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Le maxi emergenze

Nel documento Proposta della IV Commissione permanente (pagine 61-64)

Mobilità sanitaria

Legge 31 gennaio 2018, n. 3 “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché

6 LE AREE DI INTERVENTO

6.1. P REVENZIONE COLLETTIVA , VETERINARIA E SICUREZZA ALIMENTARE

6.5.1 Le maxi emergenze

L’ evento sismico del 24/08/2016 ha colpito sette Comuni del territorio della Regione Marche: Acquasanta, Arquata, Montegallo, Montemonaco, Montefortino, Amandola e Castelsantangelo sul Nera.

Gli eventi sismici del 26 e 30/10/2016 hanno causato nuova forte scossa di magnitudo 5,4, che è stata registrata nel comune di Castelsantangelo sul Nera (MC) a cui è seguita una ancora più forte, di magnitudo Mw 5,9 alle ore 21.18, con epicentro nel comune di Ussita. Le due scosse hanno provocato innumerevoli crolli. Il 30 ottobre alle 07.40 si è verificata una scossa di magnitudo 6,5 la più forte scossa di terremoto in Italia dal sisma dell’Irpinia del 1980. Il sisma si è originato a 10 chilometri di profondità con epicentro tra i paesi di Castelsantangelo sul Nera, Preci, Norcia. Si sono verificati numerosi crolli e gravissimi danni agli edifici pubblici e privati e alle infrastrutture, in particolare nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, e fortunatamente nessuna vittima. Dei circa 30.000 cittadini che sono stati sfollati molti i cittadini ultrasessantacinquenni, ultra settantacinquenni ed un considerevole numero di grandi anziani.

Numerosi studi condotti dopo eventi sismici hanno rivelato un incremento di prescrizione di antidepressivi e del 37% e di antipsicotici sopra al 120% in particolare sulle donne anziane. Tra i giovani si rileva l’aumento del consumo di alcol tabacco e cannabis.

Dopo gli eventi sismici, nelle settimane e mesi successivi, molti studi di settore riportano, oltre i danni diretti prevalentemente di tipo lesivo, danni di tipo psichiatrico come il disturbo post-traumatico da stress (PTDS), disturbi depressivi ed altre sintomatologie di tipo psichico come ansia, irritabilità ed insonnia.

Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità nel 2010 comparato con il 2007-2008 ha rilevato l’aumento del PTDS di ben 10 volte, di ben 6 volte la depressione, e la sedentarietà è raddoppiata negli adulti sopra i 50 anni, particolarmente nelle donne e nei ricollocati. Inoltre immediatamente dopo il sisma l’ospedalizzazione aumentava di quasi il 27% a causa di problemi cardiocircolatori tra gli anziani.

Studi di settore hanno testimoniato che gli anziani sono tra i più colpiti poiché, come sottolineato dal WHO nel report Active aging: a policy framework (2002), la loro qualità di vita non dipende solo dal loro stato di salute ma da molte variabili come le relazioni sociali, le attività ricreative e culturali e il loro ambiente. L’assenza di tali fattori costituisce un serio rischio per il declino fisico e cognitivo delle popolazioni anziane.

Le evidenze scientifiche e le testimonianze raccolte provano che la Sanità pubblica e la Protezione Civile hanno dato risposte concrete e valide ai bisogni dei cittadini grazie al coraggio, all’inventiva e alla generosità degli operatori e delle istituzioni, ma anche grazie al sistema organizzato tra protezione Civile e Sanità: il Gruppo Operativo emergenze Sanitarie (Gores). Tuttavia si evidenzia come la risposta ai danni e ai rischi per la salute prodotti dal disastro debba essere pianificata e organizzata molto prima dell’emergenza (preparedness) e molto meglio con una maggiore adeguatezza. I servizi sanitari devono prepararsi a cambiare le priorità sanitarie con un passaggio dal trattamento iniziale degli infortuni legati ai bisogni sanitari più generali che si verificano nelle prime settimane. La preparazione è necessaria per affrontare le esigenze di salute mentale e di riabilitazione a medio-lungo termine. Le disuguaglianze sull'impatto dei terremoti sulla salute sono state rilevate in particolare per le donne, i bambini, gli anziani, i disabili e le comunità rurali. Sono state identificate le necessità di mantenere l'accesso a servizi essenziali come la salute riproduttiva e i servizi di prevenzione sanitaria. Le azioni chiave di preparazione comprendono l'identificazione di leader appropriati, la pianificazione e la formazione del personale. Mentre ci sono una serie di conseguenze sanitarie dei terremoti, temi comuni sono emersi in contesti diversi e da diversi eventi sismici e non solo, ma in generale a seguito di disastri naturali ed eventi di emergenze straordinarie (ad es disastri provocati dall’uomo). La preparazione dei sistemi sanitari è essenziale e possibile, al fine di mitigare gli impatti negativi sulla salute dei disastri naturali. La

preparazione è possibile e necessaria a livello di comunità, organizzazione e sistema.

In

particolare

l’allestimento, prima che i disastri si verifichino, di piani di intervento da rendere operativi nell’emergenza e nel post-emergenza. Fanno parte essenziale di questi piani sistemi di monitoraggio della salute in tutti i suoi

aspetti, di educazione, di creazione della consapevolezza e di comunicazione del rischio

.

La letteratura

internazionale ha documentato effetti sulla salute dei disastri che si manifestano anche a distanza di anni dall’evento (mortalità, problemi di salute mentale, malattie cardiovascolari, disturbi del comportamento). Da considerare in particolare i soggetti più vulnerabili (per età, per deprivazione sociale e per patologie concomitanti) che risultano i più esposti. Le soluzioni adottate per il governo del territorio e per il ricollocamento della popolazione che ha perduto la propria abitazione hanno un effetto rilevante sulla salute. La consapevolezza a priori del ruolo di entrambi i fattori può contribuire a programmare interventi volti a ridurre il carico degli effetti tardivi. Inoltre una attenta comunicazione sullo stato di salute e sui rischi per la

salute della popolazione esposta ad un evento disastroso è di importanza strategica per il buon esito

Nonostante l’ottima risposta ai terribili eventi sismici che hanno caratterizzato il 2016 il sistema necessita di una ulteriore abilità per essere maggiormente operativo.

Anche per raggiungere l’obiettivo del miglioramento della risposta ai disastri naturali le direttrici trasversali di

sviluppo risultano particolarmente necessari

,

senza dimenticare, nell’ambito delle maxi emergenze, quelle

epidemiche (ad es. ebola), riferite sia alla salute umana sia alla salute animale, e la conseguente predisposizione di piani di evacuazione in sicurezza di pazienti potenzialmente infetti, in particolare da aeroporti e porti, verso i centri di riferimento nazionali.

Le principali priorità sono quindi di seguito descritte:

- favorire la partecipazione dei cittadini, per garantire un approccio integrato alla sorveglianza della salute,

in tutte le sue fasi, dalla pianificazione delle indagini alla interpretazione dei risultati, alla definizione degli interventi necessari. Questi ultimi si devono basare sulla capacità di mettere a sistema il sapere accumulato dalle istituzioni, dai politici, dalla ricerca e dalla popolazione colpita e che ha sviluppato esperienze concrete;

- incrementare il numero di operatori formati in grado di elaborare e gestire protocolli operativi anche

attraverso un approccio multidisciplinare rivolto alla sorveglianza della salute, individuando indicatori prioritari (di salute, di accesso e offerta dei servizi, ad es. l’attività degli psicologi) fino alla misura e analisi dei dati;

- sviluppare la sorveglianza delle popolazioni colpite da eventi disastrosi (con particolare attenzione ai

gruppi di popolazione vulnerabili). I professionisti e i ricercatori dovranno essere meglio coinvolti per accrescere le conoscenze utili alla resilienza della comunità;

- assicurare sistemi informativi efficienti e capaci di resistere nelle crisi come lo sviluppo del nuovo numero

unico di emergenza, il NUE 112 con il suo disaster recovery che garantisce la continuità dei soccorsi, anche nei casi di gravi danni ai sistemi di telecomunicazione locali;

- sviluppare sistemi di telemedicina facilmente riconfigurabili laddove le strutture sanitarie vanno in

difficoltà;

- definire un piano di comunicazione come strumento capace di ridurre il danno derivato dalla paura, dallo

stress, dall’ incertezza e capace di controllare ansia e stress e aumentare la resilienza della popolazione;

- garantire l’adeguamento strutturale e tecnologico, il cui ruolo fondamentale è rappresentato dal lavoro

in atto di sviluppo dei nuovi manuali di autorizzazione e accreditamento, che cambieranno il volto delle

Le maxiemergenze sanitarie: Il sisma - come evento per apprendere

Società fluida

• Sistemi fluidi

Assistenza flessibile

• Forme assistenziali riconfigurabili • Velocità

Bisogni emergenti

• Supporti psico-socio-assistenziali • Teleassistenza

infrastrutture sanitarie, al fine di renderle completamente adeguate alle norme di sicurezza e capaci di essere punti di sicurezza per i cittadini.

Infine i servizi dell’area veterinaria e sicurezza alimentare devono garantire una risposta sanitaria adeguata al

perseguimento dell’obiettivo comune di tutela della salute pubblica favorendo la ripresa produttiva delle

imprese alimentari delle aree terremotate attraverso un supporto diretto alle filiere produttive. La vastità del territorio marchigiano coinvolto negli ingenti danni da terremoto, 87 Comuni estesi su una superficie di circa 4000 kmq, richiede una risposta sanitaria flessibile e capace di garantire la conformità sanitaria degli alimenti circolanti. Le imprese danneggiate dal terremoto devono essere sostenute nelle loro produzioni riaccreditando i processi della produzione primaria e post primaria (trasformazione, trasporto, commercializzazione, distribuzione e somministrazione) degli alimenti lungo tutta la filiera modulando i piani di controllo sanitario in base alle nuove situazioni legate ai requisiti delle strutture produttive locali e di quelle che hanno delocalizzato i processi produttivi della filiera in modo temporaneo, parziale o totale.

Nel documento Proposta della IV Commissione permanente (pagine 61-64)