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Questo studio si basa su un progetto di ricerca sulla gestione dei VS durante sei recenti emergenze verificatisi in Italia. Ogni caso di studio è innanzitutto presentato nel proprio contesto, fornendo le informazioni principali e più rilevanti sulle organizzazioni che hanno gestito i volontari spontanei. Quindi, i sei casi studio sono confrontati e valutati, al fine di identificare i punti di forza e di debolezza, elementi comuni e quelli distintivi che possono determinare un coinvolgimento efficace del volontariato spontaneo nelle operazioni di emergenza, specialmente nel contesto italiano.

Lo studio ha come primo obiettivo quello di generare un'ampia panoramica del fenomeno osservato e delle sue tendenze attuali, cercando di colmare le lacune della ricerca sulla tematica. In Italia, infatti, qualsiasi analisi del ruolo, del potenziale e del contributo del VS non è stata ancora condotta in modo sistematico.

Il secondo obiettivo è quello di fornire alcuni suggerimenti e lo stato dell'arte del volontariato d'emergenza, che potrebbero essere utili per future politiche e possibili linee guida per la gestione del volontariato spontaneo (GVS). Queste raccomandazioni sono il risultato delle analisi di somiglianze e differenze tra i singoli casi e come queste caratteristiche abbiano influenzato ogni GVS.

Il caso studio è stato considerato il metodo più appropriato per questi scopi perché esplora in profondità un evento, basandosi al contempo sulla comprensione globale dei processi e dell’insieme di decisioni, all'interno del contesto di riferimento, non considerandolo dunque come un fenomeno isolato (Yin, 2009). In una situazione di emergenza, il contesto è parte del fenomeno stesso, quindi la descrizione e l'analisi di un caso considerando la sua intera impostazione è particolarmente cruciale durante l'indagine del sistema di gestione delle emergenze, in cui numerosi fattori influenzano il modo in cui un sistema risponde a una crisi,

study, sondaggi, relazioni e analisi delle notizie sono lo strumento più adatto anche per la più

ampia ricerca all’interno del settore delle operazioni umanitarie, essendo metodi che consentono di modellare la complessità del contesto osservato (Kovacs e Moshtari, 2018). L’analisi precedentemente condotta sul caso studio singolo relativo alla GVS durante l’alluvione di Senigallia (Paciarotti et al. 2018) è stata integrata a questa parte di ricerca, dove invece è stato applicato l'approccio metodologico della comparazione di casi studio. L'osservazione di diversi casi di studio ha permesso di analizzare le tendenze attuali e incipienti del volontariato in emergenza e la sua gestione in Italia, confrontando i punti di forza e di debolezza di ciascun caso contestualizzato.

Un approccio di case-study multipli offre una prospettiva comparativa, pur mantenendo la differenziazione contestuale, come Goodrick (2014) sostiene affermando che i case-study comparativi sono particolarmente utili per comprendere e spiegare come il contesto influenza il successo di un intervento e come meglio personalizzare l'intervento in base al contesto specifico per raggiungere i risultati previsti. La metodologia multi case-study prende in considerazione e analizza i dati sia all'interno di ciascuna situazione che attraverso la situazione (Yin, 2009), consente confronti a partire da contestualizzare le differenze tra i rischi e i sistemi di gestione (Waldman et al., 2017).

I criteri applicati per la selezione degli eventi da analizzare e confrontare come casi studio sono i seguenti:

- Gli eventi selezionati garantiscono un'ampia copertura geografica dell'Italia. Infatti, 2 calamità hanno colpito il nord del paese, 3 si sono invece verificati nel Centro e 1 nel sud. - Sono tutti eventi recenti analizzati nei loro contesti reali (Yin, 2009), definiti spazialmente e temporalmente (Johansson, 2003).

- Si concentrano sulle GVS implementate da organizzazioni che non fanno parte del sistema di protezione civile italiano, questo è lo scopo principale della ricerca;

- Riguardano due tipi di eventi naturali - alluvioni e terremoti - che registrano un'alta frequenza sul territorio italiano. Con questa scelta si punta anche ad aumentare la rilevanza della ricerca nei confronti degli amministratori italiani e dei professionisti delle emergenze. I dati sono stati triangolati combinando diversi metodi, tecniche e fonti di prova. La descrizione di ciascun evento si basa su relazioni ufficiali rilasciate da istituzioni e organizzazioni pubbliche coinvolte nelle operazioni di risposta alle emergenze, quindi integrate con articoli dei media e interviste con i rappresentanti di tali enti. I questionari sono lo strumento principale usato per raccogliere dati qualitativi e quantitativi sulle GVS. Gli sviluppi teorici esistenti sono invece alla base della costruzione degli strumenti di raccolta e analisi dei dati: la struttura dei questionari si basa sulle guide e sui manuali principali più importanti su questo argomento, come l’ISO 22319 “Security and resilience – Community

resilience – Guidelines for planning the involvement of spontaneous volunteers” (ISO/TC

292, 22319: 2017), le linee guida e i toolkit pubblicati da attori governativi americani, australiani e neozelandesi (FEMA 2005, ANZEMC, 2015; MCDE, 2006; Shaw et al., 2015) e da organizzazioni no profit esperte ed eminenti nel campo del volontariato di emergenza come l'australiano Volunteering ACT (2015).

La struttura del questionario somministrato è presentata nella tabella 2.1 (l'intero questionario è nella sezione Appendice):

1. Preparazione: la prima sezione del questionario è volta a stabilire se un'entità organizzativa ha un piano di emergenza esistente e/o indaga l'esperienza

dell'organizzazione nella gestione dei volontari in tempi ordinari. Quest'ultima parte è stata aggiunta perché essendo le organizzazioni che non fanno parte del sistema ufficiale di risposta alle emergenze oggetto di questo studio, queste spesso non hanno alcun piano di emergenza né esperienza precedente in questo campo.

2. Risposta all’emergenza:

• Valutazione del ruolo dei volontari

• Chiamate e messaggi di reclutamento dei volontari 3. Centro ricezione volontari (CRV)

• Posizione e accessibilità • Attrezzatura necessaria • Personale di CRV

4. Registrazione e formazione volontari

•Informazioni richiesta; Registrazione online-offline • Tipo di formazione e relativi formatori

5. Sicurezza e protezione dei VS • Formazione generale e specifica • Formazione al CRV / sul campo • Materiale informativo

6. Sistema di identificazione dei volontari 7. Servizi per volontari

8. Comunicazione con i volontari

9. Seguito e attività a lungo termine (Follow-up)

10. Relazioni e attività di coordinamento con altre entità e istituzioni. Tabella 1 Sezioni dei questionari somministrati

Per ogni caso di studio, sono state identificate le principali entità (non facenti parte del Sistema volontario di protezione civile), che hanno gestito i volontari spontanei, attraverso una ricerca di parole chiave online sui social media, giornali locali e nazionali, escludendo dal sondaggio i volontari indipendenti e coloro che si sono auto-organizzati nel prestare servizio, ad esempio all'interno dei propri quartieri di provenienza. 12 organizzazioni sono state identificate e contattate con un tasso di risposta del 58%. In ogni caso di studio sono stati individuati almeno due tipi di organizzazioni che gestivano volontari spontanei, entrambe organizzazioni della società civile, la prima un'organizzazione di stampo cattolico (Caritas), l'altra, un ente parte della più grande associazione italiana non collegata alla Chiesa cattolica e vicina ai partiti di sinistra (Arci). In un caso, l'alluvione di Genova, anche il Comune ha gestito volontari, ma il responsabile del volontariato non ha accettato di prendere parte al sondaggio a causa del crollo del viadotto Polcevera avvenuto il 14 agosto 2018. I questionari sono stati somministrati a coloro che furono responsabili della GVS durante ogni evento, per verificare come ogni fase, procedura e azione raccomandata dalle linee guida principali e dalla relativa norma ISO siano effettivamente eseguite. Per ciascuna organizzazione che ha accettato di partecipare al sondaggio, una persona è stata intervistata

presenti sia sul campo durante lo svolgimento delle operazioni, sia hanno svolto attività amministrative e di rendicontazione. I soggetti dell'analisi, infatti, sono tutte piccole entità, in cui, durante la risposta all'emergenza, diversi compiti e ruoli sono stati svolti dalla stessa persona.

I dati raccolti e i risultati sono stati confrontati tra loro e con la letteratura esistente sia per testarli che per renderli più affidabili (Baxter e Jack, 2008). La generalizzazione dei risultati è stata condotta analiticamente applicando il principio dell'induzione, che è fatto attraverso la generazione della teoria induttiva o definito anche concettualizzazione (Johansson, 2003). I risultati ottenuti si basano quindi su un'analisi approfondita e sul confronto dei fatti nei casi. Le prove sono presentate nelle seguenti tabelle nelle prossime sezioni.

Successivamente, ogni caso di studio è stato confrontato con gli altri e con la norma ISO 22319: 2017, al fine di presentare i punti di forza, debolezze, elementi comuni e caratteristiche distintive. Questo standard ISO è stato selezionato come valido strumento di valutazione, poiché contiene gli elementi principali e più importanti sulla gestione dei VS presenti in altre autorevoli guide, come quelle elaborate dall'American Federal Emergency Management Agency o dal governo australiano. Inoltre, rappresenta uno standard comune applicabile a tutti i tipi di organizzazioni coinvolte nella pianificazione e gestione dei VS (ad esempio governi locali, regionali e nazionali, enti statutari, organizzazioni internazionali e non governative, imprese e gruppi pubblici e di comunità).

In questa ricerca, per l'analisi del volontariato spontaneo in emergenza e delle organizzazioni correlate responsabili della loro gestione, la tipologia del Disaster Research Center viene applicata come strumento per la classificazione delle organizzazioni (Dynes, 1970; Dynes e Quarantelli, 1968). Questa classificazione delle organizzazioni che rispondono a un disastro, già presentata nel primo capitolo, si basa su 2 assi: se l'organizzazione è guidata da strutture sociali vecchie o nuove e se svolge compiti vecchi o nuovi, identificando quattro tipi di organizzazioni: organizzazioni stabilite, organizzazioni in espansione, organizzazioni estese e organizzazioni emergenti.

2.4 I 6 casi studio di gestione dei volontari spontanei durante