuius facies ad similitudinem

decorato dallo Pseudo-Niccolò o Maestro degli Statuti fiorentini del 1346, pertanto sulla base di tale attribuzione non si può considerare come l’esemplare di dedica al pontefice, come precedentemente ipotizzato, bensì con ogni probabilità un manoscritto realizzato su tale modello, come indicato dalla miniatura tabellare di f. 1r con l’immagine di offerta. Sotto tale aspetto interessanti analogie e punti di contatto si possono istituire con l’identica raffigurazione presente in Galvano da Levanto, Tractatus

diversarum scientiarum ms lat. 3181 (Paris, BNF, f. 1r; fig. 52), manoscritto considerato autografo sulla

base delle correzioni a rasura in cui si potrebbe riconoscere la mano dello stesso Galvano e con ogni probabilità redatto presso la curia pontificia, la cui decorazione risulta ascrivibile alla seconda metà del Duecento, inizi XIV secolo, è attribuita all’ambito genovese. Per il ms parigino latino 3181 si cfr. in particolareE.PELLEGRIN,La biblioteca Visconti Sforza, Paris 1955, pp. 17, 299; Catalogue général des manuscrits latin de la Bibliotèque nationale de France, Paris 1958, p. 290-291;GOUSSETH,Manuscrits cit.,

52.Per l’identificazione del miniatore del codice vaticano si v. L.CIACCO,Appunti intorno alla miniatura bolognese, in L’Arte 1907, p. 105;A.ERBACH,La miniatura bolognese del Trecento, in L’arte, pp. 1-107;

P.D’ANCONA,Niccolò da Bologna miniaturista del XIV secolo, in Arte Lombarda 14.2 (1966), pp. 1-22, in

particolare, 12, 22; E.CASSE, Pseudo Niccolò and cod. cap. 63b in the Vatican Library, in Mededelingen

von hat Nederlands Institut to Rome 39 (1977), pp.128-141, in particolare pp. 132.

137

J.NEEDHAM,TheElixir concept and Chemical Medicine in East and West, in Organon 11 (1975), pp.

167-192;ID,Science and Civilization in China, V, Cambridge 1975-1980. In ambito occidentale su tale

questione interessante appaiono anche le osservazioni di C.CRISCIANI, Labirinti d'oro. Specificità e mimesi

dell'alchimia latina, in Aut aut 184-184 (1981), pp. 127-151; EAD,Aspetti della trasmissione del sapere nell’alchimia latina, in La crisi dell’alchimia. Micrologus 5 (1995), pp. 149-183; si v. inoltre l’analitica summa circa l'alchimia alla corte pontificia in EAD,Il papa e l'alchimia. Felice V Guglielmo fabri e l'elixir,

Roma 2002 (La corte dei papi, 10), in particolare pp.7-55.

138

P.MORPURGO, Oro potabile cit., p. 455.

139

Corpus iuris canonici, a cura di E.FRIEBERG. II, Lipsia 1889, coll. 1271-1273 (Extrav. Commun., III, 4

De sepolturis); Les registres de Boniface VIII, a cura di A. THOMAS,M.FAUCON G.DIGRARD,II,Paris

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caelestis pulchretudinis figurata est, nec maculari nec defigurari debet […]»140. La severa condanna era dettata da due principi essenziali. Innanzitutto il fatto che solamente il corpo naturalmente composto di tutte le sue parti possa essere destinato alla resurrezione il giorno del Giudizio Universale. In secondo luogo, ma non meno rilevante, il pontefice romano, in qualità di vicario di Cristo in Terra, sarebbe risultato giudice sia dei vivi sia dei morti, officio ulteriormente sostanziato dall’essere il successore di Pietro, il quale, ricevuto direttamente da Cristo le chiavi del regno dei Cieli, fu eletto a giudice dei vivi e dei morti. In base a ciò lo smembramento diveniva atto illecito in quanto il potere del papa si estendeva anche su sulle spoglie mortali dei defunti141.

Una squisita questione teologica e presa di posizione, circa il potere del successore del Principe degli Apostoli sul corpo pulsante della Chiesa e sul destino dell’uomo dopo il Giudizio Finale, aveva portato il pontefice a promulgare tale bolla e a ribadirla con forza, senza modifiche il 18 febbraio del 1300142, in occasione dell’anno giubilare. Solo sotto tale luce questo atto legislativo assume tutta la carica e la valenza storica di cui è portatore, senza venire distorto in semplice divieto, dettato da un presunto oscurantismo contro le ricerche medico-anatomiche che al contrario sotto il pontificato del Caetani ebbero pieno appoggio143. Sebbene non esista nessun atto canonico che, normativamente e dottrinariamente, possa essere eletto a fondamento oggettivo di una condanna dell’anatomia, tuttavia non si possono celare nei trattati chirurgici del XIII e XIV secolo le numerose attestazioni, implicite ed esplicite, che considerano illecita e peccaminosa l’apertura e la dissezione dei cadaveri. Ciò era indice di quell’altalenante sentimento, che si dibatteva tra innegabili esigenze scientifiche e antica tradizione cristiana dei Padri della Chiesa circa il rispetto e la salvaguardia dell’integrità dei corpi dei defunti, a cui si aggiungeva una motivazione teo-gnoseologica circa l’invalicabilità dei confini di quanto Dio ha voluto celare, nascondere, alla vista dell’uomo144.

140

Così commentava il contemporaneo canonista cardinale Giovanni Lemoine (1250-1313) le ragioni della bolla, si cfr. Extrav. communes, III, 6.1.

141

Su tale problematica e sulla corretta interpretazione da dare alla bolla si veda E. BROWN, Death and

Human Body in Later Middle Ages: The Legislation of Boniface VIII on the division of corps in Viator 12

(1981), pp. 221-270; F.SANTI, Il cadavere e Bonifacio VIII. Intorno a un saggio di Elisabeth Brown, in Studi

medievali 3ser.28 (1987), pp. 861-878 da ultimo A. PARAVICINI BAGLIANI, L’Eglise medievale et la renaissance de l’anatomie, in Revue medicale de la suisse romane 109 (1989), pp. 987-991; ID,

Démembrament et intégritédu corp au XIII siècle, in Terrain 18 (1992), pp. 26-32.

142

Cfr.,Les registres cit., II, pp. 634-635.

143

Per una lettura sui negativi influssi sulla ricerca anatomica scaturiti dalla distorta interpretazione della bolla si cfr. J.J. WALSH, Popes and Science. History of the Papal Relations to the Science During the

Middle Ages And Down to Our Own Time, New York 1911, in particolare pp. 30-60.

144

PARAVICINI BAGLIANI,L’Eglise medieval cit., p. 989. Per un’analisi dei vincoli antropologici e i risvolti

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La stretta interconnessionne tra pensiero scientifico e azione politica viene anche ribadita nel corso del Liber sextus decretalium. Infatti il background culturale di papa Caetani, insito dietro alla stesura delle decretali, non solo implica la conoscenza della teoria dei numeri del De institutione arithmetica di Boezio, ma anche di quanto esposto circa la teoria dei numeri e la loro precipua funzione nella conoscenza dell’universo all’interno delle Ethimologiae di Isidoro di Siviglia, o dei commenti di Avicenna sulla

Methaphysica145.

circa il ruolo e la posizione della Chiesa delle origini sulle pratiche di anatomiche si cfr.. L. CANETTI,

Reliquie, martirio e anatomia, in Micrologus. Il cadavere 7 (1999), pp. 113-153, particolare pp.119-132.

Interessante sottolinere come ultimamente sia stata anche proposta alla base della bolla in questione una sorta di lotta intestina tra “anatomia dei morti” e “anatomia dei vivi” (alchimia) e l’alleanza tra il potere papale con quest’ultima, in virtù delle ricerche di sapore baconiano inerenti la fisioniomia e prolongatio

vitae, in cui immortalità e incorrutela del corpo risultano indissociabili; cfr. per tale tesi PARAVICINI

BAGLIANI,Il corpo cit., pp. 339-340 e da ultimo L. LAZZERINI,Il tradimento di Oporino. Anatomia e Alchimia, in Micrologus Il cadavere 7 (1999), pp. 421-435, in particolare pp. 425-426, 433.

145

S.GAGNER,Boniface VIII and Avicenna, in Proceedings of Second International Congress of Canon Law, Città del Vaticano 1965 (Monumenta iuris canonici, 1), pp. 261-279.

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2.4. Produzione libraria e testimonianze della continuità della cultura