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3.2 PGF2alfa

3.2.2 Lisi indotta da PGF2alfa

Nella maggior parte delle cavalle cicliche il corpo luteo non è sensibile alle prostaglandine fino al 5° giorno dopo l’ovulazione (Allen WR et al., 1973). In seguito alla somministrazione della PGF2alfa la cavalla in media torna in calore dopo circa 3-4 giorni ed ovula circa dopo 8-10 giorni in seguito al trattamento (Loy RG et al., 1979).

È molto importante ricordarsi che nel cavallo sebbene si utilizzino grandi concentrazioni di progesterone non viene inibito l’aumento della concentrazione sanguigna del FSH, perciò anche durante il diestro assistiamo ad una crescita follicolare. Durante la fase luteinica possiamo quindi riscontrare follicoli a diversi stadi di crescita e la grandezza di tali follicoli al momento della somministrazione della prostaglandina è importante per prevedere quando la cavalla tornerà in calore ed ovulerà. Solitamente se al momento della somministrazione della PGF2alfa non sono presenti follicoli, è necessario aspettare che una nuova ondata follicolare cominci a crescere e quindi l’ovulazione del follicolo dominante avverrà dopo circa 7-12 giorni (McKinnon AO et al., 1988).

Cavalle con follicoli di dimensioni medie (tra i 25 e i 35 mm di diametro) al momento della somministrazione delle prostaglandine tendono invece ad ovulare circa 3-6 giorni dopo la somministrazione di PGF2alfa Se ancora abbiamo una grande crescita follicolare (follicoli tra 35-50 mm), l’ovulazione avverrà all'incirca 24-72 ore dopo il trattamento senza alcuna manifestazione estrale (Bristol F, 1987; Asbury AC, 1988). Per prevenire questa ovulazione precoce senza manifestazioni estrali è stato visto che è possibile somministrare alla fattrice piccole dosi di PGF2alfa (1,25mg dinoprost) più volte al giorno fino alla regressione del corpo luteo, portando così la cavalla al calore (A.O. McKinnon, personal communication, 2008). Contrariamente se il follicolo è troppo grande durante la fase luteinica questo tende ad andare incontro ad atresia regredendo, costringendoci così ad aspettare una nuova ondata follicolare ritardando di conseguenza l’entrata in calore e l’ovulazione successiva (Samper JC, 2008). Lo sviluppo dell’edema endometriale può essere utilizzato come un criterio per vedere la buona riuscita del trattamento. Infatti cavalle con follicoli sufficientemente grandi ed in crescita al momento del trattamento possono presentare edema endometriale dopo circa 24 ore, mentre al

contrario cavalle con grossi follicoli che vanno incontro ad atresia non mostrano edema dell’utero prima di 3-5 giorni dalla somministrazione di PGF2alfa (Samper JC et al., 1993). Nonostante il sesto giorno dopo l’ovulazione sia considerato il giorno di elezione per la somministrazione delle prostaglandine, dato che da questo preciso momento il corpo luteo diviene recettivo alla PGF2alfa, recentemente sono stati svolti degli studi che hanno dimostrato la capacità di indurre la luteolisi già nella primissima fase del diestro.

Bergfelt e i suoi collaboratori hanno posto infatti la loro attenzione sulla possibilità di indurre la luteolisi al 3° giorno dopo l’ovulazione tramite una singola iniezione di PGF2alfa (10mg/cavalla). Da questo studio è emerso che il corpo luteo ha una regressione basata sulla diminuzione della concentrazione del progesterone nel sangue, del diametro del corpo luteo stesso e dalla diminuzione dell’ecogenicità ecografica del tessuto luteale. Tre giorni dopo il trattamento è stato osservato come nel 75% delle cavalle (12/16) vi sia stata una ripresa della funzione del corpo luteo grazie ad un incremento del progesterone nel sangue. Nonostante la presenza di questa ripresa, il periodo intraovulatorio della cavalla è notevolmente diminuito in quei soggetti trattati al terzo giorno post ovulazione a differenza di quelli trattati al decimo giorno dopo l’ovulazione (13,2± 0,9 giorni contro i 19± 0,7 giorni) (Bergfelt DR et al., 2006). Un altro studio invece prevedeva la somministrazione di 2,5mg/cavalla di PGF2alfa il 2°, 3° e 4° giorno dopo l’ovulazione. Il risultato è stato che sei delle dieci cavalle trattate sono andate incontro ad una luteolisi completa (Holland B et al., 2008). Le sei cavalle che hanno risposto al trattamento hanno ovulato dopo 9,4±1,36 giorni, mentre le cavalle che non hanno risposto sono andate incontro a parziale luteolisi seguita da un nuovo successivo aumento della concentrazione del progesterone. Molto interessante come tre delle cavalle andate incontro a parziale luteolisi hanno ovulato prematuramente nonostante le alte concentrazioni di progesterone al 9°,15° e 16° giorno dopo il trattamento (Holland B et al., 2008).

Nelle asine recentemente sono stati fatti studi sull’attività delle prostaglandine sul corpo luteo per ridurre la durata del ciclo e i due studi più importanti svolti fino ad adesso sono stati fatti da J. Mirò nel 2014 e da Carluccio nel 2008.

Mirò nel suo studio ha esaminato l’attività del corpo luteo nelle asine di Catalogna dopo l’induzione della luteolisi. In questo studio è stata osservata la concentrazione del progesterone plasmatico, la perfusione del corpo luteo (per mezzo del color Doppler) e l’area del corpo luteo (rilevata attraverso l’esaminazione ecografica in B-mode) dopo la somministrazione di una singola dose di 5 mg di dinoprost thromethamine (un analogo delle PGF2alfa) al 10° giorno dopo l’ovulazione. Questi valori sono stati osservati in due ricerche diverse, nella prima i dati sono stati raccolti per quattro giorni dopo la somministrazione delle PGF2alfa notando una diminuzione di tutti i valori analizzati. La seconda ricerca invece è stata fatta per osservare i

cambiamenti nel corpo luteo nelle prime 24 ore perché nel primo esperimento era stato visto che prorprio in questo intervallo di tempo c’era la maggiore attività luteolitica. Da questo studio è emerso che c’è un iniziale aumento della perfusione del corpo luteo dall’ora zero alla terza ora dalla somministrazione delle PGF2alfa, seguita da una progressiva diminuzione, mentre i valori di progesterone e l’area del corpo luteo diminuiscono gradualmente a partire dal momento dell’iniezione. In entrambe le ricerche è stata rilevata una correlazione negativa tra tutte le variabili e il tempo di campionamento. Al contrario è stata notata una correlazione positiva tra concentrazione del progesterone, area del corpo luteo, tono uterino e perfusione sanguigna. In conclusione sia la concentrazione del progesterone plasmatico che l’area del corpo luteo diminuiscono in seguito alla luteolisi indotta nelle asine di Catalogna, ma a differenza delle cavalle abbiamo un incrementarsi della circolazione sanguigna subito dopo la somministrazione delle PGF2alfa come avviene nella bovina. Inoltre hanno visto che la circolazione è correlata alla concentrazione del progesterone, facendo risultare l’eco color Doppler un mezzo efficace per dare una valutazione precoce della funzionalità del corpo luteo (J. Mirò et al., 2014).

Riferimenti giornalieri ± la deviazione standard dei valori riferiti a progestoronemia, area del corpo luteo e circolazione luteale raccolti nei quattro giorni successivi alla somministrazione di PGF2alfa al 10° giorno dall’ovulazione

Valori ± deviazione standard dei vaolori principali di progesteronemia, area del corpo luteo e circolazione luteale raccolti nelle prime 24h dopo la somministrazione di PGF2alfa al 10° giorno dall’ovulazione.

A differenza della cavalla non sono stati fatti tanti studi su come accorciare il ciclo delle asine e la reattività del loro corpo luteo alle Pgf2alfa ed uno studio importante su tale argomento è stato fatto a Teramo da Carluccio nel 2008 su 22 asine di Martina Franca. Tale studio era volto a dimostrare che le asine hanno un corpo luteo che a differenza di quello della cavalla è recettivo alle prostaglandine nel primo diestro. A tale scopo in questo studio è stata valutata la ricettività del corpo luteo ad una singola dose di PGF2alfa somministrata al terzo giorno dopo l’ovulazione oltre alla concertazione del progesterone nel sangue da prima il trattamento fino all’ovulazione dopo il trattamento. Per fare ciò 22 asine sono state monitorate attraverso l’ecografia e trattate dopo 72 ore dall’ovulazione con 0,075 mg di R-cloprostenolo intramuscolo. Ad esso è stato aggiunto un prelievo di sangue giornaliero fatto dal giorno dell’ovulazione fino alla successiva ovulazione dopo il trattamento per calcolare il progesterone. Tutte le asine ad eccezione di una hanno manifestato comportamento estrale dovuto alla somministrazione della prostaglandina circa 4 giorni dopo il trattamento ed inoltre l’ovulazione è stata più rapida, riducendo il periodo intra-ovulatorio a 9,6 giorni. I livelli di progesterone sono calati dopo il trattamento fino ad arrivare a livelli estrali e rimanendo costanti fino al momento dell’ovulazione. Tali risultati sono in accordanza con gli studi svolti precedentemente da Carluccio dove veniva somministrata la prostaglandina ai giorni 3, 5, 7 e 9 ad un piccolo numero di asine e tutte, indipendentemente dal giorno di somministrazione, hanno risposto andando in calore. Così grazie a quest’ultimo studio è stato visto che con una somministrazione di prostaglandina dopo 72 ore dall’ovulazione le asine sono entrate in calore con una percentuale del 95% ed inoltre hanno osservato che sia il periodo di estro che il periodo intra-ovulatorio sono stati accorciati grazie a questo trattamento. Grazie a tale studio è stato quindi dimostrato che le asine sono responsive alle PGF2alfa somministrate al giorno tre che

causano la lisi del corpo luteo con conseguente entrata in estro, ovulazione precoce e diminuzione del progesterone in circolo (Carluccio et al., 20018).

Grafico rappresentante l’andamento della concentrazione del P4 nelle 21 asine che hanno risposto al trattamento dal giorno 0 dopo l’ovulazione spontanea al giorno dell’ovulazione post-trattamento. Inoltre rappresenta anche l’andamento della concentrazione del P4 nell’unica asina non responsiva (Carluccio et al., 2008).

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