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Allo studio hanno preso parte, in modo volontario, 30 pazienti affetti da Fibromialgia (FM) reclutati presso la Clinica Reumatologica dell’Università degli Studi di Pisa. I 30 pazienti sono femmine con età media 56,5 e deviazione standard 12,2 . La diagnosi è stata formulata in accordo con i criteri ACR 1990.

Il gruppo di controllo è composto da 30 persone sane, appaiate per età e sesso al gruppo sperimentale e arruolate mediante metodo snowball, ovvero tramite rete di conoscenze. Come criteri di esclusione per il gruppo di controllo sono stati considerati la presenza di condizioni mediche e/o psicopatologiche conclamate

Tabella 1: Descrizione sociodemografica dei partecipanti

Campione sperimentale Campione di controllo

Sesso F = 30 F = 30

Media età 56,5 56,5

2.2 Misure

Ai soggetti, previa sottoscrizione di consenso informato, sono stati somministrati i seguenti test:

Pain Catastrophizing Scale (PCS)

La PCS è uno strumento “self report”, composto da 13 items, che misura la tendenza a catastrofizzare il dolore (Sullivan, Bishop e Pivik, 1995).

L’analisi fattoriale della PCS ha mostrato che il catastrofismo può essere considerato un costrutto multidimensionale comprendente elementi di ruminazione (rumination) (Non riesco a smettere di pensare a quanto faccia male), esagerazione (magnification) (sono preoccupato che qualcosa di grave possa accadermi), e impotenza (helplessness) (non c’è niente che possa fare per ridurre l’intensità del dolore).

Le istruzioni della PCS richiedono ai partecipanti di riflettere sulle esperienze dolorose passate e di indicare il grado con cui hanno sperimentato ognuno dei 13 pensieri o sentimenti indicati negli items, quando hanno provano dolore, su una scala a 5 punti da 0 (mai) a 4 (sempre). Il punteggio totale (che va da 0 a 52) è ottenuto sommando le risposte ai 13 items.

Il punteggio delle singole sottoscale viene così determinato: Helplessness: somma dei punteggi ottenuti agli items 2,3,4,5,6,12


Rumination: vengono sommati i punteggi ottenuti agli items 1,8,9,10,11
 Magnification: somma dei punteggi ottenuti agli items 7,13

La versione italiana della PCS possiede buone proprietà psicometriche, replicando quelle delle altre versioni.

Metacognitions Questionnaires (MCQ-30)

La versione abbreviata dell’MCQ-65 è uno strumento “self report” composto da 30 items (Wells e Cartwright-Hatton, 2004), che valuta il ruolo rivestito dalle credenze in merito al rimuginio.


Per ogni affermazione il soggetto è tenuto ad indicare il grado di accordo con un punteggio che va da 1 (non sono d’accordo) a 4 (sono pienamente d’accordo)

L’MCQ-30 Consta di 5 sottoscale che valutano i seguenti domini cognitivi:

-

credenze positive riguardo alla preoccupazione (POS) (ad es “ preoccuparmi mi aiuta ad affrontare le cose”). Il punteggio di questa sottoscala si ottiene sommando i punteggi degli item 1,7,10,19,23,28.

-

credenze negative sulla preoccupazione inerenti alla sua incontrollabilità e al suo pericolo (NEG) (ad es, “ una volta che inizio a preoccuparmi non riuscirò a smettere) Il punteggio di questa sottoscala si ottiene sommando le risposte fornite agli item 2,4,9,11,15,21

-

incompetenza cognitiva (CC) (ad es “ ho una scarsa memoria “) Il punteggio di questa sottoscala si ottiene sommando le risposte fornite agli item 8,14,17,24,26,29.

-

necessità di controllare i pensieri (NC) (ad es “ non riuscire a controllare i propri pensieri è un segno di debolezza”) Il punteggio di questa sottoscala si ottiene sommando le risposte fornite agli item 6,13,20,22,25,27.

-

autoconsapevolezza cognitiva (CSC) (ad es “ sto molto attendo al modo in cui funziona la mia mente) Il punteggio di questa sottoscala si ottiene sommando le risposte fornite agli item 3,5,12,16,18,30.

Uno dei maggiori limiti dell’MCQ- 65 riguarda la sua lunghezza e il tempo richiesto per la sua compilazione. Il questionario MCQ-30, più breve e raffinato, è stato introdotto proprio per ovviare a questi problemi. L’alfa di Cronbach per le singole

sottoscale va da 0,72 a 0,93 e le correlazioni test-retest, in un intervallo di tempo compreso tra 22 e 118 giorni sono: punteggio totale= 0,75, credenze positive= 0, 79, incontrollabilità/ pericolo = 0,59, fiducia = 0,69, bisogno di controllo = 0,74, autoconsapevolezza cognitiva = 0,87 (Wells e Cartwright-Hatton, 2004). Riguardo alla validità di costrutto, sono state riscontrate correlazioni positive tra alcuni noti strumenti di misura e le sottoscale dell’MCQ-30. La struttura fattoriale dell’MCQ-65 è stata replicata ( Spada, Mohiyeddini e Wells, 2008) e le sottoscale dell’MCQ-30 risultano essere sensibili al cambiamento durante la terapia metacognitiva (Wells et al., 2008).

2.3 Analisi statistiche

Sono state confrontate le mediane del gruppo sperimentale e del gruppo di controllo per ogni scala e sottoscala, mediante il test della mediana per campioni indipendenti. Nell’ambito del gruppo sperimentale è stato stimato l’indice di correlazione (Rho di Spearman) tra alcune sottoscale dei due questionari somministrati.

Per l'analisi dei dati è stato utilizzato il programma SPSS 21.0, e prese in considerazione le significatività per p<0,01 e p<0,05.

3. RISULTATI

Tabella numero 2: punteggi medi ottenuti nell’MCQ-30.

Il livello di significatività è 0.5

CS = Campione sperimentale; C = Campione di Controllo ; DS = Deviazione standard; POS = meta- credenze positive riguardo al rimuginio; NEG = meta-credenze negative riguardo all’incontrollabilità e al pericolo delle preoccupazioni; CC = fiducia nella proprie capacità cognitive; NC = bisogno di controllo dei pensieri; CSC = autoconsapevolezza cognitiva; ns = non significativo

Figura 1: Confronto tra i punteggi medi ottenuti all’ MCQ-30

CS C Test della

mediana

MEDIA DS MEDIA DS Sign.

POS 11.5 5.0 13.7 5.1 n.s NEG 15.3 3.9 15.1 2.9 n.s CC 13.8 5.4 11.3 5.0 n.s NC 12.2 2.8 13.3 3.7 n.s CSC 16.8 4.4 16.5 3.4 n.s TOTALE 69.6 13.7 69.9 13.8 n.s 0 18 35 53 70

Il primo obiettivo di questo studio era quello di indagare se esistono differenze statisticamente significative in merito alle credenze sul rimuginio tra il gruppo di soggetti affetti da fibromialgia e il gruppo di controllo, formato da soggetti appartenenti alla popolazione generale.

Come riportato dalla tabella numero 2, non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra il campione sperimentale e il gruppo di controllo.

Tabella numero 3: punteggi medi ottenuti alla PCS.

Il livello di significatività è 0.5

CS = Campione sperimentale; C= Campione di controllo; DS= deviazione standard; HELP = Helplessness; RUMI = Rumination; MAGNI = Magnification; ns = non significativo

Figura 2: Confronto tra i punteggi medi della PCS

CS C Test della

Mediana

MEDIA DS MEDIA DS Sign.

HELP 9.5 6.3 7.8 4.6 n.s RUMI 10.5 5.9 10.0 4.3 n.s MAGNI 3.4 2.2 3.5 1.8 n.s TOTALE 23.4 13.6 21.3 9.3 n.s 0 8 15 23 30

Il secondo obiettivo di questo studio prevedeva di indagare la presenza di differenze statisticamente significative nei livelli di catastrofizzazione del dolore tra i due gruppi Come riportato dalla tabella numero 3, il gruppo sperimentale presenta un punteggio totale più alto rispetto al gruppo di controllo, tuttavia, questa differenza non risulta essere statisticamente significativa.

Tabella numero 4: Correlazione tra le sottoscale dell’MCQ-30 e le sottoscale della PCS.

** La correlazione è significativa al livello 0,01 (2-code) * La correlazione è significativa al livello 0,05 (2-code)

HELP = Helplessness; RUMI = Rumination; MAGNI = Magnification; POS = meta-credenze positive riguardo al rimuginio; NEG = meta-credenze negative riguardo all’incontrollabilità e al pericolo delle preoccupazioni; CC = fiducia nella proprie capacità cognitive; NC = bisogno di controllo dei pensieri; CSC = autoconsapevolezza cognitiva

Il terzo ed ultimo obiettivo del presente studio era quello di indagare se esiste una relazione statisticamente significativa tra i livelli di credenze sia positive, che negative, relativi al rimuginio e il livello di catastrofizzazione. Come riportato nella tabella numero 4, la sottoscala “credenze positive riguardo alla preoccupazione” (POS)

correla positivamente in modo statisticamente significativo con le sottoscale della PCS, nonchè col suo punteggio totale (R= .402; p < 0,05). Nel dettaglio, le correlazioni riguardano tutte e tre le sottoscale: Helplessness (R= .391; p < 0,05), Rumination (R= .365, p < 0,05) e Magnification (R= .401; p < 0,05).

HELP RUMI MAGNI TOTALE

POS .391 * .365* .401* .402*

La sottoscala “credenze negative sulla preoccupazione inerenti alla sua incontrollabilità e al suo pericolo” (NEG) mostra, a sua volta, una correlazione positiva statisticamente significativa con le sottoscale Helplessness (R = .590; p < 0,01), Rumination (R = .654; p < 0,01) e Magnification (R= .487; p < 0,01) e col totale (R= .628; p < 0,01) della Pain Catastrophizing Scale.

4. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Come precedentemente affermato, dall’analisi della letteratura emerge che nei soggetti affetti da fibromialgia è presente una certa tendenza alla catastrofizzazione del dolore e che questa, a sua volta, è associata sia al rimuginio sul dolore stesso (Van Damme, Crombez e Eccleston, 2002; 2004) sia al distress psicologico (Sullivan et al., 2001; Gracely et al., 2004; Hasset et al., 2000; Geisser et al., 2003; Keefe et al., 2004; Covic et al., 2003).

Per tale motivo, il presente studio è stato condotto su un gruppo sperimentale composto tra 30 soggetti affetti da fibromialgia e un gruppo di controllo, composto da 30 soggetti sani appartenenti alla popolazione generale, appaiati per sesso e età al gruppo sperimentale, con lo scopo di valutare il coinvolgimento di alcuni processi psicologici che potrebbero essere implicati nell’insorgenza e nell’evoluzione della fibromialgia, quali appunto la metacognizione e la catastrofizzazione del dolore. Il primo obiettivo è stato quello di indagare se esistono tra i due gruppi differenze statisticamente significative circa la valutazione del ruolo rivestito dalle credenze in merito al rimuginio. Contrariamente alle aspettative, non sono state, però, riscontrate differenze statisticamente significative. Questi risultati, sembrerebbero suggerire che le credenze metacognitive non siano specificatamente implicate nella patogenesi della fibromialgia e nel suo mantenimento, anche se potrebbero comunque essere associate al distress psicologico, ampiamente riscontrato nei soggetti fibromialgici.

A tal proposito, in accordo con lo studio di Kollman e coll. (2016) è possibile osservare che i soggetti fibromialgici presentano sia credenze metacognitive positive che negative, apparentemente in parallelo. In accordo col modello S-REF , ciò conduce al distress psicologico (Wells e Matthews, 1994; Wells, 1995, 2000): in alcuni casi infatti, le metacognizioni positive comportano l’attivazione di processi cognitivi maladattivi (come per esempio rimuginio e ruminazione sui sintomi), che, a loro volta, attivano le metacognizioni negative, causa del distress. Queste ultime possono riguardare l’incontrollabilità, la pericolosità o le conseguenze disastrose della

preoccupazione. Di particolare rilevanza sono le credenze a proposito del fatto che le preoccupazioni avranno un esito catastrofico a livello fisico, psicologico o sociale. Una volta attivate le credenze metacognitive negative, la persona sarà portata a valutare negativamente la preoccupazione: sarà cioè preoccupato di essere preoccupato e questo non farà altro che aumentare la sensazione di non essere in grado di gestire la situazione, creando un circolo vizioso.

Il secondo obiettivo di questo studio prevedeva di indagare la presenza di differenze statisticamente significative nei livelli di catastrofizzazione del dolore tra il gruppo sperimentale e il gruppo di controllo.

Il primo presenta un punteggio totale più alto rispetto al secondo: tuttavia, contrariamente alle aspettative, questa differenza non risulta essere statisticamente significativa.

È possibile, ad ogni modo, che il numero esiguo dei partecipanti allo studio abbia contribuito alla scarsa significatività statistica riscontrata ed è necessaria, pertanto, una certa cautela nell’interpretazione dei dati.

Il terzo ed ultimo obiettivo del presente studio è stato quello di indagare l’esistenza di una relazione statisticamente significativa tra i livelli di credenze relativi al rimuginio e il livello di catastrofizzazione nel gruppo dei soggetti fibromialgici.

A tal proposito, sono state riscontrate interessanti correlazioni statisticamente significative tra i due strumenti di valutazione utilizzati.

In particolare, è possibile osservare come il modello ipotizzato da Spada et al. (2015) sia applicabile anche ad una popolazione clinica di soggetti affetti da dolore cronico, in quanto, sia le metacognizioni positive che quelle negative, correlano positivamente con tutte le sottoscale della Pain Catastrophizing Scale e col suo totale.

Le metacognizioni positive sul rimuginio, che si riferiscono al fatto che il rimuginio è un’utile strategia di copig, potrebbero, infatti, comportare un aumento dei livelli di catastrofizzazione del dolore, a sua volta utilizzata come forma di coping, in risposta a stimoli indesiderati (quali sensazioni fisiche dolorose).

Una volta che la catastrofizzazione del dolore è avviata, l’attivazione delle metacognizioni negative sul rimuginio, che si riferiscono alla pericolosità del rimuginio e alla sua incontrollabilità, potrebbero comportare un’ulteriore amplificazione della catastrofizzazione stessa nonchè un peggioramento della situazione iniziale. Il presente modello riprende quello ipotizzato dalla teoria metacognitiva per il disturbo d’ansia generalizzato, il quale, a sua volta, presenta un’interazione simile tra credenze metacognitive relative al rimuginio, la preoccupazione, e le strategie impiegate per regolare l’escalation di quest’ultima.

4.1 Limiti dello studio e prospettive future

Come precedentemente accennato, i limiti principali di questo studio sono rappresentati dal numero esiguo dei partecipanti e dall’utilizzo di strumenti di misura “self-report”, che, pur presentando diversi punti di forza, non permettono una misurazione oggettiva.

In conclusione, la presente ricerca si configura come uno studio pilota per eventuali e più approfondite indagini future, al fine di meglio comprendere come la metacognizione e la catastrofizzazione del dolore possano influire sul mantenimento della fibromialgia, con la prospettiva di ridurre i limiti derivati dalla ristrettezza campionaria, che può aver in parte contribuito alla scarsa significatività statistica riscontrata.

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