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6 TURISMO A VENEZIA

6.1 L’EVOLUZIONE STORICA DEL TURISMO VENEZIANO

6.1.2 LO SVILUPPO TURISTICO A VENEZIA IL NOVECENTO

Come si è detto poco sopra, solo in seguito all’Unità cominciò a delinearsi nell’ambiente economico veneziano una maggiore consapevolezza delle potenzialità che il settore del turismo poteva avere. Si cominciò infatti ad intravedere in questo settore un’occasione rilevante dalla quale si potevano trarre possibilità di lavoro e reddito per significative quote di popolazione.

Oltre agli sviluppi delle infrastrutture, esaminati nelle pagine precedenti, la città venne inoltre dotata di numerosi edifici moderni. Questi erano in buona parte destinati agli insediamenti produttivi, ma tendevano inoltre ad offrire nuovi servizi, oltre che ad accogliere le sedi dei rinnovati organismi di governo. Si aprirono quindi nuovi e modernizzati esercizi ricettivi, che si andarono ad affiancare, e talvolta sostituire, a quelli già esistenti, orientati ad ospitare una clientela varia, e a soddisfare quindi i nuovi gusti che andavano emergendo. Inoltre apparve sempre più evidente l’importanza che attività strutturate e composite andavano a costituire. Si

ragioni per le quali tanti forestieri si rifugiano in questo felice asilo è principalmente il desiderio di sottrarsi a quelle fastidiose impressioni di terraferma”.

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affacciarono sul mercato le prime catene alberghiere, insiemi di alberghi con un unico proprietario.

Il settore turistico cominciò ad apparire come un importantissimo tassello del mosaico che si stava componendo in quegli anni. Al fine di attrarre nuovi segmenti di domanda si avviarono una serie di iniziative su molteplici fronti. Numerosi palazzi nell’area marciana vennero quindi destinati ad albergo, e sul finire dell’Ottocento cominciarono ad apparire altre strutture ricettive anche nei pressi della stazione ferroviaria.

Tra i numerosi eventi programmati per richiamare nuovi segmenti di domanda vanno sicuramente ricordate le iniziative della Biennale, tra le quali spicca la mostra del cinema, tenutasi per la prima volta nel 1932214.

Durante il periodo bellico il settore turistico conobbe, come è lecito immaginare, una fase di stasi e decadenza. Alla fine del secondo conflitto mondiale il turismo veneziano si presentò diverso rispetto al passato.

L’obiettivo di recuperare il ruolo ricoperto fino al 1938 venne presto raggiunto dalla città, che in qualche anno riuscì a ritornare ad una situazione analoga a quella precedente al conflitto.

Ingenti furono gli interventi atti ad adeguare l’offerta ricettiva veneziana; tra il 1951 ed il 1957 vennero aperti più di venti nuovi alberghi. I posti letto disponibili ad ospitare il flusso turistico ammontavano a circa diecimila215; nel 1951 i flussi turistici avevano già raggiunto quote superiori a quelle del periodo prebellico, mentre nel 1957 le presenze ammontavano a circa una volta e mezza quelle del 1938.

A partire dal 1957, maggiore importanza venne anche acquisita dalla terraferma216, che iniziò a svolgere un ruolo più rilevante all’interno del

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La mostra si svolse nelle vicinanze del prestigioso albergo Excelsior, accanto al Casinò. L’albergo era l’unico appartenente alla categoria delle strutture ricettive di lusso, e componeva parte della prestigiosa catena alberghiera Ciga (Compagnia Italiana grandi alberghi).

215 In città erano infatti presenti più di cento alberghi, una trentina di locande e numerose

strutture extra alberghiere.

216 Parlando di terraferma, in particolare ci si riferisce ai piccoli comuni della terraferma

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sistema turistico veneziano. Una parte significativa del flusso di turisti verso queste aree venne motivata da esigenze di lavoro e di affari, specialmente ad opera di coloro che erano impegnati nella costruzione del nuovo polo industriale e dei nuovi quartieri della città; gli esercizi ricettivi della terraferma vennero quindi frequentemente utilizzati come residenze temporanee di coloro che erano impiegati in queste attività217.

Situazione inversa fu invece conosciuta dal Lido di Venezia218, che visse il suo periodo più roseo tra le due guerre. In quegli anni infatti la sua offerta composita e di elevato livello qualitativo riusciva ad attirare la clientela internazionale, alla ricerca di una tradizionale vacanza al mare di lunga durata. Nel secondo dopoguerra i valori delle presenze al Lido crebbero notevolmente; tuttavia, se confrontati con i dati relativi al periodo prebellico, mostrano una significativa riduzione dell’afflusso turistico. Questo testimoniava i cambiamenti dei modelli di vacanza e dei gusti dei consumatori, oltre che l’incapacità del Lido di adattarsi a nuovi comportamenti e nuovi segmenti della domanda.

È infine a partire dagli anni Sessanta del Novecento che il turismo veneziano conosce una rapida evoluzione. Fino ad allora il fenomeno era rimasto ristretto a gruppi e categorie abbienti, mentre con gli anni Sessanta diventò un vero e proprio evento di massa.

Questo nuovo turismo venne favorito anche dalla diffusione su larga scala dei mezzi per la mobilità privata, quindi automobili ed autobus, e dal boom economico.

entrarono a far parte del Comune di Venezia negli anni Venti, ma si affacciarono sul panorama turistico veneziano solo a partire dal secondo dopoguerra.

217 Solo negli anni Sessanta la terraferma inizierà a svolgere un nuovo ruolo, quello di

sostegno alla ricettività, che presentava nel centro storico carenze a livello di offerta. La normativa urbanistica ed edilizia adottata impose infatti un sostanziale blocco della ricettività, per il quale le strutture presenti in terraferma vennero chiamate a contribuire. Si veda: Zanon G., op. cit. p. 15.

218 Il Lido di Venezia, vista l’importanza rivestita, costituirà oggetto del seguente capitolo

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COMUNE DI

VENEZIA CENTRO STORICO LIDO

ARRIVI PRESENZE ARRIVI PRESENZE ARRIVI PRESENZE

1938 496.232 1.641.899 441.817 1.122.899 54.415 519.000 1949 457.498 1.389.831 382.760 985.085 43.719 346.708 1952 651.036 1.670.085 526.803 1.209.733 66.718 335.032 1957 955.856 2.536.104 663.991 1.593.111 83.800 404.404 1958 963.138 2.440.978 459.467 1.499.286 77.402 380.508 1959 1.007.043 2.436.509 669.357 1.503.674 66.557 359.550 1960 1.039.486 2.704.673 691.646 1.563.427 73.343 349.450 1961 1.073.105 2.844.345 698.567 1.575.724 71.671 386.851 1962 1.164.442 3.547.080 741.475 1.714.792 77.506 386.569 1963 1.223.144 3.713.148 759.975 1.731.440 78.309 384.318 1964 1.242.599 3.778.062 752.754 1.696.536 78.247 380.080 1965 1.334.546 4.017.454 787.687 1.720.660 76.504 370.900 1966 1.520.139 4.709.643 852.972 1.843.605 86.922 420.168 1967 1.424.408 4.400.535 799.367 1.677.371 65.796 327.625 1968 1.466.211 4.662.469 807.175 1.701.816 65.216 330.396 1969 1.590.789 5.076.858 877.414 1.836.467 75.228 354.589 1970 1.664.107 5.053.088 946.127 1.940.239 83.687 366.575

Tabella 8 - Movimento turistico (arrivi e presenze) nel Comune di Venezia, Centro Storico e isola del Lido. Dati dal 1938 al 1970.

La Tabella 8 mostra i dati relativi agli arrivi e alle presenze dal 1938 al 1970219.

Osservando i dati presenti in tabella si può notare, a conferma delle affermazioni riportate poco sopra, come il Lido di Venezia abbia conosciuto un periodo di decadenza dopo il secondo conflitto mondiale. Mentre il Centro Storico conobbe una ripresa pressoché costante a partire dai primi

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COSES, Il turismo a Venezia, Venezia, 1979.

I valori riportati in Tabella 8 sono frutto di una rielaborazione dei dati presenti alle pagine 48,51,52 del suddetto testo.

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anni Cinquanta (dalle 985.085 presenze del 1949 salì infatti alle 1.209.733 del 1952), il Lido di Venezia visse invece la situazione opposta. Dalle 346.708 presenze del 1949 scese infatti, in soli tre anni, a 335.032 presenze. Questa situazione perdurò dopo la prima metà degli anni Cinquanta, e solo alla metà degli anni Sessanta conobbe una, seppur lieve, ripresa.