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3. I codici scientifici miniati nella biblioteca papale di Avignone

3.1. Status questionis sulla produzione miniata ad Avignone

Nel complesso e articolato panorama degli studi inerenti la cultura e l’organizzazione della curia sulle sponde del Rodano, gli interessi si sono principalmente focalizzati sugli inventari della Biblioteca papale di Avignone190. Un’attenzione sporadica è stata riferita, fino alla seconda metà del secolo scorso, all’illustrazione libraria, fiorita grazie all’insediamento dei pontefici nella nuova Roma. Sebbene i presupposti per una tale ricerca si fossero già consolidati tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo191 e fondamentali contributi nel delineare l’importanza della miniatura avignonese, sulla scia delle ricerche inerenti la pittura monumentale192, fossero dovuti a François Avril193 e

190

Si veda supra capitolo 1 e in particolare EHRLE, Historia cit.; FAUCON, La librarie, cit.; PELZER,

Addenda cit.; B. GUILLELMAIN, La court pontificale d’Avignon (1301-1375). Etude d’une societé, Paris 1962 (Bibliothèque des Ecoles françaises d’Atens et de Rome, 201); POMMEROL, MONFRIN, La bibliothèque cit.; POMMEROL,La bibliothèque pontificale cit.;M.H.J. DE POMMEROL, Le Papes d’Avignon

et leurs manuscrits, in Livres et bibliothèques: XII-XV siècle, Toulouse 1996 (Cahiers de Fanjeaux, 31),

pp.133-156;POMMEROL, MONFRIN, Biblioteques Ecclesiastiques cit.; MANFREDI, Ordinata iuxta seritatem

cit.;.PARAVICINI BAGLIANI, La biblioteca papale cit.

191

Primi studi sulla miniatura e l’illustrazione libraria ad Avignone si devono L. H. LABANDE, Le

manuscrits de la Bibliothèque d’Avignon provenant de la librarie des papes du XIV siècle, in Bulletin historique et philosphique (1895), pp.145-163; J.DOMINGUEZ BORDONA, Libros miniados en Aviñón para

d. Fernandez de Heredia, in Museum 6 (1918-1920), pp. 317-320; P. PANSIER, Histoire du livre et de l’impression à Avignon du XIV siècle, 1-2, Paris 1922; J.GIRARD, L’exposition des manuscrits à miniatures

du Musée Calvet, in Memoires de L’Academie de Vaucluse II serie, 27 (1927), pp. 35-48; L.H.LABANDE,

Les miniatuturistes avignonnais et leurs ouvres, in Gazette des Beaux Arts, III, 37 (1927), pp. 213-240,

289-305.

192

M. LACLOTTE, L’ècole d’Avignon et la peinture en Provence au XIV et XV siècle, Paris 1960; M. LACLOTTE, D. THIEBOUT, L’ècole d’Avignon, Paris 1984; E. CASTELNUOVO, Avignone rievocata, in Paragone 10 (1959), pp. 28-51; ID, Ragguaglio provenzale,in Paragone 11 (1960), pp. 131-140; ID, Un pittore italiano alla corte dei Papi d’Avignone: Matteo Giovannetti e la pittura in Provenza nel XIV secolo,

Torino (1962) 1991; ID, Matteo Giovanetti al palazzo dei Papi di Avignone, Milano 1965; ID, Matteo

Giovanetti e la cultura mediterranea, Milano 1966;I.FALDI,Matteo Giovannetti alla corte di Avignone e il suo rapporto con la formazione del gotico internazionale,inID,Pittori viterbesi di cinque secoli,Viterbo 1970, pp. 4-12;E.CASTELNUOVO, Avignone e la nuova pittura, in Aspetti culturali della società italiana nel periodo avignonese, Todi 1981, pp. 387-414; ID, La pittura di Avignone capitale, in Roma, Napoli,

Avignone. Arte di curia, arte di corte 1300-1377, a cura di A. TOMEI, pp. 57-91, Torino 1996; ID,

Préhistoire du palais des Papes, in Monument de l’histoire. Construire, reconstrire. Le Palais de Papes: XIV-XX siècle, catalogo della mostra a cura di D. VINGTAIN (Avignon, 29 giugno-29 settembre 2002), Avignon 2002, pp. 119-130, da ultimo E.CASTELNUOVO, Artifex bonus. Il mondo dell’artista medievale, a cura di ID, Roma 2004, pp. 168-176.

193

Les fastes du gothique. Le siècle du Charles V, catalogo della mostra (Paris, 9 ottobre 1981-1 febbraio

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Marie-Claude Leonelli194, assai limitati appaiono gli studi inerenti la miniatura, almeno fino al 1993, anno di una mostra inerente i manoscritti conservati nella Bibliothèque municipale d’Avignon195

: spartiacque decisivo nella storia degli studi. Risale al 1994, in occasione della mostra di libri liturgici Liturgia in Figura, l’attribuzione a Jean de Toulouse delle tre parti di un messale in più volumi, realizzato per Clemente VII (1378- 1394), da parte di Francesca Manzari196, la quale ha proposto, in seguito, attraverso una serie di specifici contributi, una prima panoramica della produzione miniata nel corso del 1300 nella capitale pontificia197, successivamente confluita in una complessa e sfaccettata panoramica, che ha permesso di avere una visione globale dell’evolversi della produzione libraria198.

L’arrivo dei papi sulla sponda del Rodano non solamente trasformò radicalmente la città in una capitale dalla forte impronta internazionale, ma almeno a partire dal pontificato di Giovanni XXII (1316-1334), la perdita della biblioteca papale, ricoverata per la maggior parte ad Assisi, e le naturali necessità della curia, diedero l’impulso per la formazione di una nuova biblioteca papale199. A seguito di ciò non solo si verificò un manudits. Philippe le Bel et ses fils.1285-1328, catalogo della mostra (Parigi 17 marzo-29 giugno 1998), a

cura di F.AVRIL, Parigi 1998, pp. 256-334.

194

M. C. LEONELLI, Un librarie d’Avignon à l’epoque du Grand Schisme, in Bullettin historique et

philologique 16 (1977), 115-122;EAD, La devotion aux saints d’après les livres d’heures confectionnès à

Avignon, in Mémoire de l’Academie de Vaucluse VII. 6 (1985), pp. 327-335; ID, Les livres de priers de

Clément VII, in Mémoire de l’Academie de Vaucluse VIII. 1 (1992), pp. 131-144.

195

Les manuscrits à peintures de la Bibliothèque d’Avignon. XI-XVI siècles, catalogo della mostra

(Avignone 2-25 giugno 1993), Avignone 1993.

196

F.MANZARI,Da Avignone a Roma.Committenza di alcuni codici liturgici, in Liturgia in figura. Codici liturgici rinascimentali della Biblioteca Apostolica Vaticana, catalogo della mostra (Città del Vaticano,

Biblioteca Apostolica Vaticana, 29 marzo-10 novembre 1995), a cura di G.MORELLO,S.MADDALO, Città

del Vaticano 1995, pp. 59-65.

197

F. MANZARI, Commande épiscopale et pontificale. Manuscrits avignonnais de la Bibliothèque

Apostolique Vaticane, in Memoires de l’Académie de Vaucluse s. VIII. 6 (1997), pp. 29-36; EAD, La miniatura ad avignone nel XIV secolo, in Roma, Napoli, Avignone. Arte di curia, arte di corte. 1300-1377,

a cura di A.TOMEI, Torino 1996, pp. 201-223; EAD,Libri liturgici miniati nel palazzo di Avignone: tre serie di messali solenni per uso del papa, in Medioevo: la chiesa e il palazzo, atti del convegno

internazionale di studi di storia dell'arte medievale (Parma, 20-24 settembre 2005), a cura di C. A. QUINTAVALLE,pp. 604-611.

198

F. MANZARI, La miniatura ad Avignone al tempo dei Papi (1310-1408), Bologna 2006; panoramica sullo stato attuale degli studi è stato infine esposto in EAD, Contributi per la storia della miniatura ad

Avignone nel XIV secolo, in La vie culturelle, intellectuelle et scientifique à la cour des papes d’Avignon

cit., pp. 111-140; da ultimo si v. anche EAD, Committenze di papi, cardinali e vescovi, in Manuscrit

illuminats. L’escenografia de poder durant els segles baixmedievals, I cicle international de confèrencies

d’historia de l’art, Lleida 24-25 nov.2008, a cura di J.PLANAS, Lleida 2010, pp. 43-66; EAD, Harley ms

2979 and the Books of the Hours Produced by the Workshop of Jean de Toulouse, in Eletronic British Library Journal 11(2011), pp. 1-19.

199

Per tali vicende si v. supra cap. 1. Circa la presenza in città di scriptoria già durante il pontificato di Clemente V, si veda in particolare A.STONES, Illuminated Manuscripts of Popes Clement V and Jonh XXII:

Toulouse or Avignon?, in Petrarch’s Babylon: Cultural Intercourse in Papal Avignon, a cura di S.NOAKES, in corso di stampa. Probabilmente tali scriptoria dovettero seguire l'esempio di quelli che nel XIII secolo si erano insediati intorno al palazzo lateranense ed erano adibiti alla produzione libraria della Curia. Su tale

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vivace commercio di manoscritti, ma videro la luce ad Avignone scriptoria veri e propri,

atelier costituiti principalmente da artisti provenienti per la maggior parte dalla Francia

settentrionale, a cui presto si affiancarono miniatori di cultura italiana, boema e spagnola200.

Almeno fino alla prima metà del secolo XIV, tuttavia, pur riscontrandosi caratteristiche proprie delle diverse culture regionali, queste non si fusero in un indistinguibile melting-pot, ma coesistettero indisturbate una accanto all’altra. A uno

scriptor di chiaro stampo francese, pertanto, si potevano affiancare nella decorazione

artisti italiani di matrice centro settentrionale o tolosani, sebbene, come già faceva notare Honoré Labande, l’impronta della Francia centro settentrionale e dell’area parigina appariva preponderante201.

Una prima prova dell’insediamento di miniatori e copisti nei pressi del Palazzo dei Papi e di un loro impiego al servizio della curia è fornito dalle ricevute di pagamento

argomento si v. da ultimo BILOTTA, I codici miniati cit., p. 46, in cui si parla «non ancora di uno

scriptorium lateranense, ma di manoscritti espressamente eseguiti nella biblioteca del Laterano». Circa la

produzione libraria miniata a Roma tra prima e seconda metà del XIII secolo, nonché per i reciproci influssi e soluzioni di continuità tra le committenze curiali italiane e della curia avignonese, la bibliografia risulta assai vasta; si veda in particolare M. G. CIARDI DUPRÈ DAL POGGETTO, Il maestro del codice di San

Giorgio e il cardinale Jacopo Stefaneschi, Firenze 1981; V.PACE, Per la storia della produzione libraria e

della cultura figurativa nella Roma di Innocenzo III: il sacramentario ms.730 della Biblioteca Nazionale di Madrid, in atti del I Congresso Nazionale di Storia dell’Arte, a cura di C.MALTESE, Roma 1980, pp. 463- 474; ID, Per una storia della minitaura dugentesca a Roma, in Studien zur mittelarlterlichen Kunst 800-

1250. Fetschrift fuer Florentine Mutherich, a cura di K.BIERBAUER,W.SAUERLAENDER, München 1985, pp. 255-262; ID, Cultura dell’Europa medievale nella Roma di Innocenzo III. Le illustrazioni marginali del

Registro Vaticano 4, in Römisches Jahrbuch für Kunstgeschichte 21 (1985), pp. 45-61; ID, Arte a Roma nel

Medioevo. Committenza, ideologia e cultura figurativa in monumenti e libri, Napoli 2000;E.CONDELLO, I

codici Stefaneschi: scriptorium cardinalizio del Trecento tra Roma e Avignone?, in Archivio Romano della Società di Storia Patria 110 (1987), pp. 21-61; EAD,Libri e committenza nella Roma del primo Giubileo. I codici Stefaneschi e dintorni: Opus metricum; Pontificale, in Bonifacio VIII e il suo tempo. Anno 1300: il primo Giubileo, atti della mostra (Roma, 11 aprile-16 luglio 2000), a cura diM.RIGHETTI TOSTI CROCE, Milano 2000, pp. 103-106, 150-151;S. MADDALO, Da magister Nicolaus al Maestro del codice di san

Giorgio: linee di sviluppo del libro miniato a Roma nella seconda metà del Duecento, in Bonifacio VIII e il suo tempo cit., pp. 99-102; E.CONDELLO, Il libro e la Curia: copisti di codici e scriptores della Cancelleria

pontificia tra Roma e Avignone, in Le status du scripteur au Moyen âge. Actes du XII colloques

scientifique du Comité international de paléographie latin (Cluny, 17-20 juillet 1998) a cura di M.C. HUBERT,E.PUELLE,M.H.SMITH, Paris 2000, pp. 77-89;EAD,Tradizione ed innovazione, in I luoghi dello scrivere, atti convegno internazionale (Arezzo, 8-11 ottobre 2003), a cura di C.TRISTANO,M.CALLERI,L. MAGIONAMI, Spoleto 2006, pp. 135-164; L.SPECIALE, Iohannes presbyter e la data d’esecuzione della

Bibbia di santa Cecilia. Note storiografiche in Immagine e ideologia. Studi in onore di Arturo Carlo Quintavalle, a cura di A. CALZONE, Milano 2007, pp. 132-137; BILOTTA, I libri cit., pp. 71-177; S. MADDALO, I libri per i pontefici tra secolo XIII e secolo XV. Discontinuità nella tradizione in Libri miniati

per la chiesa, per la città, per la corte in Europa: lavori in corso, atti del Convegno Internazionale di Studi

(Padova, 2-4 dicembre 2010), in corso di stampa.

200

LABANDE, Miniaturistes cit., pp. 218-219, 223, 226; MANZARI, Miniatura cit. p.203.

201

Palese esempio di tale connubio di matrici culturali si ha, per esempio, nel ms 23, Evangelario (Avignon, Bibliohèque municipale), in cui la compresenza di elementi settentrionali e meridionali si manifesta in modo assai evidente, cfr. LABANDE, Miniaturistes cit., pp. 234-235; MANZARI, La mianiatura ad Avignone cit., p. 206.

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della Camera Apostolica che il domenicano Guillame de la Broue (†1323), vescovo di Cahors, dovette acquisire dal 1316 per saldare l’attività svolta da copisti, miniatori e legatori, i cui nomi purtroppo non sono però specificati202. All’attività di tali botteghe laiche, tuttavia, si dovette affiancare, tra il 1332 e il 1333, per la produzione libraria, destinata agli specifici usi della curia, quella degli scriptoria degli agostiniani e dei domenicani203.

Ampio peso dovette assumere fin dagli inizi del pontificato di Giovanni XXII, accanto ad una peculiare fattura locale, l’acquisto di codici, pratica che divenne preponderante sotto Clemente VI (1342-1352), tanto che non solo una cifra di 1500 fiorini fu impiegata per l’acquisto di opere presso i librai parigini204, ma l’attività dell’atelier pontificio dovette essere sospesa, per riprendere in seguito in tono assai più modesto e solo momentaneamente tra 1357 e 1358, durante il pontificato del suo successore, Innocenzo VI (1352-1362)205.

Dal pontificato di Urbano V (1362-1370), così come per quello di Gregorio XI (1370-1378), infatti, non sembrano più esserci documentazione inerente specifiche commissioni librarie per i pontefici206, ciò tuttavia non impedì né frenò la prosperità di questo fiorente mercato, anche grazie alla continua richiesta proveninente da laici o ecclesiastici gravitanti intorno la curia pontificia207.

202

Ibid. p. 216; Ibid. p. 204

203

EHRLE, Historia cit., p. 147-153; PANSIER, Historia cit., pp. 3-7; MANZARI, Miniatura ad Avignone cit., p. 204.

204

LABANDE, Miniaturistes cit., p.260.

205

EHRLE, Historia cit., p. 166-167; FAUCON, La librarie cit., p. 52.

206

PANSIER, Histoire cit., p. 14.

207

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