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Misura di Energy Gap, Mobilit`a, Conducibilit`a

Nel documento Fisica dei Materiali per l’Elettronica (pagine 80-86)

Con-ducibilit`a

Abbiamo finora descritto metodologie per la misura della resistenza di un semiconduttore; vogliamo ora studiare metodi per misurare altri parametri, quali energy gap, mobilit`a elettronica e conducibilit`a elettrica. Avevamo in precedenza, nel nostro modello teorico, detto che:

σ = e(nµe+ pµh) = e(µeNe,CeEC −EFkT + µhNh,VeEV −EFkT )

Consideriamo un semiconduttore intrinseco: in questo caso, il livello di Fermi sar`a a met`a tra le due bande, e si pu`o dire che:

EF = EC+ EV

2 =⇒ (EC − EF) = (EF − EV) Da ci`o, si pu`o dire che:

Ci saranno in sostanza due grandezze da misurare: le mobilit`a elettroniche

µ e le densit`a di portatori di carica N. Per poterli misurare, `e possibile

sfruttare un particolare effetto, ossia l’Effetto Hall; il metodo di misura basato su tale effetto si chiama per l’appunto Misura Hall.

Le forze in gioco saranno la forza elettrica, e la forza magnetica (forza di Lorentz):

F = qE + qv × B

Vediamo in due parole che cosa capita: ad un certo punto, la forza elet-trica causata dal campo E e quella magnetica provocata dal campo B rag-giungeranno l’equilibrio, e arriveranno in una situazione in cui il flusso di cariche non sar`a pi`u deflesso, ossia spostato dalla sua direzione data dal versore ux, e la differenza di potenziale ∆V sar`a misurabile.

∆V = EHW

Si genera un campo elettrico stazionario, comunemente detto Campo Hall, indicato con EH, che bilancia la forza del campo elettrico Ey, deflettente l’intensit`a di corrente ix. Data la carica fondamentale q, e la densit`a di carica ρ, vediamo che:

i = qρvd· S; J = qρvd

Sappiamo che la forza magnetica e la forza elettrica si eguagliano, e che quindi la risultante del Campo Hall e del campo elettrico Ey `e nulla. Cer-chiamo dunque di quantificare il campo Hall, in modo da poter studiare la misura dei parametri del nostro semiconduttore; poich`e il campo Hall agisce solo in una direzione, consideriamolo scalare anzich`e vettoriale: EH , EH; discorso analogo per la densit`a di corrente: J , Jx

EH = 1

eqvd× B; vd = Jx ;

Troviamo alla fine che:

EH = JxBz

= RHJxBz

Questo parametro RH `e detto anche resistenza Hall, ed `e cos`ı definito:

• Nel caso di un drogaggio tipo p: RH = 1 qp;

• Nel caso di un drogaggio tipo n: RH = 1 qn.

Avrei bisogno della resistivit`a del sistema, per poter calcolare la con-ducibilit`a come suo inverso; dobbiamo calcolare o misurare RH, la resistenza

R del semiconduttore, e verificare che: R = ρ l S =⇒ ρ = RW t S = Vx ix · 1 W t σ = 1 ρ = qpµp, µp = RH ρ

Quella che misuriamo, in realt`a, `e la cosiddetta mobilit`a Hall: essa `e leggermente diversa dalla mobilit`a elettronica reale, perch`e la presenza di un campo magnetico B modifica i meccanismi di scattering, e dunque modifica il nostro sistema. Vale per`o una relazione interessante, che dice che:

µH = rµ

Noi approssimiamo r ∼ 1, e cos`ı in pratica ricaviamo mediante questo metodo la mobilit`a elettronica.

Capitolo 11

Propriet`a ottiche dei

semiconduttori

Abbiamo finora parlato di propriet`a elettriche dei semiconduttori; preoccu-piamoci ora di un altro tipo di propriet`a molto utili in elettronica, ossia le propriet`a ottiche; introdurremo sostanzialmente due teorie: un modello semiclassico, ed un modello puramente quantistico.

11.1 Modello Semiclassico

Possiamo considerare semplicemente le interazioni tra un campo elettromag-netico ed il semiconduttore. Il materiale `e modellabile mediante un sistema composto di molti bipoli, dotati di un determinato baricentro. Ognuno dei bipoli avr`a un suo determinato momento di bipolo, cos`ı definito:

p = e × v

Consideriamo dunque un campo elettromagnetico che si propaga in modo armonico: esso avr`a equazioni del tipo:

½

Ex(z; t) = E0ei(k0nz−ωt)

Bx(z; t) = B0ei(k0nz−ωt)

Consideriamo per comodit`a solo il campo elettrico E(z; t): per B, la propagazione avverr`a in modo del tutto analogo, come si pu`o intuire dalle equazioni delle onde prima introdotte. Consideriamo dunque l’equazione:

Dal momento che E agisce solo sulla componente x, lo esprimeremo come scalare. Se il campo Ex`e oscillante, allora sar`a oscillante anche il nostro bipo-lo, con la stessa pulsazione del campo elettrico, ω. Tale interazione indurr`a un momento di bipolo nel bipolo, e il generarsi di campi elettromagnetici, di frequenza ν = ω

. L’onda elettromagnetica sar`a dotata di una lunghezza d’onda λ0, prima di incidere il materiale.

Quando l’onda incide il materiale, vi si propaga all’interno, con per`o una

λ < λ0. Parte dell’energia, dunque, verr`a assorbita dal materiale. Definiamo un indice di rifrazione n, in questo modo data c velocit`a della luce, e v modulo della velocit`a, l’indice di rifrazione sar`a:

n = c v

Troviamo una definizione operativa di n: sappiamo che le altre due grandezze sono cos`ı definite, dall’elettromagnetismo classico:

v = 1 ε0εrµ0µr; c = 1 ε0µ0; n = c v = 1 εrµr

Definiamo operativamente anche le altre grandezze:

v = λ

T = λν = λω

Trattando con tutte queste grandezze, ricaviamo che, alla fine, la lunghez-za d’onda nel materiale sar`a data da:

λ = λ0 n

Vediamo classicamente come interpretare tutto ci`o: quando l’onda colpisce il solido, agiscono tre differenti forze:

• Una forza elettrica;

• La forza di richiamo nucleo-elettrone, interpretabile come forza elastica; • Una forza dissipativa, interpretabile classicamente come un attrito.

Possiamo dunque approssimare la forza totale, la forza di Newton, medi-ante contributi di queste tre forze: dal momento che

ma = md2x

dt2; Felastica= −kx; Fattrito= −γdx

dt

Poich`e la forza elastica `e di richiamo, e la forza di attrito sempre oppo-nente al moto, allora entrambe saran negative. Potremo ricavare che:

md 2x dt2 = eE(t) − kx − γdx dt =⇒ eE0e −iωt= md 2x dt2 + kx + γdx dt

Risolvendo tale equazione differenziale, si pu`o ricavare che, dato ω0 = k m x0 = eE0 m(k m − ω2) − iγω = eE0 m(ω2 0 − ω2) − iγω

Ricordiamo, dall’elettromagnetismo classico, la definizione di polarizzazione: essa `e semplicemente il momento di dipolo per unit`a di volume:

P = Nex(t) = ε0χE(t) = ε0r− 1)E(t)

Dal momento che εr À µr, si pu`o dire che εr = 1 + χ ∼ n2

Da ci`o si pu`o dire che

P = ε0(n2− 1)E(t)

Sostituendo in tutto ci`o le espressioni di n, x(t), e di E(t), alla fine si ricava che: n2 = N2 e ε0 m(ω2 0 − ω2) − iγω + 1 = ε1+ iε2

Abbiamo cio`e scomposto n2 in parte reale e parte immaginaria, con-siderando che n = n2 = nR+ inI, al fine di poter completare il nostro modello semiclassico.

Riprendendo l’equazione dell’onda, vedremo che essa sar`a cos`ı interpretabile, introducendo gli elementi finora descritti:

E(z; t) = E0ei(k0nz−ωt) = E0· e−k0nIz· ei(k0nRz−ωt)

Il primo termine, contenente il termine di rifrazione immaginario, `e il ter-mine di smorzamento dell’onda; l’onda stessa, sar`a data dal secondo terter-mine, contenente il termine di rifrazione reale; Avremo dunque l’andamento di un oscillatore armonico esponenzialmente smorzato:

Abbiamo cos`ı ricavato un momento semiclassico che descrive cosa capita all’interno del solido, al momento del contatto con il campo elettromagnetico.

Nel documento Fisica dei Materiali per l’Elettronica (pagine 80-86)