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Michele Gentile

Nel documento QUADERNI del CNEL (pagine 67-71)

CGIL (Dip. Settori Pubblici)

L’esperienza prima di componente del CD dell’ Aran, sotto la Presidenza di Tiziano Treu e poi come Presidente nel periodo 95/2000 fa di Carlo un protagonista sia della I^ stagione della privatizzazione del rapporto di lavoro( quella del 29/93) sia della I^ stagione della contrattualizzazione. (quella a seguito dei provvedimenti Bassanini D’Antona) Quella della stagione 1994/1997 avvenuta con i soliti e ripetuti ritardi.

Lui faceva parte di una comunità ( politica; sindacale; intellettuali; dirigenza; ) che ha “ gestito una vera fase costituente del lavoro pubblico.

Carlo era un po’ la storia della rivoluzione del pubblico impiego! Chiaramente insieme a molti dei presenti.

In sostanza è stato insieme alle OO.SS. e agli altri componenti del CD uno degli esecutori del passaggio da “ pubblico a privato “ “ da privato a contrattato” , nonché del sistema democratico rappresentato con il CCNQ del 1998 delle Rsu e della Rappresentatività.

Insomma un po’ anche della storia dell’Aran che, al di là delle fisiologiche divergenze, è la storia del sindacato del pubblico impiego dagli anni 90

Il passaggio è “epocale” non solo perché si conclude la fase delle trattative dirette con la politica, ma anche perché si afferma prima con le riforme Bassanini e poi con la contrattazione stessa la rottura con quella fase, della centralizzazione contrattuale e della negazione del sistema delle autonomie istituzionali e

contrattuali.

Importante anche perché grazie all’intesa tra sindacati e dei sindacati con il Governo e con la Presidenza ARAN (in particolare Tiziano Treu) ,si introduce nella situazione maggiormente critica quella del pubblico impiego il sistema della rappresentatività sindacale e del conseguente erga omnes dei contratti attraverso il sistema della rilevazione degli iscritti certificati e del voto sulle RSU.

Terrei ben fermo il valore strategico di tale innovazione.

Non solo perché è oggi rivendicazione fondamentale contro il lavoro povero e contro un salario minimo concepito contro la contrattazione, ma anche perché proprio il valore privatistico e l’erga omnes misero in salvo i contratti nazionali dalla riforma del Titolo V prima ( importante lavoro di Tiziano) e oggi credo dalla cosiddetta autonomia differenziata. Il tema dell’ordinamento civile e dell’erga omnes dovrebbe servire a questo scopo.

Ne ha per ultimo parlato Paolo Nerozzi nel suo libro.

Carlo ha contribuito fortemente a determinare questo risultato ( il CCNQ sulle RSU e sulla rappresentatività è del 7 agosto 1998 ( Presidenza Carlo Dell’Aringa).

Carlo un meticoloso, prudente, ma deciso e pervicace riformatore che ha portato anche quella cultura del risultato, attento all’interesse pubblico assente nelle precedenti trattative dirette tra OO.SS. e Governi .

Ma oltre a questo merito fondativo, ci sono altri temi :

La costante attenzione a coniugare innovazione e partecipazione. Anche e soprattutto quando l’innovazione era ostica per quei tempi e ancora lo è.

Intendiamoci non sempre le nostre strade hanno marciato parallelamente.

Il tema della qualità dell’agire pubblico

Ho ben in mente nella stagione contrattuale 94/97 in particolare nel contratto “ pilota” almeno per noi : quello delle Autonomie Locali la vexata quaestio del “ Fondo per la qualità della

prestazione individuale “ ( Il fondino) dove alla fine si convinse ( meglio convincemmo) che introdurre un sistema di valutazione della prestazione individuale senza prevedere alcun momento di trasparenza e partecipazione, nonché di valutazione del contenzioso avrebbe significato la sua residualità e/o la sua scomparsa.

La valutazione individuale: Brunetta non ha inventato nulla, ma poiché ha pervicacemente negato trasparenza, partecipazione e contenzioso ha portato alla felice inefficacia di tutte le sue invenzioni.

Intendiamoci per me anche quella di Carlo era una innovazione che continuo però a ritenere sbagliata:

Non intendo negare l’esigenza anche di una valutazione individuale del lavoro.

Ma oggi la vera sfida continua ad essere quella della qualità dell’agire pubblico ( lì c’è anche l’apporto individuale).

Ma gli strumenti sono fondamentali.

Non vi può essere una valutazione individuale sganciata da quella di sistema;

non vi può essere una “ disciplina domestica” della valutazione. Non vi può essere unilateralità dirigenziale o peggio ancora politica.

Allora ed anche oggi occorre aprire il mondo delle Pubbliche Amministrazioni al giudizio ed alla valutazione dei fruitori, a programmi di innovazione controllabili e verificabili.

Tale esigenza riguarda sia la politica che il mondo della Pubblica amministrazione a partire dai servizi di prossimità, la dirigenza. Il tutto con regole che segnino, trasparenza, partecipazione, certezza del risultato.

In fondo l’innovazione di allora è ancora attuale e secondo me rappresenta il vero tema di riforme:

Far sì che la contrattazione nazionale per le regole e decentrata per i contenuti sia lo strumento di collegamento tra domanda di servizi ed offerta.,

Quindi costruire il sistema della partecipazione includendo, non escludendo

È il pensiero attuale di quella fase che Carlo contribuì a sistematizzare ( ma come sappiamo “ nemo profeta in patria”) e a far proseguire nella sua attività scientifica, politica.

Il tema delle modernizzazioni, della qualità delle PP.AA, della partecipazione ha continuato ad essere una costante della sua attività da far valere anche per ultimo con i decreti Madia. Proprio per questo al di là di alcuni diversi punti di vista è stato per noi un importante ausilio nella nostra attività.

Certo a volte con divergenze, ma il merito, il rigore e la sua scientificità ci hanno portato costantemente a cercarci, nella sua attività parlamentare ( mercato del lavoro) e nella sua azione al Cnel nei Rapporti sul mercato del Lavoro dell’allora III^ commissione del Cnel . Interloquivamo con lui su quei rapporti, sulla loro preparazione e per quanto mi riguarda anche sulla loro presentazione.

La sua autonomia politica è stata sempre una costante. Ancor più in questa fase.

6. LA LEZIONE DI CARLO:

COME TENERE INSIEME

CRESCITA E INCLUSIONE

SOCIALE

Nel documento QUADERNI del CNEL (pagine 67-71)