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LA SCUOLA NEI PRESIDI OSPEDALIERI PEDIATRIC

3.4. Robotica e domotica tra disabilità e disagio

I termini robotica e domotica possono evocare scenari fantascientifici, magistralmente riprodotti dalla cinematografia di ultima generazione, ma in questo mio lavoro ne faccio cenno perché ritengo che queste scienze possano mettersi al servizio dell'educazione e soprattutto dei bambini e dei ragazzi. Infatti il robot

è una macchina programmabile che attraverso la sua interazione con il mondo circostante esegue autonomamente una serie di compiti, ed il suo comportamento si differenzia da quello di un programma in quanto interagisce con l'ambiente attraverso sensori e attuatori13(Lund, 2009)

Questa interattività con l'ambiente esterno e la programmabilità fa sì che il robot possa essere usato anche per l'attività ludica, implementata anche dalla tecnologia innovativa che è un intreccio tra robotica e intelligenza artificiale. L'uso di tecnologie intelligenti per creare attività ludico ricreative viene definito con il termine playware, coniato da Lund (2009), che indica l'insieme di componenti computazionali, software e hardware, che sono usati per realizzare ambienti di gioco. Non dobbiamo dimenticare quanto possa

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essere importante l'uso di tecnologie telecomandate wireless non solo per il gioco ma anche per la didattica nel bambino ospedalizzato. La robotica in questo caso può essere di estremo aiuto, non solo per il gioco e per l'attività ludica, ma anche per surrogare funzionalità fisiche che sono, a causa della malattia, momentaneamente compromesse.

In questo lavoro metto in evidenza l’importanza della robotica educativa che negli ambienti di insegnamento-apprendimento viene vista nell'ottica della didattica attiva, infatti il bambino e il ragazzo possono progettare piccoli robot, nella modalità laboratoriale che incoraggia la progettualità e la sperimentazione, coinvolgendoli nel pensare, progettare e realizzare attività in una dimensione di lavoro collaborativo, partecipato e condiviso. La robotica educativa ha a mio avviso diversi vantaggi: i robot sono oggetti reali tridimensionali che si muovono ed imitano comportamenti sia umani che animali (pensiamo ad esempio nell'industria del giocattolo, alle bambole semoventi e parlanti, o a costose macchinine telecomandate, per arrivare oggi ai droni, oggetti ibridi tra giocattolo e strumento di lavoro). Il fatto di operare direttamente su un oggetto concreto invece che su formule astratte, può facilitare e rendere più accessibili la conoscenza e l'apprendimento. Inoltre nei giovani è alta la motivazione a far funzionare la macchina intelligente, e ciò li impegna e li tiene occupati e motivati. Seymour Papert14, studioso della tecnologia digitale nella didattica, si è ricollegato alla tesi costruttivista, in cui si afferma che la costruzione concettuale risulta migliore se è accompagnata dalla costruzione di oggetti concreti.

Oltre all'aspetto della costruzione è importante l'aspetto dell'applicazione pratica della robotica: robot che sostituiscono le funzionalità inficiate dalle eventuali menomazioni o disabilità, ma anche l'approccio educativo-ludico con il robot (che può assumere l'aspetto di un bambino o di un simpatico animale domestico); ciò può contribuire alla diagnosi attraverso l'osservazione del bambino che interagisce con il robot stesso, o quanto meno

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aiutarlo nel favorire l'apprendimento, sviluppando la curiosità, l'intraprendenza e la relazione.

Per robotica in campo educativo si intende quindi la duplice possibilità sia di costruire che di interagire con un robot. Per quello che riguarda l'interazione a scopi diagnostici o di studio, prendo alcuni interessanti spunti dal lavoro di Serenella Besio, ordinaria presso l'Università di Aosta. I suoi studi applicano la robotica soprattutto ai bambini disabili, ma considerando il fatto che gli studenti ospedalizzati, vivono nella malattia un momento della loro vita di disabilità (sociale), anche se provvisoria (e comunque di disagio per le conseguenze psicologiche che la malattia opera su di loro), allargherò in questo mio lavoro la tematica alla scuola in ospedale. I bambini che presentano vari tipi di disabilità possono essere limitati sia nello sviluppo delle competenze, che nel gioco, queste limitazioni possono ridurre

il loro potenziale di apprendimento o inficiare lo sviluppo di competenze sociali e partecipative […] per tutte queste situazioni in cui l'impossibilità è legata a vincoli ambientali, economici, sociali, culturali, è necessario ed urgente definire approcci e metodi, sviluppare strumenti e strategie che aprono le porte al mondo ludico (Besio, 2009)

Lo sviluppo delle tecnologie robotiche permette anche al ricercatore di avere a disposizione un contesto di dialogo, di valutazione, di intervento. Le scienze robotiche possono essere di aiuto in tanti modi nel campo educativo- didattico, come compensazione delle limitazioni funzionali dei bambini disabili, attraverso lo studio e l'adattamento di strumenti che permettano un miglior approccio ergonomico degli oggetti destinati ai bambini, con la realizzazione di procedure standardizzate per lo sviluppo dei giochi che pongano attenzione all'accessibilità ed infine con lo studio di metodologie per la valutazione. Tutto ciò nell'ottica del nuovo approccio alla disabilità definito ed illustrato dall' ICF15, che vede la salute come “ben-essere”

15I.C.F. (International Classification of Functioning, Disability and Health) è uno strumento, elaborato dalla

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dell'individuo in chiave olistica a dimensione sociale, quindi collegato anche al suo ambiente. Detto più semplicemente se forniamo una sedia a rotelle motorizzata (robotica), che può essere liberamente manovrata, e si tolgono le barriere architettoniche un soggetto non deambulante può tranquillamente spostarsi, annullando la sua disabilità.

Poiché sono tante le iniziative a favore della robotica educativa faccio cenno al Progetto robotica educativa e creativa, attivato all'interno dell'Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova, condotto dalle docenti in collaborazione con la Scuola di Robotica. I bambini sono coinvolti in attività molto stimolanti ed istruttive e sono invitati a raccontare come vedono loro i robot.

Altro importante evento, legato alla scuola in ospedale Regina Margherita di Torino, nel gennaio 2015 presso il Centro Congressi dell'Unione Industriale è il convegno “Scuola di Robotica: giovani, imprese , education” a cui hanno partecipato rappresentati di Istituzioni pubbliche, manager aziendali. Durante questo convegno è stato siglato il rinnovo del Protocollo di Intesa per lo sviluppo della Robotica e Meccatronica nell'istruzione tecnica e professionale industriale, nato nel 2010 su iniziativa di unione industriale ed AMMA di Torino. Sono stati consegnati ai dirigenti scolastici delle sezioni di scuola secondaria in ospedale di I e II grado i robots Lego16.

Parente stretta della robotica è la domotica, data dall'unione delle parole domus e robotica è una scienza interdisciplinare che si occupa delle tecnologie che cercano di migliorare la qualità della vita nell’ambiente domestico e, più in generale, negli ambienti antropizzati, compresi quelli educativi. La domotica richiede l'apporto di molte scienze e tecnologie, come l'ingegneria industriale, l'architettura, l'automazione, l'elettrotecnica, la telematica. Nel caso di bambini malati a casa che usufruiscono dell'istruzione domiciliare può essere utile dotarli di attrezzature adeguate per facilitare

16Lego mindstorms è un set di costruzioni robotiche programmabili che permette di creare e comandare i

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l'accesso alle nuove tecnologie che possano permettere ad esempio il realizzarsi di una video conferenza, ma anche più semplicemente un collegamento Skype17. Ed è proprio con la domotica che si possono realizzare

attrezzature cucite su misura, direttamente sul bambino o sul ragazzo, in relazione alla sua disabilità. Di nuovo la tecnologia ci permette di superare i confini della disabilità per andare verso orizzonti di uguaglianza e di rimozione di quegli ostacoli che possono impedire il pieno sviluppo della personalità di tutti i soggetti (art.3, Costituzione Italiana). Il sistema domotico è diretto, non solo a soggetti malati, ma anche a chi, come gli anziani, ha difficoltà nello svolgere le azioni quotidiane (Home Automation). Le soluzioni tecnologiche per realizzare un sistema domotico devono rispondere a vari requisiti:

 la semplicità, cioè deve essere facile da usare secondo modalità chiare e non diversamente interpretabili, deve possedere quindi un’interfaccia user friendly;

 la sicurezza, sicuro, di facile lettura e non deve presentare pericoli per chi lo usa;

 la continuità di funzionamento, deve offrire cioè un sistema il più possibile immune da guasti, deve essere sicuro ed affidabile e fornire soluzione alternative in caso di guasti

 un report delle anomalie, non solo per immediate riparazioni, ma anche per procedere alla rimozione di eventuali aspetti che ne provocano il malfunzionamento;

 l'economicità, proprio perché deve essere alla portata di tutti ed offerto a costi bassi e accessibili.

A proposito della domotica vorrei citare un importante progetto “Domotica e ambienti formativi” realizzato con la collaborazione della

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Regione Toscana, del CESPRO18 e dell'Università di Firenze con la collaborazione della ditta CEAM. Tale progetto ha reso possibile la realizzazione di un dispositivo in grado di unire alla tecnologia una didattica inclusiva e innovativa, tutto ciò anche in questo caso, per la fruibilità e l'accessibilità, al diritto allo studio degli studenti diversamente abili.

L'uso delle tecnologie quindi può essere rilevante e determinante e favorire la cura del sé, soprattutto negli studenti ospedalizzati o che usufruiscono della istruzione domiciliare. Tali servizi (scuola in ospedale e istruzione domiciliare) contrastano l'abbandono scolastico dovuto alla malattia e alla ospedalizzazione e concorrono all'umanizzazione del ricovero, facendo parte del programma terapeutico come si esplicita nella già citata CM n. 353/1998. In particolare l'offerta formativa si allarga all'istruzione domiciliare che può essere garantita, come si legge nel documento del 28/01/2015 inviato dal MIUR Direzione generale per lo studente, l'integrazione e la partecipazione, ai dirigenti delle Scuole Polo in ospedale e delle scuole con sezione ospedaliera (oggetto: il servizio di scuola in ospedale) con due modalità:

 attraverso la predisposizione di uno specifico progetto a domicilio, a cura del consiglio di classe dell'alunno interessato [...]consente poi alle scuole di inviare il personale docente disponibile a domicilio dello studente per l'insegnamento delle discipline fondamentali del curricolo;

 attraverso l'attivazione di un progetto a distanza, supportato e garantito dalle nuove tecnologie, che hanno la potenzialità di migliorare il processo di insegnamento-apprendimento poiché favoriscono lo sviluppo di una pedagogia partecipativa, personalizzata e produttiva. L'utilizzo delle tecnologie ha il vantaggio di consentire allo studente, che non può frequentare, di seguire e partecipare in

18 Cespro è una società di ingegneria per la sicurezza, in quanto si occupa di

progettazione e realizzazione di sistemi e prodotti inerenti la sicurezza di persone e di beni.

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diretta alle attività della classe e di interagire con i docenti e con i compagni di classe.

Vorrei concludere questo capitolo presentando anche alcune criticità nei confronti delle tecnologie della scuola in ospedale che come tutti gli strumenti va usata con coscienza e competenza consci del fatto che non è oro tutto ciò che luccica.

In ambito didattico educativo è necessario favorire la continuità sincronica aiutando i bambini ad integrarsi con i compagni durante le attività sui supporti digitali, impedendo loro di isolarsi o creare personalità volte al solipsismo. Un altro rischio può essere quello di concentrarsi troppo sullo strumento tecnologico e poi identificare gli obiettivi, per cui è necessario partire dal bambino, dai suoi bisogni per attivare percorsi personalizzati nei quali le tecnologie hanno (possono avere), un ruolo importante. Altri limiti delle ICT possono essere costituiti da una loro sopravalutazione o al contrario ad una loro svalutazione, soprattutto da quei docenti, ancora legati ad insegnamenti tradizionali e poco propensi ai cambiamenti. A questo fa da contraltare la scarsa attenzione all'aggiornamento dei docenti stessi, che a causa dell'impreparazione posso avere un approccio frammentato e estemporaneo alle tecnologie. I tempi e i ritmi dell'ospedalizzazione influiscono naturalmente sull'insegnamento-apprendimento con l'uso delle tecnologie, a volte da alcuni operatori sanitari queste innovazioni possono essere viste come un’inutile complicazione, per questo motivo devono essere ben stabiliti orari e tempi di gestione delle risorse educative, in maniera che le tecnologie non siano di intralcio ma rappresentino una risorsa quasi ottimale.

Ed infine altro aspetto da considerare nell'uso delle tecnologie in ambito educativo è il saper educare i discenti ad un utilizzo consapevole delle ICT senza esserne ostaggi (si pensi alla potenza del web 2.0.), ma viverle come strumenti resilienti che conducano, tutti i ragazzi e bambini, ospedalizzati (e non), verso la cura del sé e la cura dell'altro.

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CAPITOLO 4

4. L’IMPIANTO DELLA RICERCA: LA METODOLOGIA