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Luigi Rognoni a Luigi Dallapiccola – 22/09/

P ARTE S ECONDA

97. Luigi Rognoni a Luigi Dallapiccola – 22/09/

[lettera autografa da Roma a Milano, originale; ACGV, Fondo Dallapiccola, A116]

Mio caro Luigi,

domani sera l' “Omaggio ad Arnold Schönberg”389 viene trasmesso dal Terzo programma. Quanti lo ascolteranno? Non so, ma importa che chi lo ascolterà comprenda il senso di quella grande lezione morale che il Maestro ci ha lasciato come eredità, e che rappresenta l'unica àncora di salvezza in questa nostra epoca di contraddizioni e di ipocrisia.

Io ho dovuto lottare contro me stesso e frenare l'impeto e la commozione che mi trascinavano nello stendere il testo di questo “omaggio”: non so se sono riuscito a rendermi degno di questa missione nel portare la voce italiana alla memoria del grande Scomparso.

Lo dirai tu e mi basterà. Ciò che diranno gli altri non conta. Ho molto riflettuto ed ho cercato di essere il più possibile “obiettivo” (brutta parola, quando viene usata da certe persone che ci accusano di non obiettività!), per non esporre la nostra causa alle solite speculazioni. La trasmissione dura 3 ore e mezza.

Puoi quindi immaginare quale profonda gioia abbia provato, e quale commozione, nell'ascoltare le tue nobili, ferme parole che mi hai inviato per questo “omaggio”. È bene che gli altri abbiano detto quello che hanno detto (in modo più o meno “dignitoso” e generico): tu hai espresso quale è il vero sentimento di un artista cosciente della propria missione e consapevole della propria grande eredità.

Grazie, caro Gigi, non ti sono mai stato tanto grato come in questa occasione!

“All'artista la bellezza si concede senza che egli l'abbia voluta, poiché egli ha mirato soltanto alla verità.”: con queste parole Sue ho voluto aprire l'omaggio alla Sua memoria e chiuderlo. Ed ho pensato soprattutto a te.

Quando mi è giunta la notizia della morte di Schönberg, mi trovavo in Inghilterra e stavo, in quel momento, uscendo dalla cattedrale di Ely (presso Cambridge) che avevo visitato angosciato come da un presentimento.

Ero con Eva e con numerose altre persone indifferenti: non ci siamo mai sentiti tanto soli, io e la mia compagna, come in quell'occasione, alla notizia della scomparsa del più grande musicista di questo secolo.

Ho conosciuto tanta gente celebre e inutile, da vent'anni a questa parte; mai ho visto Schönberg, né mai ho osato scrivergli, neppure una volta. Né Berg, né Webern ho conosciuto: profonda tristezza per un povero musicologo che ha

389Il programma radiofonico a cura di Rognoni dedicato al maestro viennese in occasione della

avuto dalla loro arte e da quella del Maestro il più grande insegnamento di vita e di civiltà.

Sto ancora lavorando al mio volume Espressionismo e dodecafonia (per Einaudi); avrei dovuto consegnarlo all'editore entro lo scorso giugno, ma non credo che lo terminerò prima della fine del 1952390. Ho trovato molti documenti, assai rari, sull'espressionismo, sulla secessione, sul Blaue Reiter... ma sto cercando ancora diverso materiale che mi manca. Ti scriverò presto in proposito: mi devi essere foriero di consigli e di suggerimenti.

Oltre la Danza intorno al Vitello d'oro si potranno conoscere le altre parti dell'opera391 lasciata da Schönberg?

A Venezia The Rake's Progress392: l'ho ascoltato cinque volte, ed è come se non fosse stato scritto. Non me ne importa nulla, anche se so che è tremendamente “rappresentativo” di un clima che domina, ancora, in parte, la nostra epoca. Sta sull'altra sponda: l'antitesi è irriducibile, abissale.

Noi lo sappiamo benissimo; ma intanto l' “equivoco” perdura ed ha un aspetto veramente tragico!

Cosa importa rilevare che quest'opera del “Grande Igor” (ora lo si chiama così) è “perfetta”, abilissima, sottile, e via dicendo, sino a fare pensare alla precisione di un orologio svizzero (non più Ravel, questa volta)?

È una tragica menzogna questa musica: e lo sanno benissimo anche coloro che la esaltano e la difendono.

Ero giunto a Venezia carico dell'emozione datami dal Trio op.45 che avevo letto da tempo e che solo qualche giorno prima avevo ascoltato in una stupenda incisione americana su microsolco (quella che trasmetto domani).

Puoi immaginarti cosa voglia dire passare da questa prodigiosa, profetica opera di Schönberg a quella di Strawinsky!

Per me il Trio op.45 è tra le opere più profonde e dense d'emozione che il Maestro abbia scritto. Mi ha preso quasi sino alle lacrime.

Avevo bisogno di scriverti questa lettera, uscendo dalla vertigine radiofonica e cinematografica che mi consuma la vita per il pane quotidiano.

Ti abbraccio con Laura e la piccola Tuo

Luigi Rognoni P.S. Torno a Milano, martedì.

Ti rivedrò a Venezia per il concerto Scherchen393?

390Rognoni arriverà ad un punto (peraltro provvisorio) ben oltre la fine di quell'anno: infatti

Espressionismo e dodecafonia non vedrà la luce che nel 1954.

391Si riferisce all'incompiuta Moses und Aron.

392L'opera di Stravinskij fu infatti rappresentata nell'ambito del Festival Internazionale di

Musica Contemporanea l'11, il 13 e il 14 settembre.

393Rognoni si riferisce qui al “Concerto sinfonico-corale per la commemorazione di Arnold

98. Luigi Dallapiccola a Luigi Rognoni – 03/10/1951

[lettera dattiloscritta con firma autografa da Firenze a Milano, originale; A.RO]

Firenze, 3 ottobre 1951 55 via Bolognese Tel. 45/342 Mio caro Luigi Rognoni,

due righe in tutta fretta.

Leggo sull'ultimo “Radiocorriere” (Anno 28; N° 41; pag.12) che il Terzo Programma, animato dai soliti fini culturali ecc. ecc. ecc., e che da adesso in poi andrà benissimo (o non si dice così, adesso che certi majali hanno sbattuto fuori Mantelli?)394, pensa di dare la mia PARTITA (1930-1932; se la memoria non m'inganna).

Mi rivolgo a te con la preghiera di trovare un modo qualsiasi di far sostituire tale lavoro. Se il Terzo Programma vuol spendere quattro soldi per la mia musica, favorisca di spenderli meglio, dando qualche cosa di più maturo che non un lavoro che precede di qualche anno quella che considero la mia Op. 1395. Ho scritto abbastanza e potete scegliere.

Se la scelta dovesse cadere sul PICCOLO CONCERTO396 ti avverto che il Caracciolo e il Renzi, in data 18 gennajo anno corrente, hanno dimostrato in modo inequivocabile (come dici tu e come diceva il Trucibaldo) di non saperlo fare.

Vedi di ajutarmi.

Molto lieto di avervi incontrati ti ripeto che ti aspettiamo in uno dei tuoi numerosi passaggi da Firenze.

Ogni bene a voi tutti da Laura e dal tuo aff.mo

luigi dallapiccola

394Il Terzo Programma era stato fondato da Rognoni e Alberto Mantelli (1909-1967)

nell'ottobre del 1950.

395Dallapiccola si riferisce al suo Divertimento in quattro esercizi (1934). 396Il direttore d'orchestra Franco Caracciolo e il pianista Armando Renzi.

99. Luigi Dallapiccola a Luigi Rognoni – 23/01/1952

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