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Voci dall’Oriente

Carissime sorelle,

desidero portare a conoscenza di tutte la Lettera che il Rettor Mag-giore ha inviato ai Confratelli salesiani in vista del loro Capitolo Generale.

L’argomento della nuova evangelizzazione è magistralmente trat-tato e ci sarà di grande aiuto non solo per i Capitoli Ispettoriali, ma soprattutto per continuare la riflessione verso il Capitolo Gene-rale, riflessione che deve prolungarsi nell’anno. I Capitoli Ispettoriali in corso termineranno con la fine di dicembre, ma tutte dobbiamo sentirci impegnate ad approfondire sempre più l’argomento per ope-rare in coerenza con quanto ci siamo proposte, sollecitate dai vari stimoli ricevuti dall’ambiente.

La preghiera allo Spirito Santo continui ogni giorno affinché, con l’intercessione di Maria, possiamo ottenere luce su tutte le Capito-lari. L’Istituto potrà così decidere con maggior sicurezza e conse-guente efficacia e avanzare proposte in piena linea con il carisma e in risposta alle urgenze della Chiesa per l’evangelizzazione dei gio-vani.

La lettera unita sostituisce molto bene ogni altra parola e quindi non mi soffermo su alcun argomento specifico, ma mi limito alle solite notizie di famiglia.

Voci dall’Oriente

Con la visita alle Ispettorie cinese, filippina e thailandese ho com-pletato il giro che in questi ultimi cinque anni mi ha permesso di incontrare quasi tutte le sorelle.

La visione più ampia della vita dell’Istituto genera spontaneo un gra-zie al Signore per le meraviglie che Egli opera attraverso la nostra semplice e povera presenza in tante parti del mondo, in mezzo a una numerosissima gioventù bisognosa di guida.

Volta per volta vi ho brevemente informate sulle varie situazioni per mettervi a parte in qualche modo della gioia sperimentata e per accrescere la speranza che nasce dal sentirvi partecipi del bene di

in un Paese con lo 0,5% di cattolici, si possono considerare quasi un miracolo. Nel giro di questi ultimi vent’anni le FMA thailandesi sono raddoppiate: oggi due terzi delle suore dell’Ispettoria sono autoc-tone, grazie allo zelo delle prime missionarie!

Lancio ora anche a voi il messaggio lasciato a queste Ispettorie, per-ché sia impegno comune nel cammino verso il Capitolo Generale XIX:

«Dio, Padre di misericordia,

vi renda segni di bontà e di perdono tra i poveri e gli oppressi».

Maria SS.ma ci aiuti davvero a seminare ovunque la bontà, affinché possiamo portare la riconciliazione in un mondo tanto diviso.

Questa mia lettera vi raggiunge alle soglie dell’Avvento: ve lo auguro ricco di preghiera nell’approfondimento del grande mistero dell’In-carnazione, fonte di speranza e forza di evangelizzazione.

Ci sia di aiuto ad approfondire tale mistero anche la Esortazione apostolica Redemptoris Custos emanata da S.S. Giovanni Paolo II il 15 agosto 1989, in occasione del centenario della Lettera enciclica Quamquam pluries di Leone XIII (15.08.1889). Con essa il Papa intende offrire ai fedeli alcune riflessioni sulla figura e la missione di San Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa.

Questo santo, lasciatoci da don Bosco quale Patrono, ci aiuti a pene-trare sempre più nella vita di fede che sostiene il cammino di ogni credente e nell’interiorità capace di renderci «sale della terra» e

«luce del mondo» (Mt 5,13-14).

Alla Vergine Immacolata affidiamo il nostro impegno apostolico, procurando di essere noi per prime specchio di quella purezza che irradia da Maria e che, secondo lo spirito dei nostri Fondatori, sarà la più grande forza evangelizzatrice.

L’augurio per il prossimo Natale vuole raggiungere anche tutte le vostre famiglie, i benefattori e gli amici delle nostre opere, i giovani, le Exallieve e in particolare i rev.di Salesiani e Sacerdoti, a cui va tutta la nostra riconoscenza.

Roma, 24 novembre 1989 unisce nella stessa spiritualità giovani e adulti, formando una vera

famiglia, quale l’ha sognata don Bosco. L’ho potuto personalmente costatare con gioia in occasione della mia visita: oltre 8000 tra gio-vani, Exallieve, genitori e insegnanti si sono riuniti per celebrare festosamente il nostro incontro nel nome di Maria Ausiliatrice, nello spirito di don Bosco e di madre Mazzarello.

L’Ispettoria filippina è forse quella che ha trovato la formula miglio-re per avviamiglio-re e promuovemiglio-re questo Movimento, che diviene palestra per la formazione di adulti impegnati nella Chiesa e nella società e, al tempo stesso, vivaio di vocazioni religiose.

La povertà del Paese esige un impegno molto forte da parte delle Suore e dei numerosi laici collaboratori per andare incontro alle varie necessità, ma tutto si compie con gioia e con la profonda con-sapevolezza che la missione evangelizzatrice è il miglior mezzo per la nostra personale santità e per l’unione delle comunità.

All’Ispettoria filippina appartiene pure la missione di Timor, aperta solo lo scorso anno, ma che già vede fiorire le vocazioni seguite in antecedenza dai Sacerdoti salesiani là presenti.

Le nostre sorelle (finora solo tre hanno ottenuto il “visto” per l’en-trata) vivono in un contesto povero e difficile sotto tanti punti di vista: penso che tutte siate venute a conoscenza della situazione attraverso i mass-media, che hanno commentato il viaggio del Santo Padre in Indonesia.

Tuttavia il Signore è presente là! Infatti il coraggio che viene dalla fede non manca e si procede con schietta allegria salesiana. Soste-niamo con la preghiera la piccola comunità delle tre giovani sorelle e preghiamo perché le altre due missionarie in attesa di entrare pos-sano realizzare presto il loro sogno.

La Thailandia presenta uno spettacolo totalmente diverso: una esi-gua minoranza di cristiani e una povertà più spirituale e morale che non materiale. Il Paese, al centro del turismo e del commercio del-l’Occidente verso l’Oriente, risente non tanto del benessere che questo potrebbe portare, quanto delle conseguenze negative che pur-troppo spesso l’accompagnano.

Le suore lavorano con serenità ed affrontano con slancio l’aposto-lato, specialmente nelle scuole, senza trascurare però gli altri tipi di opere educative richieste, quali internati, pensionati per giovani universitarie, oratori e catechesi parrocchiali. L’evangelizzazione, che con perseveranza viene realizzata dalle nostre sorelle, sta dando i suoi frutti.

Le vocazioni sono un segno evidente della presenza di Maria SS.ma:

ha ricordi personali che, praticati, saranno guida sicura alla san-tità di un’autentica Figlia di Maria Ausiliatrice.

Il libro che raccoglie le sue circolari si è intitolato Cammino di fe-deltà proprio perché, presentando il prezioso patrimonio spirituale salesiano, ci ricollega in maniera singolare a Valdocco e a Mornese.

Inoltre siamo sicure che quanto madre Ersilia ha detto lo ha vissuto con la radicalità che le era caratteristica; ed ha quindi un’efficacia particolare. Rileggetelo e ne riceverete luce.

Colgo l’occasione per invitare tutte a mandarci scritti, ricordi e testi-monianze della vita di questa carissima Madre. Raccolti, essi potran-no contribuire alla stesura di una biografia utile per potran-noi, ma soprat-tutto per le giovani generazioni a cui deve essere consegnata in forma viva ed autorevole la tradizione dell’Istituto.

E madre Ersilia è una figura assai significativa in questo senso per-ché, cresciuta a Mornese e a Nizza, ha poi ricevuto la missione di trasmetterci integro lo spirito delle origini, attraverso un magistero che per dodici anni è stato orientamento e sostegno nel cammino dell’Istituto.

Concludo ricordandovi quanto scrisse al termine della sua ultima circolare (luglio-agosto 1981, n. 650): «Vi affido tutte alla nostra cara Madre Maria Ausiliatrice perché ci aiuti non soltanto a scoprire sempre meglio la nostra identità salesiana, ma a tradurla in vita.

Vi saluto tutte e ciascuna e vi assicuro che vi porto e vi porterò sem-pre nel cuore e nella sem-preghiera».

Fiduciose di questo ricordo dal Paradiso, viviamo la nostra quoti-diana fatica serenamente in Dio, per il bene della gioventù.

Della nostra cara madre Ida Diana avrete già ricevuto la lettera che ne ricorda la figura e la singolare, silenziosa bontà.

Quanto ho chiesto relativamente a ricordi personali e scritti di madre Ersilia, ve lo richiedo anche per madre Ida, nel desiderio di offrire a tutte la possibilità di rendere lode a Dio per la sua presenza nella nostra storia, e di rivivere la santità di chi ci ha precedute.

Roma, 24 gennaio 1990 N. 717

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Presentazione della Strenna del Rettor Maggiore

Carissime sorelle,

la parola del Rettor Maggiore, sempre profonda ed opportuna, vi raggiunge all’inizio di un anno particolarmente importante per la Famiglia salesiana.

L’anno 1990 vedrà le due Congregazioni impegnate, a distanza di pochi mesi, nella celebrazione del Capitolo Generale su uno stesso tema, pur con sfumature diverse che fanno emergere lo specifico voluto da don Bosco per i nostri due Istituti.

«La Strenna – dice il Rettor Maggiore – dovrà servire per creare un clima di sintonia, per concentrare l’attenzione su questo urgente aspetto educativo-pastorale e per applicare poi ciò che i Capitoli ci suggeriranno».

La chiarezza delle parole rivolteci nel commento alla Strenna non richiede nessuna sottolineatura. Sia sufficiente un caldo invito a mettere in pratica, noi per prime, quanto siamo invitate a fare nei confronti della gioventù che ci viene affidata.

La sintesi tra fede e vita non è una mèta raggiunta una volta per sempre. Nel continuo impegno di autoformazione siamo tutte chia-mate a vigilare perché il nostro cammino di crescita nella fede non abbia soste, ma si realizzi con perseveranza rendendoci, ogni giorno più, vere «credenti», capaci di testimoniare con la vita quanto pro-fessiamo con la parola.

Meditando il commento alla Strenna, troveremo indicazioni valide per l’attuazione di quanto già nei Capitoli Ispettoriali è emerso come necessario ed urgente, al fine di essere autentiche educatrici delle giovani, nella luce del Vangelo fatto vita giorno per giorno.

In questi mesi, nella preghiera per il buon esito del nostro Capitolo Generale, abbiamo pure un’intenzione particolare per quello dei Salesiani, che inizierà ai primi di marzo.

Affidiamo la preparazione al Capitolo Generale anche alla carissima madre Ersilia, la cui vita è stata trasparenza viva della fede che tanto ci ha inculcato con il suo insegnamento.

Di lei vi parlerò brevemente in altra lettera. Ciascuna di noi però

occasione per richiamarci al dovere di gratitudine verso quanto i Salesiani continuano ad essere e a fare per il bene del nostro Isti-tuto, in tutte le parti del mondo, incominciando dall’animazione centrale del Rettor Maggiore e del suo Consiglio. Il ministero sacer-dotale di ogni Salesiano è per noi dono prezioso e valido aiuto nella crescita sia spirituale sia salesiana.

Don Rinaldi, da poco eletto Rettor Maggiore, pronunziò a Nizza, in occasione delle celebrazioni commemorative del 50° di fonda-zione del nostro Istituto, parole che sento ancora oggi profonda-mente attuali.

«Sono venuto – disse in quella circostanza – perché sentivo il dovere di trovarmi in mezzo a voi!... perché chiamato a succedere a don Bosco [...]. Sono venuto anche a nome del Capitolo superiore. I miei confratelli vi vogliono bene. Non possono trovarsi sempre in mezzo a voi, ma volentieri vegliano, cooperano, sono sempre pronti a tutto quello che possono per l’opera di don Bosco, della quale questo Isti-tuto è una gran parte. Voi siete una gran parte del ven. Padre e quindi una gran porzione del Capitolo salesiano che con l’occhio, con l’orecchio e con il cuore cerca che questa massa abbia lo spi-rito di don Bosco, mantenendosi sana, forte e feconda» (E. CERIA, Vita del Servo di Dio sac. Filippo Rinaldi, terzo successore di San Gio-vanni Bosco, Torino, SEI 1951 – ristampa, 295-296).

Sollecitate da queste parole, impegniamoci anche oggi a collaborare ovunque nei modi a noi possibili per mantenere vivo e attuale il genuino spirito del Fondatore camminando «insieme», come spesso ci invita il Rettor Maggiore.

Don Rinaldi e il nostro Istituto

La sua vita è scuola

Mi pare sia non soltanto un dovere di riconoscenza, ma un vero bisogno del cuore richiamare con voi, care sorelle, alcuni tratti della figura di don Rinaldi. Le più anziane hanno cari ricordi raccolti dalla viva voce di quante sono vissute accanto a lui; le più giovani potranno trovare in questo nostro «far memoria» segni di speranza, per un futuro che richiede in noi robustezza di fede e di carità, per dare risposte nuove alla gioventù, sempre aperta a chi sa amarla e portarla a Dio, fonte della vera felicità.

Don Rinaldi ebbe una rara intuizione dell’animo femminile ed una N. 718

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Il contributo formativo di don Filippo Rinaldi

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