• Non ci sono risultati.

Il messaggio del Sinodo dei Vescovi

Carissime sorelle,

nel mese scorso ho avuto modo di avvicinare le sorelle e le giovani di due Ispettorie italiane: toscana e ligure. La realtà, abbastanza simile in tutta l’Italia, è certo molto diversa da quella incontrata in Oriente nel mese precedente. Sono passata da Paesi con alta per-centuale di gioventù, come la Korea, a terre in cui la gioventù sotto i 25 anni non raggiunge che il 15-20%, da luoghi in via di espansione cristiana ad ambienti di antica cristianità, ma con un secolarismo sempre più esteso; da nazioni insomma in cui la vita, tanto simile in un certo senso per l’uguaglianza che il progresso odierno produce, si differenzia fortemente sotto molti altri aspetti.

La costatazione di questa realtà mi ha ancora una volta richiamata al senso di viva gratitudine a Dio, a Maria Ausiliatrice per l’unità di spirito e di cuori che, nonostante le differenze, regna in mezzo a noi. La proiezione apostolica verso la gioventù è sempre l’elemento agglutinante, perché è la spinta carismatica della Congregazione.

Le sorelle italiane, nonostante le varie difficoltà e l’ancor debole cre-scita di vocazioni, si impegnano a rendere sempre più viva la loro speranza, nella certezza che Maria non deluderà le loro attese.

Si trova in esse una fedeltà così radicata e attuale che rende mera-vigliosamente attive e gioiose anche quante dovrebbero sentire il peso degli anni. E nelle comunità lo spirito di famiglia riesce a tenere unite in armonia le età più disparate e le mentalità più diverse, rendendole capaci di condividere momenti di impegno e di fraternità, anche con la gioventù da educare.

Si sente ancora oggi che la Liguria è stata santificata dai ripetuti passaggi di madre Mazzarello. Nelle case da lei fondate, come anche nelle altre e in quelle della Toscana, vive attualmente una gioventù ricca di entusiasmo esplosivo, che non ha nulla da invidiare a quella dei primi tempi.

L’unità dell’Istituto, affidata alle preghiere e alle offerte delle sorelle italiane, può contare su forze spirituali valide e sicure.

La voce del Sinodo

Nel mese di ottobre certamente avete seguito, nella preghiera e con vivo interesse, la vita della Chiesa radunata in Sinodo per mezzo dei rappresentanti delle nazioni del mondo intero. I lavori delle sedute sinodali sono terminati ma, come ben sapete, non possiamo dire che il Sinodo sia concluso.

Restiamo in attesa del Documento che il S. Padre ha promesso di ela-borare quanto prima sulla base di tutti gli elementi emersi durante il Sinodo, dal contributo dei Padri sinodali e dei laici convocati.

Avremo così in mano un nuovo importante documento che, come le Lettere apostoliche frutto degli altri Sinodi, avrà certamente un grande influsso sull’intera cristianità.

Nell’omelia durante la celebrazione conclusiva il S. Padre ha messo in luce come «nel corso del Sinodo la Chiesa intera ha potuto “sen-tire” se stessa... “vedere”, “sperimentare” la sua realtà nella mol-teplice unità della sua vita e della sua missione» (GIOVANNIPAOLO

II, Omelia, 30 ottobre 1987).

Nella nostra piccola esperienza stiamo noi pure godendo di tale unità di vita e di missione. Impegniamoci perciò a sostenere e ali-mentare il desiderio dei fedeli laici di riprendere un cammino più deciso verso la santità, a cui tutti siamo chiamati in forza del Bat-tesimo: santità unica che scaturisce dall’unione con Cristo.

Il card. Pironio, nel discorso finale rivolto al Papa e ai partecipanti al Sinodo, sottolineava: «È terminata la settima Assemblea sinodale.

Tuttavia il Sinodo (cammino comunitario della Chiesa) è appena cominciato, soprattutto quando è in questione un tema come quello dei laici [...].

Questo Sinodo è stato come una nuova gestazione della comunione ecclesiale» (Discorso, 30 ottobre 1987).

Teniamo presenti i tre aspetti su cui si è incentrata l’attenzione del Sinodo: santità da vivere nel quotidiano anche nella condizione secolare nel mondo; comunione ecclesiale, cioè la necessità di vivere insieme una testimonianza gioiosa di Popolo di Dio; missione comune per una nuova evangelizzazione volta a costruire una società fondata sui valori evangelici.

In questa linea aiutiamo la formazione dei laici attraverso la testi-monianza di tali valori e un approfondimento comune della vita di santità, di comunione e di missione, a cui siamo tutti chiamati.

La nostra vita consacrata, che ci obbliga a vivere in maggiore pro-fondità la radicalità delle beatitudini evangeliche proposte a tutti i cristiani, è impegno preciso ad essere fermento per la crescita della Chiesa.

Il messaggio finale «Sui sentieri del Concilio» ha infatti una parola anche per noi e ci invita a riflettere sia sul nostro essere «chiamati a testimoniare con radicalità l’Amore di Dio attraverso la pratica dei consigli evangelici», sia sulla missione educativa a vantaggio di una gioventù sempre più bisognosa di modelli autentici di vita cristiana e di guide illuminate e sagge, capaci di formare cittadini onesti e attivi nel mondo odierno. Infatti guardando a tutti gli ambiti in cui sono chiamati ad operare i fedeli laici e alla fortezza cristiana che tale missione comporta, avvertiamo che sempre più grande diventa la nostra responsabilità di educatrici.

Significativo e stimolante anche per noi il messaggio rivolto ai gio-vani: «Voi portate la speranza del mondo e della Chiesa. Non lasciatevi impaurire dal mondo come è. Non perdete il vostro dina-mismo lasciandovi andare a una vita facile, in preda all’indifferen-za. Guardate a Cristo che è la Via, la Verità e la Vita, e che è la gio-vinezza dell’umanità nuova. Sarà per voi fonte zampillante di creatività per un mondo più giusto e fraterno» (Messaggio al Popolo di Dio, n. 13).

I brevi cenni qui fatti vogliono soltanto richiamarci al dovere di non lasciar passare senza riflessione un momento di Chiesa, così forte quale il Sinodo.

176

Approfondiremo in seguito il documento del S. Padre, ma per il momento possiamo chiederci:

La nostra attenzione ai fatti della Chiesa è più attirata dalle voci discordi di quanti pongono l’accento su eventi marginali che solo evidenziano le negatività dei cristiani, oppure è attenta alla voce dei Pastori, che è per tutti forte richiamo ad una vita più santa?

La responsabilità a noi affidata, di sostenere e guidare i fedeli laici sulle vie tracciate loro dal Concilio, ci impegna ad una vita di mag-giore coerenza, di penetrazione della Parola di Dio guida per noi e per gli altri, di gioiosa testimonianza del “regno di Dio che è già tra noi”?

Guardiamo con fiducia e speranza ai giovani, sospingendoli con amore e bontà sulle vie di un apostolato entusiasmante in mezzo agli altri giovani, come fece don Bosco? oppure siamo talvolta anche noi nel numero dei pessimisti o degli indifferenti, che non sanno suscitare le energie creative presenti nel cuore dei giovani, per la costruzione di un mondo più giusto?

Ogni avvenimento di Chiesa deve essere per noi stimolo gioioso per camminare più speditamente nella nostra missione. Sappiamone approfittare con l’aiuto di Maria Santissima.

Verso il Natale

Nella mia precedente lettera vi invitavo a vivere con fervore e pro-fondità il periodo dell’Avvento. Quando vi giungerà questa mia, dati i grandi ritardi postali, per alcune tale tempo liturgico sarà già avan-zato e il Natale ormai prossimo.

Mi pare necessario tuttavia fare un cenno allafesta dell’Immaco-lata, la cui figura risplende all’inizio dell’Avvento come il segno più luminoso dell’amore gratuito di Dio, che invade con la sua grazia preveniente la creatura.

Non possiamo pensare a Maria preservata dal peccato senza entrare nel disegno salvifico di Dio, senza vedere cioè Maria come la prima redenta, Colei che è stata avvolta, fin dall’inizio del suo esistere, dal-l’Amore del Padre, dalla grazia del Figlio e dallo splendore dello Spirito Santo.

Contemplare così l’Immacolata in questo approssimarsi del Natale ci porta ad unire sempre più intimamente Maria con la persona di Gesù, Verbo Incarnato, ed insieme a sentire la sua presenza come quella della Madre che, prima salvata, ci dona il Salvatore.

177 L’Immacolata concezione di Maria è veramente l’inizio di un mondo nuovo animato dallo Spirito, del mondo della grazia in cui ci sen-tiamo immerse per il dono di filiazione divina del Battesimo. Quanto più penetreremo in questo mondo di vita cristiana, tanto più riu-sciremo a permeare di valori evangelici la cultura in cui siamo immerse, contribuendo così più efficacemente al progresso della civiltà dell’amore.

Il percorrere con Maria Immacolata il tempo dell’Avvento ci per-mette di giungere al Natale con un cuore più puro, con la gioia profonda della nostra verginità che, consacrata a Dio, diventa mater-nità feconda per tanta gioventù.

Vivremo dunque il Natale guardando a Maria: Gesù è il «Figlio di Dio, nato da donna» (Gal 4,4), dalla donna scelta fin dall’inizio per essere la Vergine Madre inserita pienamente nel mistero della salvezza.

Paolo VI in un suo discorso così si esprimeva: «Cristo ci appare nelle braccia di Maria; è da lei che noi lo abbiamo, nella sua primissima relazione con noi; Egli è uomo come noi, è nostro fratello per il mini-stero materno di Maria. Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù e che apre a noi la via che a Lui ci conduce» (PAOLO VI, Pellegrinaggio al santuario mariano di N. S. di Bonaria, in Cagliari, 24 aprile 1970).

Lasciamoci penetrare in questo Natale dalla contemplazione della Madre unita con il Figlio; mettiamoci nell’atteggiamento di adesione totale a Dio, di disponibilità e cooperazione senza riserve con cui Maria SS.ma visse l’evento della nascita di Gesù.

La grandezza della maternità di Maria sta proprio nella partecipa-zione profonda al mistero del Dio incarnato, nato nella estrema povertà e nel più grande nascondimento. «La sua singolarità – scrive un autore – viene più dal suo atteggiamento spirituale di cosciente e quindi meritoria fedeltà alla missione divina, che dalla sua con-dizione di fortunata genitrice del Messia promesso.

Ora, in questa immagine della divina maternità della Vergine, pos-sono essere indicati tutti coloro che come Lei credono. Non è, infatti, la fede che fa nascere Dio nel cuore del credente?» (SARTOR

D., in Nuovo Dizionario di Mariologia, Roma, EP 1985, 828).

In questo atteggiamento di fede viviamo con Maria SS.ma il tempo del Natale. A Lei chiediamo di renderci sempre più gioiosamente coscienti della fecondità della nostra verginità, che partecipa da vicino al grande mistero della Chiesa, madre dei credenti.

Penetriamo i testi liturgici che ci vengono offerti nel periodo imme-diatamente precedente il Natale e nel tempo natalizio: troveremo sempre evidenziata la presenza di Maria.

L’Avvento e il Natale saranno così vissuti con il tipico sapore mariano che ci siamo proposte di dare a tutto l’anno in corso. Ne usciremo più rafforzate nella spiritualità mariana fondata su basi teologico-bibliche e liturgiche, e questo renderà più efficace il nostro essere educatrici, “ausiliatrici con l’Ausiliatrice”.

A ciascuna di voi, alle vostre famiglie, alle giovani ed Exallieve, a quanti, a titolo diverso, collaborano con voi per il bene della gio-ventù, un augurio vivo di sante feste natalizie. La preghiera mia e delle Madri vi vuole tutti raggiungere.

Interpretatemi presso i Salesiani e i Sacerdoti, a cui va una grande riconoscenza per la ricchezza di aiuti spirituali che ci donano.

Il Natale dell’Anno Mariano sia ricco della gioia intima e profonda di chi vive già qui, nella fede, il mistero di salvezza del Cristo.

Roma, 24 novembre 1987

N. 697

____________

Outline

Documenti correlati