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Fa

jriiójzaiiiii ilcor1

.

Oh come

ittfiQiJbaleiiP .

-T^to

eangiò,/dU «speUoI

Stringiti a questosenofi*^ '

f ij^i

Luigia^ ed

il Cont^

,

infine gli altriattqri..^cofi

^Moro

dirillanL,^^

. , .

Rom.

^^.fivsa^e^Qoi^o

Óon

iRoììdiiià!

....^;«a.se>tr^vpì^

J ^4 PP

. Chesta piennellat^^php^buò^sposà

,

De^

j|au49.qiwrto^

E

che so ,Vf9jpQ 4 scocchi^à Ste

iqeU x^et^

^

hia.«fi

Ja^scicale.^^i^^ne

la!

Na

sp<^s^iu prba'

m m se*j^

,,, ^

Coi segi'^terip

^q4>^P; Hammò

.

. ' '

4»g

fwn“<»

,

e uil

B ^

Digilizt '.OOgU

E sempre

ZtóiV^f)é!¥‘'c«fth8fe‘, nflS’sigaote',

'iìàccede'

un

brutto'gua^o.

.

Q^ielFaudace màrìhàjo Federicoosa'insuhafr,

'

Con,

Rom, Songo

amicò de da |>ace^

'

Non

aie

vogUò

eiméntà.

Coro

Arrestiamo quell’audace * F-d.

Importuno,

a/òbfe’ini

òHèndi?

eia,

Vo

da te risarcimento ...,

^

Oltraggiasti

Tonòr mio

Fed,

Tu

chi sei? palésàil'nome...*

Di

conoscerti'

ho

desio....

eia. Ioson tal, che-tremerai li

mio nome

'in'ascoltar1

Fed.

Parla...." * ''

Coro

, Svelati'.’ * ' "' '

Emi,

(

Oh

cimento! ) Fed,

Non

tacer....

Coro DeU’

ardimento

Darai conto...'. * *

da. Ah

traditore/.,.. '

Sappi io son..,. f?

Enù.

Del'pàdl«ioiò

" Fn compagno

negli àilkUiii'..

-*'

'

E

qui

venoé

a làrmi'pota''

sòa'

morte

‘JlTeUfurat^**

•'** * "

^La

crmlél fatalità. '*

|

da.

,

Ma

la colpa invendicata

Giuro

MÌcielf

non

resterà.

Emi,

'(

unà

figliasciagurata, '

'Che

da'vror chiede |>iétà! '}

Fed, rirfiotsl’lacerata

-V

ahaà in senpeoìindo' stai

P R IMO.

IÌ7 Barn* |Vielle

òe^Ima

fornata t i

* ^

Pè mVàveva da

spunti!

Sento

r anima

agitata....

Can.

Giusto

del!

che

mai sarà?

) Con, (

Veggo

ogni

anima

agitata,

Ma>

^causa

non

sisa! ) Tutti col

Coro

.

: 2

Quanto

è 'terribile Questo

momento

!

Non

basto a reggere

Al

rio tormento,

Che

in petto T

anima

-*

Strasian^

va!

Ab/ non

più fulmini

-Sortespietata! *.> .

-^ .

Ma

torni a splendere

La

desiata > -Soave, amabile ' SerenitàI

\ .. .4

Fine del

primo

atto.

^ .O

?: T

H

.*i\m .''•* •»• 01

J.X»

r- l'L l«‘‘i f' » /tuOl

(

e# C

B.JJ- A.

®-.E

I

M A

.

II•.J t• *«« i> (fc* ' * t ^ j * -S

Coro

dicontadini^ ituìg^i^

s ,<€s^ida

. } .' i .-'i: .f•.-9^*>

Ptìn>i4f

del Cam

.;.

<

E

^<>-''' '•"‘i 4»<t il", j

i,

Altra parte.

N'm

ancora'.•'

Tutti.

Che

insoWnti»> raajàaajol* .

*

Ei

di torbikli itn «espafo

È

vexHItQ a ioiàsiarw'.

-ShufFa, smania,«gnor;miiiaccia,

Non

si sa.cosaiHretenda^

Ma

per lui questa

Accenda Andrà

male a terminar.

Zui.

Ah

perchè.d.i%

*m

traditore Al periglioancor pavento?

r orror deltradimento L’

amor mio può

superar?

Can. Odio

merla, e

non

affetto

Queir

indegno seduttore,

Che

il candor di

un puro

éore

Sempre

è intento

ad

ingannar*

Zui.

Fra

r

amore,

e la vendetta Sento r almapalpitar!

Carr Sì, del Cielo la vendetta Saprà r

empio

fulminar.

Coro'.

Ab

! di Emilia poveretta

-Chi gli affanni sa calmar?

f. viano i contadini. Lui,

SECOBfDO.

Lìà>.

nop

è.peuetl:»tó^a^lcol!afier ragione quel, marinaio tanto §'4ite|^ssi de'cagi di

Emilia?

.

^ ^

Can,

Egli asserisqe di.essere- lin' di

_ suo padre. , . ..

jCrttt.

Ah

! quanto li son tenuta, soha^ sapu-to palesarmi

un

traditore!

*0

Can^>

Ma non

siete voi destinata alle di

D. Romualdo

? ,,

Conosco

il

mio

fallo,e sento

pur

trop-jpo la forza de’.vastririmproveri.

Ma

^

gio-\anetta inesperta

,

ho

fao’dmenteceduto

al-d® premure

di

un

perfido

^.che,profittando

. della inclinazione del piio eOTe,

promet-teva farmi-felicecolla,^a

mapo

.Con-

Quanto

sovente il postro sesso si

amda

alle lusinghedegli uomini! la sventurata Emilia ne offre

un

deplorabile esempio. Permettete, che io vada-presso dì lei .

Vorrei, se potessi, a costo della

mia

vita calciare ilsuo crudele affanno. t^ia. .Zpi,

Éd

ora cosa saràjdiurne? ecco

D.

Ro-mpaldo

:

ah/ mi

cjppvien placarlo per

non

espórmi allosdegno del

padre

. .

. , .

3 C E

,

JV,

.

A

.. ' . X

V. Romualdo

, e delia, indi il Conte.

Rom

stajc ccaagallone a doje faceti

. .sposa .fantasmagorical

ma

sta vola t’ è

he-. , mito.curio lo jeppone•• faje Jocato tri de-ce, e t'e ascliitosittantauove..

_.JjUÌ. ycn^tutlQ.

p^pndele

sulserio,e

non

vo-lete .permeltere

ad una

ragazza qualche scherzo talvoltaP

Ron

fo

'

l' f T ’Ó

Ttóm. Quà*stilizzo?

no

, lu pazziave cò

tut-"

'It verità;‘oh lìuiI tii sàje, ca io aggio

ma|^ato pane de

cchiù forne! vi

mo

nh

mùccosetla, cornine a le,

porta Scarrozza a

no

viaggiatore, òhe

ha

smer-dìnto e fora 1’orbeterraqneo,

ed

rf-<piaffco!

... .4. ' j '

Etti.

*

È

vero, che pocanzi’io hii adirai^cou

Federico, ma

lo feci a Volo 'oggelto'’ di vendicarmi di voi, perche’ appena’ qui giunto, vi siete divagalo a fare il hello colle

donne

di questo luogo . ^

Rom.

Sta vota Io tenlore .‘]>agl*ala la

len-ta carmosìiià e la pez?.a n’ò bcuuia a colore . Confessa, o fella'!f'’elli!fui

um

i

cà te piaceva de

camim

iià' co lo cavaìlot

de

sotta, elo perlechino....

Lui.

Ma

io...

Roiìù. Sta zitta!...

*

t

Lui.

Ma

voi .

' '

iiom.

Non

parlà! ca

mo

anticipoimiei'

drit-ti dominicali, te'tàglio sto naso

de

popa-ruolo, e.

non’

te 'laccio

bona

nè pè

"me

,

nè pè r

aule. ' ' ''

Lui. (3h! queste ingiurie oltrepassano il

se-gno

!

-Con. Vi trovo alla finef posso 0

no

sapere con tutto

r

agio adesso, che siamo soli, die

mai

voglia dire tanto susniTO, tante

*ciere torbide,e convulsiveI che

veggo

in questoritiro? "

..*<'!'«•

Rùi.’i. Valtennc si

ca nto

hon

àggio

ìgo-lìo ‘de perdere nè,

capo, nè'pacicnzìa

nè Lece.

^*

Con.

SEC;o2VriO.

-,

4t,

Con.

Per

la insolenza'di quelferoce?,

Rom.

Parla cò figljèta, ca essa sape tutto lo

mbruoglio

.

, Jortissìmo ^

Con.

Ah! dimmi dunque

Iq, Luigiq, ^mia.

^

Lui.

D. Romualdo

ln!piedi

anche so^a

.

Con. Mi

vedi,

ed

hai

vergogna?

quàd

male

^

ho

fattoio?

^ t 'i

Rom. Vergogna

,a figlièta ? chell^i ‘^tqpe*

na

faccia

un

dispiacevole sviluppo.j‘via. ,

Rom. E mo

te

ne

si fojuta!

oh! ma

l’-aje'

da

fa

commicoV

'

Con.

Dove

andate? e Luigia?

F

avete fatta

andar

via

, perchè

non mi

dicesse la ve-rità?

eh mà

io noti vi lascio, e voglio

ad

ogni costorsapere

da

voi fil filo tutto il

fatto... *

\

'

Rom. Ca

tu

me

ngutte, e sfuzzeche ' '

'

Pe

te contà, lo fatto, Io, strillo co'mme'an* aquila1

Ta

ìion

me

ntienne afiTaltò,^

''

E

a uscìa

fanne,ntennerc *

Rom. Dico

, ca Troja incenere

Priesto vedraje tu cca, Jortissìmo^

Con,

Ma

'piano! cospeltonc1

Pm

giù

con

quel vocione'l

/

Un

Digili,tai.i^oogle

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