VC 134 (Vincenzo Capponi 134) contenente seicentocinquantadue testi, copiati soprattutto
dal figlio. Il ms. VC 134 è uno zibaldone, così come reca l’intestazione nel frontespizio, corredato di indice e dedicato a Francesco de’ Medici, ma non riuscì mai a raggiungere la stampa. L’enorme zibaldone di Luigi fu utilizzato come tramite per la composizione di alcune raccolte tardo cinquecentesche e in generale può offrire un prezioso aiuto per la comprensione e decifrazione delle rime dell’Etrusco.
NOTA AL TESTO Descrizione del testimone
ms. Vincenzo Capponi 183 (ex Palatino 420), Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale Codice cartaceo (cm 18,5 x 13), con copertina membranacea.
Si compone di 126 carte di cui le prime 108 numerate con numeri arabi. Le cc. 36 e 102 sono bianche e vi è una serie di carte strappate delle quali rimangono soltanto le estremità. Il supporto cartaceo utilizzato è privo di filigrana.
Sulla copertina al centro si legge in tondo RIME DIVERSE DI ALFONSO DE PAZZI Aco F Ne Gmo e in alto in minuscolo Originale di Alfonso de P(azzi). Sul dorso del manoscritto si legge RIME di Alfonso de’ Pazzi.
Nella seconda faccia della prima carta si legge: Il dalfino innamorato della diva virtù. El primo tratto sta a ddimostrare, che Dalfino ne cerchi un peso di questa sua diva, e nollo trovi e ppoi qualchuno qual muto pescie essi ghustare.
Nella parte interna della copertina sono presenti appunti di epoca moderna probabilmente relativi alla catalogazione del manoscritto.
Il manoscritto si trova in buono stato di conservazione sia esternamente che internamente. Si tratta di una raccolta di componimenti molto consistente composta di 56 sonetti, 67 madrigali, 3 epigrammi, 3 inni e 1 componimento solo abbozzato, di natura prevalentemente amorosa distribuiti principalmente sul recto di ciascuna carta, fatta eccezione per alcuni i quali sono collocati nel verso della carta (espediente molto utilizzato per ovviare alla mancanza di spazio in caso di ripensamenti in corso d’opera). Non potendo effettuare, per ragioni di tempo in questa sede, la collazione con altri testimoni dell’autore, non è possibile verificare la presenza e lo stato formale di componimenti che, già presenti nel nostro ms. VC 183, si trovano anche in altri codici.
La presenza cospicua di correzioni, cancellature, varianti e aggiunte ci spinge ad affermare con certezza che si tratti della copia di lavoro o più probabilmente della copia pressoché in pulito dell’autore (come afferma la dicitura stessa in copertina).
Grafia
La grafia di Alfonso de’ Pazzi è stata oggetto di non poche difficoltà di lettura e di interpretazione, così come ci mostra anche Aldo Castellani87 che addirittura inserisce nell’edizione l’ausilio di alcuni esempi di scioglimento della scrittura: tali ipotesi interpretative non possono però essere generalizzate, visto che il tratto di Alfonso non segue sempre la stessa regola e risente molto spesso di una frettolosità eccessiva. La rappresentazione grafica di alcune lettere è arbitraria e spesso condizionata dal contesto, così come le abbreviazioni non seguono un criterio fisso.
Da un punto di vista paleografico si tratta di un tipo di grafia a base mercantesca che presenta però molte personalizzazioni dovute alla velocità del tratto: nel nostro caso, il ms. Vincenzo Capponi 183, trattandosi di una copia in pulito, presenta un tipo di scrittura più limpida e comprensibile, non esente tuttavia da improvvisazioni. Le difficoltà principali si riscontrano soprattutto:
- nel distinguere le vocali a ed e -nel distinguere le consonanti n e v
-nello scioglimento delle abbreviazioni (spesso tracciate con molta fretta) -nell’oscillazione nel rappresentare alcune consonanti come la g, la t e la d -nell’oscillazione nel rappresentare le doppie
-nella velocità con cui vengono tracciate le lettere finali di ogni verso, quasi lasciate ad un unico tratto
Nota all’autografia
Per l’autografia del ms. Vincenzo Capponi 183 ci si avvale della preziosa perizia calligrafica di Antonio Ciaralli, al quale rivolgiamo un ringraziamento sincero. Secondo lo studioso infatti, non ci sono ragioni per escludere la mano di Alfonso de’ Pazzi che utilizzava una scrittura molto personale e quindi facilmente riconoscibile.
Criteri di edizione e avvertenze generali
La trascrizione interpretativa, trattandosi di un autografo, è avvenuta cercando di riprodurre il testo più vicino possibile all’originale. Per facilitare la lettura si è inserita la punteggiatura e si è scelto di modernizzare parcamente la grafia, secondo i criteri seguenti:
Segni alfabetici
-Y con valore di i+y: ii.
-Non si distinguono le varianti grafiche es. S (s alta) e s (rotonda).
-Regolarizzazione delle maiuscole secondo l’uso moderno, nei casi in cui la lettera capitale ha carattere distintivo per il senso del componimento si è scelto di mantenerla (es. Sole).
Segni ortografici e diacritici
-Accenti secondo l’uso moderno e nel caso di forme particolari come “po” (può) o “a” (ha). -Apostrofi secondo l’uso moderno e per segnalare mancata vocale finale es. ne’ = nei. -Punteggiatura secondo l’uso moderno.
- Con punto in alto si segnala il raddoppiamento fonosintattico di alcuni nessi, tipico della pronuncia fiorentina.
Scioglimento abbreviazioni
-Le abbreviazioni e le note tironiane sono state sciolte tacitamente. Separazione parole e partizione del testo
-Divisione delle parole secondo l’uso moderno.
- Ripartizione dei componimenti in stanze o strofe (nel caso dei sonetti in quartine e terzine). -Indicazione del numero di verso in ordine di 5.
Lacune, integrazioni, spazi bianchi
-I guasti meccanici sono stati emendati così come i versi ipometri e ipermetri. -Tre asterischi *** indicano spazio bianco lasciato nel manoscritto.
-Uso tre crocette ‡‡‡ per le parole o porzioni di testo impossibili da sanare. -Tra due croci ‡‡ le lezioni incerte.
Elenco varianti
Trattandosi di una copia di lavoro autografa, il manoscritto Vincenzo Capponi 183 accoglie le tracce del percorso di scrittura dell’autore, e dal suo esame è possibile ricostruirne il tracciato. Appare subito evidente la volontà del poeta di giungere a una forma definitiva per ciascun componimento, talvolta con ripensamenti e cancellature. Per alcuni casi particolari si veda il paragrafo seguente.
La presente edizione critica considera il codice VC 183 come testimone esclusivo, risultato della volontà dell’autore di confezionare un’opera unica e completa, pertanto non verranno presi in considerazione altri codici autografi e non autografi.
La scelta del testo definitivo per ciascun componimento tiene conto esclusivamente della volontà più recente, non verranno ad esempio reintegrate in nessun caso varianti scartate dall’autore, che saranno debitamente indicate nella tabella che segue. Nell’impossibilità di valutare la presenza di varianti tardive, tutte le varianti presenti saranno analizzate come immediate: l’autore interviene sulla pagina eliminando la porzione di testo da scartare e riscrivendo nello spazio soprastante, talvolta in quello sottostante o a destra rispetto alla parola / frase cancellata; in molti casi l’autore compie più tentativi di scrittura di un verso cancellando e riscrivendo per intero. I ripensamenti dell’autore vanno, quasi sempre, nella direzione di una maggiore precisazione del concetto espresso, impiegando talvolta termini più adatti, alle volte per ragioni metriche altre volte per pura scelta stilistica.
Di seguito si riportano in tabella le varianti escluse: in neretto l’indicazione del verso a cui si fa riferimento e in corsivo la porzione di testo oggetto della cancellatura, il simbolo “/” sta ad indicare le diverse prove fatte dall’autore per ottenere un verso nella forma
N Metro Incipit Varianti Note
1
SONETTO Concavo globo e
centro fisso
6. troppo / poco,