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retrogradare: muoversi in senso contrario o digradato 10 acerb’ e rea: il binomio è presente anche nel

LE RIME DEL MS VINCENZO CAPPONI

9. retrogradare: muoversi in senso contrario o digradato 10 acerb’ e rea: il binomio è presente anche nel

Furioso (Cfr. canto 6, stanza 10) e con la variante ‘acerba e fella’ (Cfr. canto 44, stanza 3); la definizione negativa della fortuna o della sorte è frequente anche in Petrarca (Cfr. RVF, 331), Gaspara Stampa (Cfr. STAMPA, LXXXVI: CXCVII) e in Bembo (Cfr. BEMBO, CXLVI). 11-12. un bel chiaro splendore soggiunge che la indrizia a vera via: è l’arrivo della donna, raffigurata come guida per la ‘retta via’ (frequente nella raccolta es. 7 e 12). 14. salvamento: il salvare, salvezza, il termine è presente nel Paradiso dantesco (Cfr. Par., V 7) nel momento in cui Beatrice ammonisce i cristiani che prendono i voti invitandoli a seguire le Sacre Scritture per la salvezza dell’anima; in questo caso quindi probabilmente la ‘non vera’ via è la strada del peccato.

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La luce e il calore della donna sono potenti come quelli del sole e chiunque ne venga colpito soffre.

Metro: sonetto con schema rimico ABBA ABBA CDE EDC.

Qual i vapori avanti al sol la via danno pel gran’ tremor delli suoi rai al sì sacra mia diva ove tu vai

ti fan con ll’altr’ insieme l’alma mia, 4 e perché non senn’ accorta pria

che davanti si tolghin, tu lor dai con chiari lumi, tal che molti lai

si sent’ ognior per ogni estranea via; 8 però tuo uo’ umil con i bassi versi

intercieder vorria se lluà condotto

tali che scontrando poi tuo signoria 11 restar potessi oppur gir ove è già

senz da splendor’ tuo interrotto

quali son altri di già bruciati e ppersi. 14

1-4. Qual…mia: questa similitudine, di difficile interpretazione, occupa tutta la prima quartina e mette a

confronto il sole con la donna: così come i vapori emanati dal calore del sole lo precedono e ne indicano la traiettoria, allo stesso modo fa l’anima del poeta con la donna. Il termine ‘vapori’ in relazione al sole è presente nel poema dantesco (Cfr. Purg., XXX 25-27): grazie ai vapori la luce del sole è temperata in modo che gli occhi possano sostenerla. 5-8. e perché…via: la luce emanata dalla donna, pari a quella del sole, è talmente forte che chi ne viene a contatto grida di dolore (molti lai / si sent’ognior). 9. tuo uo’ umil coi bassi versi: è il poeta stesso, che occupando una posizione privilegiata nella vita della donna, non viene bruciato dalla sua luce, grazie anche all’intercessione della poesia.

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Amore ha impresso l’immagine della donna nel cuore del poeta. Metro: madrigale con schema rimico aBcaDeefC.

Amor colle suo mani

l’imagin di mie donna vi ha impressa dentr’ al men duro core,

onde li pensier vani

disgombrerorno qual il vippistrello 5 all’aparir del sole

ogni sempre far suole e llei il seggio ellesse

ivi, per sempre, e m’empie di splendore.

4-5. onde…disgombrerorno: gli inutili pensieri nel cuore del poeta sono stati spazzati via dall’amore per la

donna. 8. llei il seggio elesse: la donna ha scelto come propria sede il cuore del poeta e vi ha posto il suo seggio.

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La fama della donna, creatura salvifica, riesce a raggiungere terre e luoghi lontani. Metro: sonetto con schema rimico ABBA ABBA CDC DCD.

L’altera fama tua gentil signiora

non sol l’ispano seno o quel de i franchi o delli mori il sito, neri e bianchi

illustra, ma là ove il vulgo igniora, 4 tal che ogni bel’alma te honora

in chiara spoglia e ssotto ‡licri‡ bianchi né per scovrirti ponno farsi instanchi

perché tuo luce lor virtute ristora, 8 ne di ciò stupir deve creatura,

perché il suo valor è ttale e ttale

ch’el ciel gli facc’ onore e lla natura, 11 veduto che nel mondo essa prevale

d’ogni altra diva il volto e lla sgultura

e che ciascun si salva con sua ale. 14

1-4. L’altera…igniora: l’alta fama della gentil signora (la donna amata) rende illustre, ossia illumina, tutti i

territori conosciuti abitati dai propri popoli fino ad arrivare persino nei luoghi di cui si ignora l’esistenza. Il termine ‘seno’ (riferito agli ispanici e ai franchi), per estensione, sta ad indicare coloro che sono nati da donne di quelle regioni, medesimo utilizzo lo troviamo nell’Opere Toscane (Cfr. ALAMANNI, LXVIII, 10- 11: Non l’arabico sen, non l’Indo e ‘l Tago / Videro, né mai vedranno uguale). 7-8. né…ristora: (tutti gli uomini citati in precedenza) non possono dirsi stanchi di cercarti perché la tua luce rinvigorisce, alimenta la loro virtù. 10. perché il suo valore è ttale e ttale: per il fatto che il valore della tua luce è così grande (ttale e ttale: probabilmente usato come rafforzativo del concetto). 13. il volto e lla sgultura: il termine ‘scultura’ è utilizzato per indicare la figura corporea.

88 L’anima del poeta, mossa dal desiderio, s’infiamma. Metro: madrigale con schema rimico aBBcDcEDffG. Luce chiara e gradita

ch’onesto foco m’accendesti al petto col gientil almo vostro alto suggetto, le mie parole udite:

ben ch’io vegg’ e mmi spiace 5 che essendo in cielo ‡avete‡

della divina vostra alta bellezza a noi opre mortal non si conface, né per ciò me ne doglio,

ma qual io sempre soglio 10 a d’ogni bel desio l’alma s’infiamma.

2. ch’onesto foco m’accendesti al petto: onesto è anche il fuoco acceso in Petrarca (Cfr. RVF, 285, 10; 352,

5), l’amore per la donna, seppur ardente, è casto e pudico. Lo stesso sintagma si trova anche in Bembo (Cfr. BEMBO, LIV), Michelangelo (MICHELANGELO, 72). 3. col gentil almo vostro alto suggetto:

enumerazione delle qualità intrinseche della donna. 5. ben ch’io vegg’ e mmi spiace: piccola variazione sul petrarchesco Perch’io veggio, et mi spiace (Cfr. RVF, 72 61) con la ripetizione alcuni versi dopo della parola ‘conface’ presente nel nostro componimento. 8. noi opre mortal’: l’essere umano in opposizione alla donna, creatura divina. 10. qual io sempre soglio: come sono solito fare.

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Variazione sul medesimo tema del pianto della donna amata.

La donna piange pietosamente per la morte del poeta la cui anima è adesso insieme a lei in cielo.

Metro: sonetto con schema rimico ABBA ABBA CDE EDC.

La sua diva piange la sua morte [in alto a sinistra]

Piangea madonna, né pietà sì bella fu vist’ unquanco, né beltà sì pia, oh pur’ crud’ e felic’ anima mia

che mme lassat’ ognior’ ten vai con ella, 4 ti cali quando al ciel poggiando snella

seco ten vai per quella sacra via di dirli doppo il pianto che via pria

che llei me puns’amor con sua quadrella, 8 e che suo gran pietate e quella sola

ver di me affatto *** tale

che lieto suo merzé al breve sognio 11 ho posto, né più cosa null’ agognio

salvo che la ‡sua‡ chiara e ddivin’ ale

colla cui su nel ciel ogni alma vola. 14

1-2. Piangea…pia: il medesimo sintagma, piangea madonna, lo incontriamo in Petrarca nel primo dei

quattro sonetti dedicati al pianto di Laura (Cfr. RVF, 155); qui attraverso un gioco di parole disposto a chiasmo, il poeta condivide le due qualità più importanti della donna, la bellezza e la pietà. 5. ti cali: ti importi, esortazione all’anima, affinché interceda per lui presso la donna amata. 8. quadrella: forma antica di quadrello, col significato di dardo, freccia, in questo caso scagliata dal dio Amore. Il motivo classico della freccia di Cupido che innamora è presente variamente in Petrarca (Cfr. ad es. RVF, 206 10). 11. merzé: ant. mercede ossia ricompensa ma anche aiuto, pietà, usato variamente da Petrarca. Breve sogno: celebre sintagma presente nell’incipit del Canzoniere (Cfr. RVF, 1, 14) in relazione alla fugacità della vita e delle cose terrene.

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La bellezza della donna è irraggiungibile tramite la penna del poeta. Metro: madrigale con schema rimico abCcAbA.

Donna foss’io sì degnio che tua alma bellezza

giunger potessi colla grafia prima, che non fur mai la rima,

i’ dir sovente, ‡‡‡ ingegnio 5 che una tanta alteza

portaser qual fare io posso al segnio.