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Università degli Studi di Ferrara – Dipartimento di Architettura - CITER_Lab Email: zlamrc@unife.it

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Abstract

L’oggetto di questo contributo riguarda alcune esperienze di ricerca progettuale, applicata a territori interessati da processi di periurbanizzazione e di urbanizzazione diffusa nella parte orientale della Regione Emilia Romagna. Tali ricerche sono state condotte all’interno del CITERLab del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara a seguito di richieste di enti territoriali e associazioni di cittadini. I casi presentati sono tre; si tratta di due realtà urbane costiere: il territorio comunale di Comacchio e la provincia di Rimini e di un centro urbano di piccole dimensioni dell’area metropolitana bolognese. Per la scelta delle esperienze da presentare ci si è riferiti a differenti fenomenologie urbane valutando caso per caso i livelli di interazione tra lo sviluppo delle ricerche progettuali e i processi di pianificazione del territorio. Ovviamente volendo presentare esperienze concrete di ricerca-azione, la scelta è stata fatta partendo dai casi approfonditi in questi ultimi anni, all’interno del laboratorio. In queste ricerche progettuali si è posta particolare attenzione alle caratteristiche morfologiche e paesaggistiche dei territori interessati da processi di periurbanizzazione e di urbanizzazione diffusa, ponendo attenzione, da un lato, alla forma e organizzazione dei residui di paesaggi rurali, presenti tra le maglie dell’urbanizzazione, dall’altro, alle possibilità di ripensare modalità e progetti sulla prefigurazione e sul rafforzamento, di nuove configurazioni urbano-paesaggistiche, lavorando sul valore delle connessioni degli spazi aperti.

Parole chiave: progetto urbano, paesaggi periurbani, vuoti periurbani, città-natura. 1 | Quadro problematico

La Convenzione Europea del Paesaggio del 2000 definisce il “paesaggio” come concetto applicabile a tutto il territorio e riguardante gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. “Esso comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana, sia i paesaggi degradati.”

Una delle finalità generali delle ricerche progettuali presentate in questo contributo riguarda una riflessione sui caratteri dell’ “ordinarietà” dei paesaggi urbani studiati e caratterizzati da sistemi insediativi storici di origine rurale o, come nel caso di Comacchio, legato alle dinamiche trasformative dei paesaggi d’acqua tipiche dei territori lagunari. Si tratta, in ogni caso, di territori caratterizzati da fenomeni differenti di diffusione urbana che hanno trasformato dei reticoli storici, composti da piccole città e borghi e da vecchie e nuove infrastrutture viarie che, nel corso del tempo, hanno assunto ruoli diversi divenendo anch’esse degli ambiti urbanizzati. I territori periurbani rappresentano sovente delle aree d’incerta definizione nelle quali si compenetrano e s’intersecano aree urbanizzate e infrastrutturali (di diversa morfologia, densità, uso) e spazi rurali di diversa natura (aree coltivate, non coltivate, in attesa, impropriamente utilizzate, ecc…). Sovente si tratta di aree che non sono del tutto -o non sono ancora- città, ma non possono neppure essere considerate campagna nel senso tradizionale del termine. Si tratta di paesaggi che potremmo definire di margine o di transizione, disposti lungo, attorno, o nel mezzo delle aree urbanizzate.

Le problematiche rilevanti riguardanti tali aree sono molteplici e rispondono a motivazioni diverse:

• motivazioni ambientali: riguardanti diversi aspetti tra cui l’eccesso di consumo di suolo; il consumo energetico; la distruzione o alterazione di colture agricole e/o di vegetazione naturale; la modificazione della modellazione naturale del suolo; la trasformazione delle reti idrografiche anche minime; la scomparsa degli habitat animali e vegetali;

• motivazioni funzionali-economiche: in quanto aree “aperte” sono facilmente utilizzabili per nuove edificazioni e localizzazioni di attrezzature urbane ingombranti e/o per il passaggio di infrastrutture. In tal modo ne viene compromessa una loro utilizzazione economica potenzialmente virtuosa sia dal punto di vista ambientale, che sociale, che estetico.

• motivazioni sociali: aree che possono divenire luogo di emarginazione sociale; aree nelle quali sono ancora presenti tradizioni di virtuose relazioni sociali e con i luoghi (coltivazioni, manutenzioni del territorio, saperi locali, ecc…) che si stanno tuttavia perdendo;

• motivazioni estetiche: si tratta sovente di paesaggi frammentati, incomprensibili -spesso sgradevoli- con forme non più leggibili; paesaggi all’interno dei quali sono apprezzabili solo ancora le parti non edificate e coltivate, anche su trame di piccoli appezzamenti.

Quando parliamo di ordinarietà ci riferiamo ai luoghi del senso comune, trasformati secondo logiche dettate da esigenze quotidiane, secondo modelli di banale uniformità che stanno omogeneizzando i nostri territori, indebolendo o cancellando gli storici sistemi insediativi. Il governo di tali trasformazioni diviene pertanto, nella prospettiva tracciata dalla Convenzione Europea del Paesaggio, un problema di cultura del paesaggio e delle sue trasformazioni minime, per l’appunto ordinarie, che continuano giorno dopo giorno, casa dopo casa, strada dopo strada. Si tratta anche di fare i conti con i processi di identificazione tra cultura locale e paesaggio e sui rapporti tra memoria (storica e culturale) e contemporaneità (dei modi di vita e dei processi di trasformazione conseguenti) come punto di partenza per ogni ragionamento fondato sull’evoluzione dei principi di identificazione tra cittadini e territorio. Ovviamente il presupposto di partenza è di approfondire le generiche domande di sviluppo, di riqualificazione, d’identità, riconducendole all’interno di una riflessione sulle dinamiche urbane e sulle modalità fisiche di costruzione e di salvaguardia del territorio rurale e delle sue parti interessate da processi diffusivi di urbanizzazione.

2 | Temi di ricerca progettuale

I nodi tematici che le esperienze presentate hanno cercato di approfondire sono tre. Il primo riguarda il ruolo dell’agricoltura urbana e periurbana come strumento per la riconfigurazione dei territori periurbani, il miglioramento della qualità paesaggistica e il rafforzamento delle pratiche sociali e culturali in grado di rafforzare i principi di identificazione e di responsabilità dei cittadini nei confronti del proprio territorio. Si tratta, in tal modo, di favorire anche l’aggregazione sociale, contribuendo alla costruzione delle reti ecologiche del territorio attraverso le pratiche agricole. Legato al primo, ma con specifici caratteri e problematiche, troviamo il tema delle relazioni tra città e natura che potremmo associare al tema del “bosco in città”. Se da un lato vi è il tentativo di poter contribuire alla riduzione dell’emissione di gas serra nell’atmosfera, al centro del protocollo di Kyoto, dall’altro vi è la volontà di operare per la costruzione di un nuovo paesaggio urbano configurato come nuova “città paesaggio”. In tale prospettiva, lo spazio aperto potrà sempre più assumere il carattere di un sistema di luoghi e ambiti di varia natura, in grado di connettere la città compatta al territorio,

artificiale. Nuove relazioni urbane posso essere ricercate lavorando a scale differenti attraverso l’intervento su: i paesaggi agrari e i percorsi poderali; i corsi d’acqua; le aree dimesse; i relitti naturali. Infine, il contenimento delle espansioni urbane e la densificazione dei territori periurbani, rappresenta il naturale complemento dei due nodi problematici precedenti. Il tema del controllo del consumo di suolo si associa in tale modo alle necessità di miglioramento della qualità urbana anche nei territori periurbani.

Tali temi, se da un lato presentano dei propri caratteri specifici, dall’altro sono tra di loro strettamente intrecciati e collaborano alla definizione di un quadro strutturale in grado di proporre modelli urbanistici e di valorizzazione territoriale e urbana orientati verso l’affermazione di un “progetto locale” in grado di associare specificità contestuali e dinamiche generali.

3 | Obiettivi e temi generali dei progetti

Se il contenimento del consumo di suolo, e dunque la riduzione della progressiva trasformazione di suolo rurale in aree urbanizzabili, rappresenta una delle finalità generali di un approccio sostenibile alla pianificazione territoriale, in un contesto come quello oggetto di questi progetti di ricerca il perseguimento di tale obiettivo richiede, in via del tutto generale, due complementari politiche territoriali. Da un lato vanno adottati modelli urbani di espansione orientati verso la densificazione degli ambiti e dei filamenti urbanizzati del reticolo insediativo; dall’altro occorre consolidare lo status di aree “verdi/naturali” e “rurali/urbane” per le aree contermini ai frammenti o ai margini edificati o interposte tra aree edificate e ambiti non edificati. La difficoltà di seguire tali percorsi basati esclusivamente sul vincolo richiede la definizione di chiare politiche urbane e territoriali e l’approfondimento di linee guida progettuali capaci di orientare l’azione attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati interessati da tali processi trasformativi. Si tratta di avviare dei processi di condivisione di scelte e obiettivi capaci di agire a livello economico-sociale e paesaggistico (aree a destinazione anche economicamente vantaggiosa come nel caso delle pratiche dell’agricoltura urbana; forme d’incentivazione o compensazione per aree con destinazione naturale; forme di gestione di aree naturali o orticole che prevedano la “cura” da parte degli abitanti in quanto percepite come risorse del loro abitare). Ne seguirebbe un sicuro miglioramento estetico del paesaggio. L’approfondimento dei nodi tematici sopra indicati ha condotto all’individuazione dei seguenti temi progettuali prevalenti da affrontare all'interno del progetto di ricerca:

Trame dense: si tratta in questo caso di proporre delle riflessioni progettuali sulle forme della densificazione urbana dei piccoli centri urbani e dei filamenti composti da insediamenti periferici cresciuti lungo le principali strade dell’area studio. In particolare, si tratterà di proporre ipotesi configurative riguardanti: il progetto dello spazio pubblico tradizionale (le piazze, le strade, i marciapiedi, ecc.); le relazioni tra la città e gli elementi naturali e rurali ancora presenti all'interno delle trame insediative, studiando le forme di relazione e intreccio con possibili corridoi ecologici e luoghi di interesse naturalistico presenti e/o previsti per il territorio oggetto di studio; il progetto e la riqualificazione degli spazi infrastrutturali; il recupero del patrimonio abitativo rurale e lo studio di forme di co-housing.

Trame naturali: il tema di progetto riguarda la definizione di linee guida e riflessioni progettuali inerenti la progettazione di una rete di boschi urbani e periurbani nel territorio delle aree studio, intesa come opportunità per: controllare i processi urbani espansivi orientando l’azione verso la riqualificazione dei territori già urbanizzati; arricchire il patrimonio di aree naturali del territorio, contribuendo al rafforzamento della biodiversità; potenziare la dotazione di aree pubbliche o di uso pubblico per attività per il tempo libero, l’attività motoria -città attiva- e culturali; valorizzare il patrimonio storico insediativo urbano e rurale; reinventare un paesaggio rurale fondato non su operazioni nostalgico-vernacolari, ma sulla ricerca di quella complessità e varietà anche vegetazionale che ha sempre caratterizzato i paesaggi rurali italiani; approfondire le problematiche della riqualificazione paesaggistica nell’ambito di ambiti soggetti a processi di urbanizzazione diffusa dando forma e sostanza alle reti ecologiche studiate per il territorio ferrarese.

Trame rurali periurbane: i territori indagati, nonostante l’intensità dei processi di urbanizzazione, presentano una vocazione prevalentemente agricola, frammentata e ricca di piccoli centri urbani. Le coltivazioni ortofrutticole e cerealicole, insieme ai canali di bonifica, sono gli elementi di definizione dell’armatura territoriale. Riflettere sul ruolo futuro dell’agricoltura nel consolidamento dei caratteri del paesaggio emiliano/romagnolo orientale significa interrogarsi, come abbiamo visto, su di una pluralità di aspetti. In particolare, il carattere rurale dei territori oggetto di studio si presta come ambito di investigazione per politiche e progetti che affrontino il tema dell’agricoltura come: progetto di paesaggio orientato verso la costruzione di campagne urbane assunte

come scenario percettivo, sociale-fruitivo ed economico (Km 0; orti sociali; ecc...), necessario per la ridefinizione del rapporto tra ambiti urbani e rurali; come importante fattore culturale e identitario; come promozione dei valori ambientali e di biodiversità dell’agricoltura urbana;

Trame d’acqua: si tratta in questo caso di sottolineare il valore strutturante, identitario e geomorfologico dell’acqua nei territori oggetto di studio in termini di rete di fiumi e canali, di memoria, di rilettura delle forme del territorio.

Spesso le differenze o l’appartenenza di un tema a una categoria o a un’altra non è di facile individuazione, in quanto coesistono aspetti e relazioni trasversali, essendo alcune di queste categorie generali e non relegate solo ad alcune parti del territorio. Ad esempio, lo spazio aperto nelle aree urbanizzate non riguarda solamente la città consolidata e non assume oggi solamente la forma delle piazze, dei viali, o dei giardini pubblici. Nei territori periurbani si tratta di intervenire su grandi aree, mentre in altri casi si possono proporre microinterventi di ricucitura dei tessuti urbani. In entrambi casi il tema del vuoto e dei margini diviene centrale per definire relazioni fisiche o per rafforzare pause e discontinuità. Certamente lo spazio aperto, per configurarsi come fatto strutturale di un ambito urbano e periurbano dovrà sempre più assumere il carattere di un sistema di spazi di varia natura in grado di connettere la città compatta al territorio, stabilendo o consolidando relazioni urbane a scale differenti, attraverso l’intervento sui paesaggi agrari, sui percorsi poderali, corsi d’acqua, aree dismesse, ecc… La qualità del paesaggio e il senso della città possono e devono andare mano nella mano e crediamo debbano costituire l’obiettivo di ogni progetto di riqualificazione urbana. Questo significa anteporre la definizione della struttura del paesaggio alle varie logiche ed esigenze settoriali (infrastrutturali, servizi, ecc..) che spesso contraddistinguono progetti di valenza urbana.

Un’altra chiave progettuale da seguire potrebbe essere quella di lavorare valutando quello che già c’è. Delle opportunità possono essere colte usando positivamente il paesaggio intrinseco o latente, rintracciabile nei territori “senza qualità”. Un bell’albero può conferire una immediata maturità ad una nuova piazza; una macchia boscata o un vecchio giardino possono costituire la base per un parco locale; siepi, muretti, alberi e sentieri o canali possono essere usati per delineare una nuova rete di percorsi pedonali, così come un vecchio sentiero può divenire un percorso pedonale. Le caratteristiche geo-morfologiche e storiche di un sito possono essere usate per creare dei corridoi visuali mentre un canale o un corso d’acqua possono al contempo essere dei corridoi ecologici e delle greenways.

4 | I varchi dell’urbanizzazione costiera riminese

Le riflessioni e proposte presentate in questo caso sono tratte da una consulenza conferita nel 2007 al CITERLab per la definizione del quadro ambientale e paesaggistico del nuovo PTCP della Provincia di Rimini. La costa è un territorio strategico per la Regione Emilia-Romagna per gli importanti flussi turistici che si registrano e per la presenza di numerosi nuclei storici e di rari habitat naturali di grande rilevanza ecologica. Un territorio dunque con un'elevata sensibilità ambientale e dal delicato equilibrio, proprio per la coesistenza fra fenomeni naturali e le numerose attività antropiche presenti. La costa è costituita prevalentemente da una spiaggia quasi continua, estesa per circa 130 km e con una profondità variabile da pochi metri ad oltre 200 metri. Molti tratti di arenile sono protetti da scogliere artificiali che, con varie forme, sono state inserite dall’uomo negli ultimi cinquant’anni per contrastare l’erosione della spiaggia e per difendere gli insediamenti turistici. Il paesaggio del litorale emiliano-romagnolo presenta caratteri differenziati. Nel tratto a nord permane una forte presenza di elementi naturali costituiti dal paesaggio del delta del Po, con gli insediamenti turistici sorti sul sito dell’antico Bosco Eliceo, tra il mare è ciò che rimane delle originarie valli comacchiesi. Il tratto a sud è invece fortemente antropizzato e la città turistica, cresciuta linearmente lungo la costa, è il risultato di un’urbanizzazione avvenuta per epoche e fasi successive, avviluppando gli antichi nuclei costieri.

La fascia costiera riminese è caratterizzata, nella sua geomorfologia, dalla presenza della linea della paleofalesia le cui tracce sono ancora oggi rilevabili. Si tratta di un territorio ad elevato grado di artificializzazione interessato da un’edificazione che presenta un carattere intensivo lungo la costa che si sfrangia lungo alcune direttrici di crinale verso l’interno. In entrambi i casi si tratta di tessuti urbani che necessitano di operazioni di riordino morfo-tipologico e funzionale. Va cambiato l’ordine di priorità con il quale fino ad oggi sono state considerate le aree e gli elementi naturali dentro le aree urbane cosi come gli spazi residuali e i margini e retri dell’edificazione. Se fino ad ora essi sono stati considerati alle stregua di elementi secondari e meno interessanti e pregevoli del territorio, si impone ora una cambiamento di rotta riscoprendone il ruolo strutturale nella riqualificazione complessiva del territorio urbano e nelle relazioni tra la costa ed il vario

mondo dell’entroterra collinare. Altrettanto chiara è la valutazione che, per operare nella direzione di uno sviluppo sostenibile, dando continuità ad una rete ecologica ed ecologico-fruitiva di scala provinciale (uno degli obiettivi strutturali del PTCP), i varchi a mare e gli ambiti di connessione devono divenire dei nodi di tale sistema articolato e continuo di aree libere, spazi verdi, percorsi e loro attestazioni, attrezzature, insediamenti.

5 | Acqua come patrimonio. Un progetto urbano per Comacchio

In questo il lavoro svolto dall’equipe del laboratorio CITER ha riguardato un progetto europeo del programma CULTURA. Il progetto denominato “Eau comme patrimoine. Experiences et savoir faire dans la réhabilitation des villes d’eau et des paysages fluviaux” ha coinvolto 4 paesi europei ed è stato diretto scientificamente dall’Università di Ferrara. Gli obiettivi generali hanno riguardato diversi aspetti inerenti le problematiche della rigenerazione dei paesaggi urbani caratterizzati dalla presenza dell’acqua confrontando esperienze tradizioni nel campo del tema ricerca-azione. Un’attenzione particolare è stata portata agli aspetti riguardanti la creazione di nuovi spazi pubblici e il valore dell’acqua come corridoio ecologico nelle aree urbane periurbane. Il caso italiano ha riguardato Comacchio città lagunare e turistica di 20.000 abitanti che diventano 200.000 in estate, durante la stagione balneare. La città è cresciuta all’interno di un sistema complesso di lagune, dossi sabbiosi e boschi, in seguito trasformato con dei lavori di bonificazione. Questo territorio oggi corrisponde in gran parte con il Parco del Delta del Po ed classificato dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Il lavoro svolto anche attraverso workshop partecipativi ha riguardato la definizione di strategie di rigenerazione urbana incentrate sulla particolarità del contesto urbano e territoriale lavorando su di una strategia progettuale riguardante le relazioni tra la città storica e quella della costa con l’approfondimento di alcuni nodi problematici caratterizzata da spazi rurali un tempo lagunari e oggi sottoutilizzati trasformati in ambiti di possibile esondazione dei corsi d’acqua del territorio. Il tema della riqualificazione paesaggistica della strada statale Romea è stato anche valutato come ambito progettuale strategico. In seguito, tali riflessioni sono state oggetto di una consulenza del CITERLab nell’ambito della redazione del nuovo PTC (Piano territoriale comunale).

6 | Il Metro bosco per San Pietro in Casale

L’esperienza di San Pietro nasce per volontà di un’associazione di cittadini che ha interpellato, nel 2011, il Citer per una riflessione sulle forme e tendenze dell’urbanizzazione di questo comune dell’hinterland bolognese. La suggestione proposta dai cittadini era incentrata sull’idea di avviare la creazione di un bosco metropolitano attorno alla città concepito metaforicamente e concretamente come strategia per contrastare l’intensa urbanizzazione dei suoli rurali, bloccando in questo modo i processi di saldatura urbana tra le diverse località del territorio. L’organizzazione di un workshop preliminare condotto sul territorio, attraverso una serie di azioni partecipative, ha permesso di focalizzare delle linee guida e delle riflessioni che in seguito sono state approfondite da gruppi di progettazione formati da studenti di architettura., docenti e interlocutori locali (esperti, amministratori, cittadini disponibili e interessati ai temi del progetto). Le riflessioni progettuali, in seguito sviluppate anche in alcune tesi di laurea, sono maturate grazie al confronto con la comunità locale e si sono incentrate sui seguenti aspetti:

• controllare i processi urbani espansivi orientando l’azione verso la riqualificazione dei territori già urbanizzati;

• arricchire il patrimonio di aree naturali del territorio della bassa bolognese, contribuendo al rafforzamento della biodiversità;

• potenziare la dotazione di aree pubbliche o di uso pubblico per attività per il tempo libero, lo sport e culturali;

• valorizzare il patrimonio storico insediativo urbano e rurale;

• reinventare un paesaggio rurale fondato non tanto su operazioni nostalgico-vernacolari, ma sulla ricerca di quella complessità e varietà che ha sempre caratterizzato i paesaggi italiani;

• approfondire le problematiche della riqualificazione paesaggistica nell’ambito dell’area metropolitana bolognese.

Il tema è divenuto oggetto di riflessioni anche alla scala dell’Unione dei Comuni ed è divenuto uno dei temi di