Con-ducibilit`a
Abbiamo finora descritto metodologie per la misura della resistenza di un semiconduttore; vogliamo ora studiare metodi per misurare altri parametri, quali energy gap, mobilit`a elettronica e conducibilit`a elettrica. Avevamo in precedenza, nel nostro modello teorico, detto che:
σ = e(nµe+ pµh) = e(µeNe,Ce−EC −EFkT + µhNh,VeEV −EFkT )
Consideriamo un semiconduttore intrinseco: in questo caso, il livello di Fermi sar`a a met`a tra le due bande, e si pu`o dire che:
EF = EC+ EV
2 =⇒ (EC − EF) = (EF − EV) Da ci`o, si pu`o dire che:
Ci saranno in sostanza due grandezze da misurare: le mobilit`a elettroniche
µ e le densit`a di portatori di carica N. Per poterli misurare, `e possibile
sfruttare un particolare effetto, ossia l’Effetto Hall; il metodo di misura basato su tale effetto si chiama per l’appunto Misura Hall.
Le forze in gioco saranno la forza elettrica, e la forza magnetica (forza di Lorentz):
F = qE + qv × B
Vediamo in due parole che cosa capita: ad un certo punto, la forza elet-trica causata dal campo E e quella magnetica provocata dal campo B rag-giungeranno l’equilibrio, e arriveranno in una situazione in cui il flusso di cariche non sar`a pi`u deflesso, ossia spostato dalla sua direzione data dal versore ux, e la differenza di potenziale ∆V sar`a misurabile.
∆V = EHW
Si genera un campo elettrico stazionario, comunemente detto Campo Hall, indicato con EH, che bilancia la forza del campo elettrico Ey, deflettente l’intensit`a di corrente ix. Data la carica fondamentale q, e la densit`a di carica ρ, vediamo che:
i = qρvd· S; J = qρvd
Sappiamo che la forza magnetica e la forza elettrica si eguagliano, e che quindi la risultante del Campo Hall e del campo elettrico Ey `e nulla. Cer-chiamo dunque di quantificare il campo Hall, in modo da poter studiare la misura dei parametri del nostro semiconduttore; poich`e il campo Hall agisce solo in una direzione, consideriamolo scalare anzich`e vettoriale: EH , EH; discorso analogo per la densit`a di corrente: J , Jx
EH = 1
eqvd× B; vd = Jx qρ;
Troviamo alla fine che:
EH = JxBz
qρ = RHJxBz
Questo parametro RH `e detto anche resistenza Hall, ed `e cos`ı definito:
• Nel caso di un drogaggio tipo p: RH = 1 qp;
• Nel caso di un drogaggio tipo n: RH = 1 qn.
Avrei bisogno della resistivit`a del sistema, per poter calcolare la con-ducibilit`a come suo inverso; dobbiamo calcolare o misurare RH, la resistenza
R del semiconduttore, e verificare che: R = ρ l S =⇒ ρ = RW t S = Vx ix · 1 W t σ = 1 ρ = qpµp, µp = RH ρ
Quella che misuriamo, in realt`a, `e la cosiddetta mobilit`a Hall: essa `e leggermente diversa dalla mobilit`a elettronica reale, perch`e la presenza di un campo magnetico B modifica i meccanismi di scattering, e dunque modifica il nostro sistema. Vale per`o una relazione interessante, che dice che:
µH = rµ
Noi approssimiamo r ∼ 1, e cos`ı in pratica ricaviamo mediante questo metodo la mobilit`a elettronica.
Capitolo 11
Propriet`a ottiche dei
semiconduttori
Abbiamo finora parlato di propriet`a elettriche dei semiconduttori; preoccu-piamoci ora di un altro tipo di propriet`a molto utili in elettronica, ossia le propriet`a ottiche; introdurremo sostanzialmente due teorie: un modello semiclassico, ed un modello puramente quantistico.
11.1 Modello Semiclassico
Possiamo considerare semplicemente le interazioni tra un campo elettromag-netico ed il semiconduttore. Il materiale `e modellabile mediante un sistema composto di molti bipoli, dotati di un determinato baricentro. Ognuno dei bipoli avr`a un suo determinato momento di bipolo, cos`ı definito:
p = e × v
Consideriamo dunque un campo elettromagnetico che si propaga in modo armonico: esso avr`a equazioni del tipo:
½
Ex(z; t) = E0ei(k0nz−ωt)
Bx(z; t) = B0ei(k0nz−ωt)
Consideriamo per comodit`a solo il campo elettrico E(z; t): per B, la propagazione avverr`a in modo del tutto analogo, come si pu`o intuire dalle equazioni delle onde prima introdotte. Consideriamo dunque l’equazione:
Dal momento che E agisce solo sulla componente x, lo esprimeremo come scalare. Se il campo Ex`e oscillante, allora sar`a oscillante anche il nostro bipo-lo, con la stessa pulsazione del campo elettrico, ω. Tale interazione indurr`a un momento di bipolo nel bipolo, e il generarsi di campi elettromagnetici, di frequenza ν = ω
2π. L’onda elettromagnetica sar`a dotata di una lunghezza d’onda λ0, prima di incidere il materiale.
Quando l’onda incide il materiale, vi si propaga all’interno, con per`o una
λ < λ0. Parte dell’energia, dunque, verr`a assorbita dal materiale. Definiamo un indice di rifrazione n, in questo modo data c velocit`a della luce, e v modulo della velocit`a, l’indice di rifrazione sar`a:
n = c v
Troviamo una definizione operativa di n: sappiamo che le altre due grandezze sono cos`ı definite, dall’elettromagnetismo classico:
v = √ 1 ε0εrµ0µr; c = 1 √ ε0µ0; n = c v = 1 √ εrµr
Definiamo operativamente anche le altre grandezze:
v = λ
T = λν = λω
2π
Trattando con tutte queste grandezze, ricaviamo che, alla fine, la lunghez-za d’onda nel materiale sar`a data da:
λ = λ0 n
Vediamo classicamente come interpretare tutto ci`o: quando l’onda colpisce il solido, agiscono tre differenti forze:
• Una forza elettrica;
• La forza di richiamo nucleo-elettrone, interpretabile come forza elastica; • Una forza dissipativa, interpretabile classicamente come un attrito.
Possiamo dunque approssimare la forza totale, la forza di Newton, medi-ante contributi di queste tre forze: dal momento che
ma = md2x
dt2; Felastica= −kx; Fattrito= −γdx
dt
Poich`e la forza elastica `e di richiamo, e la forza di attrito sempre oppo-nente al moto, allora entrambe saran negative. Potremo ricavare che:
md 2x dt2 = eE(t) − kx − γdx dt =⇒ eE0e −iωt= md 2x dt2 + kx + γdx dt
Risolvendo tale equazione differenziale, si pu`o ricavare che, dato ω0 = k m x0 = eE0 m(k m − ω2) − iγω = eE0 m(ω2 0 − ω2) − iγω
Ricordiamo, dall’elettromagnetismo classico, la definizione di polarizzazione: essa `e semplicemente il momento di dipolo per unit`a di volume:
P = Nex(t) = ε0χE(t) = ε0(εr− 1)E(t)
Dal momento che εr À µr, si pu`o dire che εr = 1 + χ ∼ n2
Da ci`o si pu`o dire che
P = ε0(n2− 1)E(t)
Sostituendo in tutto ci`o le espressioni di n, x(t), e di E(t), alla fine si ricava che: n2 = N2 e ε0 m(ω2 0 − ω2) − iγω + 1 = ε1+ iε2
Abbiamo cio`e scomposto n2 in parte reale e parte immaginaria, con-siderando che n = √n2 = nR+ inI, al fine di poter completare il nostro modello semiclassico.
Riprendendo l’equazione dell’onda, vedremo che essa sar`a cos`ı interpretabile, introducendo gli elementi finora descritti:
E(z; t) = E0ei(k0nz−ωt) = E0· e−k0nIz· ei(k0nRz−ωt)
Il primo termine, contenente il termine di rifrazione immaginario, `e il ter-mine di smorzamento dell’onda; l’onda stessa, sar`a data dal secondo terter-mine, contenente il termine di rifrazione reale; Avremo dunque l’andamento di un oscillatore armonico esponenzialmente smorzato:
Abbiamo cos`ı ricavato un momento semiclassico che descrive cosa capita all’interno del solido, al momento del contatto con il campo elettromagnetico.