LA SCUOLA NEI PRESIDI OSPEDALIERI PEDIATRIC
4. L’IMPIANTO DELLA RICERCA: LA METODOLOGIA APPLICATA NELLE SCUOLE IN OSPEDALE
4.1. La metodologia della ricerca sociale
Per questo lavoro di ricerca mi sono ispirata al paradigma, inteso come un insieme di premesse che guidano l’azione (epistemica), ecologico. Facciamo un passo indietro, possiamo affermare che dopo il domino del paradigma positivistico, inadeguato per indagare il fenomeno educativo, unico e irripetibile, e che sfugge a dispositivi epistemici di tipo positivista, si è avuta una svolta che ha portato alla definizione di tre nuovi frames pardigmatici emergenti i quali hanno aperto a nuove interpretazioni epistemiche. E sono secondo Cuba e Lincoln (1994):
 post-positivismo: modo di concepire la cultura della ricerca che mette in discussione alcuni presupposti del positivismo, ma ne condivide altri;
 critical theory: denota un insieme di paradigmi alternativi che includono indirizzi di ricerca di tipo marxista, femminista, materialista;
 costruttivismo: ha come tratto specifico il superamento della prospettiva realista. (Mortari, 2007, pag.28)
Gli orientamenti epistemici del paradigma ecologico meglio si prestano per indagare l’ambito educativo, cosi che l’indirizzo fenomenologico, quello critico e quello partecipativo possano essere d’aiuto quando si fa ricerca,
72
poiché esprimono differenti filosofie. Da qui l’approccio trascendentale che descrive cioè che è davanti agli occhi, quello ermeneutico che sposta l’attenzione dal fenomeno alla comprensione del significato che l’esperienza ha per gli attori della ricerca, quello fenomenologico ermeneutico che mira alla elaborazione di resoconti scientifici definiti , e sul quale hanno preso vita teorizzazioni della ricerca fenomenologica nel campo educativo: è discovered oriented il metodo si costruisce durante lo svolgimento della ricerca e viene cambiato e rimodulato. Essenziale è la fedeltà al fenomeno, al principio di evidenza.
Durante l’intervista la parola diventa essenza dell’esperienza, l’a spetto empatico ha un ruolo importante nella ricerca.
Il criterio di validità non si riferisce al livello di correttezza metodologica, ma alla capacità della ricerca di innestare nel contesto quei processi che intensificano la capacità critica e autoriflessiva degli individui (Mortari, 2007).
L'organizzazione delle rilevazioni parte da uno studio esplorativo, in interviste preliminari che si muovono da una massima destrutturazione e da strumenti quantitativi/qualitativi fino a strumenti sempre più strutturati, al fine di sviluppare il problema in oggetto e di formulare con precisone le eventuali risposte alternative. Il contatto iniziale con i soggetti da intervistare ha dato, a volte, luogo a dei rifiuti o alla delega ad altro soggetto di effettuare l'intervista.
Durante il lavoro ci si è avvalsi della procedura di ponderazione, con la quale è stato possibile modificare artificialmente la composizione del campione per renderla più vicina agli scopi della presente ricerca, visto anche le difficoltà incontrate per raccogliere i dati. Per quello che riguarda il campione che si è preso in esame, cercando di ispirarsi ai principi di rappresentanza e fedeltà, si è scelto un campione rappresentativo che ha fornito un'immagine in piccolo ma senza distorsioni della popolazione. Laddove per motivi di privacy e di riservatezza nei confronti dei bambini degenti non è stato possibile entrare in ospedale si è effettuato l'osservazione
73
partecipata tramite video lezioni, che hanno permesso di mantenere i soggetti ospedalizzati nell'anonimato (questo a Torino). A Pisa, nella clinica pediatrica, si è potuto invece osservare direttamente i bambini degenti durante le attività scolastiche.
Riflettendo sul fatto che i bambini ospedalizzati sono prigionieri delle loro patologie si ipotizza la possibilità di progettare percorsi resilienti anche con l'ausilio della tecnologia digitale. Sia al Meyer che alla clinica pediatrica di Pisa è significativo l’uso di supporti informatici (pc, ipad, lavagna interattiva, smart phone), e nell'ottica dell'ergonomia e della domotica anche per i bambini fruitori della istruzione domiciliare. Ma è al Regina Margherita che è ottimale l’uso delle tecnologie nella scuola in ospedale e questo grazie alla collaborazione che esiste tra Ospedale e Politecnico. In tutti gli ospedali che si sono presi in esame sono attivi progetti, sia a livello regionale che nazionale, anche con l’ausilio dell’Ufficio scolastico di competenza, relativi all’uso delle tecnologie.
In questa ricerca, mettendo a confronto le scuole di tre presidi ospedalieri in Italia e di uno in Spagna, si è cercato di verificare se il dirigente scolastico sia in grado di attivare percorsi resilienti volti alla cura del sé nei bambini ed adolescenti ospedalizzati, anche (ma non solo) attraverso l’uso delle ICT. Provare se egli possa attivare, intervenendo sui docenti, percorsi di crescita e di recupero psico-fisico nei soggetti ospedalizzati, in una dimensione collaborativa che lo coinvolga in un’alleanza terapeutica, insieme agli insegnanti e a tutte le altre figure, parentali e professionali, che ruotano intorno al soggetto ospedalizzato.
Visto anche il fatto che la scuola in ospedale non è una realtà molto conosciuta, e di conseguenza anche poco finanziata, si è cercato di indagare attorno all'impatto che ha il dirigente nella scuola ospedaliera e alle azioni, ispirate alla efficacia ed efficienza, che egli stesso può essere in grado di implementare per attivare la resilienza nei ragazzi ospedalizzati, anche tramite il reperimento e il potenziamento di risorse finanziare per creare reti, ottimizzare i collegamenti Internet, permettere l'accesso alle piattaforme e
74
valorizzare le risorse umane con corsi di aggiornamento per i docenti. Si è cercato di dimostrare se l'uso di strumenti multimediali e telematici possa da un lato facilitare e migliorare l'attività didattica e dall'altro far superare l'isolamento dei soggetti ospedalizzati, permettendo loro di collegarsi con altri ambienti interni all'ospedale o esterni come ad esempio le relative classi di provenienza. Si è visto che l'uso delle tecnologie telematiche e robotiche può dare un contributo per attivare la resilienza nei soggetti ospedalizzati, per permettere loro di superare il momento della malattia. Per far sì che al termine dell'ospedalizzazione il soggetto ritrovi il suo sé autentico e rafforzato dal processo resiliente che si spera si sia realizzato.
Di pari passo con la scuola in ospedale si è fatto cenno (non si poteva ignorare), anche alla possibilità che il dirigente insieme agli altri stakeholders possa attivare percorsi resilienti con i bambini “ricoverati” a casa nell’ambito dell'istruzione domiciliare. In questo contesto a maggior ragione l'ausilio delle tecnologie telematiche è risultato utile poiché permette al bambino di restare in contatto con il gruppo dei pari, non solo in relazione alla classe di appartenenza ma anche per momenti di relazione e di amicizia. Questo è emerso soprattutto a Pisa alla clinica pediatrica, dove alcuni bambini all’istruzione domiciliare usufruiscono (in maniera resiliente) dei mezzi informatici. Questo lavoro di indagine sul campo è stato preceduto dalla ricerca a tavolino che ha offerto la selezione e la valutazione di dati secondari (dati già esistenti e raccolti in altre ricerche). Sono state reperite molte informazioni correlate da dati sul sito del Ministero Pubblica Istruzione relativo alla ospedalizzazione dei ragazzi, al tipo di utenza, al rapporto tra docenti e ragazzi delle scuole in ospedale, etc). La ricerca sul campo ha offerto informazioni nuove e la creazione di nuovi dati (dati primari). In questo lavoro è stato utile il reperimento di tutto il materiale fornito dal MIUR sia livello regionale che nazionale.
Si è cercato di mettere in evidenza gli aspetti più salienti ed operativi della ricerca. La metodologia utilizzata è quella dell’analisi delle interviste a
75
livello longitudinale, con l’analisi dei dati a partire dalle categorie. Si sono individuate le unità di significato (parole, frasi o paragrafi) e di queste si è costruisce un elenco. Sulla base delle unità di significato sono state elaborate le “etichette concettuali”, attribuite poi a ciascuna unità di analisi. Una volta concluso il processo di codifica si ricomincia perché la prima formulazione delle etichette concettuali è sempre imprecisa. Le categorie prese in esame sono strettamente collegate alla ipotesi di ricerca: all’efficienza ed all’efficacia dell’intervento del dirigente nella scuola in ospedale, atte ad attivare la resilienza. Per questo si è presa in esame la percezione che hanno i docenti in relazione al dirigente e alla sua capacità di organizzare un ambiente scolastico ottimale per favorire la resilienza non solo negli alunni/studenti ma anche nei docenti stessi. È stato molto interessante lo spoglio delle interviste dei docenti dalle quali si evince in maniera significativa la percezione e l’importanza (o non) del dirigente e del suo operare.
4.2. Le scuole ospedaliere oggetto della ricerca presso gli ospedali: