• Non ci sono risultati.

LUIGI MOLINA PROVVEDITORE AGLI STUDI DI TRENTO (1923-1924)

1. Luigi Molina provveditore agli studi di Trento: i motivi

della scelta

La formazione del primo governo Mussolini significò per le Nuove province da poco annesse al Regno d’Italia un deciso cambio di rotta nel percorso di integrazione di queste all’interno del sistema amministrativo italiano. A livello scolastico, il nuo- vo ministro Giovanni Gentile affidò l’incarico di gestire la com- plessa fase di riconfigurazione amministrativa del neocostituito provveditorato agli studi di Trento al dott. Luigi Molina, giova- ne alto funzionario del ministero della Pubblica istruzione. Chi era, dunque, Luigi Molina e quali furono i motivi che spinsero Gentile a sceglierlo, a soli 35 anni, per rivestire il delicato inca- rico di provveditore agli studi di Trento? Il provveditorato agli studi della Venezia Tridentina, che estendeva la sua competenza sia sulla parte trentina italofona che su quella altoatesina tede- scofona della regione, poneva al nuovo funzionario problemati- che amministrative e politiche tutt’altro che semplici da gestire. Problematiche che esigevano non soltanto una profonda cono- scenza della realtà scolastica e della nuova riforma Gentile che si sarebbe dovuto applicare, ma che necessitavano di una com- petenza amministrativa e una consapevolezza politica del tutto particolari. L’incarico affidato a Molina prevedeva, infatti, due aspetti fondamentali: la conversione della struttura amministra- tiva scolastica della regione e, al contempo, l’applicazione, at- traverso la scuola, delle decise politiche di italianizzazione for-

zata dei cittadini di nazionalità tedesca dell’Alto Adige intrapre- se dal governo fascista. Nel corso della trattazione ci concentre- remo soprattutto sul primo aspetto; tuttavia, nel tentativo di comprendere i motivi che spinsero a scegliere Molina per questo incarico, sembra determinate tenere presente anche il secondo, poiché era a questo livello che si imponeva la necessità di una consapevolezza politica che non tutti i funzionari potevano van- tare.

Cerchiamo, dunque, di capire meglio chi era Luigi Molina e in particolare quale fu la sua storia professionale prima della nomina a provveditore. Ricostruire la carriera amministrativa del funzionario è possibile attraverso i documenti conservati all’interno del suo fascicolo personale presso l’Archivio Centra- le di Stato di Roma. Luigi Molina nacque a Terdobiatte (Nova-

ra) il 31 maggio 1887.1 Conseguita la maturità classica, proseguì

gli studi iscrivendosi alla facoltà di giurisprudenza presso la Re- gia Università degli Studi di Roma, dove frequentò, assieme ad alcuni colleghi, l’Associazione Nazionalista di Roma parteci- pando al fervente clima nazionalistico della Roma di inizio No-

vecento.2 Conclusi gli studi e dispensato dal servizio militare,

Molina intraprese ben presto la carriera amministrativa come funzionario di Stato, vincendo il concorso per segretario di quarta classe presso la Direzione generale per le Antichità e le Belle Arti, indetto dal ministero della Pubblica istruzione il 25 maggio 1911, e prestando il proprio giuramento al Re a alle isti-

1 Cfr. Archivio Centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione,

Direzione generale del personale e degli affari generali e amministrativi, (1910-1964), b 562, s. 3296, fascicolo Molina Luigi (d’ora in poi Acs, Mpi, Dgpaga, b. 562, Molina), estratto dal registro degli atti di nascita, Ufficio dello stato civile del Comune di Terdobbiate, Terdobbiatte, 18 ottobre 1909.

2 Sappiamo della sua partecipazione a questi ambienti per sua stessa te-

stimonianza all’interno del necrologio scritto da Molina stesso in occasione della morte di Livio Marchetti, funzionario ministeriale di origini trentine che aveva conosciuto a Roma durante gli studi universitari e assieme al quale afferma di aver frequentato l’Associazione nazionalistica di Roma: cfr. L. Molina, Livio Marchetti, «Trentino», 2 (1932), p. 37. Riguardo alle vicende dell’Associazione nazionalista italiana e sul nazionalismo italiano si veda E. Papadia, Nel nome della nazione. L’Associazione nazionalista italiana in età

giolittiana, Archivio Guido Izzi, Roma 2006 e A. Roccucci, Roma capitale del nazionalismo, 1908-1923, Archivio Guido Izzi, Roma 2001.

tuzioni dello Stato pochi giorni dopo.3 Distintosi fin da subito

per capacità e dedizione al lavoro,4 Molina avviò una brillante

carriera che lo portò a scalare rapidamente le gerarchie ministe- riali. La Grande Guerra, alla quale partecipò in qualità di sotto- tenente di artiglieria e poi di tenente, fu per il funzionario un momento importante sia sotto il profilo personale che professio- nale. Inizialmente impiegato nelle retrovie all’interno dell’appa- rato amministrativo militare, Molina riuscì a prestare servizio anche in zona di operazioni, cosa che, oltre a valergli la Croce al merito di guerra, si rivelò fondamentale soprattutto per il pro-

sieguo della sua ascesa professionale dopo la fine del conflitto.5

Finita la guerra, riconosciuti i propri meriti militari, l’ex te- nente di artiglieria ritornò al suo posto di funzionario ministeria- le, pronto a continuare la sua rapida ascesa professionale. Sem- pre apprezzato dai suoi superiori, Molina riuscì in pochi anni a scalare le gerarchie ministeriali fin quasi ai vertici già entro l’inizio degli anni Venti, quando si trovò alle dirette dipendenze di importanti alti dirigenti, come Leonardo Severi, uomo scelto da Giovanni Gentile per ricoprire il ruolo di direttore generale

del ministero della Pubblica istruzione.6 Per le indubbie compe-

3 Acs, Mpi, Dgpaga, b 562, Molina, processo verbale di prestato giura-

mento, Roma, 7 giugno 1911.

4 Come attestato in ivi, lettera del direttore generale delle Antichità e Bel-

le Arti del ministero della Pubblica istruzione, Roma, 12 ottobre 1911, in cui di Molina si dice: «per lo zelo, la diligenza e l’attività fino ad ora dimostrata» come «funzionario che merita tutti i riguardi».

5 Cfr. Acs, Mpi, Dgpaga, b 562, Molina, Copia dello stato di servizio, Re-

gio esercito italiano 4°Reggimento artiglieria da costa, Messina 26 ottobre 1922; Promemoria firmato Luigi Molina; lettera del ministro Cao Pinna al commando del deposito del 4° Reggimento Artiglieria da costa di Messina, Roma, 6 luglio 1923; dichiarazione del tenente colonnello Giuseppe Giordano comandante del 4° Reggimento artiglieria da costa riguardante la carriera militare di Molina inviata al ministero della Pubblica istruzione. Questi do- cumenti fanno parte di un piccolo fascicolo in cui il ministero deve calcolare le indennità cui Molina ha diritto per aver partecipato alla guerra nelle zone di operazione. Sull’importanza della carriera militare svolta durante la grande guerra per gli impiegati e soprattutto quelli appartenenti alla scuola pubblica: M. Galfrè, Una riforma alla prova: la scuola media di Gentile e il fascismo, Franco Angeli, Milano 2000, p. 59.

6 Dagli annuari del ministero sappiamo che al momento della sua nomina

a provveditore, Molina era già stato trasferito dalla direzione generale per la Antichità e delle Belle arti alla direzione generale per l’istruzione media e

tenze amministrative e organizzative, per la dedizione al lavoro, ma presumibilmente anche in virtù dell’appoggio di alti funzio-

nari come Leonardo Severi,7 uomo di fiducia di Gentile, al quale

quest’ultimo si affidava per tutte le questioni relative alla scelta e alla gestione del personale, il ministro scelse Molina, a soli 35 anni, per assumere la guida di uno dei 19 provveditorati regio- nali da lui stesso creati: quello assai delicato, seppur periferico, di Trento.

Le evidenti qualità professionali e le conoscenze ministeriali di Molina, però, non possono bastare a spiegare i motivi della sua assegnazione ad un ufficio così politicamente sensibile co- me quello di Trento. È nell’analisi di tali questioni che l’approc-

cio biografico, come proposto da Monica Galfrè,8 rivela tutta la

sua utilità, favorendo una comprensione più completa e, al con- tempo, contribuendo a fare chiarezza sui complessi meccanismi che regolarono la scelta della classe dirigente statale durante il periodo fascista; meccanismi che non rispondono a criteri astrat- tamente tecnici, ma coinvolgono anche aspetti personali e le