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Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio

3. L’ANALISI EMPIRICA

3.1 Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio

In primis ci concentriamo sul Liquidity Coverage Ratio, il quale è un coefficiente di copertura della liquidità; tale indice è un requisito in base al quale le banche devono detenere una quantità minima di attività liquide di elevata qualità sufficiente a finanziare i deflussi di cassa entro un orizzonte temporale di 30 giorni. I rapporti di liquidità sono simili all’LCR, in quanto misurano la capacità di un’azienda di soddisfare obblighi finanziari a termine.

La formula che meglio rappresenta questo indicatore è la seguente:

dove:

- HQLA (High Quality Liquid Assets): indica le attività liquide di elevata qualità a disposizione della banca. Tale valore, viene ottenuto applicando degli haircut al valore di mercato; essi rappresentano il grado di liquidità dell’attività e vengono definiti dalla normativa prudenziale. Affinché possano rientrare in questa categoria, tali attività devono essere facilmente e immediatamente convertibili in contanti nei mercati anche in situazioni di stress di liquidità senza che ci sia una perdita di valore;

- TNCO (Total Net Cash Outflows): indica il totale dei deflussi di cassa netti nei 30 giorni di calendario successivi al netto degli afflussi; deflussi e

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afflussi sono calcolati utilizzando degli specifici coefficienti che riflettono da un lato il grado di rinnovo o decadimento delle poste (passivo) e dall’altro la percentuale di tiraggio o rimborso dei prestiti distribuiti (attivo). Secondo la normativa di vigilanza prudenziale, il totale degli afflussi non può superare il 75% del valore dei deflussi di cassa attesi.

La normativa prevede che, nel momento in cui non si registrano tensioni finanziarie, il valore totale delle attività liquide sia quantomeno equivalente al valore dei deflussi di cassa netti di modo da garantire che il rapporto risulti maggiore del 100%. In periodi di stress è tuttavia concesso alle banche di attingere alla riserva di HQLA, e di conseguenza il rapporto scenderà al di sotto del 100%, ma in questo caso è consentito, in quanto il mantenimento di un rapporto superiore potrebbe portare a ripercussioni negative sulla banca.

In modo particolare, i provvedimenti delle autorità di vigilanza riguardo all’uso delle High Quality Liquid Assets dovrebbero essere finalizzati all’obiettivo principale e alla definizione del Liquidity Coverage Ratio.

Durante la fase di valutazione, le autorità che si occupano della vigilanza dovranno esercitare la propria capacità di valutazione basandosi sulle condizioni finanziarie prevalenti.

Al fine di trovare una risposta, esse dovrebbero essere coscienti del fatto che alcune azioni potrebbero essere interpretate come procicliche se applicate in circostanze di tensione nei mercati. Le autorità di vigilanza dovrebbero dunque cercare di tenere conto di queste considerazioni in maniera coerente, a prescindere dalle giurisdizioni.

Andiamo ora ad analizzare il secondo indicatore, ossia il Net Stable Funding Ratio, una delle più importanti riforme del Comitato di Basilea, il cui obiettivo è quello di garantire un sistema bancario più stabile.

Questo perché nei periodi favorevoli, le banche tendono ad espandere molto i propri bilanci, affidandosi a finanziamenti a breve termine, economici ed abbondanti; l’NSFR vuole appunto evitare che ciò accada promuovendo dunque una migliore valutazione del rischio di liquidità, con riferimento sia

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alle poste in bilancio sia fuori, favorendo così una raccolta più stabile

Questo indice prevede dunque che le banche detengano una provvista stabile relativamente alle dimensioni del proprio attivo e alla composizione dello stesso.

La trasformazione delle scadenze è una componente molto importante dell’intermediazione finanziaria ed è fondamentale per una corretta allocazione delle risorse e creazione del credito; tuttavia, sono pochi e deboli gli incentivi privati affinché si eviti che si ricorra a fonti di provvista instabile.

L’NSFR può essere calcolato attraverso la seguente formula:

dove:

- ASF (Available amount of Stable Funding): indica l’ammontare di provviste stabili disponibili dalla banca oltre l’anno; viene misurato basandosi sulle caratteristiche della stabilità relativa delle fonti di provvista, considerando sia la scadenza contrattuale delle passività sia la diversa propensione dei prestatori a ritirare i finanziamenti erogati, dopo aver calcolato il valore contabile del patrimonio e delle passività e averli suddivisi in una delle cinque categorie di cui è composto.

L’ammontare attribuito ad ogni categoria è successivamente moltiplicato per un fattore di provvista stabile disponibile (ASF) e, ovviamente, il totale della provvista stabile disponibile sarà pari alla somma degli importi ponderati.

Questi fattori indicano la quantità di finanziamento ancora disponibile oltre l’anno e variano dal 100% (la totalità del finanziamento è ancora disponibile) allo 0%, passando per il 95%, il 90% e il 50%;

- RSF (Required amount of Stable Funding): è l’ammontare di provvista stabile obbligatoria che la banca deve detenere oltre l’anno, in base alle

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caratteristiche di liquidità, alla vita residua delle voci dell’attivo bancario, ma anche basandosi sull’eventuale rischio di liquidità che può derivare dalle esposizioni fuori bilancio, dopo aver calcolato il valore contabile delle attività e averle suddivise in una delle otto categorie di cui è composto.

L’ammontare attribuito ad ogni categoria è successivamente moltiplicato per un fattore di provvista stabile obbligatoria (RSF) e, ovviamente, il totale della provvista stabile obbligatoria sarà pari alla somma degli importi ponderati e dell’ammontare delle operazioni OBS (esposizioni di liquidità potenziale) moltiplicato per il fattore RSF associato.

Questi fattori variano dal 100% (l’attività deve essere finanziata totalmente da fattori stabili in quanto risulta essere illiquida) allo 0%, passando per l’85%, 65%, 50%, 15%, 10% e 5%.

L’obiettivo dei NSFR è garantire un profilo di finanziamento più stabile per le banche in base al profilo di scadenza delle attività e delle altre esposizioni che le stesso presentano.

In effetti, il modello di business della banca al dettaglio si basa sulla trasformazione del prestito a breve termine e a basso costo in un investimento a più lungo termine e più redditizio; costringendo le banche ad abbinare le scadenze delle attività e delle passività, l’NSFR mira a ridurre al minimo i rischi; le banche devono soddisfare il requisito su base continuativa e devono riferire alle autorità su base trimestrale il rispetto di questi requisiti.