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6 TURISMO A VENEZIA

6.4 IL PIANO MARSHALL

Il Piano Marshall, chiamato anche ERP (European Recovery Programm, cioè Programma per la Ricostruzione Europea) rappresenta un piano di collaborazione internazionale che mirava alla ricostruzione e allo sviluppo dell’economia europea251.

La proposta di realizzare questo tipo di piano ebbe origine dalla constatazione che i Paesi europei, reduci dal secondo conflitto mondiale, non erano in grado di riorganizzarsi autonomamente. Si rese quindi necessario non solo una collaborazione economica tra il maggior numero di Paesi europei, ma anche il concorso di risorse economiche provenienti da Paesi estranei all’Europa, che fossero disposti a fornire il loro contributo

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Le informazioni che seguono sono tratte da un opuscolo parte dell’archivio della Camera di Commercio di Venezia, intitolato: Tecnica e procedura del Piano Marshall, stampato a cura dell’Ufficio tecnico per la divulgazione del Piano Marshall.

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con la loro assistenza, temporanea, al fine di eliminare le gravi difficoltà iniziali. Particolarmente rilevanti a questo proposito furono gli aiuti inviati in Europa dagli Stati Uniti d’America252.

Gli aiuti erano in parte costituiti da mezzi di produzione e materie prime; nella maggior parte questi erano però composti da grano e generi alimentari di prima necessità, medicinali, vestiario ed altri beni di diretto consumo. Erano quindi dei soccorsi, destinati a sopperire alle necessità primarie della popolazione europea, che potevano quindi solo indirettamente contribuire ad eliminare le problematiche e lo stato di inefficienza che caratterizzava l’economia nel dopoguerra. Intervenivano quindi solo per ridurre gli effetti negativi del disagio economico, e non sulle cause dello stesso.

Per risolvere le cause del disagio economico, l’Europa avrebbe dovuto riportare, come prima cosa, la propria organizzazione ed attrezzatura economica allo stato in cui si trovava prima del conflitto, e in secondo luogo risolvere tutti i problemi economici e sociali che si erano già manifestati prima del conflitto253.

Tra le cause principali delle difficili situazioni in cui verteva l’Europa, spicca il fatto che tra il primo e il secondo conflitto mondiale in Europa era mancata del tutto una vera ed efficiente collaborazione economica internazionale.

Al programma di aiuti proposto dagli Stati Uniti d’America aderirono solo 16 Paesi, ai quali si unirono poi la Zona internazionale di

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Se si calcola quanto ricevuto dall’Italia da parte degli Stati Uniti, prima per mezzo della Commissione Alleata di Controllo, poi mediante l’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration), l’AUSA (Aid United States of America) ed infine con l’Interim Aid, si raggiunge la cifra di 750 miliardi di lire.

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Questi problemi erano la disoccupazione o la carenza di manodopera, la deficienza dei prodotti alimentari e di materie prime, la riduzione del risparmio e l’insufficienza di capitali, l’arretratezza degli impianti e delle attrezzature produttive, l’abbandono delle campagne e la sovrappopolazione e il congestionamento degli abitanti particolarmente nelle città, la permanenza di zone economicamente depresse accanto a zone caratterizzate da alta capacità produttiva. Questi fenomeni erano poi aggravati da svalutazioni monetarie e dalla difficoltà di pareggio dei bilanci statali, presenti già prima del conflitto.

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Trieste, la Zona francese e la Zona anglo-americana della Germania. I 19 partecipanti all’ERP erano quindi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Gran Bretagna, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Svezia, Svizzera, Turchia, Zona d’occupazione anglo- americana della Germania, Zona d’occupazione francese della Germania, Zona internazionale di Trieste.

I partecipanti all’ERP formarono quindi l’OECE (Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica), che aveva il compito di coordinare i singoli programmi di ricostruzione predisposti da ogni partecipante ed indirizzarli secondo criteri di comune interesse. I Paesi aderenti formularono quindi le loro richieste di aiuti in aderenza alle specifiche esigenze, e l’OECE, dopo averli coordinate nel quadro della ricostruzione generale, le trasmise agli Stati Uniti, che tenendo conto delle proprie possibilità provvidero ai necessari stanziamenti.

L’ERP è perciò un programma di collaborazione internazionale, che tende alla ricostruzione ed allo sviluppo dell’economia europea, tramite l’assistenza economica e finanziaria degli Stati Uniti d’America. È importantissimo, in quanto rappresenta una svolta nella storia civile; afferma infatti il principio della collaborazione internazionale, che si contrappone quindi al principio dell’isolamento e della lotta, una formula efficace per raggiungere il benessere e realizzare il progresso.

6.4.1 I

PROBLEMITURISTICIAVENEZIA.

GLI

AIUTIDELPIANO

MARSHALL

La Camera di Commercio di Venezia comprese quindi l’importanza che il Piano Marshall rivestiva ai fini della ricostruzione economica e dello

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sviluppo nel secondo dopoguerra. Nel 1948254 la Sezione per il Turismo esaminò i principali problemi turistici della Provincia veneziana, ed i relativi interventi che si sarebbero potuti attuare grazie agli aiuti forniti dall’ERP.

Una delle attività economiche del Paese che doveva essere tenuta in considerazione ai fini della ricostruzione e dello sviluppo economico era infatti rappresentata dal turismo. La Sezione ritenne quindi utile poter disporre di una parte dei fondi messi a disposizione, oppure ricavati dalla vendita delle materie prime che venivano cedute gratuitamente, al fine di sviluppare e potenziare l’industria turistica, poiché questa, a sua volta, andava a contribuire al miglioramento dell’economia nazionale.

L’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, l’on. De Gasperi, il 19 maggio 1948 dichiarò: “oltre che sul Piano Marshall, noi contiamo sul traffico turistico che dovrebbe, attraverso l’ERP, segnare una forte ricrescita. Il turismo e i trasporti marittimi sono sempre stati indispensabili per l’equilibrio della bilancia commerciale italiana. Il Piano Marshall e la Banca internazionale considerino l’opportunità di finanziare l’industria turistica (alberghi ed iniziative turistiche). Lo stesso vale per i trasporti”.

Il Piano Marshall prevedeva infatti, tra le altre cose, anche aiuti per la ricostruzione ed il potenziamento dei trasporti terrestri, ferroviari e marittimi. Per quanto concerneva le ferrovie, il Piano prevedeva un programma, che nel 1948 risultava già in corso di attuazione, di ricostruzione della rete ferroviaria italiana e del materiale rotabile, ed un’ulteriore elettrificazione della rete dello Stato. Per la marina mercantile, poi, il programma mirava a riportarla, entro il 1951, a 3.007.517 tonnellate complessive di stazza lorda.

La Camera di Commercio si propose di intervenire presso gli Organi Governativi, in particolare presso il Commissariato per il turismo, al fine di

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veder predisposto un programma governativo per inserire il turismo tra le attività economiche che dovevano essere concretamente aiutate con i fondi del Piano Marshall, in considerazione dei grandi vantaggi che sarebbero derivati al Paese, anche ai fini della ricostruzione, dall’intensificato movimento turistico.

Tra le attività ritenute di fondamentale importanza dalla Sezione per il Turismo della Camera di Commercio di Venezia figura il miglioramento delle comunicazioni aeree; dal punto di vista economico nazionale il turismo di lusso risultava essere il più importante, quindi le comunicazioni aeree andavano ad assumere un ruolo primario. Dovevano a tal fine essere assicurati i necessari aeroporti, sia per le comunicazioni intercontinentali che intereuropee e locali. Doveva quindi essere creata una completa rete di collegamenti tra i principali centri industriali, artistici e turistici italiani con gli altri Paesi.

Ulteriore problema che necessitava di una rapida soluzione era quello delle strutture ricettive. In seguito al conflitto, circa il 15% del potenziale dei grandi alberghi era andato distrutto, e circa il 20% aveva subito gravi danni. La Sezione ritenne perciò opportuno che fosse predisposto un piano organico di aiuti per la completa ricostruzione e rimodernamento degli alberghi, specialmente nelle zone turistiche più importanti, che rappresentavano l’interesse nazionale.

La Sezione ritenne poi che il Commissariato per il turismo, tenendo conto delle iniziative di grande importanza internazionale attuate nei centri turistici italiani, avrebbe dovuto predisporre un programma completo per assicurare ad esse, per quanto riguardava gli impianti, le attrezzature e la gestione, quelle affermazioni e quello sviluppo indispensabili ad assicurare una periodicità regolare, che rendesse quindi possibile l’inclusione nei calendari delle grandi manifestazioni internazionali di importanza turistica. La Sezione riteneva infatti che l’Italia fosse il Paese più adatto alla

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realizzazione di queste manifestazioni, e lo Stato non poteva disinteressarsene. Risultava perciò opportuno coordinarle, anche ai fini di evitare inutili concorrenze e dispersioni di mezzi e forze.

6.5 L’ISTITUZIONE

DELL’AZIENDA

AUTONOMA

DI

CURA,