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NAPOLI, ^vl; M I L I A C!: NEL TEATRO NUOVO SOPRA TOLEDO DI LIVESPOOL. La Estate del corrente anno DRAMMA SEMI -SERIO PER MUSICA DA RAPPRESENTARSI

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(1)

^vl; M I L I A C!:

'

DI LIVESPOOL

DRAMMA SEMI -SERIO PER MUSICA

DA RAPPRESENTARSI

NEL TEATRO NUOVO

SOPRA TOLEDO

La Estate del corrente anno 1824.

F£R PRIMA OPERA tfDOy^.

NAPOLI,

DALLA TIPOGRAFIA FLAUXÌNA

1824.

DigilizedbyGoogl

(2)

mrytrn

:

DigilizedbyGoogle

(3)

«>

ìja Màslca è Maestro Sig, D, Gaetano Donhetti

.

Arcliltetto

,

€ dipintore delle

Scerte,;

Sig. D. f

'rariQesco

Rossi

.

i f

primo "Violino

5 ' '

Sig. D. Gaetano Goccia

Macchinista

,

Sig. Giovanni Sacchetto

.

>

Sartore

,

Sig. Giuseppe Ferravo

.

*T

.

VvV '^

A

Digi'-zcdby(ìoogle

(4)

4 A T

T.

O R I.

EMILIA,

^i^nora Melos

.

.

CAKDÌDA,

Signora Checckerìni, « '

LUIQIA

,

Signora Grassi

D. BOMUALDO,

.Sìg. Casaccio.

CLALDIO DI LIVEHPOOL,

Sig. Fioravanti.

FEDERICO

, .

. '

Sìg. Zilìoli^

IL CONTE,

Sig, de Nicola

UN VILLANO,

Sig,

Papi

,

Coro

di villaaìj^

A'azione è in

una

valle, fontanapochiSi leghe

da Londra,

kX-

UigilizedbyGooglej

(5)

I

ATTO PRIMO.

SCENA PRIMA

Montagna

alpestre: alla sinistra'sull"alto di

una

collina è

un

romitaggio,^annesso *^31 quale

un

tempio di Gotica archilettura:: al basso Tarj egressi: in distanza abituri'di contadini.

E T

alba.

'

Fillanimendìci, indi

Candida

dal romiiaggio,'" ^

Coro

-A.ttendiatn tranquilli, e cheti

,

Già*risplende in ciel

T

aurora:

Questo è il punto, questa èi’ora;

La

pia

donna

a noi verrà.

Ci sollevi la sUa

mano

D’ indigènza dalle

pene

: L' autor

sommo

di ogni

bene

Il suoduol temprar saprà.

€an. Co’suoi doni consueti

Giunge

a voi la sventurata:

Da

rimorsi è tormentata, Pace...

oh Dio!

trovar

non

sa.

Coro

L’autor

sommo

di ogni

bene

Ilsuo duol mitigherà.

Can,

Emiliascenderà tra

poco, buona

gen- tej in

mezzo

alle sueangoscesempare

ram- menta

i suoi poverelli.

Un

Vii,

Ne abbiamo

le pruove più sicure:

son varj mesi,

da

che riceviamo i suoi soccorsi

.

A

3

Can

Googic

(6)

6 ATTO

(?a«. Dieciott#^ oi>'

fono

»Emilia qui

- giunse,. Vivrfvn allora htfre esilia dirt^tfrjce sua zia. Il

padre

suo fu il fondatore di questo.ritiro.,lj'|nf(8fiic0 guanto' sua figlia

mi La

raccontalo, è

morto

schiavo V »)e’,Lagjni dell’AflQlto. ./ ' j

sarA»posfiiLile di.dileguare la di lei

1. triftezaa? .. s

fCon.

E come»

lei pià ^epriLUi.rimorsi le*

raddoppiano

ognora l^’affaniio ? . .

yU. Ma

siapre

la

porta delritiro l chesia

d’.essa.?'' / . ,,

S C E N

Ji II.

Emilia

dal

ritiro,'immersain

profonda

T tristezza, e detti» ^ *

Can^

Coro

E.

eco miratela^

Quà

volge il piè.

Oh come

è.mestaI

Par

fuor di se! ,• %

Emi.

Quest’aura mattutina,

Quest’ astro risplendente , , .;

Sembra

, che in dolcp' calme;- ') j-j

Kiponga

isensi ipiei

Sventurata eh’io soniche;dissi mai

Non

vi è pace per

me

...

dovunque

inoltro,

Ovunque

'iovolgo ilpasso .

J

.- >

La

squallid’

ombra

di npùa

madre

irata Sompre'... alni sempre;riosuro!

Ali persegue il rimorso ov’^io

mi

aggiroI

Madre!,

deh

placatiL -

:A^isera

met.

. . \

\

;.

Ti

spinse aun^rtn i

Il fallo

mio

... '

. , ,

' >. lài

V

i

Go; le

(7)

LHU(

P

^

R

I

O. *7

mSIi' rende

un I^o

-•* ^.;i>> *

- :i.'i.tGiustajmesicèl rt .

OndeggicTi^'e palpitoJ i, v fa-i ili

Avvampo

y. €iuri agitai 0 / i^

E

resa stupida,* .-i r jr-..-

*'i rj'j Mi) ndànca illjrfé.lt»- .?* .r•,'>

.-CSoTV-i(Gir

come

si;agitai - < ;

.:,V'

Par

fuordi se! ) 1

-Xianr EmMia

, aToiid^intorno /•: .«i..Mirate'! poverelli: '. . , :•.» :B.Atfendon.‘y.meschmelli

.ìil *t./ : L’usata carita'i.* ' t ' .*

t£mL

.

Amici

mieiì prendetef ,v- i

f.t>smoièndos(y*eidanda

danaro £

pOi^ereUU

r -i. ir 'Preghiereal eie! volgete

\

Coraf

Che

«iatehenedettai .. , ' i.

. .

Di

tanto carità! .

£mL Ah

l di contento

<r. Ripieno h<^

r^lma!

- -

11 vostro giuhhilo

- ^ Ripone-in.calma, .. * .

^

E

^’Pcor pàà..lieto - -> - ,

*

.

Tornar

ftii'fa! ' ...

Coro

-fOgacr lapace . - . »

« '

Con

voi sarà*

,Cart^(haiie al cielo! vi veggoalqpitanio ras-

••>f-$ei'ena(a.*

^ >r, rE/Ht’v Ahi! caraamicà,

, questi sono lampi di sm-enilà'passeggierà5 i>miei rimin-si

non

me

la fannogustare molto:

tempo

v Vanir

Andate

amiciyesialepronti

ad

acior*’

rere, se

mai

snella k>UopOsiaValle qualche viandante si trovassein pericolo-

I

villani partono,

Or

che siam solfe, è

tempo

, che.

A 4

(8)

8

>At T

.

T O-

voi temìiniakte ilraccontodelle vostre svch-*

ture. L’ arrivo importuno;delUr nostresuo- re lo Itaaltra»volta interrótto;'

'

Emi. A

che viapririni^

una

-ferita, che versa ognora tiepido sangue?j

Con.

Giova

anii talvolta il'deposito delle proprie

pene

nel seno di

una

fedéleamica.

Mi

diceste, che voi siete 6glia diClaudio, signore diLiverpool, Capilatiadi

un

.va- scello.

Che

il suodovere lo

chiamò

altro- ve, mentre voi eravate

Lamhina

; che i vostri Leni furono

malamente

Amministrati daun’agente prescelto

da

vostìro padre V inedesìmo. Intenta

ad

educarvi* la ottima genitrice, fii colpita dal ferale annunzio della morte di,Claudio, ucciso in

un com-

hattimento da’ Larhari Afli'icani, che pre- darono ilvascello*i.. > .> *•

Emi. Ah

l

mi

è

sempre

presente.quell’istan- te fatale! !

CaH.

Mi

diceste, chev’ incontraste al pas- seggio in

un

giovane Uffiziale, che fece molta impressionesul vostro spirito.

Che

costui vi chiese in isposa alla

madre

,'e n’

ebbe un

rifiuto

, perchè essa ti

aveva

' impegnata ad

un

riccosignoreNapolitano,

di origine

Spagnuolo

, che in breve,dove- va a quest’oggetto giungere in Inghilterra.

Emi. Oh

infausti^ circostanza, che decise del

mio

destino!

\:

Gsut.

Che

il Colonnello, vostro

amante

^riu- scì a sollecitarvi

ad

una, fuga..

Emi. Ah

I il

barbalo mi

sedusse,

e

mi^tras-

(9)

.N

PRIMO. 9

se in Una casa di caiwpagiia,

come

trote-

delia sua parlitiia1 -

Con. Ma

subito il pentimento si feceseii'.i'e

nel vostro core, c

non potendo

'esistei-e lungidalla genitrice, meditaste ed ese- guiste il disegno di rientrare laaolteistes- sa nelle vostre domestiche nfuia.

Emi,

All1 vi regnava il piantov^^ la des6- lazione! la sventurata

m

et

madre

pel do- lore della ni’a perdita, sorpresa^da una terribile convulsione

, era spaiata.

^

Can. Oh Dioi

Emi, Come una

forsennata, e spinta dalla disperazione

, qui venni- a gittanni a’ pie- di di

mia

zia

5 ella

mi

accolse, peixliè

- io avessi in questa solitudine pianto i uiiéi falli: volleanche il cielo di lei privar-

mi

,

ed

io, sola, epriva diogni soccorso,

vivo^ier.

mia

eterna sciagura in

un

pelago

di amarezze. . . ,

-

Ccrt. Consolatevi’. A\ele in

me una

leale

amica

.

Ma

il

tempo

si fa burrascoso!

comincia»

un t&npomie

, che ^a

^emprd

vrcsci^ndo.

*

Emi, Eppure

il i^scentc giorno

sembrava

COSI ridenteì

Can.

Ritiriamoci. I contadini saranno sol- leciti

ad

assistere i viandanti.

Appunta

nella valle si vede

una

carrozza!

ob

co-

me

cresce il turbinel '

h -

Eoci

di denteo Ajuto! ajuto1

Emi.

Infelici!il legno è ribaltato1

Can.

Correte amici... andate a soccorrer#

quei meschini.

J

contadinisiajfnìtano

ìq

la yalU,

A 5 Em

-luo^le

(10)

IO

A T T O

£ììii. Somi^do

jNumel

ah! la Ina. celeste ma-'

no

accorra a sòUrarli dal perigeo!- , . . anirano nel ritiro Infia-iar il turbine,

.che va qir'ndi a poco,

a poco

cessan-^

.

do

,!e succede ì(t^alm(r,

S"

C K

N: 3^ r III..

Federi (

0,,chc' canduce^a fUnio Romualdo^,

I- mcdlf:aki9ÌQ.idaih^cadila^ , ..ri l. tJ p»'- , » )"l!• 1.

...

I >i

Fcd^

cpraggiò.j'il-del sicalma....

Rom.. " !

E

iiecla

JM’ ha-sfrascena^o.oca,,

meate

la sposaci

.

Piuto

a.,uó»layai*oue' i .

ÀddeveBtaaào

>sto*,

aa

grauavotta!

Fed^ Soa

seco.i.SeJFVÌrilpadre:iaquest» luogo*

. Pallasodcpta. scossa- •' ' ' t

Vi piaccia'alquanto riposar'.

( Potessi' Così'ìdaliiUiio''tesoi*.strapparii-ognora' AKborritOirivai!.') ^ Koiìi.r '-'Vi la.ounalór.^r/ .c

A nVommo

che allàncato,i »

.

P!

abhrarama?nuTfiale,T. , .Vicino albene-

amalo

•>

Faceva^carneyalfe, . ì

Mancava na

tropea.' _ < , ..

farlo disperil . * r La-sciòiia-m’ è .m^treay

i., ,

Male

m.ammgi

me/

sai'ràrj. i

Fed^ Ma

ormali$erC)i%l%Ò il

dolo

i i

Ma'

dissipato è iPi^embovc

»

Pi

bdl§'ctfei' in grembo- ..v

i. . TofPafes are^piiar

v

.<

» Hoint.. < 11^ piocbff

annacG^ld

-s

è l.. ©e»Godale]

(11)

p R

r

M o.

' Da’ latremnncla Lottay'‘ *

Co

li'anca sdellommala, .

Go'qaacche coscia rolla

,

Cioiicata int’a

nO

lietto La*sposa''iwrà

da

sta#

'•*

E de

tao lazzaretto

- *

Che

canicarè

ho

da fa ?

'

è

tfnpai^sàggiero affanuo

,

'

Che

i-Sensi suoi

imprende

y

Ma

il suo' 'vigorriprendey’

lièta*tornerà.

Rom.

il'aje vista?

•'Feé.' -

^

Lo

assicuro

Borri.

E

sana?

Fed,

Qual

timore?

Bom.

èià

hona

? '

'

Fcd.-' * '

Ve

lo‘ giul^O'r * *

Or

vi raggiungerà# f ^ Roàé.“’*

Ab

( ca-da‘morte a Liti v'

^ . '‘Me-sento sorzetà!

Fed.

(

Ma

ti sarà rapita, « i ' - -tuagiàmtaiai sarà ^

Aow. Zompa

. valesto .# 'vìf

comme

stà..

-li.-. 'Si e» revenula portala’ ccà, '

'

'

Che henga

all’uoglio,mhraccia,ónseggetta,

Vedè

la voglio,

pe me

calmà‘?

Dille

5 che st’

arma

i-étìià n’arricetta,"

* Che‘-‘sfi[uas!eef'saritaal-le àggio

da

fa.

fìAfh!

no

-iBOi^kilto?àccossi bèllo

Numi

di

'Lóndèà

!'peèhie' serbate r glfta óuesià'ìrt'zfiàpiél^fratèllo

aèriàvOgRà1 '*t

^

affrèlto servir

d

.V,*^

*

ioiUs^' peste tùttè dirò.

^

^

Gr

E

Googic

(12)

,ja ~

A T

' *• i

E

in ascoilarlé - la'vostra _LéIIà,

Per consolarle - volai*s.ipra, '

Oh

voi felice! - ritleute stella

Già vi predice - seleniti.

(

Ah! uvuo

a stento,r acerbo affanno!

Di

gelosia

mi

auge i) vehuo-1 AniOiT dispetto, ^ià. sento

m

seno,

Che

il coruiisitaneiìeria^siiazi^r,) JRod^ ,Eancorate stajeccà,:‘uiraalora,segre-

ta", cchiù pesante tu, de lo-

cchiummo

.-

e caiumiua, tartaruca miak

Fcd.

Ecco

appunto l^uigia, che, rinvenutar dal SBo suiarrinieuto, qui viene a cqijsa- larvi.

(

Oh

gelosia! ).

. .

.. ,,,

S -C E N A

IV.

_ ..

Lw^ia

con contadim« esciviy,imliilCcn^e:^

O

!i^ ammennolella.rmi%,"ii/.uioiin^a !

comnie te siente2 sbattala<flaueoja dalia

tremenda

sLatlitura.. - «

Lui.

Me^o

chelo spavento, altro,male noir . ho, sofferto,,..grazie al cielo! .r-v

Moni.

Eh

i p^otci^aessere pe/oret ducette ehii- lo,

che

serompette do.jp

gamme

,.

0 uno

Traccio. ..

Lui.

D^biamo

Ja nostra salvezza aquesti

^yil^id>

«4

.

a quel marinaroy,-che

con

co.- raggio straordinario,

fermando

ìcf^allir,riu-

^ .dalperiqqlp,; ]„tiV, ,

ilom. ,Te,!.jSgliù sciacquate, 6 jlibriacateve pè

me

jdiebirra.}a<phiiljQ ^i^rént^rplevoglio la fa

no purpo

^ricamato)0

Vi

ca

V

ayim^

»o obbxewiioae

ìe /lo vii

^

/ ..

(13)

^

PRIMO.

. »i3 Luì,

Ma! còme ad un

tratto i cavalli-, spa-

ventali dal temporale, ci lian trascinato in questa valle! .

'

Fed.Disgraziesoliteasuccederea’viaggiatori.

j&om.

E

..pò, Federi’,

addò

losiighiuto a scavi

no

cocciiiero co n’uocchio ci-cato,e Coirauto, che poco»ce

vede?

si

non

strel-^

. lava-io'Utiempo Tautojuornoy ce slrasce- nava tunno dinto a

no

lago, che isso a-

. veva pigliato

pe na

Lelia prataria.

Fcd. 11 talloadesso

non

ha

più

rimedio:

p€m-

siamo a rìstorm*ci inqualche

modo

.

VU.

in quel ritiro sarete,accolti con.tutta la ospitalità, ed amicizia^

Fno

de' contadini,accorsi

ad

ajutarciy

mi

ha dello tesser quelromitaggio dasole

donne

abitato.

.

Rqm- Tanto

meglio!

mo

ce

arrivammo

nuje

,

.che ..simmo uonmieiie, e addeventanimo tutte neutre: approposeto

de

neutre paleio .,ch^isein’ fatto?se fosse'restato

commc

a

ruósjpo a ngrassàdiuto all’acqua?.

JLuì, Eccolo.esUarrivasostenuto da'contadinr.

Fed.

Povero vecchio1 la caduta è stata .più fatale a lui

che

a nor. j’ ,

Rom.

Cbesta è una delle tre ce de li vie€-

chie! videtillo-si

non

parsn’uossode pre- sullo caroliarto?

Nèv

gnòl Qóhmictesiente?

poveeommo

1-staJe'tutto•,'nfusoil - v

Con. Se

soacoafuso?.'

oh

ìL/dlal volete,c'ie

w> aon

losia Ijpoladisgrafiaavvenutaci?

Rom*

Aggio- ditto-

m

té'si bagnato^’?

éfoA. Quale oogtoato’? che’dite? e

sempro

#i€te sullo scherma , !1

- ~

Rati.

i*

(14)

t 4

.

5

T rO

T

Bijnedica1

cW

belle.recchfe! Eppure*

, ,x:ìerte'fbole.è'forlunu: poco' nuanEè' nuje stevamo' tremmanno'

pe

lo' fra casso'> de' li

truone, isso', m’

addimmaanavà

chi era

^

che.mmieza

a lo vallone sonava.lo?contro-

basso^ ' . ; I.

Con\ E

cosa"- SI fa' adeiwo? TesÌereìiio''qiiÌ a

,disagio' a che

non

isiaiaccomodata-la -^VeUura3’) , i . v. ^ 'i.'ì u .-i Itom.-Gnernò.: mo'ce }atnmoa- ristpri'din-'

to a .ehilio romitaggio-

;

il .1

Con.

E

perchè'

e

Maggio’volete,* ohe io

mi

asciughi qufesti.,abitiin dosso? ]>

jìom.

Jamraonceyne

ca; tei fMoi-mof?vedile

I

n

tanta tempesta^tra*!nuje'duj,e}6vienè

oom-

'.-mico’.v t' . > '•••h r.i I.;

Con.

Dove

? l. *>.k->

Hom. A

la conciaria a''farle’ spilile .rec~

chicl Federi appo]a tu la sposella’

mia

. ca io

me

.carré jd-sto’casciabanco. J i ' j entrci'coh Con.’ nel ritiro' àcoomprr^rkiicP

dà.contadini:.' » " ^ ^ Fed.-

Mia

cara'Luigial

' ' ^

Lui.

Ah

Fedeiicoi i .* \i>..

Fcd. Voi sposerete

D. Romualdo

Lui. Prima'morire’,*che

abbandonare

il

mio

Federico.- i cnirano

ml

'titiw. .. .

.S C. E- N

A:'oc'V..',> < - Claudiolacero nelle 'uestig’coh(lun§»ìizrbay

\ -

,

' . ili,'abito-,di.schiavo iv.>J

eia,

•i .

I

'

:: 1 X i*l S f<il '

n

dinn whiavidù’ .'A -^oil

e 'Il fato

mi

idteQfnA.!D - Il cor gÌaiIUQàà4l|fr0fÒr «:

_

ch«’

(15)

P RTriMfO.

Che

sia cìEijateotoI -

. Ovti«<|«e»Ì6 -to^o;il.piè,: ;- •>

Non

trova'it

mio

dolor

,

.

Che

immagkii.dj orror, '

E

dilormenlo!

^

Ah

Claudio- svontiu'Ato! *. ^ ^

Quando aTraimo

.uh*condlagliafihani tuoi?'

t Di dura*schiavitù;

dopo

veìiti anni. . \

Sull’Affricano lido al patrio suolo»

Celere ilpasso io

muovo

,

Misero’

me

lnon- trovo'

Che

piantoyche’terrori perfida Emilia

Tu

la morte recasti Co’ tuoi delitti infami•'

V Alla'tua genitrice e spòsa

mia

!'

Cielb’l*vendica-ifduohdi

«n

padreafflitto'

Colifaimin'punitore del delitto!*- ' .

cDi una

tradita^madre* '

E- oniLra. tuttor sdegnala'

Non

scenda invendicata '

''.j '?=---Ke’'regni' 'deiroiTor.' '

Ah nò

'che dissimài’

. i ‘Mi trasportò

lo

sdegno '

'

- Cielolisospendi"il fulmine'

.

Lo

dniplora il genitor

*

•*

SIè’ver,.

che

sei pentita":

Misera, afSitta figlia,’

'

Stendklo

hraccia’ tènere- ’’

.fr 'Archi tidiè la

vhà

,*• ' ' *

r.' f'.'-miE suUa^‘nnitÌL'icenere

-!'! '*i

Noi

'Spargeremo^'unanimi'

0

Lacrime

di^dolop'.- ^ ^ i

:• Questasoave

immaginò

-

-Lieto.

'ireud^di cor.' parie -

I

\ SCE-

'

(16)

. i6

ATTO SCENA

VI.

Corridoio nel ritiro. Varie porte

conducono

, a diverse celle.

Fider», Luigia\ il Conte, indi

D. Romuah

Con.

Spero

,clie domattina proseguiremo il nostro viaggio per VItalia,e giunti a

Na-

poli) si faranno subito le tue noa^e

con

D. Romualdo

»

Lui.

Noi

voglia il cieloI

Con. Cos’ hai detto?

Lui.

Ho

dotto lo voglia il cielot

Con. Brava Oglia!

Lui. (

Domani

sarai

mio

marito

.)

Fcd. (

A

quest’oi’a saremo di giàlontani. )

Anche

questa sarà da

me

corbellata: e[^

purela

memoria

di Emilia da

me

.tradita

non.lascia di turbarmi.

Eb

debolezza in-

degna

di

me

! )

Lui.

Ecco D. Romualdo

»

Rom.

Catterà!e

comme

socasseseste

femme- ue

ritiraleItutte debelle cere^site

vedono

s’accovauo nzì a nlerra,elè‘fanno

na

re- sellaufaccia;oravi?cca dintos’

hanno da

ngi’ottà tutte ste bitelle Sorrentine,e nuje cierte bote ce

avimmo

da acconcia còcier- le-bufare, che te feniio vota lo

slommaco

l

Lui. Evviva D.

Romualdo!

Rom.

Luigia

mia

,

non

te fa bruita, ca

pe

te

sempe

ce siala

primma

-

cammera

dinto a lo core

mio.

Io so'*pazziariello,

me

piace de sta tra le gonnelle,

ma po

lo sape Napole.,

Londra

, c liitto lo

munuo

,

ca,«on

$ong’ giorno

de

indizia.

L jle

(17)

PRIMO."

17

/

.Cui.

Oh

!divertiteTÌpure, io

non

sono è«-*

Iosa. « -

Bom,

Tutto loconti’arìo de

mammeta,v

che a cornine m’aje‘dittò tu’ stessa,

ha

fatto senape ico li Larcune all’uocchie a lo si

Contei eh’ è stato

no

bruttofiezzò d’ar- tiglieria.! sanfason... scianipagne! 1’uoc- chie so fatte

pe

Ledere.' <• ^ Lui,

E

le^

mani per non

toccare^» ,

Bom, ELLiva

la guaglional moscia ^

ma

le risposte

non tele

faje

mancare:

appro- posito, aggio'risto apparecchiada

magna-

re}=’sarrà

pe

nujo sicuiamenie: >si i^ò» '2 adesso

avremo

l’onore di esser^serviti dj^

stepeccerelle a la

meuza

Coni

A

chesi pensa?

Hoin.

A

lo diavolo ceratoì

Con. Cavoli in insalata?inon'mi',piacciono,

Rom. No

? e tu

magna

cappticce: e io

non

Loglio fa vuto de parla co sto sordo! Lui.

Se

lo permette lo sposo, -vorrei ripìo-

sarmi

un poco

nell’ altra stanza,

•Rom.

Uscia è la

padrona

. c

JF'ed. Vuole

compagnia

la signorina?

Lui.

E non

sai che sola

ho

timore?

Rom, Vuò

che heiigo io?'

Lui.

Non

conviene, che.voi. siate a'

me

vi-

< cino,

come

prossimo sposo, in

un

luogo di ritiro: farà le vostre veci*il-segretario:

così vi sarà«un

poco

piùdi decenza,

Rom. E mhè

segreta

me

’raccomanno a la tua segretaria.

Ne gnò

? etu*

non

haje

co

essa?

Xlon. Viene la badessa? v-

*

R0ÌIU

,

,Cooglc

(18)

-i5

* .'A

JT

3*

'

Mom.

Mo.ie.

i|o-priorade:piópii0.tìraa«ili e la fenescoI

"

3Con,A^^

dite? i y. i-.l oJ^ur

. ^av

da

figJiola\Éaojr pffatparlam-' aiOi»

Spmgandolo

K'

nc'

.i (•:> i

-€ott. Costi» Kaiff» girare iéittteUoif >

V' 1 !jr. , r..... 'i

*r'.< ! t

Ronf Eppure

sta sposafparey:;cbQ^^«bie/com-'

mi

co magna'iselnpe alojapatecàt? ^orsf'.è

•''Lellitia quanto!ce

uc

cape.y mà. la gracili - »oj[apare,-!chela iFeiiue,a*milie‘rdàcatfc

a

- lo!trappisol>crh

ma

fj^nànno

me

.awcrà

^mo—

to.|rlieray 'ine acti^tici;»?

a

ge»io>.

mio

.

^ t

Xjì

i>^e'ibi’ché heila,"figiiola ae «e^itene a chesta vial cbestfitbo.èf faccia der^riti-^

rata? vi checastoro-eie

picmgno ^ ha da

carolià(liuto à sto stipol . .

fS' A VIE

J .Au.

. .

Emilia

%iC detto o,I .-v

'TT

i fi- :: . -J;;. >* i

-Emi.

.>Vloi sicteiosignore ^

de^noBÌn

ospitici K..h; . ?<

Rom. A

farvi grazia'..,-,e vuje*site ia nostia.

ospitaìera?

E

chi

non

slan*i»

ménte cam- pa

dinto a.stO!ispilale?.

Emì. A

chetanto

mi

gjjai'date osign(H*e?' -ih)/».;'Io s0'iàppi^ionalo-de bolle .pitture, e

quanno

Medoy.ncjiqstadi^i; id:.Fraucoschieilo

; .coaitna bu)e jiou :sazio

ma

je

de

sorchiafcemdlo' còH’ uiicchicjSie

ha non

ere-

»' dere aIol’muUo-itquaiirio'' -dice, fa

ogne

disgrazia.;inoli''.heiie- pe. ta

male

t

siano

benedette letrouole de staimnatìna

che

ce

hanno

procurate iosAiiacere.

de

:vedè

sto»

P Google

(19)

P R J M O. *

•toritiro

de

Ideile nenjae> e;d« ^vnje ci^naeote^'"cìie tra le."^eU^ ail« la capo-^

f/n/. <jnel elle veggo, moltp.ilno*

Stro-

«sso

? J. , ...(, ^

rM,Qm^

Ma

«i site la

-c^ù

ji)ej[la;

de

»

>|i^ra

lèrlo veroyelie e^Uuorm:» aste,ro-^

leaddofose ceso le spincf,

ma

io seipipé vm-

pe

so fiso delleloropuajture^.... ^

t^hiedo'licenza^

d(iW

assistere, al- lemie'corapagiie•;

, .

.

^ .-,...

,jate?

nop

signorer,io so

no po-

vero' Ì>agpat(^

df

JU ji^Hjpesta,

J

ino che steva'pi|l}>nnò..na,ppcoiderfraKmiia,nfac- ci%a Cnoco^.Q^cìa

me va

levàj/lavaim-

pa da

vicino?.^- gner»ò.. .liscia si azzez- zt,.

facìfla*PO.

poco

decc^inei'sazione..

Emì^ Come

vi piac^, sediamo^

pure

.

Cono-

sco dalvostro accento^ chesieteNapplt-

tano ? -

<'•

t -• /

i!o/nv

Gneruòy/

Napoli non'.mi sbucciò,

ma mi poppò

,

Spagna

facpiella,=qbe

mi de-

vacò

^ I

EmL

Vale dire che nasceste in

Jspagna

9

Eom.

Adclò^seifZA pregiudicaituoi colori,ce stanno.porzi.de quadri vivaci,

ed

apprct-

(Mori .'

Emi.

(

Qual

somìglian^ta di circostanze!

E

c^n>e sietein Inghilterra? , j *

Rom. Eh

! dela storia

mia

se^tjae potaxria- ni?,/Stampi diepe

volume

-in. foglioI

na sposa

, che a uso de tvasfermazionc tea- trale

me

sparejcedall’nocchieyime’faire

ancora

spierfo demierfo».k^>

.... ^

Emi,

' Google

(20)

»0 ATTO'.

Emi»

(

Oh Dio

! )

' , » -

Rom.

( Chesta che

ave?

)

No Prencepo

, che m*era zio, velette faraio fa

no

ina-

"ti’inionio

degno

della

mia

tioliile nobiltà, c

me

n<^^aparraje co na figlia de

ho

Milon-

^

do

, che steva a

Londra

io, che so stato'

“*'sempe amico de viaggia, subeto partelte

da Nàpole

-péghi aLondi'a a trovà la sposai'

ma

siatte a sentì,

mo tene no punto de

scena

farce cade jnsto

no

Lellopiezzo de

mas

oca. . '

Emi.

(

Che

Sia d’essoI

oh

sventurata!

J

Rom.

( Sta signora è attaranlata! ) :Emi. ( Cosa lar

mi

converrà?)

Rom.

" (

Se

contorce! che sarrà?

)

*'

E

accolsi

seguitare

,

lette a

Londra

, e

non

Irovaje

Llà

lasposa...

Emi. Ah

!

Rom. La

briccona ,

L’aveva

fatta'1»frittata ^

Emi. Ah

! , . *

Rom. Da

casa era scappala'

Con

un’

uom

ditristo ciiorioy

E un

marito provisorio Se trovcije primraa de

me

Emi.

( Si... di’ è desso! io gelo...

<nmè!

)

Rom,

'(

Che

cos’ha se

pò sa^

?

Emi.

Dite in grazia il rostro

nome?

'Rom. Èd

no poco

ioiigariello.

Don Romualdo

d’Occhiohello»

De’ Marchesi Calobragos,

y

Fi^*ueros

,

y Moncados,

Castanassos, Camposellos.-

Enii* ,

Un •[

(21)

. 'S

Smi, Hom.

Emù

Rom.

Emi.

Rom.

Emi.' Rom.

Emi.

Rom.

Emi.

y

PRIMO

Ah

l son morta! . 'j

Mia

Signora1 *

<

Si'si osseisa Va a malora1

Me

ne fujo ino

mo da

te.

Ah

! fermate, eravvisate Z"'

' ‘Quella rea, cImvi ha tradito...

Sono

Emilia... •’ jf!'-.' ..

•Oiraè1 che botta1 . .

•Sì,>mancai

ma

fui sedotta \,

Ahi.

- . '

/

‘,

Ba

un'

empia

traditoi'e

Ah!

,

Fu

deboleil

mio

core «

Ih! .

Ma

tosto ilpentimento

Bèguir seppe ilfallo

mio

, i

;

E UQ

rimorso',

un

fier tormento.

Strazia sempre il mesto cor

.

Mom,.

(Vi

che

muorzo

dellicato '

A

sto fustoera stipato\

.

We

che faccio?la

perdono

?

Me

r abbraccia?

me

1’afferroI

Ma

sto

stommaco

de fierro

Mmeretà

non. ebbi ^ancori

Emi.

( Egliestatico ^ restato!

jPar

mi

guardi, esia sdegnato-!

Cresce o Cielo! il

mio

periglio!

Chi

mi dà

qualcheconsiglio? v -

Ah

! tihastin le mie’pene>

Sorte a

me

nemica

ognor

! ) t^ia.

\

Rom. Ora

yl! lo so réstato'de preta torchi

na

! Chesla è Emilia, rhella cl^

me

fa

I

' celle lo bello chiantaruolb!,e>io*so.resta lo

comme

liCfUiytlo

se^-

dirle.na

fa

, xola,

(22)

Iir :A.

TT T O

, rola,

mente

1’aveva

da

tcarrecà^v3e

mpro-

perie-

'

'

< ..ìj.»

;S••

E.

N

i,A

Candida<fi

e

'detto, i

Q

.-

''ci : !li

A

.\

nel lacero markiajo fJdieV^i.liasoc- corso allorché ribaltò'là arbstra*efirrozza,è I

venuto per ubbicUi'e al,yostro.coifaando

Rom.

,Gnòrsi,.è;gbmsto

ebe

«har'.dai'avè

na

;buono regalo,

ma mo

tengo aliti'guai'

:lacapo’: dimnrie^--cósa, ìai^ireitrice .de sto luogo è Emilia Lavapulle?1i..* . s.

'>

,Can.

Che

..sento1 è

come

vi è inbto?

Rom. A vimmo

saputo lutto.

' .v

Can.

E

,qual illazione ayele Voi

oen

essa?.

Romrn.Qnà rèlazitìneliolibbella! lÒ songo il' ,suo '.destinato

connubiMQv.ohe

.'da Napoli'

me

.poijlaje aLondra.7:;pe fa sto^ bello ,ma- trimonio-.r )

«moì

ni '. . .

^

.Can. ( CosÉtui!•)!'

-o

Rom. Che

?lu-piirépatisce..de storzìlle?

Can. Voi siete»»,quello? fph quale

combina-

zioned- m.j «o n

Rom.

Agigio'jifisoliatbj:/.fa’trasì lo

marinaro,

ca

mo

lo vialo e p4).me^^.la.voglio futnà:

!*10 l'etìxo è fatti)per)citliiso>

pe nime

. Cani

Vado

à ^finirvi t»ia..> ^

Rom. O»iammammo

a Federicov'sto secreb lopozzoconfitlà'alo segretario

Federico

. >.V

, . iS .C;ì-E :N» a*'

IX.

; J ' jFede^icQi^ e dettoci

0

••'j'.

''

A'' ^ ^ i 1

aV

vestii-

xoi^^

<V.ìi

-'lim/'ÌSQ^ i.

w

(23)

P

I

M O »3

, Fed..Fi‘(pale?*Jr» j ^

'" '* ’“• ^ JlQ/n. Aggio trovatole sposa, che m^'erafò-^

jula.'Oal

primo

4e^o'.' » ...^ >

FeeL

Che

mài.dite ?t^Eniiìia?

'

Bom.

Emilia è la capo'desto romitàggio,

Fed. (vChe.sento^mai-r étaisi

sc^riràimo

1 miei raggiri, )

' " \

Rom.

Chesto che,d’è! lo nomrriè

.pare'/ioialisiiiaóoà’tu'pu’^tési.smarìizato?

Een.-vCertaDiente*.-;.’

partilo*

al

momento

,

Mi

faprrore questo-luogoì4 ” '

Rom. Che

giovane d’onore! se.jatòressa

pe

..^lo pa#r©ne!,H'-f'j'*-1 t '>

n

* '

Fèd. ( Feci male

ad

uniimi'a',costui'',’

come

segretario,

ma

chipoteva pensare... )

Rom. ChiWo^

cheila‘cai’i'iajea la'.lftgliola;fa-

celte.^lte cairriiie;jO :»" Fed. ( Egli

non

sa, che-.sono quello. ).

JiofTi. Afi^osa»!limilo tutte11 britcuìie'.'

S

'c ‘•-XI ’,;

.:•[ pluddìoi^ e detti^ ^

E

ccòlo. .in.! quegli.•• 1: ^.è{•'V

èmplp

aeduftort

di

mia

figlia:.il suo

j&aW

Uotae UUlla val- ..:se a.celaijo;aUoj

mie

rh^rclitc^. ,(Jh

mìa

vèn-

. dettalibrai*paigs^adlà'fiqe!")Signori’»'’che

.

yele^

.da

me

3:.>cj '

^om.

.Viene ccà, tu, che

me

pare*ascluto dà^ino apetale.; azxeccate-, ca t^'aviìnxqo

da

TÌngrazià, eregala‘v^peeéhè ce k]e 'salata la yiià.\ ‘i.

^ ^

Fed.

.(

Con

qual fierezza. Htt osséi’THcoRti\)

Rom.

Pigliate ste ghinee. . v i- jC/d.

M&)Yàld»M

tilt

'

"

Hom.

:byGoogle

(24)

a4 ATTO*

Rùm. Oh mmalora

!‘no pez^ieptc'ècchiù sguaz-

zone

de nuje! t .

Fed.

Chi

sei ? perché cosijiltento

mi

guardi? eia. Ioritrovo in voi |a .somiglianza di

àna

persona,-che conosco

^

Fcd. ,Tucredi ayerjxddonofciutoaltrove foife?

eia.

No, ma.,.

< . -

Fed.

W

sei?.. <; '

C/n*.

Un’

intelice bersaglio<dell’ira.dellasor- te:•r

empio

, virassomiglia... m’ invo- lò tutto... 6nOii* onore,,i(

Fcd. jf Quaidetti1, ^ ;* . >

Rorn.

No

, Federi! tq rassomìgliea

no huo»

jno g^alautommoI . 5

Fed.

b

che ti fece colui f ' eia.

Pprtòja

njialcdizionenella

mia

famiglia.

Ioera'schiavo he’bagniydieU’ Affrica,

ed

al

mio

ritorno,

.

.1. « *

,

Fed. Tu

fosti .^^chiavo Ri

j( Oliai'palpito! )

' -

Rom. K

coipme te sarvastet? '

eia. Col

mìo

coraggio. iVenti annilanguii imìseramente fraquell’orrore. In^ànto

un

usurpatore s’,impossessò'de’miei beni,do-

po

avermi calunniato di'gravi misfatti

,

.-che meriiai’ojno.la

mia

'proscrizione, e mi 'ridusse nello squallore, in cui

mi

vedete.

Mi

restavano degli esseri a

me

cari.,,

OhDìol

^ t,

'

*

Rom.

Federi, sto» schiavo te saetta eoU’^uoc- chic! (che

r

haceltico? «

fremendo guarda

Federico

,

Fefb

(Io tri^motl

)v

* r -

;

Rota. Appriesso. . .i : i '

eia. CoyiiYii

n4

Itti)»

MHO

il disegnò di li.

-••A

be-*

Dk.

(25)

P R

I

M. O

ierarmi

j'come

.il fuoco nelle'vìscere di

im

Vulcano..Finalmeiite.Diiriuscì di se- durreil

mìo

vigilante custode con lusin- ghiere promesse.. Essendo,

un

gioràoai tra- vaglio alla rivadel

mare

, vidi .un piccolo naviglio

ahhandonato

. Pregai scongiurai

*il

mio

^custodea

prc^Uame

r cTa ^ficina la notte;

una

folta uehhia ciifavoriva ‘‘Àt-

, travei'sanmao.

vogando

a tutta possa

un

pió- colo seno di

mare

. 1barliari, fattiavvei-

,fili della nostra fuga, vomìtaronò'.contiV>

di noi

da

mplte.Loccbe di fuoco a

più riprese, lamortev le anni del mie^custode

«i servivono^dl difesa,. 11desiderio* di-oon- servarci la vita dava^vigore alnostrobrac- cio, fino che salvi e lieti

inalzammo

al-

r

Essere degli esserii più sìnceri ringra- ziamenti.

,

Bofn, Tornastea lacasa toja

?..

eia. Tornai per trovarvi il pianto ildiso-

nore

, ela morte.

Ora mi

mantienein vi- ta il desiderio di vendetta. Scellerato! tu

mi

strappastidal seno glioggettipiùcari

,

tu m'involastiTonore.... V onore .ecco ciò che dirò

quando

la soile

mi

farà tro- vare il

mio nemico

, .. i

Rom.

OTi

poverommo

! io

non

lovorria

man-

I

co

conoscerei si

me,

parenodiavolò,schit- to

lo peusiero,

de

vederlo, e

quanno

h te ce nepAtre^ ne fa]c na

vrenna?

B*

1

SCE-

(26)

1

A il I

>

ATTO

.-S-.:C

E-.:N

f

A"-' Xf.

il'!

Cmidida

-detti'.* *

'

A”

,Can,

</X momeiiU

’?exr»

U

direttrice.V-

Clu^ Emilia

!),;>

.'> fi J <

jCaii,

Le

cpBOFci? ' *

' '

"

f,

sfamajdeHa<6aa)virtù ind ùt deifde-^

. raxe/ctì.€»inosct*rIa , j < t

Soup «

08ij chc^noif"cdiifjn*en-

'

«da

nttetsteksol’ ;i c.i

..CÌAéi(.¥edrò

danqae

'iiiia ‘figlia?%ssa'm>n

mi

^.i.conosce.;Inossejjvato Ivfedi’ù 'è vero il / AIO'peniimento'^-^Kfieigirora;<che ^cblui 4}iùtai'trt>^

Coró

dii

^éeio

'p'aldrfc,'osser- vi<Tily;soffri 5« tacivi O c,ì-

f

;is-ì '.

-i,

:

«,. : -.w ..V ' 1 ' -'iì^

T. . . .. ,

Giunge

Emilia,egettandoCocchiostt'F^idenco, restaestrém'amerko s&rpresa^e

snbHò

dice '

EmiSjC

iusto Ciel1chi

vedo

! eli

Dio

! '

t.

Clù

iQiiaita!. io

mauco

, iogerito.. .

'

t*<•evieneJ '

Eed.

{•

EHa ^

d’essa!...io*gelo. .,.io

tremo

l

)i

tv!.

èon grave èbrpresd^.

eia. (Di livor

svampa

, e fretad^ ' Can. Soaoorrétela meschina!... ' ^

^

Dal

dolor

madcandò

va:.’.. iiom.Chellacadein

svemmeòto

l '}

'

Chi^

:strilla^è fSraharittlof. .. .

'

L' autosgriscia

comm'

a gatto!

E

stonato ioresto ccà!

eia, (

Cor

di padre! io già tisento!

Tu

'mi palpiti nel petto....

a Fre-

.

(27)

MT JV X lYJ. KJ J

mar

déggio il variò afletlo

^

Vendéttà)‘e di pietàt ) s

"

le fiato! '

27 V'I

t%

4 >

P R

I

M O

Frenar Di

Cart.

Prende

fiato* r.

hm.

/ Va'./.'*,èoi^àggìo!/

ad

Can. Cile vi affligge? .

hom» . Cos’ avete^

'**

Emi, Dallo sguardo ini loglike ^

Queir

indegno’traaitor1

Rom. Chi

è st’jhdégfio‘? forse itìicia? Forse^u?

donca

io so' cfiillo?

Ma

vi cornine lo tentilto?

Me

vò Àroprib'carfeftà!

^ - '

Emi.Quest’asilo d*ifinocen^ >

Profanar osasti.T.àudàce!

Va!

t’invola! la

mia

pace

Per

pietà

non

disturbar!

Fed. Cara Emilia, a* piedi tuoi* Il

perdon

prostrato imptòit/.

Rom. Ma

cbe d’è stòconcistoro?

Z: Chisto è lui?..'.

.

Emi.

Questi è l’indegno,

Che mi

rese scellerata '

E

una

madre

sventurata,*

Ei

mi' fece abbandonar'.

/lom.

Cbe

sorpresa! che inaisento!

Chi

le

tanto tormi'ento

'

Alommanco

se sa ino.‘

Emi.

eia. a 2. ,

Dell’indegnoil turbamento i! defitto fé palese:

Ilpiacer del suo tormento

•Il

mio

core sollevò.

Cad.CMe

sorpresa! che’

mai

sento!.

La

cagiondel suoiortnéntò

B 3

Fi-

1

. .1-'^

Google

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