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Metodo di calcolo per una sorgente areale attiva

5. Linee guida regional

4.5 Sorgente areale attiva

4.5.1 Metodo di calcolo per una sorgente areale attiva

In riferimento al modello in figura (fig. 19), nel paragrafo 3.5.2, le principali incognite in una struttura come quella descritta sono: le aree da considerare e la concentrazione di odore utilizzare per il calcolo della portata di odore. Il prelievo di campioni di emissione a varie altezze a valle, consente di costruire un grafico del genere:

78 Fig. 22: costruzione linea di tendenza delle concentrazioni di odore rilevate ai punti P4, P5,

P6.

Si ottengono quindi delle concentrazioni corrispondenti alle diverse altezze di prelievo. La concentrazione massima si avrà a livello della superficie del fluido oppure poco più in alto se ci sono aeratori o forze che spingono l’emissione verso l’alto. Effettuando una linearizzazione del sistema possiamo interpolare il dato di altezza corrispondente alla concentrazione uguale a zero, da ora in poi hx. Questo valore sarà

utilizzato come altezza della sezione emissiva (geometricamente rappresentabile come un rettangolo). Per calcolare l’area dell’ipotetico rettangolo, possiamo prendere come base la larghezza del lato sul quale sono fatti i campionamenti (lato più lungo della vasca), oppure in termini di precauzione possiamo considerare che la massima area emissiva si avrà quando il vento spira a 90° rispetto alla diagonale della vasca, per cui possiamo considerare la diagonale stessa come base del rettangolo (d). Calcolata l’area come il prodotto tra hx e base, la velocità del flusso (v) da considerare

è misurata in campo ed eventualmente corretta moltiplicando per il coseno dell’angolo di incidenza del vento per ottenere la componente normale al lato

79 considerato. La concentrazione utilizzata per il calcolo della portata di odore è la concentrazione media ponderata (c̅̅̅̅) lungo l’altezza nel lato posto a valle rispetto od

alla direzione del flusso. La portata di odore in ingresso sarà calcolata seguendo lo stesso tipo di ragionamento. Infine la portata di odore (OER) in uscita del sistema sarà:

𝑂𝐸𝑅 = [𝑣𝑐𝑜𝑠𝛼 ∙ 𝑐̅̅̅̅ ∙ (ℎ𝑜𝑑 𝑥∙ 𝑑)] − 𝑂𝐸𝑅𝑖𝑛 OER: portata di odore in uscita,

vcosα: velocità del vento per il coseno dell’angolo di incidenza, cod

̅̅̅̅: concentrazione media ponderata di odore,

hx: altezza corrispondente alla concentrazione di odore pari a zero,

d: lunghezza del lato considerato o della diagonale OERin: portata di odore in ingresso.

4.5.2 Discussione

Il metodo utilizzato rappresenta grandi vantaggi per ciò che riguarda l’aspetto del campionamento. Infatti non è richiesta la costruzione di strutture sull’impianto o l’utilizzo di particolari strumenti in campo. L’operatore deve essere ben istruito sulla post-elaborazione dei dati poiché devono essere scelte delle altezze che consentano la linearizzazione delle concentrazioni ottenute nei vari punti.

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5. CONCLUSIONI

81 Nel corso dell’elaborazione di questa tesi è stata riscontrata una profonda carenza di informazioni in diversi aspetti della problematica delle emissioni odorigene. La regolamentazione è frammentaria e spesso non obbligatoria sia sul territorio italiano che estero. L’assenza di limiti e standard univoci genera confusione e rende difficile la tutela degli esposti a molestie olfattive. In Italia l’aspetto normativo è in continua evoluzione, le regioni si stanno adoperando per strutturare una propria regolamentazione, soprattutto a seguito dell’entrata in vigore della modifica del D.lgs 152/06 (Testo unico ambientale) e l’aggiunta dell’art. 272-bis. L’unica normativa che presenta dei limiti è presente nella provincia autonoma di Trento. Tuttavia durante questo lavoro di tesi è stato riscontrato che l’imposizione di limiti meno restrittivi per recettori in aree non residenziali rispetto a recettori in aree residenziali non tutela sufficientemente i cittadini. Infatti nel territorio di Livorno e Collesalvetti non è facile tracciare dei confini tra i due tipi di aree. Il limite della zona industriale e quello delle stesse aziende è prossimo ad edifici ad uso abitativo da cui provengono numerose segnalazioni di molestie olfattive.

Un altro ostacolo è costituito dall’impossibilità di applicazione di metodi di campionamento per alcuni tipi particolari di sorgenti. In questo lavoro sono presentati dei casi studio in cui sono create strutture tali da consentire un convogliamento dell’emissione e casi in cui sono proposti dei metodi di calcolo che consentono il calcolo della portata di odore in uscita dalla sorgente. Tutti gli esempi riportati sono casi reali in cui il calcolo dell’OER ha consentito la definizione dell’entità del problema e, ove possibile, la proposta di metodi di mitigazione dell’emissione odorigena.

Questo lavoro ha presentato solo alcune delle possibili soluzioni per il monitoraggio delle sorgenti di odore, ma nel corso dello studio è emersa la necessità di implementare i metodi di controllo utilizzabili e si è resa sempre più evidente la richiesta della popolazione di una normativa adeguata che tuteli ogni “recettore” allo stesso livello, ovunque egli risieda.

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