3.3 (Ri) costruzione del ricordo
3.5 Le malattie della memoria
Quella che indichiamo col nome collettivo di memoria, risulta, invece di serie con tutti i gradi di organizzazione: dallo stato nascente a quello perfezionato.
Vi è un passaggio continuo dall’instabilità alla stabilità, dallo stato cosciente degli acquisti malfermi,
a quello organico degli acquisti fissi.
Ribot T.142
Esistono dei casi in cui non è l’oblio in sé la causa del fallimento della memoria, che però può apparire danneggiata anche in maniera permanente, rendendo in tal modo, complicato il vivere quotidiano. Gli studi neuro scientifici hanno consentito la selezione e l’analisi di diversi soggetti affetti da patologie della memoria, ed in particolar modo lo studio delle amnesie ha permesso di individuare diversi processi di memoria tra loro interconnessi ma allo stesso tempo indipendenti, mostrando come pur essendoci un danno cerebrale alcuni sistemi di memoria rimangono inalterati. Come abbiamo precedentemente stabilito, la facoltà della memoria consiste nella capacità di codificare, conservare, consolidare, immagazzinare e rievocare le informazioni e le esperienze derivanti dall’ ambiente esterno e dall’attività riflessiva. E’ stato inoltre evidenziato il carattere multidimensionale di
141 Tadiè J. Y., Tadiè M., (2000). Il Senso della Memoria. Dedalo Edizioni. Bari. P.213. 142 Ribot T.,(1881). Le malattie della memoria. Remo Sandron. Palermo.
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tale funzione, composta da molteplici strutture mnesiche organizzate sequenzialmente in stadi distinti. Danni cerebrali localizzati in punti diversi possono causare deterioramenti parziali della memoria, ovvero alcuni meccanismi rimangono inalterati altri possono essere ridotti o addirittura aboliti. Un chiaro esempio di ciò è presentato dai molti casi clinici presenti in letteratura e in particolare dal famoso caso di H.M. (Scoville, Milner, 1957). H.M. soggetto a una grave forma di epilessia fu esposto ad un intervento di lobectomia temporale bilaterale,con annessa la completa asportazione di ambedue gli ippocampi. Ad intervento chirurgico effettuato il paziente era capace di acquisire e trattenere nuove abilità e ricordare con estrema accuratezza accadimenti avvenuti negli anni passati, ma non era in grado acquisire e ricordare nuove notizie anche se avvenute qualche ora prima. Abbiamo precedentemente illustrato l’esistenza di una memoria implicita e procedurale (cfr. par. 3.2 ) sottesa allo svolgimento di procedure e processi inconsapevoli. Gli studi neuro scientifici riguardanti tale funzione hanno contribuito alla predisposizione di recenti procedure di risoluzione per la neuro abilitazione e in particolare per il ripristino della memoria. Nei soggetti affetti da danni cerebrali la memoria può essere seriamente deteriorata in mancanza di altri perturbazioni cognitive conseguendo i seguenti deficit amnesici: assimilare nuovi ricordi; impossibilità di rievocare eventi accaduti prima del trauma.
I disturbi della memoria possono essere distinti in: disturbi organici e disturbi
psicogeni. I primi scaturiscono da lesioni cerebrali, i secondi sono riferiti al mentale
senza nessuna derivazione di tipo fisico. I disturbi della memoria di tipo organico ascrivibili a molteplici fattori possono essere duraturi o temporanei. Generalmente si presentano accompagnati ad altri disturbi psichici quali difficoltà motivazionali, disturbi di personalità e correlati che insieme contribuiscono a deteriorare le funzioni
mnestiche. La tabella presentata in figura 3.12 presenta le strutture mnesiche
104 AMNESIA PSICOGENA / AMNESIA ORGANICA
A. ORGANICA A. PSICOGENA
ESORDIO LENTO ACUTO
IDENTITA’ / M. PERSONALI CONSERVATE COMPROMESSE GRADIENTE AMNESIA TEMPORALE AFFETTIVO MEMORIA ANTEROGRADA COMPROMESSA CONSERVATA MEMORIA RETROGRADA COMPROMESSA COMPROMISSIONE SELETTIVA
REMISSIONE NO /LENTA RAPIDA
Figura 3.12: Strutture di memoria coinvolte nelle amnesie organiche e psicogene.
Riprodotto da :Gallassi R., Bisulli A., Oppi F., Poda R., Di Felice C., Subjective cognitive compliants: neuropsychological and neuropsychiatric assessment, «NEUROLOGICAL SCIENCES», 2005, 26, pp. 102 (atti di: XXXVI Congress of the Italian Neurological Society, Cernobbio (Co)8-12 ottobre 2005) [atti di convegno-abstract] http://www.unibo.it/docenti/roberto.gallassi
I disturbi psicogeni definiti anche funzionali scaturiscono da esperienze spiacevoli ed emotivamente perturbanti, un esempio sono le amnesie psicogene sottostanti una categoria di disturbi mentali conosciuti come disturbi dissociativi, riguardanti disfunzioni più o meno gravi nella dimensione dell’identità personale. All’interno dell’analisi di tali patologie gli studiosi distinguono le amnesie in: retrograda e
anterograda. La prima concerne la difficoltà di ricordare gli eventi accaduti prima
del trauma. La seconda è riferita alle problematicità e agli sforzi del paziente ad acquisire nuove nozioni dopo l’avvento del trauma. Alcune volte il disturbo può essere di entrambi i tipi.
Le due classi di disturbi rappresentano un quadro molto vasto e scientificamente interessante. La tabella seguente (Figura 3.13) mette in evidenza alcuni dei più diffusi disturbi della memoria. L’ambito dei disturbi mnesici è dunque molto articolato sebbene alcune patologie sembrano essere maggiormente documentate.
105 Disturbi organici Disturbi psicogeni
Permanenti:
Sindrome amnesica
Amnesia nel morbo di Alzheimer
Amnesia dissociativa Fuga dissociativa Personalità multipla Amnesia legata al crimine Transitori:
Amnesia causata da farmaci Amnesia causata da elettroshok Amnesia globale transitoria Amnesia post traumatica Amnesia prodotta da anestesia
Figura 3.13: Disturbi della memoria organici e psicogeni.
Riprodotto da Longoni M., (2000). La memoria. Il Mulino Bologna.
All’interno della memoria retrograda e anterograda è possibile distinguere diverse madolità di sviluppo delle amnesie:
Amnesia selettiva, cioè insufficienza di memoria selettiva per dati verbali e non . Pazienti soggetti a lobectomia temporale sinistra mostrano impedimento nel ritenere materiale verbale, invece i lobectomizzati temporali destri presentano ostacoli nel ritenere informazioni non verbali (ad esempio, rievocazione e riconoscimento di volti).
Amnesia globale riguardante sia i ricordi recenti sia i ricordi antichi, come avviene nello sviluppo delle demenze primarie. Nell’amnesia globale
transitoria l’elemento distintivo fondamentale è la circoscritta durata nel
tempo di amnesia di carattere anterogrado (incapacità di stabilire nuove informazioni) connessa ad amnesia per il passato recente con variabile dilatazione temporale (da qualche ora a qualche anno).
Amnesia sistematica o elettiva, attribuita al non riuscito ricordo di un evento o di una serie di eventi connessi a stati psicodinamici, per cui il prospetto, è solitamente transitorio.
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Le turbe psicogene della memoria riguardanti le caratteristiche illusorie del ricordo si riscontrano in maniera prevalente nei malati psichici.
Le confabulazioni , falsi ricordi che colmano le carenze mnesiche, si rintracciano in soggetti dementi (ad es. nella sindrome di Korsakoff ).
Lo studio dei soggetti amnesici si è rivelato molto utile ai fini della comprensione dei processi di memoria, non solo ci ha permesso di evidenziare la distinzione tra i diversi sistemi di memoria in particolar modo tra memoria a breve e a lungo termine, esso ha inoltre permesso di differenziare i diversi processi esistenti ed operanti all’interno della memoria a lungo termine.
Lo studio delle disfunzioni mnesiche è avvalorato da una vasta gamma di test (fig 3.14-3.15) che permettono di stimare le capacità mnesiche dei soggetti amnesici confrontando le loro prestazioni con un gruppo di controllo che condivide ha in comune con il gruppo sperimentale certe caratteristiche, quali: età, livello d’istruzione ecc. Solitamente le prove proposte presentano due condizioni: la prima consiste nel richiamo immediato della memoria (test di memoria immediata), la seconda in richiamo ritardato (test di memoria ritardata) cioè distanziato nel tempo dal momento della presentazione al momento dell’apparizione. E’ possibile tuttavia riscontrare delle difficoltà al momento della somministrazione dei test. La difficoltà nella valutazione della memoria retrograda è dovuta al fatto che l’intervistatore indaga su ricordi e informazioni a lui sconosciute.
La nota legge di Ribot afferma che i ricordi maggiormente danneggiati sono quelli annessi temporalmente all’origine del trauma, mentre quelli meno deteriorati sono quelli più lontani dall’evento. Sebbene il processo sotteso a tale distribuzione non sia ancora completamente chiarito, bisogna comunque considerare l’amnesia retrograda quando si vogliono valutare i danni della memoria. Una tecnica utilizzata dagli sperimentatori consiste nello stimolare ricordi autobiografici in risposta a termini specifici. L’utilizzo sperimentale dei test fornisce un’ analisi oggettiva espressa in maniera quantitativa, sulla memoria di un soggetto.
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