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PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA

SISTEMI DI RATING

2.3 METODI DI MISURAZIONE DELLE PERDITE ATTESE

L’IFRS 9 ha introdotto, per gli strumenti valutati al costo ammortizzato e al fair value con contropartita il patrimonio netto (diversi dagli strumenti di capitale), un modello basato sul concetto di “expected loss” (perdita attesa), in sostituzione dell’approccio

“incurred loss” previsto dallo IAS 39.

Il modello di impairment introdotto dall’IFRS 9 prevede che, al momento dell’analisi, occorre valutare se il rischio di credito relativo al singolo strumento finanziario abbia subito o meno un incremento significativo del rischio di credito rispetto alla rilevazione iniziale. Ai fini di tale valutazione risulta pertanto necessario confrontare il rischio di inadempimento alla data di reporting con quello rilevato al momento di prima iscrizione (c.d. origination), considerando tutte le informazioni indicative di potenziali significativi incrementi del rischio di credito (SICR).

Con riferimento allo staging delle esposizioni in bonis la normativa dispone che l’allocazione dei rapporti performing debba basarsi su:

• elementi quantitativi, che costituiscono l’elemento primario di valutazione;

• elementi qualitativi in grado di identificare un effettivo e significativo incremento del rischio di credito.

Gli elementi quantitativi, che rivestono il ruolo principale nella valutazione dell’aumento significativo del rischio di credito, si sostanziano nella comparazione tra la PD/rating alla data di origination e la PD/rating alla data di reporting.

Gli elementi qualitativi rivestono un’importanza secondaria rispetto a quelli quantitativi ma risultano tuttavia determinanti per la valutazione dell’incremento del rischio di credito.

Il framework di stage allocation delle esposizioni performing è integrato all’interno del processo di monitoraggio aziendale ed è basato sui seguenti criteri:

• le esposizioni di nuova iscrizione (rapporti originati o acquistati, tranche di titoli) sono classificate in stage 1 e al reporting successivo, a seconda del superamento o meno dei criteri determinanti un significativo incremento del rischio di credito, sono allocate in stage 2 o mantenute in stage 1;

• più in generale, sulla base dei criteri adottati, ciascun rapporto/tranche è allocato in uno dei seguenti stage:

− stage 1, che comprende i rapporti/tranche di nuova erogazione e i rapporti relativi a controparti classificate in bonis che alla data di reporting presentano una PD minore o uguale ad una determinata soglia (0,30%), ovvero che non abbiano subito un significativo incremento del rischio di credito rispetto a quello misurato al momento dell’erogazione o dell’acquisto;

− stage 2, che include tutti i rapporti/tranche in bonis che, al momento dell’analisi facciano verificare simultaneamente le due seguenti condizioni:

− presentino una PD maggiore della citata soglia;

− abbiano registrato un aumento significativo del rischio di credito rispetto alla data di erogazione;

In mancanza di un rating/PD alla reporting date, in linea generale, l’esposizione viene allocata in stage 2 (ferme le ulteriori considerazioni e prassi successivamente indicate);

− stage 3, che comprende tutti i rapporti/tranche associati a crediti/titoli che alla data di reporting risultano classificati come non performing sulla base della definizione normativa adottata (cfr. infra, Paragrafo 3).

Si fa presente che per entrambe le tipologie di esposizioni, crediti e titoli, è definito un c.d. grace period, in base al quale le esposizioni di nuova erogazione vengono convenzionalmente classificate stabilmente in Stage 1 per i primi 3 mesi di vita del rapporto.

Inoltre, con l’obiettivo di ridurre la volatilità delle allocazioni delle esposizioni (crediti e titoli) nei diversi stage di appartenenza, i meccanismi di trasferimento delle esposizioni tra stage contemplano un c.d. probation period di 3 mesi (periodo di permanenza minimo), definito secondo quanto di seguito riportato:

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• un’esposizione allocata in Stage 2 può essere trasferita in Stage 1, qualora alla data di reporting sussistano le condizioni per l’allocazione in Stage 1 e siano trascorsi almeno 3 mesi continuativi dal venir meno dei criteri che ne hanno determinato l’allocazione in Stage 2;

• il rientro in bonis di un’esposizione precedentemente allocata in Stage 3 prevede l’allocazione diretta in Stage 2 per almeno i 3 mesi successivi al rientro in bonis, a meno che non si verifichino criteri per la riallocazione in Stage 3.

Restano escluse dall’applicazione di tale criterio le esposizioni forborne Performing per le quali risulta già attivo il probation period regolamentare di 24 mesi.

I criteri adottati per la classificazione delle esposizioni creditizie negli stadi di rischio anzidetti si basano sui requisiti disciplinati dalla normativa di riferimento e sull’applicazione di taluni degli espedienti pratici ammessi dal principio per agevolare l’individuazione dell’incremento significativo del rischio di credito.

In particolare:

ricorso al confronto tra PD alla data di origination dell’esposizione e PD alla data di reporting, entrambe nelle rispettive misure a 12 mesi;

utilizzo della presunzione opponibile dei 30 giorni past due, in base alla quale si assume che un’esposizione con più di 30 gg di scaduto alla data di reporting abbia subito per definizione un significativo incremento del rischio di credito, a meno che non si possa dimostrare per determinate controparti/esposizioni e su basi solidamente argomentabili che uno scaduto di 30 giorni sia non predittivo di un deterioramento del merito creditizio (ad es. se dovuto ai cosiddetti default tecnici);

utilizzo del criterio del low credit risk, in base al quale si ritiene che non vi sia stato un significativo incremento del rischio di credito nel caso in cui l’esposizione presenti un basso livello di rischio di credito alla data di reporting, sostanzialmente individuato attraverso una soglia di PD alla reporting date pari allo 0,30%.

Più in dettaglio, per ciò che attiene il portafoglio crediti, la metodologia di staging adottata è stata definita sulla base dei seguenti driver:

• allocazione convenzionale in stage 1 di determinate esposizioni quali:

− le esposizioni verso le entità appartenenti al Sistema Cooperativo nonché le esposizioni verso Iccrea Banca, futura Capogruppo, e le società del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea;

− le esposizioni verso la Banca Centrale

− le esposizioni verso i dipendenti;

− le esposizioni verso i fondi di garanzia di Categoria.

• allocazione convenzionale in stage 2 delle esposizioni che alla data di reporting presentano una misura di PD a 12 mesi condizionata (conditional) superiore ad una determinata soglia;

• utilizzo, per le controparti Corporate e Retail, di criteri quantitativi basati sull’analisi e sul confronto della PD all’origination con la PD alla reporting date;

utilizzo, per le controparti financial, di criteri quantitativi basati sulla migrazione tra classi di rating del modello esterno RiskCalc Moody’s così come rilevato tra data di origination e data di reporting;

l’utilizzo dell’espediente pratico della PD a 12 mesi all’origination e alla reporting date come proxy della PD lifetime, supportato da analisi finalizzate a dimostrare che tale scelta rappresenta una ragionevole approssimazione.

Con riferimento al portafoglio titoli, la metodologia funzionale all’allocazione dei rapporti performing negli stage si basa sui soli elementi quantitativi. Sebbene essi si sostanzino nella comparazione tra la PD/classe di rating alla data di origination e PD/classe di rating alla data di reporting, l’approccio utilizzato in FTA consiste nel ricorso estensivo al low credit risk ai fini dell’attribuzione degli stage di appartenenza dell’esposizione, pur in presenza di informazioni di misure di rischio di credito alla data di origination. In particolare, le tranche con rating migliore o uguale a quello associato all’investment grade alla data di reporting, sono allocate in stage 1. Le tranche associate a titoli in default sono classificate in stage 3.

Più in dettaglio, la metodologia è stata definita sulla base dei seguenti driver:

• allocazione convenzionale in stage 1 delle esposizioni verso le entità appartenenti al Sistema Cooperativo;

• allocazione convenzionale in stage 2 delle esposizioni che alla data di reporting presentano una misura di PD a 12 mesi condizionata (conditional) superiore ad una determinata soglia;

ricorso a criteri di natura esclusivamente quantitativa, mediante l’utilizzo massivo del principio della Low Credit Risk Exemption che, indipendentemente dal rating all’origination, alloca in Stage 1 le esposizioni in titoli che presentano un rating migliore o uguale a quello associato all’investment grade alla reporting date; laddove tale criterio non sia rispettato, l’esposizione è allocata nello Stage 2.

177 Ai fini dell’attribuzione di un rating alla data di reporting alle esposizioni in titoli, vengono considerate le sole agenzie (ECAI) con le quali è contrattualmente stipulato, e vigente, un accordo di utilizzo di informazioni. La scelta della ECAI da utilizzare si effettua verificando la disponibilità - in prima battuta - di un rating emissione (ed in seconda battuta emittente) in base ai criteri di natura prudenziale ai sensi dell’art.138 CRR (punti d, e, f).

In assenza di rating emissione viene successivamente verificata la disponibilità di un rating emittente da applicare all’esposizione (in base ai criteri di natura prudenziale, già richiamati, di cui all’art.138 CRR, punti d, e, f).

Sulla base della classificazione in stage, il Principio definisce una correlazione tra lo stage in cui è classificata l’attività finanziaria e l’orizzonte temporale sulla base del quale le stesse vengono calcolate. In particolare, con riferimento ai rapporti/tranche allocati in:

• stage 1, la perdita attesa è calcolata su un orizzonte temporale di 12 mesi;

• stage 2, la perdita attesa è calcolata considerando tutte le perdite che si presume saranno sostenute durante l’intera vita dell’attività finanziaria (lifetime expected loss), utilizzando parametri forward looking;

stage 3, la perdita attesa è calcolata con una prospettiva lifetime, ma diversamente dalle esposizioni in stage 2, su base analitica. In particolare, la stima valuta la differenza (anche nei tempi) fra i flussi di cassa contrattuali e i flussi di cassa attesi, scontati all’effettivo tasso del rapporto, ponendosi di fatto, a meno della considerazione di scenari probabilistici di cessione, in sostanziale continuità con quanto prevedeva il precedente principio contabile.

Le attuali ulteriori regole di transizione tra stage, specie in senso migliorativo, sono allineate alle esistenti definizioni di vigilanza.

Sulla base delle regole definite, il passaggio di una posizione dallo stage 2 allo stage 1 avviene nel momento in cui, per tale posizione, non risulti più verificato alcun criterio di allocazione nello stage 2.

Anche per quanto concerne l’Expected Credit Loss, similmente a quanto osservato con riferimento al processo di staging delle esposizioni, i parametri di rischio necessari al calcolo della stessa (PD, LGD ed EAD) vengono differenziati tra portafoglio titoli e portafoglio crediti.

Per ciò che attiene al parametro della PD riferito al portafoglio crediti la Banca, al fine di dotarsi di modelli di calcolo della probabilità di default compliant con il Principio Contabile IFRS 9 utilizza per le controparti Corporate e Retail il modello di rating

“Alvin”, in base al quale viene misurato l’incremento significativo del rischio di credito.

Sulla base dei punteggi (score) prodotti dal modello sugli strati storici di valutazione, sono state calibrate le classi di rating e stimate le corrispondenti probabilità di default a 12 mesi e lifetime, successivamente condizionate per tener conto di scenari macroeconomici prospettici forward-looking. La calibrazione delle classi e la stima delle corrispondenti PD sono state effettuate distintamente per le controparti Corporate e Retail, sulla base dei tassi di default registrati su tali portafogli. Sugli anni più recenti della serie storica di osservazione (ottica point-in-time). In ottemperanza a quanto definito dal principio il calcolo della PD sui portafogli creditizi Corporate e Retail prevede i seguenti step:

calcolo della PD Point in Time (PD PiT), con orizzonte annuo;

inclusione degli scenari forward looking attraverso l’applicazione di moltiplicatori definiti tramite il cd “Modello Satellite” alla PD PiT e definizione di una serie di possibili scenari in grado di incorporare condizioni macroeconomiche attuali e future;

• trasformazione della PD a 12 mesi in PD multiperiodale, al fine di stimare una struttura a termine della PD lungo l’intera classe di vita residua dei crediti.

In assenza della PD alla reporting date, fatto salvo quanto in precedenza descritto ai fini della stage allocation, ai soli fini del calcolo della ECL:

sui segmenti Corporate e Retail, è stata attribuita la PD della classe di rating con PD più prossima alla PD media calcolata sul portafoglio di applicazione suddiviso per aree geografiche;

sui segmenti “Amministrazioni Pubbliche”, si è applicato un valore standard di PD mutuato direttamente dalla Master scale delle PD medie di classe del segmento Corporate. In particolare, è adottato il valore che presenta la differenza minima rispetto al tasso di default delle “Amministrazioni Pubbliche”, registrato nell’ultima coorte di dati disponibile ovvero la PD associata alla classe di rating 3;

sui segmenti “Financial”, la probabilità di default associata alla classe di rating BB+ di RiskCalc.

Con riferimento al portafoglio Titoli, le misure di PD a 12 mesi e multiperiodali sono desunte dalle matrici di migrazione pubblicate da Standard & Poor’s differenziate tra titoli obbligazionari Governativi e titoli obbligazionari Corporate, ovvero:

“Sovereign local currency average one-year transition rates” per le esposizioni verso amministrazioni pubbliche e titoli governativi;

“Global corporate average cumulative default rates” per i titoli obbligazionari.

178 Tali matrici riportano misure di tassi di default osservati utilizzati, distinti per classe di rating e periodo di riferimento, per l’ottenimento delle PD cumulate. Ove non disponibili valorizzazioni di PD sovereign diverse da 0, si associa una misura convenzionale della PD pari a 0,03%, in coerenza con quanto previsto dalle disposizioni in materia di modelli interni.

Il trattamento delle esposizioni unrated prevede l’attribuzione della PD associata alla classe Speculative Grade per le obbligazioni societarie e la PD associata alla classe di rating BB+ per le Obbligazioni Bancarie.

L’approccio definito per il calcolo della LGD si basa sulle informazioni prodotte ai sensi della Circolare 284 della Banca d’Italia.

Essa prevede la costruzione di un archivio che raccoglie dati sui movimenti delle posizioni deteriorate chiuse sulla cui base determinare poi i tassi di perdita storicamente registrati.

Le caratteristiche di tale base dati hanno consentito il calcolo di una misura di LGD, per ciascuno stato amministrativo, su un ampio campione, seppur con una ridotta profondità storica. Il processo di stima ha analizzato in primis le perdite derivanti dalle posizioni a sofferenza. La stima sugli altri stati amministrativi si è basata su un concetto similare a quello di “danger rate”, di fatto osservando l’evoluzione delle singole posizioni nei vari stati amministrativi in un dato intervallo temporale; per il condizionamento del parametro LGD agli scenari macroeconomici e le correlate analisi forward looking è stato adottato un modello funzionale a condizionare il danger rate alle fasi del ciclo economico.

Con riferimento al Portafoglio Titoli, le misure di LGD non condizionate sono le medesime sia per le esposizioni in stage 1 che in stage 2. In particolare, si utilizza una misura di LGD non condizionata del 45%, successivamente sottoposta a condizionamenti forward looking, coerentemente con gli scenari e le probabilità di accadimento utilizzate per il condizionamento della PD.

L'approccio di modellizzazione per l'EAD riflette i cambiamenti attesi nell'esposizione lungo tutta la vita del credito in base ai termini contrattuali definiti (considerando elementi come i rimborsi obbligatori/piano di ammortamento, i rimborsi anticipati, i pagamenti mensili e le azioni di mitigazione del rischio di credito adottate prima del default).

In particolare:

• per le esposizioni creditizie con piano di ammortamento finanziario e le attività finanziarie amortizing;

• l’EAD in stage 1 è determinata come segue:

debito residuo alla reporting date (per i crediti);

valore dell'esposizione alla reporting date per i titoli;

• la EAD di stage 2 è determinata come media delle esposizioni a scadere rilevate nei piani di ammortamento ponderate con le rispettive probabilità di default marginali. Nel computo di tale media, le esposizioni sono opportunamente attualizzate al tasso d’interesse effettivo;

• per le esposizioni creditizie “Cassa-Revolving” e per i crediti di firma, sia la EAD in stage 1 che in stage 2 è calcolata come il debito residuo alla reporting date;

• per le esposizioni creditizie relative ai “Margini non utilizzati su fidi deliberati” sia la EAD in stage 1 che in stage 2 è rappresentato dal margine non ancora utilizzato (accordato meno utilizzato alla reporting date) cui viene applicata la misura regolamentare del fattore di conversione creditizia (CCF);

per le esposizioni in titoli non amortizing, la EAD sia in stage 1 che in stage 2 è calcolata come il valore dell'esposizione alla reporting date.

Ai fini del calcolo dell’ECL IFRS 9, i parametri di rischio vengono stimati in ottica forward-looking attraverso il condizionamento agli scenari macroeconomici.

In particolare, tale risultato è realizzato mediante l’adozione di cosiddetti “Modelli Satellite” i quali, di fatto, pongono in correlazione l’andamento storico dei tassi di default con talune variabili macroeconomiche e finanziarie verificatesi nello stesso periodo di analisi. Si utilizza, pertanto, un approccio di tipo statistico-econometrico, ottenendo una regressione statistica che determina l’effetto delle variabili macroeconomiche sia sulla probabilità di default che sul danger rate.

A fini IFRS9, i cosiddetti “Modelli Satellite” relativi ai parametri PD e Danger Rate, sono stati sviluppati partendo dai dati resi disponibili da fonti informative esterne (Banca d’Italia, Prometeia). Inoltre, con l’obiettivo di cogliere le specifiche caratteristiche di rischio dei singoli portafogli, per quanto concerne la probabilità di default, i summenzionati modelli, sono stati sviluppati in maniera distinta considerando i segmenti Corporate, Retail e Financial.

Sono state utilizzate due tipologie di scenari: il primo riflette una situazione economica ordinaria (o “baseline”); l’altro considera una moderata situazione di stress (“adverse plausible scenario”).

Una volta stimati gli impatti delle variazioni dei tassi di decadimento e dei tassi di perdita in ogni scenario, sono stati determinati i coefficienti di impatto (cosiddetti moltiplicatori) da applicare alle probabilità di default (generate dai sistemi di rating interni) ed al danger rate. Si precisa che l’applicazione di tali moltiplicatori nei due scenari ha richiesto l’associazione di una probabilità di

179 accadimento di questi ultimi, determinata in maniera judgemental, tenendo conto delle probabilità di accadimento indicate dal fornitore degli scenari stessi (Prometeia).

Il periodo di stima multiperiodale ha considerato:

• 3 anni a partire dagli ultimi dati utilizzati per la stima del “Modello Satellite”;

• mentre per gli anni successivi al terzo viene applicato un moltiplicatore costante pari alla media aritmetica dei moltiplicatori dei primi tre anni di scenario.

L’analisi di sensitivity sulle misure di Expected Credit Loss (ECL) è stata effettuata da parte della Capogrupo a livello consolidato ai sensi del principio contabile IFRS 9 per l’esercizio 2019.

Tale analisi è stata svolta su un sotto-portafoglio crediti e titoli performing rappresentativo del Gruppo, stante la generale similitudine della natura, delle caratteristiche e della composizione del portafoglio tra le varie Entità del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, incrementando la probabilità di accadimento dello scenario macro economico peggiore utilizzato a fine 2019 per la determinazione della ECL per una percentuale pari al 50%.

Gli esiti mostrano che, a livello consolidato, tale misura simulativa (sulla base delle condizioni esistenti alla data di bilancio) evidenzia un incremento del coverage medio di portafoglio di 5,6 bps rispetto a quello esistente al 31/12/2019.