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Memoria e forme dell’esperienza

2.4 I luoghi del ricordo

I luoghi della memoria da intendersi come ambasciatori del ricordo sono molto

rilevanti per la realizzazione delle aree culturali del ricordo stesso. Anche se non sono dominati da una memoria immanente, essi non si limitano a documentare e a trattenere i ricordi, ma simbolizzano una continuità nel tempo. I luoghi del ricordo scenario di eventi di grande rilevanza storica, religiosa, biografica, possiedono la capacità di custodire la memoria anche dopo un periodo di oblio collettivo, poiché “il luogo riattiva il ricordo, almeno tanto quanto il ricordo riattiva il luogo”89.

Un luogo della memoria è una zona che si caratterizza per essere composta da elementi concreti o puramente figurativi dove un popolo, una collettività o un intera società identifica se stessa e il proprio passato, rafforzando in tal modo la propria memoria collettiva. Luogo della memoria può essere, dunque, un museo, un archivio, un monumento, un anniversario, certi luoghi contrassegnati da eventi storici rilevanti ecc.(Nora, 1984-1992).

La totalità del panorama culturale e simbolico che ha contraddistinto la storia e la costruzione di una coesione nazionale e statale è dunque presente nella nozione di

luoghi della memoria. E’ bene evidenziare che tali “luoghi devono possedere una

eccedenza semantica, che renda possibile una metamorfosi delle attribuzioni di significato”.90 Ovvero, devono essere idonei nel fissare e dare vita alle relazioni, con

conoscenze emotive, mitiche, ideali, ma anche linguistiche, in grado di suscitare un collegamento emotivo con le circostanze significative del passato che fanno parte di quel determinato luogo. Tali contenitori di ricordi divengono basi indispensabili nel

88 Le Goff J., (1979). Memoria, in Enciclopedia, vol. VIII, Torino, Einaudi

89Assmann A., (2002). Ricordare. Forme e mutamenti della memoria culturale. Il Mulino, Bologna,

p. 23.

90 Binder B., Luogo della memoria, in N. Pethes - J. Ruchatz (a cura di), Dizionario della Memoria,

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determinare la nostalgia e l’identità collettiva dell’insieme sociale. Tuttavia questi

luoghi conseguono un importanza presso l’ambiente sociale che se ne avvale

unicamente per mezzo di un’elaborazione narrativa congruente e comprensibile dei ricordi che essi producono o dei prodotti storici di cui sono stati rappresentazione. Un luogo della memoria sottende quindi di un’impostazione storica e scientifica accurata (valutazione del luogo; selezione della documentazione; convalida del luogo; preparazione di un testo valido ecc.).

I luoghi della memoria infondono un senso di stabilità determinato dalla presenza di impronte che ne attestano l’esistenza riempiendolo di significato, garantendo in tal modo alla memoria collettiva una prospettiva di continuità: “l’illusione conservatrice e altamente rassicurante che non sia cambiato nulla di veramente importante”91.

La persistenza del luogo congiunta alla sua immagine evocativa produce talvolta un esito di identificazione di sublimazione col passato (Zerubavel, 2005). L’investimento simbolico esercitato su tali luoghi permette di comprendere in

potenza i fenomeni e i soggetti che un tempo abitavano la superficie attualmente

abitata da una comunità, consentendo in tal modo di stabilire un contatto con il proprio trascorso collettivo. Uno delle componenti costitutive dei luoghi della

memoria è la distanza che persiste tra evento accaduto e la prassi di propagazione

della memoria collegata ad esso. Difatti i luoghi della memoria pur rimandando ad avvenimenti realmente accaduti non comportano una replica. Un altro elemento importante è dovuto al fatto che i luoghi della memoria presumono una relazione pressoché diretta con la memoria collettiva, essa appare saldata a tali spazi venendo poi ritualizzata e celebrata. Le celebrazioni i rituali e le commemorazioni, difatti assegnano significato e contenuto alla memoria collettiva.

Secondo Nora (1984), l’attenzione e il coinvolgimento per i luoghi della memoria, sono scaturiti in primo luogo, dagli effetti che la modernità ha portato sul ruolo della memoria nella società; in secondo luogo, la risoluzione dello Stato-nazione e la posteriore rideterminazione dell’attività memoriali; in terzo luogo, la considerazione storiografica sorta attorno alle nozioni di storia e di memoria.

“La memoria non conosce il criterio della scansione rigidamente cronologica e regolare del tempo: può trasportare la prossimità in remota lontananza e la

91 Zerubavel E., (2005). Mappe del tempo. Memoria collettiva e costruzione sociale del passato,

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lontananza in presenza minacciosa”92. Laddove i libri di storia strutturati in maniera rigorosamente cronologica originano la coscienza storica nazionale, la memoria nazionale si rivela nello scenario dei suoi luoghi, i luoghi del ricordo. L’esclusivo rapporto di vicino e lontano pervade tali luoghi di un’aura particolare nella quale si cerca un’adesione diretta con il tempo passato (Assmann, 2002). La suggestione conferita ai luoghi del ricordo si chiarisce con la costituzione di spazi della

contiguità. I luoghi sacri, che sanciscono il contatto con il divino, si trovano in ogni

cultura. I luoghi commemorativi potrebbero essere pensati come una loro conseguenza ulteriore: da questi ci si attende, infatti, di rimanere in unione con gli

spiriti del passato. Tuttavia la potenza inderogabile di tali luoghi è suffragata in

maniera diversa: i luoghi sacri si costituiscono in base alla consanguineità tra viventi e non; quelli commemorativi si costituiscono invece, sulle vicende che si seguitano narrare su di essi e sulla loro propagazione; ovvero: “i luoghi del ricordo su un interesse storico puramente antiquario, i luoghi del trauma, infine , su una ferita che non può cicatrizzare”.93 A tal proposito Benjamin (1936) ha considerato la nozione di aura, come: “una peculiare tramatura spazio temporale, apparizione unica di una distanza per quanto possa essere vicina”94.

Secondo Benjamin (1936) la comprensione dell’aura non consta in una istantaneità che accomuna, ma bensì, in una distante inaccessibilità. Ciò che è reputato vicino appare inaspettatamente in una posizione differente, che lo distanzia. In tale visione la intangibilità dell’aura non si basa nella percezione della affinità e della discendenza, ma in quella della distanza e della non partecipazione. In tal senso un luogo accerchiato da un’aura non assicura nulla di istantaneo: esso è un luogo in cui è possibile avere consapevolezza dell’inaccessibile, separazione ed estromissione dal passato.

Infatti il luogo del ricordo rappresenta un particolare schema spazio- temporale, che si mescola tra presenza e assenza, il presente percettivo e il passato storico (Assmann, 2002). “Se il carattere distintivo dell’autenticità è il legame dell’hic et

nunc, allora il luogo del ricordo, in quanto hic senza nunc, è un’autenticità

dimezzata. Invece di riunificare le due metà separate, il luogo del ricordo, in quanto

hic di un’allora, le mantiene caparbiamente divise. La dimensione auratica dei

92 Assmann A., (2002). Ricordare. Forme e mutamenti della memoria culturale. Il Mulino, Bologna,

p.376

93 Ibidem 94 Ibidem

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luoghi del ricordo consisterebbe quindi proprio in questo straniamento, in una categorica frattura che nel caos di un luogo, si può superare con maggiore difficoltà che nella ricezione fantastica di un film o di un libro”95.

Il cammino dai luoghi generazionali a quelli commemorativi e a quelli del ricordo, si conclude con la scissione, la lacerazione, degli scenari semantici culturali e sociali. Alla stregua degli oggetti tradizionali che disgiunti dal loro ruolo e dal loro ambito originario divengono resti da esposizione, anche le convenzioni, le abitudini, le usanze e le competenze sottostanno ad una cambiamento simile, quando sono tolte dalla realtà e trasferite in ricordi (Assmann, 2002).

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