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Marsili alla corte di Leopoldo I

Capitolo 2 – L F Marsili “philosophe non pas dans le cabinet”

2.1 Marsili alla corte di Leopoldo I

Leopoldo Cesare, successore degli antenati Cesari, legislatori in questa parte della salute all’Imperio, si fece gloria d’imitarli colla sua alta mente, nudrita in un placido naturale, riflessivo, lento alle risoluzioni, costante, efficace nella esecuzione del determinato, consumato nella longa reggenza dell’Imperio fra gli estremi delle aversità e felicità, coltivato fra le scienze in generale, essendovi stati non dirò pochi Cesari ma poche privatissime persone al mondo che abbiano sapputo di tutto come egli [et a segno da poterle professare e l’arte oratoria della lingua alemana, spagnuola, italiana e latina era all’improviso per confondere l’antiche allocuzioni agli eserciti e questa prerogativa, propria d’un Cesare sarà un esempio a’ posteri e non mai una minima scintilla d’adulazione] […] Questo, durante così lunga ed atroce guerra con l’Imperio Ottomano, con massime da savio Principe e da vero padre de’ suoi popoli, pensò sempre alla pace per lo di lui Imperio e per li regni de’ suoi amati confederati. Le felicità e disaventure delle sue armi regolavano nel Gabinetto gl’intimi suoi pensieri per maggiori e minori estensioni degli Stati che voleva però rinchiusi fra sicuri limiti, colle massime appunto de’ suoi antichi predecessori de’assicurarli o fra ripe de’ fiumi, o linee de’ monti od altro equivalente artificiale ed aver terreni da distribuire alle milizie limitanee o confinarie.164

Questo il ritratto che Marsili ci presenta dell’imperatore Leopoldo I, uomo colto e attento ad assicurare una buona difesa ai suoi territori; l’uomo al quale Marsili fa riferimento con somma devozione in ogni sua azione militare.

Ma se la sua attività trova ispirazione e forza nel servizio che rende all’imperatore, non minore importanza rivestono le correnti di pensiero, che si incrociano a corte, sulle modalità di governo dell’impero, dalle quali Marsili trae spunto per i suoi progetti che vedono come fine ultimo il consolidamento del potere asburgico.

Nella stessa Vienna Marsili è attorniato da una larga schiera di tecnici la cui attività risulta di primaria importanza per la ricognizione dei territori. Fra i personaggi che si raccolgono intorno al Marsili figurano, ad esempio, Johann Christoph Müller, genero e allievo

164 BUB Ms. 117, cc. 1-116 Primo abbozzo del Compendio storico dell’Ungaria, per servire d’introduzione al trattato

dell’ancor più noto tecnico, astronomo e incisore di Norimberga Georg Christoph Eimmart, i cui contributi vedremo anche nel Danubius Pannonico-Mysicus.

Spinte all’esperienza tecnica e scientifica provengono a Marsili anche da alcuni rappresentanti delle alte gerarchie militari che, nella lotta a sostegno di una politica assolutistica da parte del principe asburgico, sono fautori di una politica che affondi le sue radici su conoscenze tecnico-scientifiche.

Questo “partito militare”165 al quale Marsili è vicino, insieme con altri illustri italiani come

Raimondo Montecuccoli, Eugenio di Savoia e Antonio Carafa, è promotore di una politica di forzata ricattolicizzazione dei territori ungheresi e di completa soggezione di quest’ultimi alla Casa d'Austria. A tale scopo fa scendere in campo, come validi strumenti, le armi congiunte della scienza bellica e di una scienza politica empirica, caratterizzata dalla raccolta completa di dati statistici relativi ai territori e alle popolazioni in oggetto.

Sotto il profilo esclusivamente tecnico, i progetti che questo partito intende attuare richiedono una lunga serie di rilievi sul campo, ed è in questo frangente che Marsili e i prestigiosi membri del suo circolo scientifico si mettono all’opera.

Tuttavia, questo tipo di attività ritorna utile anche ad un altro partito attivo alla corte viennese fra Sei e Settecento, il “partito mercantilistico”.

Quest'ultimo, contrario ad una politica di espansionismo dinastico ad ogni costo, è favorevole al consolidamento dei territori ereditari attraverso l'acquisizione di quelle posizioni-chiave che possano servire alla loro difesa e protezione, ma, soprattutto, che favoriscano l'espansione economico-commerciale della monarchia austriaca verso oriente. Personaggi come il cancelliere boemo Kinsky, Andreas Kaunitz, Thomas von Starhemberg e il principe Eugenio di Savoia appartengono tutti a questa costellazione di persone dai simili scopi politico-economici, costellazione che, in concomitanza con le trattative di Karlowitz e quando si profila la guerra di successione spagnola, è pronta a rivendicare considerazioni facenti perno sul consolidamento della potenza politico-economico- commerciale dei territori asburgici.

Dall’Autobiografia e dal ricco epistolario marsiliano, personaggi come Kaunitz, al quale di aggiunge il cancelliere austriaco Strattmann e il cancelliere boemo Kinsky, il quale ultimo fin dai primi anni novanta affida al Marsili il delicato compito di preparare progetti per stabilire i confini con l’impero turco, emergono come suoi influenti protettori a Vienna. Scrive Marsili:

165 Sulle correnti politiche presenti alla corte viennese vedi R. Gherardi, Potere e costituzione a Vienna fra Sei e

Nel tempo istesso ambedue li suddetti ministri Kinski e Stratman mi vollero nelle loro private conferenze, tanto per la direzione de’ limiti nella Servia, sul motivo d’una possibile prossima pace, quanto per formare un’idea militare sulla futura campagna, la quale avesse potuto avere in iscopo una buona limitazione di confine per la pace medesima.166

In un altro scritto il Marsili specifica:

Queste conferenze fra i due prementuati ministri e me cominciarono alla fine dell’anno 1688 e continuarono unitamente sino al 1693, nel quale anno morì il Conte di Stratman, lasciando unicamente al Conte Kinski il peso di così grande affare e l’esempio come le rivalità del mondo debbono dimenticarsi, mentre volle spirare coi vincoli d’una esemplare amistà col medesimo Kinski e col suo animo grande la corispose nel di lui figlio. Dunque il Conte Kinski, aflitto della perdita di così degno compagno in una tanta opera, ubbidì ai voleri di Cesare di tenere da sè solo il filo di così grand’opera della pace fra il di lui Imperio e l’Ottomano […].167

Dopo la morte di Strattmann, Kinsky si lega sempre più al Marsili, scegliendolo come “esecutore di quelle idee che gli eccitavano i diversi successi dell’armi”168.

Kinsky morì nel 1699, l’anno stesso in cui veniva siglata la pace di Karlowitz, di cui egli era stato tra i principali artefici.

A corte non erano mai mancate le inimicizie nei confronti di Marsili, anche prima della morte di Kinsky, in particolar modo del marchese Hermann von Baden e del conte Guido Starhemberg. Contro tali inimicizie, Marsili sembra trovare appoggio soprattutto nel Vicecancelliere imperiale Dominik Andreas Kaunitz. Questi, nella sua fitta corrispondenza col Marsili, lo rassicura regolarmente della sua protezione.

Scrive Kaunitz:

166 Autobiografia, a cura di Emilio Lovarini, op. cit., p.108. Più avanti, p. 131 Marsili ribadisce: “Si tennero molte

conferenze ne’ più rimoti giardini della città, tra li suddetti due ministri, segretario di stato, signor di Werterburg, e me, per esaminare nuovi progetti ch’avevo dovuto fare per istabilire i confini, giacché l’accidente di Belgrado aveva sconcertata tutta la disposizione di que’ primi, già formati sin che Belgrado era di Cesare”.

167 BUB Ms. 117, cit., cc. 1-116, cit., cc. 103-104. 168 Ibidem, c. 105.

In quanto poi alla mia sicura amicizia e servitù lei ne può esser sicuro quanto era di quella del Conte Kinsky di pia memoria, eccetuato che non sia di tanto peso ed efficacia, non per mia colpa ma per mancanza del credito e potere che lui meritatamente aveva.169

Il legame di Marsili con Strattmann, Kinsky, Kaunitz, è particolarmente importante se si riflette sul ruolo dirigenziale che essi ebbero nella politica austriaca di quegli anni. Pur non avendo nominato ufficialmente un primo ministro, Leopoldo I diede grande importanza a Strattmann dal 1684 al 1693, e a Kinsky dal 1693 al 1699, in base al criterio del ruolo direttivo da essi svolto all’interno della Conferenza segreta e per aver ispirato essi e i gruppi che rappresentavano le più importanti scelte politiche.

Alla morte di Kinsky, sembra proprio Andreas Kaunitz destinato ad assumere una posizione di primo piano fra i ministri di Leopoldo, anche se in effetti tale suo primato si rivelerà di breve durata.

L’impronta data da questi personaggi alla politica di Leopoldo è sottolineata anche dal Marsili e l’obiettivo resta l’accrescimento del potere del Principe:

Nel Ministerio delle due Cancellerie di Corte e di Boemia si trovarono della prima Enrico conte di Stratman, della seconda Francesco conte di Kinski, soggetti d’ingegno elevati, nello studio consumati, nella cognizione degli affari de’ principi profondi, esercitati nel lungo congresso di Nimega, preventivi di tutto, nella fede incorutibili, quello prontissimo nel risolvere e questo riservatissimo (unione di naturali utile nel Gabinetto d’un savio monarca) ed in fine ambi amanti della gloria del loro Principe e per questo anche fra loro emoli della grazia di Cesare ma sempre uniti per aumentare la di lui potenza.170

Per il ruolo di primo piano come militare e per avere fra i suoi protettori a corte alcuni dei massimi esponenti dell’ambiente mercantilistico, Marsili rappresenta uno dei più solidi

trait d’union fra le corrente militare e quella mercantilistica, e la sua attività è largamente

influenzata dalle aspettative di tali ambienti nei suoi confronti.

169 BUB Ms. 114, Lettere di diversi Ministri e soggetti di Stato scritte al sig. Luigi Ferdinando Co. Marsigli, l’anno

1699, cc. 5-14 Lettere di A. Caunitz a Marsili, c. 9.

Fin dai primi anni in cui Marsili è al servizio dell’imperatore, a proposito del proprio ruolo militare, rivendica il principio secondo il quale “è obbligo di chiunque esercita un’arte l’intendere non solo gli effetti con i quali la medesima s’esercita”171. E’ in tale prospettiva

che la sfera della sua attività militare va di pari passo con la disamina accurata di ogni elemento componente l’ambiente che è teatro delle operazioni militari e delle più urgenti questioni politiche.

Fra quest’ultime quella che lo stesso Marsil definisce “questione degli Ongari” tiene senz’altro il primo posto, sia per essere i territori della Corona ungherese teatro delle operazioni belliche contro i Turchi, sia per le continue ribellioni dei potenti ungheresi al dominio asburgico. Gli stessi suoi ambienti viennesi di appartenenza, inoltre, chiameranno Marsili a dar loro conto specificamente di problemi fondamentali allora sul tappeto, quali l’instaurazione in Ungheria di un ordine militarizzato e la prospettiva di una pace che doveva porsi come nucleo propulsore di un nuovo sviluppo economico-commerciale dei territori asburgici nel loro complesso.

Temi dominanti cari al partito militare quali quello della “malignità e pocco buon cuore” degli Ungheresi, come si legge in uno dei primi dettagliati progetti172 marsiliani di

fortificazione del fiume Raab, andranno a costituire i fili conduttori delle considerazioni di Marsili, insieme con le prospettive cardine allora accarezzate dai mercantilisti. Fra queste ultime va ricordata l’idea di costituire nei territori asburgici una vasta rete commerciale che, centrata sul Danubio, sfociasse nei mercati orientali e potesse mettere in comunicazione questi ultimi con quelli occidentali.

Nel 1698 alla vigilia della pace di Karlowitz, Marsili presenterà effettivamente “alla Sacra Maestà” del suo “Augustissimo Padrone” un progetto in tal senso, il cui lungo titolo racchiude in sé i capisaldi e gli obiettivi suoi e dei suoi protettori mercantilisti: Progetto del

possibile commercio fra ambedue gli Imperii diviso in tre parti: nella prima si tratta della sua erezione per le strade d'aqua, nella seconda per le strade di terra, nella terza delli capitoli correlativi da stabilirsi nella prossima pace fra gli Imperi medesimi cesareo ed ottomano, con una pendice delle gelosie che nascere potranno in vari principi. La lettera

all’imperatore che accompagna il progetto in questione evidenzia, fin dalle sue battute iniziali, la duplice relazione chedeve sussistere fra il binomio politica-guerra e l’incremento

171 BUB Ms. 53, cit., cc. 408-409 Lettera di L. F. Marsili (18 giugno 1684), c. 408.

172 Cfr. BUB Ms. 53, cit., cc. 145-204, Progetto originale per fortificare il fiume Rab, e qui sono annessi in ultimo gli

dell’attività commerciale, relazione che il sovrano asburgico deve tenere ben presente in vista dell’imminente pace coi Turchi:

Sacra Cesarea Real Maestà

Tollerabile a’ sudditi si rende il peso d’una larga e rigidissima guerra colla speranza della pace che porti sicurezza e modo di risarcire i molti aggravii patiti e se ben questa è la remora dell’industria, unica felicità d’un Imperio, con tutto ciò il riposo dell’armi è una vigilia del traffico, il quale non solo è la base in cui s’appoggia la dovizia della Monarchia, ma anche è una miniera preziosa che arricchisce l’erario del Principe. La Maestà Vostra, in una guerra ininterrotta di tre lustri contra l’ottomana potenza, ha stesi in Ungaria i suoi confini a segno che può applicarsi alla instituzione d’un nuovo traffico tra l’Asia e l’Europa con certezza di tutti i suddetti benefizii, a sollevamento de’ sudditi e dell’erario, col mezzo d’un generale e non più praticato trattato di pace.173

Alla disincantata analisi della grave situazione economica in cui versa la Monarchia asburgica, fa riscontro l’idea di impiantare un “ben istituito traffico” per attrarre le risorse “degl’esteri regni” che servano “per una felicità e base dell’Imperio”.174

In tale prospettiva Marsili è pronto a rivendicare l'importante ruolo che può giocare l'esperienza che egli ha avuto dei paesi a est della monarchia, nel corso della sua attività militare e politica; è il momento di raccogliere il frutto di osservazioni tenute a lungo segrete per ordine dei suoi diretti protettori a corte e mostrare all'Imperatore un integrato piano dei possibili commerci turco-asburgici e delle vie di transito di questi.

Queste notizie ho dovuto tener molti anni sepolte nel mio scrigno per comando fattomene dal fu Conte Stratman, suo Cancelliere, perché non giudicò mai opportuno al di Lei servigio il lasciarle traspirare acciocché, devendo essere il premio di sì lunga guerra, da’ nemici della Maestà Vostra scoperte, non fossero impedite. Ma finalmente, dopo tanta obbedienza di gran tempo, riflettendo che o la morte o altri non impossibili accidenti avrebbero potuto levarmi il merito d’aver palesato alla Maestà Vostra quello di che altri non possono informarla, o

173 BUB Ms. 58, cit., cc. 35-58, cit., c. 36.

174 Cfr. BUB Ms. 57, Manuscritti diversi toccanti lo studio naturale di operazioni militari del 1693 sino al 1699, cc. 1-

per mancanza di applicazione o per difetto d’occasioni avute, come tempo fa accennai al Conte Kinsky, suo Gran Cancelliere per la Boemia, ho stimato conveniente e tanto più che dal conte suddetto mi è stato incaricato di presentar tutto al di Lei Gabinetto, affinché abbia stabilimento un tal commerzio che forse non riuscirà dispiacevole agli occhi della Maestà Vostra, né inutile a’ suoi Stati ed erario, quando meriti di esser praticato.175

La proposta di una nuova linea commerciale prevedeva, nell’ottica marsiliana, la creazione di un sistema di vie di comunicazione che, centrato sul Danubio e su altri fiumi quali il Reno, l’Elba, la Moldava, mettesse in comunicazione gli sbocchi commerciali di Amsterdam e Londra con le principali piazze del mar Nero. Tramite essenziale per la linea di traffico, i territori asburgici che Marsili vuole elevare al rango delle altre potenze commerciali d’occidente; perciò egli non si stanca di ribadire la necessità, in vista degli imminenti trattati di pace, di stabilire le esatte modalità e le regole precise che dovranno valere sia nel commercio tra l’Impero asburgico e quello Ottomano sia tra gli Stati interessati ad usufruire delle arterie di comunicazione in oggetto.

Lorsqu’après une longue guerre, funeste aux Chrétiens mémes qui en remportoient l’avantage, l’Empereur et la République de Venise d’une part, et de l’autre la Porte, vinrent à songer à la Paix, et qu’il fut question d’établir les limites antre les Etats de ces trois Puissances, le Comte Marsigli fut employé par l’Empereur dans une affaire si importante, et comme un homme de Guerre qui connoissoit ce qui fait une bonne Frontière, et comme un Sçavant bien instruit des anciennes possessions, et comme un habile Négociateur, qui scauroit faire valoir des droits.176

La pace di Karlowitz, nel 1699, segna forse il momento di maggior successo della carriera militare-politica del Marsili al servizio di Leopoldo I d’Asburgo.

La scelta di Marsili per la delimitazione dei confini, da parte dell’Imperatore, è dovuta alla consapevolezza di poter contare, per l'adempimento di tale compito, sia sull'uomo di

guerra, il tecnico che sa bene a quali requisiti debba rispondere una frontiera, sia sul savant, capace di rivendicare antichi diritti di possesso da parte della casa d'Austria, che sul

175 BUB Ms. 58, cit., c. 37.

negoziatore. Di fronte a un problema politico-militare come quello dei confini tra potenze,

settori diversi dell'attività di Marsili appaiono perfettamente integrati tra loro, e Fontenelle lo mette in luce quando scrive :

Les differéntes opérations d'une Guerre très-vive, suives de toutes celles qui furent nécessaires pur un reglement de limites, devoient suffire pur occuper un homme tout entier. Cependant au milieu de tant de tumulte, d'agitation, de fatigues, de périls, M. Marsigli fit presque tout ce qu'auroit pût faire un Sçavant, qui auroit voyagé tranquillement pur acquérir des connoissances. Les armes à la main, il levoit des Plans, déterminoit des positions par les méthodes Astronomique, meusuroit la vitesse des Rivieres, étudioit les Fossiles de chaque Païs, les Mines, les Métaux, les Oiseaux, les Poissons, tout ce qui pouvoit mériter les regards d'un homme qui sçait où il les faut porter. Il alloit jusqu'à faire des épreuves Chimiques, et des Anatomies.

Le tems bien ménagé est beaucoup plus long que n'imaginer ceux qui ne sçavent guere que le perdre. Le Métier de la Guerre a des vuides fréquens, et quelquesfois considérables, abandonnés ou à une oisivete entiere, ou à des plaisirs qu'on se rend témoignage d'avoir bien mérités. Ces vuides n'en étoient point pour le Comte Marsigli, il les donnoit à un autre Métier presque aussi noble, à celui de Philosophe et d'Observateur, il les remplissoit commeauroit fait Xenophon. Il amassa un grand Recuil, non-seulement d'Ecrits, de Cartes, mais encore de curiosités d'Histoire Naturelle.177

Dal marzo 1699 al maggio 1701 Marsili invia a Vienna ben trentaquattro relazioni sull'importante compito affidatogli che costituiscono, nel loro insieme, la summa degli orientamenti politici, militari, scientifici seguiti dal Marsili e il suo sforzo di tradurli concretamente in atto.178

Secondo Marsili un ben ordinato confine e una pace proficua ai sudditi sono, innanzitutto, il frutto di un esame approfondito dei paesi in oggetto che poggi sulla salda base dell'esperienza, filtrata, a sua volta, attraverso il metro della scienza e della tecnica. Così, se da una parte Marsili ripeterà di aver spesso ascoltato con attenzione ciò che alcuni

177 Ibidem, pp. 471-472.

178 La pubblicazione di queste relazioni è stata curata da R. Gherardi, Relazioni dei confini della Croazia e della

personaggi gli hanno raccontato della storia passata o più recente, in relazione a determinati problemi contingenti e a fondamento di questi, dall'altra egli accentuerà reiteratamente le modalità attraverso le quali egli stesso o i tecnici alle sue dipendenze hanno avuto modo di rendersi personalmente conto di una determinata situazione. Rilevamenti geografici sul campo, fatti con l'ausilio della strumentazione tecnica, ricerche storiche, condotte presso gli archivi più importanti, rappresentano le linee maestre attorno alle quali Marsili viene approfondendo l'esame della costituzione dei territori della frontiera turco-asburgica. Corredando le relazioni e i piani che egli invia a Leopoldo I di molte mappe di singoli territori o di interi tratti di frontiera, Marsili mostra l'inoppugnabile esattezza che in esse si manifesta come solida garanzia di una nuova progettualità politica, economica, e militare, scientificamente fondata.

Attraverso le sue voluminose relazioni e in forza degli specifici allegati, che egli si premura