2.3 Il percorso di Rémi in bicicletta
2.3.3 Le mete
“Il n’y a pas de cartes de l’itinéraire de Rémi, mais on peux utiliser le livre pour trouver la route. Dans l’ensemble, nous estimons la distance à plus de 7000 km.
Notre dernier point n’est pas encore connue”. (Lauren Smits)
Le mete scelte dalla famiglia Smit sono proprio le città e le strade percorse da Rémi durante il suo viaggio alla ricerca delle sue origini. Dai boschi e le foreste che attraversano la regione francese, fino ai sobborghi di Parigi, per non dimenticare le rive dei fiumi Loira e Senna.
o Clermont-Ferrand: comune francese di 144 817 abitanti e capoluogo del dipartimento del Puy-de-Dôme nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi, è nota per ospitare la sede di Michelin.
o Bordeaux: è un comune francese di 246 586 abitanti, capoluogo del dipartimento della Gironda e della regione della Nuova Aquitania. L'area metropolitana è la sesta più popolosa del paese e nel 2007 l'UNESCO ha definito il centro storico della città un patrimonio dell'umanità, per i suoi 347 edifici. Oggi la città è famosa per il suo omonimo vino, Bordeaux. Qui il piccolo Rémi trascorse gran parte del suo viaggio insieme a Vitalis.
o Toulouse: è una città della Francia, capoluogo della regione Occitania ed è al quarto posto delle città più popolosa del Paese dopo Parigi, Marsiglia e Lione. Tolosa è una città che segna il destino del piccolo avventuriero, in quanto è proprio qui che è costretto a staccarsi dal suo maestro Vitalis, perché fu arrestato ingiustamente dalla polizia francese. Infatti, è possibile visitare il palazzo di giustizia dove fu portato Vitalis il giorno del suo arresto.
o Sète: è un comune francese di 43.139 abitanti situato nel dipartimento dell'Hérault nella regione dell'Occitania ed è il secondo porto per importanza della Francia nel Mediterraneo dopo Marsiglia. Le origini del nome provengono dalla forma a balena del monte Saint-Clair che domina la città: dal latino cetus, o dal greco kêtos, balena, si è trasformato in ceta, o cetia, e seta, fino ad ufficializzarsi con Sète.
A Sète, la signora Milligan cerca di "ottenere" Rémi da Vitalis, dopo che il bambino aveva soggiornato con lei e il figlio Arthur per un mese. Si erano istaurati legami familiari e di amicizia tra il piccolo e i Milligans, ma l’affetto per Vitalis e il sentimento di appartenenza ad un padrone, convinsero Rémi a dire loro addio.
o Avignon: Città della Francia meridionale, Avignone è un’importante sito storico per le sue origini risalenti al periodo del paleolitico, ed è testimone del cosiddetto periodo di “cattività avignonese”, quando nel XXII secolo d.C.
a governare il seggio cittadino, ci furono ben otto papi. Il monumento
simbolico della città è il Palazzo dei Papi, una fortezza del XIV secolo fatta costruire dal papa Benedetto XII, museo di simboli della tradizione cristiana.
o Lyon: è una città della Francia sud-orientale, capoluogo della metropoli di Lione e della regione Alvernia-Rodano-Alpi, ed è la terza città più popolosa della Francia dopo Parigi e Marsiglia. Come narrano i miti, Lione fu fondata dal re Atepomaro e dal druido Momoro, e alcuni scavi dimostrano che le origini della città risalgono a prima del VI secolo a.C.
Dalla collina di Fourvière, infatti, è possibile ammirare le mille sfumature artistiche e monumentali che caratterizzano la città, e il corso del fiume Rodano che divide in due la città. È proprio lungo questo fiume che Rémi va alla ricerca del battello “il Cigno” per rincontrare l’amico Arthur e la dolce signora Milligan.
o Bar sur Seine: è un comune nel dipartimento dell’Aube, situato nella regione del Grand Est della Francia. Il suo patrimonio culturale si caratterizza da numerose strutture, strade e siti che rendono la città un’importante tappa turistica. Malot racconta che Rémi, Vitalis e gli amici a quattro zampe alloggiarono in una delle locande del villaggio il giorno prima della tragedia della tempesta di neve. Infatti, sulla facciata di quella che presumibilmente Hector scelse come struttura per il suo racconto, c’è una scultura di legno raffigurante Vitalis insieme ad uno dei suoi cani, in onore dello scrittore.
o Troyes: Capoluogo del dipartimento dell’Aube nella regione Grand Est, Troyes è una città francese di origine romana, di notevole importanza poiché situata al centro di numerose vie di comunicazione. Tra queste la Via Agrippa, che collegava la città a nord con Reims e a sud fino a Milano. Troyes è importante nella storia della cristianità, in quanto nel 1129 fu istituito l’ordine monastico cavalleresco dei Templari. La cittadina di Toyes è testimone della storia del piccolo Rémi, perché è proprio nei suoi boschi, in una piccola struttura in pietra, che il bambino insieme a Capi si rifugia dal
freddo. A 5km di distanza dal bosco, inoltre, c’è anche il villaggio Rumilly-lès-Vaudes, esattamente così come descritto nel libro.
o Parigi: Su Parigi non mi soffermerò a lungo, in quanto potrebbe essere scritta un’intera tesi solo per parlare della rilevanza che la città ha al giorno d’oggi nel settore turistico, per il suo grande bagaglio artistico, storico e culturale. Capitale e città più popolata della Francia, Parigi ogni anno attira otre 37 milioni di turisti l’anno, attirati dai musei e i monumenti artistici più famosi al mondo. Le chiese della città sono un'altra attrazione molto famosa: Notre Dame de Paris (la cattedrale della città e chiesa primaziale di Francia) e la Basilica del Sacro Cuore ricevono dodici e otto milioni di visitatori, rispettivamente. Monumento rappresentativo della città è la Torre Eiffel, che con la sua storia afferma l’immortalità dell’arte, intesa anche come monumenti.l Louvre è uno dei musei più grandi e famosi del mondo, che ospita numerose opere d'arte, tra cui la Gioconda e la Venere di Milo, e accoglie più di 8 milioni di visitatori all’anno, diventando il museo d’arte più visitato al mondo.
Rémi e Vitalis a Parigi sono costretti a dividersi di nuovo: a causa della morte di Zerbino, Dolce e Joli-Coeur, Vitalis deve andare alla ricerca di nuovi animali da addestrare per il suo numero di strada. Il piccolo viene affidato momentaneamente a Garofoli, un imprenditore avaro e violento, dove nella sua dimora conosce Mattia. Questi gli racconta di come sia finito in affidamento a Garofoli, lasciando a malincuore la sua famiglia, in particolare la sua sorellina Cristina, e gli rivela che in realtà l’uomo è uno sfruttatore di bambini, e che ogni scusa è un motivo per picchiarli.
Fortunatamente, Vitalis si rende conto dello sbaglio commesso e scappa via insieme a Rémi.
o Bourg Lastic: piacevole cittadina dell'Alvernia, ex capitale del cantone, la città di Bourg-Lastic si trova sugli altopiani occidentali del dipartimento del Puy-de-Dôme ai margini dell'altopiano del Limosino e vicino alla catena dei Monts Dore. Questo piccolo borgo è candidato come città “Chavanon”, il
luogo in cui viveva Madame Barbarin e da dove Rémi partì per il suo Tour de France dopo essere stato venduto a Vitalis, in quanto sulle cartine geografiche non è specificata. La cosa affascinante è che a Bourg Lastic esiste davvero una dimora che corrisponde alle descrizioni di Rémi, e il terz’ultimo proprietario faceva di cognome proprio “Barbarin”.
Probabilmente Malot, nei suoi viaggi, avrà incontrato una signora o un signore Barberin e ha usato la sua casa senza rivelare la posizione esatta.
Il tour non è ancora finito, solo una nazione su tre è stata completata e visitata a lungo dalla famiglia Smit. Mancano la Svizzera e l’Inghilterra. Gli Smit hanno comunicato che il 2020 sarà la volta dell’Inghilterra, dove Rémi, insieme a Mattia, scopre finalmente la verità sulle sue origini.
Conclusioni
Attraverso questo elaborato si è cercato di evidenziare come la letteratura e le tradizioni siano ancora oggi fortezza salda e oggetto d’interesse di molti turisti, nonostante l’abuso del fenomeno della globalizzazione.
Da sempre i libri affiancano l’uomo. Sin dal primo giorno in cui l’essere umano imparò a comunicare attraverso la scrittura, nello zaino, in treno, sul comodino, i libri sono ovunque, purché siano trattati con cura e amore.
Insieme all’arte e ai monumenti, la letteratura rappresenta il patrimonio artistico e culturale di un luogo. Attirano ogni anno circa 350 milioni di turisti in tutto il mondo desiderosi di aumentare il proprio bagaglio culturale fondendo l’amore per i viaggi con l’amore per la crescita delle proprie conoscenze.
Lo studio ha analizzato come le opere degli scrittori, in particolare il romanzo per ragazzi Sans Famille (1878), siano oggi fonte di interesse e attrattiva per i turisti appassionati di questo ambito, e non solo. Attraverso i romanzi, il lettore scova immaginari collettivi appartenenti alle origini di un autore, viaggia con la mente alla scoperta di paesaggi mozzafiato e di città caratteristiche, covando il desiderio di poter vedere un giorno, quei luoghi, di persona. Conoscere i luoghi, immaginarli è completamente diverso dal viverli. Infatti, mi sono soffermata sul percorso di Rémi in bicicletta della famiglia olandese, perché è stata proprio la lettura del romanzo Sans Famille che ha spinto a intraprendere il viaggio.
Per questo sono giunta alla conclusione che “è la letteratura a fare turismo”
perché è prima lo scrittore ad essere turista. Grazie ai libri, di qualsiasi genere essi siano, l’uomo è incuriosito dalle descrizioni e dalle immagini dei luoghi e agogna di visitarli. Le esperienze trasmesse dall’autore raccontano le proprie avventure e quelle dei suoi personaggi, alimentando nel lettore il sogno di esserne protagonisti.
Bibliografia
Alix-Leborgne Viviane, La femme artiste dans les romans d’Hector Malot, Revue Perrine, 2014
Clément Henriette, Les livres qu’ils aiment, Paris 1966
Delahaye, Christa, La question sociale dans Sans famille d’Hector Malot, 2001
Dubois Danielle, La figure de Vitalis dans Sans Famille, Revue Perrine, 2016
Ferraiuolo Luigi, Hector Malot et la génération “Dolce Remi” en Italie, 2017
Malot Hector, En Famille, Le Petit Journal, 1893
Malot Hector, Le roman de mes romans, Flammarion, Paris 1895
Malot Hector, Sans Famille, Le siècle 1877-1878
Malot Hector, Romain Kalbris, Le Courrier Français, 1867
Marcoin, Francis, Hector Malot, la morale et le droit, Paris, Magellan & Cie, 2014
Petrillo Maria Giovanna, Edmondo De Amici et Hector Malot, deux écrivains au grand coeur, Revue Perrine 2016
Petrillo Maria Giovanna, Hector Malot et les marins normands: une lecture de Romain Kalbris (1869), Peter Lang AG, 2017
Petrillo Maria Giovanna, Hector Malot son autobiographie littéraire et le langage des émotions, pp 411-424
Petrillo Maria Giovanna, Rémi and David from Anomie to Autonomy. The Archetypal Orphan in the Process of Self-development, in RSV/a. XVI-XVII, n.
32-33, Luglio 2011- Gennaio 2012
Petrillo Maria Giovanna, Rémi d’Hector Malot et son maître italien: à la recherche d’une identité bien que “Sans Famille”
Sitografia
https://www.youtube.com/watch?v=iIiykPxLqIA
https://recyourtrip.com/cosa-vedere-normandia-francia/#1-i-luoghi-dello-sbarco-in-normandia
https://it.wikipedia.org/wiki/Normandia#Eventi
https://it.wikipedia.org/wiki/Hector_Malot
https://www.google.com/destination?q=normandia&client=firefox-b-d&output=search&dest_mid=/g/121c9r7n&sa=X&ved=2ahUKEwiPxciugs_
nAhXLYcAKHRVFDPsQ6tEBKAQwAXoECBgQFw#dest_mid=/g/121c9r7n&t cfs=EhgKCy9nLzEyMWM5cjduEglOb3JtYW5kaWE
https://www.amis-hectormalot.fr/
www.psichenatura.it/fileadmin/img/D._Brugiani_Il_sentimento_della_n atura_nel_Romanticismo.pdf
http://it.normandie-tourisme.fr/normandia-turismo-1-6.html
https://www.formazioneturismo.com/turismo-letterario-profilo-del-turista/
https://www.normandiafrancia.it/itinerari/itinerario-enogastronomico-in-normandia/
https://best5.it/post/londra-5-insoliti-tour-letterari-per-appassionati-di-letteratura-e-poesia/
https://www.facebook.com/1021530067936626/photos/a.102157882459 8417/2259678180788469/?type=3&theater
https://alleenopdewereldopdefiets.wordpress.com/?fbclid=IwAR3YgsoO x2sfXuCzuyV4_T5iFOhNuW1FhK409L2b9NIm1QXOiWeTQ1ebjLU
Ringraziamenti…
Non avrei mai immaginato che scrivere i ringraziamenti sarebbe stata la cosa più difficile in 3 anni di università, persino più difficile del premere invio alla prenotazione della seduta di laurea. “Ed ora arriviamo i ringraziamenti!”,
“Grazie a tutti coloro…”, “per prima cosa vorrei…”. Nulla, niente di niente, ho scritto e riscritto l’inizio di questi ringraziamenti tantissime volte che non so davvero come iniziare.
Gioia, rabbia, felicità, tristezza. In questo periodo di epidemia, le parole vengono sopraffatte dalle emozioni, soprattutto perché mi ero immaginata questo momento importante in qualcosa di decisamente diverso.
Per chi mi conosce, sa che sono una persona che crede molto nelle parole “Grazie mille”, e trova sempre almeno un motivo e una ragione per dirle alle persone, per vederle sorridere. Per questo ho aspettato con ansia l’occasione di scrivere una tesi, per avere l’opportunità di vedere ancora una volta la mia famiglia sorridere.
Nella vita, tanti sono stati gli ostacoli che ho dovuto affrontare, così come ognuno di noi nella sua vita si è trovato davanti a muri che non avrebbe mai creduto di poter abbattere. Ho lasciato andare la vecchia me, i miei scheletri e persone che volevano tutto tranne che il mio bene, per rinascere come luce nuova. Ma se ci sono riuscita, lo devo soprattutto a voi.
Prima di tutto, vorrei ringraziare la mia relatrice, la Prof.ssa Petrillo Maria Giovanna con la quale ho avuto l’onore e il piacere di collaborare. La ringrazio infinitamente per la sua gentilezza e disponibilità, e per la fiducia che ha riposto in me sin dall’inizio, affidandomi un elaborato degno di nota.
Ringrazio l’AMèN, per avermi dato la forza di reagire alle intemperie e per aver illuminato la strada in ogni mia perdizione. Dio non dimentica mai i suoi figli, soprattutto se sono casi persi come me!
Ringrazio il Tempio, tutti i fratelli e le sorelle che, scegliendo di far entrare Gesù nelle proprie vite, mi hanno accolta come una figlia, una nipote e soprattutto come una sorella. Essendo al servizio del Signore, ci troviamo
spesso schierati in prima fila nelle battaglie contro il male, ed è proprio in quelle battaglie che è un onore combattere al vostro fianco.
Ringrazio i miei parenti, in particolare i miei zii e le mie zie. Sapete, quando noi nipoti siamo piccoli, non ci rendiamo conto dell’importanza che la vostra figura assume nella nostra vita. È solo con whatsapp che tutto ci appare più chiaro, ci ricordate che ogni mattina, dopo il “Buongiornissimo”, c’è un buonissimo
“Caffè?” ed ogni sera, non c’è il bacio della buona notte, ma il video della buona notte.
Ma è soprattutto grazie a voi che i miei genitori non si sono mai sentiti soli, è grazie a voi se ho raggiunto oggi questo meraviglioso traguardo.
Grazie ai miei cugini e alle mie cugine con la quale ho costruito un’infanzia felice e condiviso, ahimè, pranzi e cene di natale/pasqua che lo stomaco ancora rimpiange.
Come non potevo ringraziare la Regina Elisabetta! La mia nonnina, qui i grazie davvero non bastano! Dovrei cominciare da quando il nonno era ancora con noi e ogni giorno passato in famiglia diventava una festa. Hai affrontato tante battaglie difficili, ed è grazie al tuo profondo amore per noi che ti sei sempre rialzata, hai combattuto con tutte le tue forze, senza mai abbatterti. Pur di poter continuare a cucinare la parmigiana a Lulù e fare di tutto per vederci sorridere.
Grazie a te, il sorriso non ha mai lasciato il mio viso e ho imparato che continuare a lottare è il segreto per vivere felici e con serenità.
Un grazie va a chi da lassù non ha mai smesso di vegliare su di me, su di noi.
Nonna, sono ormai 5 anni che non sei più con noi, ma so che hai sempre fatto in modo di poter essere presente nei momenti più importanti e difficili della nostra vita. La tua mano sulla spalla ogni volta che mi sedevo di fronte ad un professore per sostenere l’esame; la tua voce rassicurante che mi diceva “Vedrai che andrà tutto bene a nonna” quando le uniche parole che ronzavano nella mente erano
“non ce la faccio più”. Dicono che i nonni, una volta che salgono in cielo, diventano gli angeli custodi dei propri nipoti, e tu e nonno Carmine ne siete la prova. È grazie a voi, a Zio Gino, Zia Rosalia e Zio Tonino, che la serenità non abbandona mai le nostre case.
Avete visto che bella famiglia che siamo? È tutto merito vostro.
Passiamo adesso agli amici!
Con gli anni ho imparato che gli amici sono le persone di cui abbiamo più bisogno nella nostra vita. Quando sei triste, non esitano ad aprirti il cuore e a gettarvi manciate di luce; quando prendi una caduta, sono sempre lì a ridere di te e a postare video/foto imbarazzanti ovunque. Pensavo di essere sfortunata in amicizia, ma poi ho capito che dovevo soltanto aspettare, perché il Signore aveva in serbo per me amici meravigliosi come voi.
Per prima cosa, ringrazio i miei partners in crime universitari, i Muffin. Grazie a voi l’università da un incubo schiacciante, è diventata un piccolo parco divertimenti in cui gli esami erano montagne russe apparentemente spaventose, ma salirci con voi le ha rese meno tremende. Non dimenticherò mai gli scleri durante le lezioni e i progetti in tempi record nei corridoi dell’università. Grazie ragazzi, prendiamoci le nostre soddisfazioni adesso.
Ringrazio Lory, che per me è più un amico che un cugino. Siamo cresciuti letteralmente insieme, probabilmente abbiamo condiviso anche il pannolino senza che le nostre mamme ce lo dicessero. La gioia più bella è stata quando mi hai chiesto di farti da madrina, lì ho capito veramente quanto siamo importanti l’uno per l’altro. Insieme, abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra, che dici la missione “Speciale” è stata compiuta?
La piccola Sery. Sei anche tu in questa sezione speciale, giuro che lo renderò il meno imbarazzante possibile! I miei grazie sono per l’amica leale e sempre presente che sei stata e sei per me. Le nostre esperienze simili ci hanno fatte incontrare e stringere amicizia, così in fretta che non ricordo nemmeno quando abbiamo iniziato ad essere così affezionate. Grazie a te e Lory, le risate e le, non si possono dire brutte parole, che abbiamo fatto, hanno reso questi 3 anni una trama di un film, il mio preferito.
Ivan e Mattia, voi si che siete amici con la A maiuscola. Ci conosciamo da 5 anni e mezzo ormai, e ho perso il conto di quante che ne abbiamo combinate insieme.
Mamma e papà non ne avete idea. Siete gli amici che auguro ad ognuno di avere, i compagni di una vita, i migliori ascoltatori, i miei migliori amici. Matti, sette e mezzo?
La tenera e saggia Ester. Sei per me la sorella minore che non ho mai avuto, e ringrazio anche il Signore, non soltanto te, per aver fatto si che ci conoscessimo.
Grazie per i tuoi consigli saggi e per la stima che hai nei miei confronti, riempiono di gioia il mio cuore ogni volta.
Ed ora un grazie alla mia pazza preferita, Flavia. Davvero non so per quale arcano mistero ci siamo conosciute, ma il destino ha voluto che accadesse. Il mio grazie è per le parole meravigliose che mi scrivi nei momenti tristi, per trovare sempre il modo di tirare su il morale nonostante le tue difficoltà.
Grazie piccola Anna Sofia, che con il tuo gran cuore mi hai insegnato che l’affetto verso una persona non va limitato, lo si deve dimostrare in tutta la sua pienezza.
La persona che sto per ringraziare adesso è qualcuno di davvero speciale, il regalo più bello che Dio potesse farmi. Una persona a cui ho promesso di non lasciare mai la mano e di costruire insieme i ricordi più puri. Mia cara Mery, non piangere che sennò piango anche io, ma credo sia troppo tardi. Non so cosa avrei fatto senza di te oggi. Prima di conoscerti la mia vita non aveva un ordine né un senso, avevo persino smesso di fidarmi delle persone per paura delle loro ferite. Ero sola contro il mondo e non facevo altro che chiudermi in me stessa, evitando le opportunità che mi offriva la vita. Ma da quando ti ho conosciuta
La persona che sto per ringraziare adesso è qualcuno di davvero speciale, il regalo più bello che Dio potesse farmi. Una persona a cui ho promesso di non lasciare mai la mano e di costruire insieme i ricordi più puri. Mia cara Mery, non piangere che sennò piango anche io, ma credo sia troppo tardi. Non so cosa avrei fatto senza di te oggi. Prima di conoscerti la mia vita non aveva un ordine né un senso, avevo persino smesso di fidarmi delle persone per paura delle loro ferite. Ero sola contro il mondo e non facevo altro che chiudermi in me stessa, evitando le opportunità che mi offriva la vita. Ma da quando ti ho conosciuta