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La memoria delle radici

Nel documento e Superiora generale dell’Istituto FMA (pagine 27-200)

Il profeta Isaia dice che sacrificio gradito a Dio è: «Dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti» (Is 58,7).

Sembrano, queste parole, una descrizione delle vita missionaria di suor Angela. Senza, forse, conoscere il testo biblico, lei l’ha vissuto quotidianamente, consapevole che il Vangelo esige testimonianza e misericordia nei confronti del degrado umano dinanzi al quale si trova. E tutto senza dimenticare la terra natale e i parenti.

Uscita dalla famiglia a ventidue anni, giunta in America a venti-tré, pur ritenendosi cittadina del mondo, porta nel cuore il paese d’origine e la famiglia, quasi sentendosene ancora responsabile. Sin-daco, Parroco, Suore di Lu e dei paesi vicini, persone note in paese per il contributo alle attività formative e/o parrocchiali, tutti sono a lei ben presenti. «Il cuore di Gesù è sempre aperto, sta solo a noi il voler entrarvi», quasi a dire “là possiamo trovarci tutti”.

«Salutatemi tanto, tanto tutti: le sorelle, cognati, cugini, cugine, zii e zie, nipoti, in fine tutti, affinché tutti possiamo essere sempre uniti in vincolo di pace e carità» (L 29).

È un ponte di affetto e di preghiera che suor Angela costruisce tra la Patagonia e il suo Monferrato; «Salutami tanto le Suore e i tuoi pa-droni e tutte le persone che di me chiedono notizie. Pregherò Gesù perché ti aiuti per poter collocare le nipoti e tu fa quello che puoi. Il Signore farà il resto» (L 57).

Potrebbe stupire la quantità di lettere e la frequenza con cui suor Angela scrive alla sorella Teresa. Dicono le biografie che questa so-rella, perché Angela potesse essere FMA, si era impegnata ad andare

a servizio per mantenere, con lo stipendio, i genitori nella loro an-zianità. Dalle lettere risulta che anche la sorella avrebbe voluto essere religiosa, ma che mai poté realizzare questo ideale per motivi, ap-punto, di sostegno e di assistenza, non solo ai genitori. Poiché era l’unica nubile delle sorelle, si sentiva, e lo era, il punto di riferimento della famiglia e tutti cercava di aiutare, in particolare due nipoti, una rimasta orfana in tenera età, l’altra con problemi familiari. Era lei che, per tutti, scriveva a suor Angela e le inviava piccole cose di im-mediata necessità. Suor Angela ricambiava facendole sentire la sua prossimità, offrendole consigli di vita spirituale, incoraggiandola a resistere nelle difficoltà di ogni genere pensando a un futuro di gioia, consolandola dei vuoti lasciati dalla morte dei genitori e di altri pa-renti, ringraziandola tante volte per l’assistenza che loro prestava.

La richiesta di avere da lei frequenti notizie della famiglia o dei conoscenti non è dettata da curiosità o da indebita intrusione in fatti altrui, ma da affetto, amicizia e volontà di raggiungere tutti con una parola di fede e di incoraggiamento a vivere secondo il Vangelo. È spiritualmente presente ai genitori soprattutto con una tenerezza che commuove. Bastano per tutte le parole aggiunte alla firma nella prima lettera loro inviata: «Suor Angela Vallese, del padre mio sacre-stano di S. Biagio Vallese Lorenzo» (L 3), quasi volonterosa di ribadire e assicurare un’identità preziosa.

Che cosa ci lascia di eredità spirituale questo epistolario? Credo di poterne affermare l’importanza a livello:

• Storico: ne emerge uno spaccato della vita missionaria delle origini dell’Istituto;

• Documentario: tanti piccoli particolari, raccontati con preci-sione, nomi di persone e di luoghi, avvenimenti riportati col-mano alcuni vuoti della storia ufficiale;

• Istituzionale: l’organizzazione, le relazioni interne ed esterne in vista della missione e la riflessione su di esse possono essere ancora oggi un’esperienza a cui attingere;

• Carismatico: ad una prima, anche parziale, lettura, subito si coglie la forza e la chiarezza di un carisma che ha forgiato negli anni uomini e donne di Dio, appassionati per la salvezza del

prossimo, soprattutto attraverso l’educazione dei giovani. Il fatto che essi arrivino in un luogo e che quasi il giorno dopo nascano un oratorio, un laboratorio, una scuola, un collegio...

sa di miracolo.

C’è un segreto, che sempre più si disvela, alla base di questa vitalità spirituale: il “da mihi animas”, che ha come condizione il “cetera tolle”.

Don Bosco e Madre Mazzarello avevano colto nel segno.

Maria Vanda Penna FMA

ABBREVIAZIONI

AGFMA Archivio Generale delle Figlie di Maria Ausi-liatrice

allog. allografo

ASC Archivio Salesiano Centrale

aut. autografo

CG Capitolo Generale

datt. dattiloscritto

FMA Figlie di Maria Ausiliatrice

L Lettera

MB Memorie Biografiche di don (del Beato, di San) Giovanni Bosco

ms manoscritto

n.d.c. nota della curatrice

orig. originale

s.d. senza data

s.e. senza editrice

s.l. senza luogo

SDB Salesiani di don Bosco

3

1

A madre Maria D. Mazzarello, Superiora generale

Suor Giovanna Borgna,1dopo un mese di viaggio, a nome di tutte, scrive a madre Mazzarello e alla comunità di Mornese dando notizie delle missionarie che, “in quarantena” nell’isola Flores, poco distante da Montevideo, attendono di potervi sbarcare. La lettera, che contiene una parte scritta da suor Angela Vallese, rivela la spontaneità serena e familiare delle relazioni tra le consorelle e con madre Mazzarello e il ricordo affettuoso per le famiglie di origine.

La parte scritta da don Giacomo Costamagna è interessante per quanto lascia intravedere circa la relazione spirituale con le suore della prima comunità di Mornese.

Orig. aut. di suor Giovanna Borgna, in ASC A 762.

Pubblicata in CAVAGLIÀPiera e COSTAAnna [a cura di], Orme di vita tracce di futuro. Fonti e testimonianze sulla prima comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1870-1881), Roma, LAS 1996, 205-210.

Viva Gesù, Maria e S. Giuseppe!

Isola Flores, 4 dicembre 1877 Rev.daMadre Superiora,2

Abbiamo tardato fino adesso a scriverle a cagione del mal di mare che spesso ci ha molestate; e di più sapendo che il nostro cariss.mo, nel Signore, il Padre Direttore, le scriveva, abbiam pensato d’aspettare

1Suor Giovanna Borgna, nata a Buenos Aires (Argentina) da genitori italiani il 20.2.1860, era entrata a Mornese nel 1874 ed aveva fatto la professione religiosa a Torino il 3.9.1877. Partita missionaria due mesi dopo con la prima spedizione FMA del 1877, fu una delle più valide collaboratrici di suor Angela Vallese. Nel 1892 fu nominata Visitatrice di tutte le case delle FMA della zona centrale e settentrionale della Patagonia e svolse questo compito fino al 1906. Ebbe poi lo stesso incarico per le case dell’Ecuador dal 1907 al 1913. Morì a Lima Guia (Perú) il 21.12.1945 (cf Suor Borgna Giovanna, in SECCOMichelina, Facciamo memoria. Cenni biografici delle FMA defunte nel 1945, Roma, FMA 1996, 89-11).

2 Maria Domenica Mazzarello (Santa) nacque a Mornese (Alessandria) il

fino a tanto che fossimo al nostro destino. Ora le scriviamo non da Montevideo, ma bensì da una isola dove ci troviamo in quarantena;

il perché glielo dirò più oltre.

Dunque sappia, o nostra buona Madre, che il viaggio fu felicis-simo oltre ogni dire. Durante il medefelicis-simo abbiamo sempre fatto la S. Comunione, avendo avuto il nostro Padre Dirett.re comodità di celebrare la S. Messa ogni giorno. Nel tempo della quale, o prima, recitavamo le preghiere e al termine di essa facevamo la meditazione.

Dopo la colazione ce ne andavamo in sopracoperta, e là non voglio dirle che lavorassimo, perocché, ad una girava la cabeza (la testa, n.d.c.), l’altra sentivasi lo stomaco rivolto, e così non potevamo la-vorare. E il più delle volte offrivamo il lavoro al Signore e poi dor-mivamo. Questo accadde per dieci o dodici giorni, che poi ci mettemmo a lavorare sul serio e abbiamo fatto sei paia di solette;3 però Suor Denegri4e Suor Giovanna non lavorarono perché studia-vano con la grammatica sotto al capo e così hanno imparato tanto bene lo spagnolo che se debbono dire qualcosa ci pensano prima un ratito (un momento, n.d.c.) per trovare le parole onde esprimersi.5

Abbiamo anche fatto il catechismo a quelle venti e più fanciulle

9.5.1837 in una famiglia semplice e profondamente cristiana. Fin da adolescente avvertì la chiamata del Signore a consacrare a lui la sua vita e a dedicarsi all’evan-gelizzazione-educazione delle ragazze e delle giovani. L’esperienza spirituale e apostolica nell’Associazione delle Figlie dell’Immacolata la preparò a rispondere ai disegni di Dio su di lei. Dopo l’incontro con don Bosco non ebbe dubbi sulla strada da seguire e divenne con lui la Confondatrice dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausi-liatrice (d’ora in poi si abbrevierà FMA) (cf GIUDICIMaria Pia - BORSIMara, Maria Domenica Mazzarello. Una vita semplice e piena di amore, Torino, Elledici 2008).

3La soletta è la parte della calza che corrisponde alla pianta del piede. Si con-suma più velocemente delle altre parti, quindi va sostituita spesso. Quello di preparare solette per la famiglia era un impegno cui di solito le donne attendevano nei ritagli di tempo.

4Suor Angela Denegri, nata a Mornese il 2.2.1860, partì con la prima spedi-zione missionaria a diciassette anni, con l’unico desiderio di portare anime a Cristo.

A ventun anni era già pronta per l’incontro definitivo con Lui. Morì infatti a Villa Colón (Uruguay) il 13.12.1881 (cf Suor Denegri Angela, in Cenni biografici delle FMA defunte nel primo decennio dell’Istituto, 1872-1882, Torino, Tipografia S.A.I.D. Buona Stampa 1917, 57).

5Battuta umoristica sulle ancora scarse competenze linguistiche della scrivente e della consorella.

6 È don Giacomo Costamagna. Nato a Caramagna Piemonte (Cuneo) il 23.3.1846, fece professione religiosa salesiana il 27 settembre 1867. Fu ordinato Sacerdote a Torino il 18.9.1868 e consacrato Vescovo titolare di Colonia il 23.5.1895 a Torino. Morì a Bernal (Argentina) il 9.9.1921. Ebbe una relazione spe-ciale con l’Istituto delle FMA e con madre Mazzarello. Dal 6.10.1874 fino al 29.10.1877 fu direttore spirituale della prima comunità delle FMA a Mornese.

Partì nel novembre dello stesso anno per le missioni d’America e fu guida della prima spedizione missionaria delle FMA. Di lui scrive don Angelo Amadei: «Sotto una corteccia forse un po’ dura e un’apparenza di severità, nascondeva un cuore di Madre: bastava mettersi in diretto contatto con lui per gustare la dolcezza e la deli-catezza dei suoi modi e la sicurezza ed esattezza dei suoi criteri dottrinali e morali»

(AMADEIAngelo, Mons. Giacomo Costamagna, in VALENTINIEugenio [a cura di ], Profili di missionari. Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, Roma, LAS 1975, 39).

7Non è possibile risalire all’identità di questa persona.

8I viaggi in nave, sia per la loro lunghezza, sia per la sistemazione dei passeg-geri, costituivano pericoli morali soprattutto per le donne. Lo si coglie anche da lettere di missionari salesiani che manifestavano preoccupazione per l’incolumità delle giovani suore viaggiatrici (cf LASAGNALuigi, Epistolario. Introduzione, note e testo critico a cura di Antonio Da Silva Ferreira, I [1873-1882], Fonti, Serie II 5, Roma, LAS 1995, 219).

che trovavansi sul Savoie; e queste ce le procurò il nostro buon Padre D.[irettore],6il quale, Madre, se avesse veduto, come ci faceva stare allegre e lo era anch’esso! Sulla sera si metteva a suonare all’armo-nium; cantava coi chierici: il marinaio, l’orfanello, lo spazzacamino, ecc. ecc. Noi cantavamo «Voglio bruciar d’amore», «Chiamando Maria», ecc. e qualche volta l’Ave Maris stella, ma con un’aria nuova che ci insegnò una signora spagnola, nom[in]ata Ernestina,7assai re-ligiosa. Anche il Padre D.[irettore] la imparò perocché è molto bella e disse che scriverà così poi la musica per mandarla in Italia.

Non le diremo come sul vapore ci siano molti pericoli, cosa di [cui] avvertire le sorelle che verranno, affinché stiano attente e sap-piano tenersi in guardia.8S’immagini, a tavola soltanto avevamo un framassone, un medico ebreo, e la stessa nostra cameriera era prote-stante; da Marseille a Gibilterra abbiamo anche avuto quattro pro-testanti. Noi però, ringraziando il Signore, fummo esenti da ogni disgrazia, perocché avevamo il Padre D.[irettore] che ci avvertiva in ogni pericolo.

Ma adesso è meglio che terminiamo, perché il vaporino aspetta le lettere. Le diremo ancora che per aver toccato Rio Janeiro, dove

9Gabbiani, in spagnolo gaviotas.

10Suor Angela Cassulo, nata a Castelletto d’Orba (Alessandria) il 9.3.1852, pro-fessa a Mornese il 28.8.1875, partì per le missioni d’America il 14.11.1877. Morì a Viedma (Argentina) il 28.3.1917. Umile e sacrificata, passò la vita nella cucina delle case delle FMA. Di lei disse mons. Cagliero: «È una santa; il demonio non sa più che fare per impazientirla; ma non vi riesce […]. Suor Cassulo non fa miracoli, solo perché non vuole» (cf Suor Cassulo Angela, in Cenni biografici delle FMA defunte nel biennio 1917-18, Torino, Tipografia S.A.I.D. Buona Stampa 1959, 14-21).

11La sorella minore, Maria, si trovava nel collegio di Mornese. Di sei anni più giovane di lei, sarebbe divenuta FMA il 15.8.1879, e sarebbe poi vissuta nell’umiltà gioiosa, nella preghiera incessante e nella grande laboriosità a favore della comunità.

Morì a Torino il 7.8.1926 (cf Suor Cassulo Maria, in Facciamo memoria. Cenni bio-grafici delle FMA defunte nel 1926, Roma, FMA 1987, 87-92).

12Suor Teresa Mazzarello, nata a Mornese il 12.4.1860, era entrata nel collegio di Mornese per invito di don Cagliero e vi aveva fatto la prima professione nel

c’è la febbre gialla, ci tocca fare 9 giorni di quarantena in un’isola chiamata Flores, distante da Montevideo 2 ore e 1/2. La chiamano Flores, ma son tre isole unite: nella prima vi sono altri “quarantenari”;

nella seconda ci siamo noi ed è piena di lumache e biscie - altro che fiori! La terza è piena di conigli, di “gabiote”,9uccelli di cui non sap-piamo il nome in italiano, e di vacche, che uccidono a colpi di fucile, quando non possono provvedersi a Montevideo a cagione del vento che non permette che vengano le barche.

Terminiamo che la carta manca. La preghiamo a salutare il Rev.do Signor Direttore; gli dica che ci raccomandi a Gesù nel S.[anto] S.[acri-ficio] della Messa, affinché possiamo farci sante e salvar tante anime.

Saluti anche tutte le Madri e sorelle e dica loro che preghino per noi; che ringrazino Gesù per le grazie elargiteci per lo passato e spe-cialmente in questo mese. Accetti, o Madre, i più cordiali saluti da parte nostra, preghi, preghi per noi e ci creda nel Signore

Sue affez.mefigliuole esiliate nell’Isola Flores Le Suore Americane P. S. Suor Cassulo10dice che faccia il piacere di salutare sua sorella11 e che preghi per essa. Viva Gesù!

Suor Ter.[esa] Mazzarello:12dica ai suoi parenti che preghino per essa.

Viva Maria!

1876. Fu la più giovane FMA a partire con la prima spedizione missionaria del 1877. Fu a lungo direttrice e formatrice delle giovani chiamate alla vita di FMA.

Morì a Montevideo (Uruguay) il 13.11.1937 (cf Suor Mazzarello Teresina, in SECCO Michelina, Facciamo memoria. Cenni biografici delle FMA defunte nel 1937, Roma, Istituto FMA 1993, 208-224).

13Suor Angela Denegri proveniva da Mornese e la sua famiglia era conosciuta da madre Mazzarello .

14Suor Teresa Gedda, nata a Pecco (Torino) il 17.1.1852, fece parte della prima spedizione missionaria. Fu in Uruguay, Messico, Nicaragua, missionaria umile e generosa sia nei lavori comunitari sia nei compiti di responsabilità. Era chia-mata “la Suora santa”. Morì a Granada (Nicaragua) il 24.3.17 (cf Suor Gedda Teresa, in Cenni biografici delle FMA defunte nel biennio 1917-18, Torino, Tipografia S.A.I.D. Buona Stampa 1959, 12-14).

15Il fratello di suor Teresa, Domenico, frequentava il ginnasio all’Oratorio di Valdocco. Nel 1879 entrò in Seminario ad Ivrea; morì l’anno dopo, il 15.10.1880.

16Suor Giovanna Borgna parla in prima persona essendo la scrivente.

17La sorella è Emilia, di due anni più giovane di Giovanna. Nata a Buenos Aires il 7.9.1862, emise la professione religiosa a Mornese non ancora sedicenne e partì missionaria per l’America l’1.1.1879. Fu Superiora Visitatrice delle Case dell’Uru-guay e del Paradell’Uru-guay e Ispettrice in Brasile dal 1888 al 1915. Morì a Lorena (Brasile) il 21.10.1939 (cf Suor Borgna Emilia, in SECCOMichelina, Facciamo memoria.

Cenni biografici delle FMA defunte nel 1939, Roma, Istituto FMA 1994, 93-107).

18Giacinta è la sorella più piccola di Giovanna e di Emilia, che all’epoca era educanda a Mornese.

19La parte che segue, fino a “figurandoci di essere a Mornese” è scritta da suor Angela Vallese.

Suor Denegri che dica ai suoi parenti che sta bene e che preghino per essa.13Viva S. Giuseppe!

Suor Gedda14dice che faccia il piacere di mandare a dire a suo fratello che è a Torino,15che ha fatto buon viaggio, che sta bene, affinché lo faccia sapere ai suoi parenti. Viva Gesù!

Suor Giovanna:16favorisca dire a mia sorella17che si faccia coraggio, che si ricordi che il Paradiso patisce violenza; che scriva a mio fratello, le dica ch’io aggiusterò con mia mamma ogni cosa; a Giacinta18che sia obbediente. V. Maria!

Suor Angela Vallese:19Viva Gesù, cara Madre Superiora, vorrei dirle tante cose, ma non c’è più di carta; le scriverò poi da Montevideo.

In questo tempo che ci siamo separate, io non ho fatto altro che dare

scandalo20alle sorelle, facendo sempre le cose con pigrizia e poi non facendo altro che portarle con impazienza. In quanto poi alla santa Regola non parlo neppure dell’osservanza, alcune volte recitavamo Mezzodì alle 421 e poi tutto fuori di ora. Però facemmo la novena della festa dell’Immacolata e il nostro buon e sempre caro Padre il Sig. Dir.[ettore], ci scrisse i fioretti e così tutti i giorni lo tiravamo,22 figurandoci di essere a Mornese.23

Ora però, cara Madre, vogliamo metterci di tutto cuore, perciò ci raccomandiamo alle sue ferventi preci. La prego di salutare mia sorella, le dica che si faccia coraggio e che faccia sapere ai parenti che ho fatto buon viaggio. La saluto di tutto cuore, sono la Sua indegnis-sima Figlia.

Cara Madre,24

dite a tutte le figliuole che vengano volentieri in America, ma che prima si spoglino affatto della propria volontà anche nelle piccole cose.

Tocco sempre più con mano che la Madonna vuol bene alle sue Figlie, ma bisogna amarla e farla amare. Qui in queste parti non si sente par-lar d’altro che di interessi e peggio... per l’interesse si suda e si soffre...

e noi, che non dovremmo fare pel grande interesse del Paradiso?

Addio... Dite al Sig. Prevosto25che me l’ha fatta grossa a non ve-nirmi più a vedere. Ringraziatelo ancora di quanto ha fatto per me e

20Suor Angela, nel suo considerarsi sempre inferiore a tutte, si addossa colpe che non ha, rivelando umiltà profonda e al tempo stesso affermando l’importanza della fedeltà alla Regola di vita in ogni situazione.

21Le Costituzioni delle FMA prescrivevano un tempo di preghiera prima del pranzo: «Un quarto d’ora prima del pranzo si porteranno in Chiesa per fare l’esame particolare, che durerà circa 10 minuti» (Regole 1878, Tit. X, art. 3).

22L’impegno spirituale proposto per ogni giorno veniva estratto a sorte.

23Mornese è un piccolo centro del Monferrato in provincia di Alessandria, dove il 5.8.1872 venne fondato l’Istituto delle FMA ad opera di San Giovanni Bosco e di Santa Maria Domenica Mazzarello. Suor Angela Vallese partì di là a capo della prima spedizione missionaria, il 14.11.1877. Ricordare Mornese è, ancora oggi, per ogni FMA, rifarsi allo spirito originario dell’Istituto. Cf anche la nota 16 dell’Introduzione.

24Di qui inizia la parte scritta da don Giacomo Costamagna.

25Il Prevosto era don Carlo Valle, Parroco di Mornese.

26Termine dialettale che significa brava, forte di carattere. Si riferisce forse a suor Caterina Daghero.

27Suor Teresa Pampuro è una delle prime FMA, che fece professione con la Confondatrice il 5.8.1872 e che già nel 1864 si era unita a lei e all’amica Petronilla Mazzarello per condividerne il progetto educativo per la fanciulle e le giovani. Era nata a Mornese il 18.12.1832 e morta a Nizza Monferrato il 23.2.1908 (cf Suor Pampuro Teresa, in Cenni biografici delle FMA defunte nel triennio 1906-1908, Torino, Tipografia S.A.I.D. Buona Stampa 1938, 117-128).

28Suor Enrichetta Sorbone, nata a Rosignano Monferrato (Alessandria, Italia) il 24.11.1854, professa a Mornese il 14.6.1874, morì a Nizza Monferrato il 14.7.1942. Nel 1881 venne eletta Vicaria della Madre Generale suor Caterina Daghero, che succedette a madre Mazzarello. Svolse tale servizio per circa 60 anni (cf [DALCERRILina], Madre Enrichetta Sorbone. Vicaria Generale delle FMA, Torino, L.I.C.E. Berruti 1947).

29 Suor Emilia Mosca fu Consigliera generale dal 1876 al 1900. Nata a Ivrea (Torino) l’1.4.1851; professa a Mornese (Alessandria) il 14.6.1874, morì ad Alassio (Savona, Italia) il 2.10.1900. Discendente dei Conti Bellegarde di St.-Lary, fu man-data a Mornese da don Bosco come insegnante di francese. Venne subito incaricata della direzione della scuola e della formazione culturale delle prime maestre. Ben presto chiese di far parte dell’Istituto FMA ed emise la prima professione il 14.6.1874. Nell’ottobre 1876 fu nominata prima Assistente nel Consiglio generale

29 Suor Emilia Mosca fu Consigliera generale dal 1876 al 1900. Nata a Ivrea (Torino) l’1.4.1851; professa a Mornese (Alessandria) il 14.6.1874, morì ad Alassio (Savona, Italia) il 2.10.1900. Discendente dei Conti Bellegarde di St.-Lary, fu man-data a Mornese da don Bosco come insegnante di francese. Venne subito incaricata della direzione della scuola e della formazione culturale delle prime maestre. Ben presto chiese di far parte dell’Istituto FMA ed emise la prima professione il 14.6.1874. Nell’ottobre 1876 fu nominata prima Assistente nel Consiglio generale

Nel documento e Superiora generale dell’Istituto FMA (pagine 27-200)

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