Pietra,addìopersempre.Ricordali dellaluapoveraMaria,elio saràsempre Lua,chet*hasempre desiderosamenteamalo».
Questodissibagnandodilacrimeibiondicapellidiluichiuso tra lemie braccia.E'm* inlese;ruppegliamplessi,erimase comesbigottito :poiritornò.Iofuggiisenza piùdirparola.Nò piùlorividi -Soeh'eglièmaritato,e adonna(iniscrisse } che mi somiglia.Iddioiofacciafelice,ebenedicaisuoifigli
.
Giunta a Livorno,trovaiper buona sorteda accomodarmiin una famiglia milanese doveillavoronon mancava,c nonman-cava1"affetto .LetreragazzemJamavanocomesorella,il vec-chiocomefigliuola .Io guardia a loro,esse ame.Agiorni però
diomi dava forza, Accorcioilracci
o sopraall'anima spaurita,c e novella:eapoco a pocosi ,nto
0 girtropg
pó TungoTaitrav, Sialacositreanni,micom e francese.Per piùd! seimes sua{ed eraostinazioned' o inuomo francese,dibuono
omo torbo tor-riiraevano. Id-iltftrianderemo
lepartisoppresse. inciòarigirare
istettialle
ibilc,estancagiàdelmio stato incerto,gli mipiacevainlui,manullami dispiaceva itade'Francesi.Siconchiudeilmatrimonio:
suir ultimoa*fau mi chiama asè,e casa dov* ero;arri-, lui ,mad'unaltre peròtentennava;e
nviaggio aLione: di là, inv mimandaildanaro.Lascio c o:fallito,einfuga.Colpai fallimento seguilo asuo dan:
a Livorno dov'eranoisuoii ecedivenire, )n dispiacerela lonintuttodi no.Eglistesso naggiordebili, peraddormentare1 !gente,trattavadimatrimoni,':PresemcPur zimbello.Em'am
cheloseguitasti,e ava:m'almodo suo mercanti che aveva danaro. Arrossii:n
sco.Miscrisse Adesso ringrazioilcielodinon essere divenu
ie di quellame-la(eravamo al-maallorapensate1,jstatomio.Sola,iralenebb
,sottol'odiosoinverno di Frani
1'ottobre deltreni;«mauro),alveniediquelpo' tantevolteecosìduramentela
didanaro, slan-vila, caddima-cadiricominciare
latadimaledìpello.Miportaronoallospedale:fuiinfindi morte.Unpretem'assistèconsullt-eìtudìnerispettosa:ascoltò conpielàlamia confession generale; soggiunse parole affettuose
=8
e semplici,lìinsaliicata,mi collocòtra lesuore dellacarità,rare donne,checonosconoilmondo tanto da amarlo perlui ,non persè.Di quando in quandoeglivenivaavedermi in loro pre-senza.Sapendolodilìrelagna,eche nel suo paesesicampa a buon patto,glichiesiindirizzo:e'mi promise congioia 1' ospi-talitàincaso.lisua sorci!» vedova; eilgiornodopo mi portòla letteracoldenaro.L'accettai'sema rossore dalui
.
LasciaiLione abbattuta,equasiatterrita :maquellacittà sen-zagioieparve imbellireagliocchimici,dacchécilasciavo per-sona che non mi avrebbe dimenticata mai, e che poteva pensar-AQuimpertrovaiaccoglienzadicuore,e lavoroassai.La gen-te , altraadatto dagliItaliani,m' avevanodell'italianola natu-ralezza,massimadelledoti.M'eradolceconversar con persone chenon arrossisconodell'esseree delmostrarsicristiani,chenon conosconogioiamaggiore.Gran confusione e gran conforto in-siemeera amesentirlecosechiamateco'proprilornomi:la fornicazione fornicazione,1*adulterio adulterio.Vèchi sai no-mi egliusidellabuona società(come dicono}:mailpopolo è6ano,buonoalsuomodo.Orlametà de'falliedo'guai vie-ne dalpalliarchesifacon parolenuovelevecchieulcere del-l'anima umana.
Sullafinedeltrentacinqnemorilasorelladelmio benefattore:
alprincipiodiquest'annoi'viconobbi, Giovanni. Eccovi con-fessateindigrossolemiemancanze;deiparticolarialcunile ag-graverebbero,altrileattenuerebberoforse.Matuttononsipuò dire:oI*orgoglioolamodestialovietano.Pur potete ora,se non conoscermi,indovinarmi.Giovanni,sfioritasonodell' ani-ma,sì ;disfiorata dellacoscienzanon sono».
Sentivano voci venire perleaequesolitarie :ilbaronetto tor-nava.Montarono verso Quimper.Irematoricantavanoun canto bretone;e a MariaIolraducevanodistrofain strofa ,ela ricantava-no.Ilcanto dicevad'una fanciulla chefumorta da due masnadieri: a Camininavano.Mariannatremava,ecercavacong!iocchiqual-ebe lumedimalato che luccicasse dallefinestre,perfarsicuore.
1due parlavan pianotrasè:lafanciullasimise a piangere» ...
«... Trovaronolafanciullamorta,elalanternaaccantoa lei».
«AddioMarianna, addio povera fanciulla; addiolapiù bel-ladellevergini che battesseroleviediLannione ».
DigitizGd 0/Google
Comeilcantoebbefine,lutti sitacquero.ilsoleavevanudaleili nebbialespallede'poggi:luccicavanodirecentistille1'erbe e ifiorigemmanti;fremivanocon più piacevole stormirelefronde:
bibulipiavanolecapredall'erta;losparvierecorrevaperl'alto;
larondine radeva con1'ala1'acque lievemente gonfiateaffluenti dalmare;lalodolettavibravapiù gaionell'ariaserenalosnelloe svariatosuo canto
.
DigitizedbyGoogle
_A.d esprimere quel che Giovanni sentissefra ildir diMaria, ogni parola era poco.Perchèleparolesignificanoallameglioi sentimenti auno a uno;nonilcomplesso loro,ilcontrasto:e inquelcomplesso èlavita,inquel contrastoilmisterodell' a-niuja.Ond' egli taceva:econgliocchiintentiepur timidi
,
conlafronteserena e dimessa,intendeva risponderealladonna;
che,incerta di sèfcomeihuoni,eglierrantinon tristisoglio-no,come suole chi comincia ad amare davvero),traevaquel si-lenzio a sensodidisistima,esitormentavadentro,masenza pentirsidell'avere parlato. Piùvoltefulìlìperaprirela noc-ca,e o ragionareditutt'altracosa,oriandarsulledette:ina Fistintodidonna,eF ahito del crucciarsiincuore senza paro-la,latenne. Allafinee'cominciò:
S'i'avessiadirvilamia vita, o Maria, trovereste racn dolo-riepiùcolpe,meno passioni c piùvizii;germi divirtù soffo-cati ,affettigenerositrarottì:inasottoaquestiquasiframmenti di vitavedresteun sentimento continovo,che,quieto, invinci-bile,mi sollevaalmiofine.Unasottilee ampiatelam' aveva dataa lavorare Iddio,trapuntad'ardito e gentiledisegno:iola insudiciai,lastracciai;e,làdov' eraintatta , lacolonid' ima-giniinvereconde;e,quasi amia condanna, ad essointrainisrliiai qualcheforma delicata,delineatamiincuore dallamano degli Angeli.Unpo'delmio hone,eunpo'delmale(madiquesto piùpoco)affidaiaun giornaluccio,tenuto asbalzi,dal tren-tunoaltrentacinque,dal ventottoaltrentaduedimiavita.Lo leggerete:ilrestoconfesserò divivavoce, quandoIIcuore(ch'Ita isuoi giornianch'egli)lo soffrao comandi. Leggerete senza di-sprezzo,io6pero,Maria.Chipatì,compatiscen .
Due giorni dopoeli'ebbeilquaderno,elesse : i83i,Milano. L* Epifania.
Ero a Padova:dalprato dellaValleammiravo,dilàdelle a-perlefinestred'un vecchio palazzo,lecaldetintedelsole occi-dentenell'ariaestiva:e in quella prima impressionedìquela vo-luttàcominciòlanatura arivelarsiame giovanetto,Chi nf
a-edettoche in quel palazzoi'sarcidimorato:e che,passan-doquellasalacheni'eraquasitraguardoavagheggiareil
>,i'non avrei più sentilo quel che da lontanosentii !E che
semplicitàmia;eraunde' tantimisteridell'annebbialamia vi-ta .E ora,taglialoilvisodal vento frizzante del verno,veggo ilrosseggiare modestodiquelcieloestivoequel Core;ricerco, rimeditolafanciulla smarrita.Poi penso:masoquelfiore ac-cettalo,e l'amore concesso, mi fosserostatiritoltipoi ?Che do-loreinquegliannivogliosiegracili !EDioma1'ha risparmia-to :e ineamhiod'undilettovolgareche,forsenon compreso, forsetrovatominordell'idea,m' avrebbe addoloralo e corrotto, milasciòlamemoria purad'unlietooccaso,d'una cortese
gìo-Cmuu.
Uomoforsenonvissepiù riccoadamici,dime.Nonparlo delleamislanze del inondo,ne dellefamiliaritàtraceremoniose eamorevoli,nèdellebenevolente tiepide einerti,nèdiquella stimaconfidentechedall'affettoincominciaeinettead esso: parlodell'amiciziatenera, ardente,pensata,pietosa.Ame nel-1'adolescenzaenellagioventùprima,1'amiciziaerasimpatia prepotente;emi faceva piacere oilpalloreoilrossored'unviso;
oilsuondivocenon nota,oilfanciullolacuicompagniami fosseinlerdetla.Eilsensoinsulprimo confondevalarocasuavoce algemito indistinto del cuore:eque'dcsidet'ii ,Iratimidi ebaldi, e, quasi serpe, ravviluppatiinsestessi,in'aiutarono a indovi-nare moltitristisecreti.Rammento ancorailsito,ilpuntode' luo-ghidove que' giovanetticommossero l'animamia;rammentola verdurade'campi passeggiala conessi.Parecchigiàmorti!
Bergamo.
Calunniareuna donna,eper vanità!Altrilofanno maturi ,
eseno lavanlabocca:ioadiciassclt'anni,e negli orecchid'un solo.Non rinnovai più,cheunavoltaa vent' anni,quello vi-lepeccalo:néallorane sentivolacrudeltà elastoltezza.Ella
3 a
siteneradelmarito,eilpia!Sensualmentes*amavano,eJ e-raapii.TroppipensieriJileis'aggiravanointornoallaper.
sona propria,giovaneedmìderata:maqitand'ellapregava,non pensavacbe a Dio. Calunniarla! Favoleggiare a lungoildisonor tuo!
Brescia.
StranoclieVuomo debba in quasi ogni cosa parere o miglio-reo peggiorediqueleh' egliè.Eiopeggiore, seciinetto pun-todelmio.Adiciott'anniscrissi :
Eilbelìointero delleatìgustemembra.
Aventiquattrorecitando questa coseHa aun poeta vero, dimen-ticato ilmio verso,mi venne detto:
Edal condor delle divinemembra: roba foscolesca e pagana e carnale;dovel'altropiù giovane era
spiritualissimo,emio. ...
La luna rosseggiantealbasso,candida insu,stendevasul ma-lecommosso da un principiodivento,lasuacolonna di luce lunga più miglia:unastella solitariaspuntava timida nel sereno, come sposa che prega in tempio deserto:poiuna, poi una,qua elàrade perl'immenso.Unrusignolo sospiraira glialberi ir-radiatidallaluna;unaltrodilontanorisponde:Pud canto s'ac-corda esidiscernenel!'altro,comecolorisimilidi variatinta.
Ilcieloormt pare innamorato specchiarsiinquest'atomo,or quasimano immensa che minacciserrarsicschiacciarelatetra.
Veiioha.
Quando penso atreo quattro azionaccedellamia giovenlù, n'ho paurosa vergogna: e conforto unico miè ilcredereche l'a-nimaumana,or inmale or in bene,s'immuti di pianta.Tale che nel pieno delle sue facoltà sarà buono, nel crescere,ad o-raad ora, partristo :fanciullamalita a quattordici anni; indon-nita,imbellisce.
Penso auna povera serva conladina,eh'i'hofattacacciare dicasa nostra,perchè onestameco.Mecoecontutti.Le forme e Vandare già matronali,cpurdivergine:gliocchisoavi, de-licata lavoce,Panimalieta .Imieicbelesapean grado del
con-DigitizGd t>yGoogle
33 laame giovanetto.Meti' avvili!;ricliiesi;oleiCuora ome.I mieitemendodell'umor mio vagabondo,lacongedaronocon rammarico grande.LaSÌparlilagrimando.Odotuttavialasua vocemodesta dappiè della acala piangere addio:equando penso allamiapatriziafreddezzainquelpunto,sentoclicnonho di-rittodiconda u11areverunadellepiùdispregevoliumane malva-Sili.
Servire altrovenonvolle :ma noi servivadifuoriinpiùduri servigi .Ungiorno,nel)'alzareun peso maggiordellegrandisue forze,c'lecascò addosso,eleruppi:il111dellereni.Gli è co-inè sedimiamano1'avessifracassalaio .forsene'suoi dolori, ellaripensa ame sua rovina,imprecando.Qualiambasce po-tranno espiaresìviledelitto ?
I,avidipoiputita,ebellatuttavia:moglie emadre.Per a-morede'mieilami salutava conrispettoamorevole:eforsela m' avrà perdonato
.
Milami vide partire di casa mia(1'ultimavolta:da quel gior-no piùgior-nonrividimiamadre);evideun'altragiovane servadi casafarmilesue dipartenzepiangendo:edellam' osservava fred-daesevera.Quellosguardo,chevalseper molli rimproveri, mi rimarrà memorabile.
Noiserivacchiantivantiamo,ecicrediamforse,d'avereil cuorbuono,perchèahbiam piagnonalapenna.Nonc'è gente piùgrossolana dellagentesensibile:non badano che ase stessi.
Uopostraziatoper vezzoilcuore alimi,quand'e'sentono scal-ettoilproprio,belano.Mipardivedereuna baronessa attem-patache,mostrandolesue bellezze,sifascarrozzaredi galop-po perlevieCtledigente, e desiaildesideriod'uncollegiale, l'invidiad'una mercante,ilsogghignod'una marchesa;fa fug-gireibambini,spaventaledonne,rompelegambe ad un vec-chio; poitorna a casaperpiangerecon misericordia molta un suo eauiuomortod'indigestionedichicche.
DuomoniPisa.
mini somigliantiate(pari,6impossibile) ogloriaeterna d'Ita-lia,Tommaso d'Aquino. Quante rimembranze, quante bellezze qui entro disposte,fitteammontate!La memoria e l'occhio con-fusicorrono or su questa or su quella;ilpensieroleaccoglie
Iellafede,q soloè1'ere*.
,nne,dagli,
daipeccalidegliuomini.Appenadimirarloisiàmdegni,lìii temo a ogniIrotloeh'e'nondispaia.Ohpotess'ioinquesh tempio,comunicatomiall'Amico mio, in un sospirodipossen teinterceditricesperanza,morire!
Moltisidolgono cheilcuorlorononèbene inleso.Voghon dire,adulalo. Glieimportaessereintesi?Cisiguadagnerebbe eglisempre ?Meglio soventenon essere.
Allora,qnand'altri v'indovinaamezzo,lagioiaèpiù viva perchènonsolita. F,chi,indovinandovi,v'abbellisce;eil co-mentotalvoltaèmegliodelteslo .Poi U dubbiodinonesser be-neinlesi fastudiareilmodo più acconcio,ed 6 scuolaalcuore eall'ingegno.Perme,ledonne eh'iodesideraimi capissero, in'hanno quasisemprecapito.Fin troppo.Ildifficileaquesto mondo non ègiàessereconosciuto;èconoscere.Nondegnate d'un guardoglialtri;e pretendete cheglialtrisicavinogli oc-chia studiare in voi
.
IWze.i83*.
Più lungoloscandalodel peccatormaancoilpeccaloben lungo! Nonfumelilo,fumiracolodiquell'Amore ebesì dol-cementefaforzaall'anima umana,s'iovissipurotreanni ac-canto a donna non mia,egiàappropriatami,esempre affettuo-sa,e benemeritadellavitaedell'ingegnoedell'animo mio. Ellaliesercitòalmodo suo;benaltrodaqueldellescuolea do'libri:eme mondòdellabuccialetterariache mi rendeva ri-apro adaltrie ameslesso:m' insegnòad onorareilpopolo in altieinparolecom'io1'amavone'chiusipensieri.Madir po-che cosedileimipareingiustizia ,etuttenonposso.Meglio
Digitizod t>yGoogle
HI' eramarchesa: prosa malverseggiata.Eaveva, quanto a prosaèlecito,amatoil'amore;emeadessodiceva somigliante all'amor suogiàmorto.Unadonnaleeraaccantomen riccadi memoriegentilizieeamorose,cdidebilie diparole;clicpiùmi piacque,acui meglio piacqui.
Luglio,Padova.
Su questo lempo,annisono,i'bruciavo.Una donna,passata itrentatre,mapur bella,s'intendevamollomateria linontéin megiovanettochemolto spiritualmente l'andavo considerando: enon m' accorgevode'suoiconsumai!ma [nmsiluriliarlifìzii, evolevoa forzaadorarlacom' angelo:eleiche prima posavala suasullamia mano,e misiabbandonavainprovocatrici attitu-dini,non capivo: e con lunghissimi abbracciamenti,ame qua-sipuri,ferocementelatormentavo,elarimandavo delusa,mi non disperaladivincermi,emaldicenteincuoreÌletterali mal-lerugielemeteore platoniche.Io,dislaccatomi da quegli amplessi, mea'andavo a leggereBartolomeofrateda sanConcordio,u notareisuoimodi,einzepparlinellamia prosa amorosa. Della qual prosaamorosa leggevoall'idolomìo qualcosa.
E pureilfratepisano elapadovananonsoddisfatta, potero-nosulmiostile :quat più,nonsaprei.Neatulfarmi a gola nel pantano,avreitantoimparatoné distilenéd'amore quanto.1 tenermene fuori,persemplicionerianon per merito. Molte vol-teposciarichiamaiquegliamplessi,elirinsudiciaicolpensiero. Dunquetuttelegioieeh'ioprovaisulprimosicalde,erano sognidifanciulloinesperto?Etuttiidolorieh'ebbi dalei de-lusaeuggitadime,iononn'ho indovinaloilmistero senon annieannidopopassati?Povero cuoredell'uomo,diche tan-tevollegioisce,diche sospira!
Ilteatrodov'iolasapevo,laimagìnavo,eraun tempio per
NonF ho più riveduta:meglio.Manell'idealariveggoqual era,grandelapersona,eleformeinpienorilievo:ignudele bracciabellissime, esulcolloignudo una pezzolina nondistesa maattorta,illecebradipudore:eilsorrisointendente, emo-destalavoce;ecandidatutta;mailvisotintod'unlimìdo rusit'jigiardiviola,raggio della bellezzacheleu lae amalincuo-retramonta daun corpo aucor pienodi lei.
3G
Sell'anni quasi,intorbidalidabriglieletterarie,pure ame il'odio,nondìdisprezzoiObdispiezzare èbea più acerbo del-l'esseredisprezzato.Efinnel t'abbaruffarmi,amai;mad'amore om-broso,immite:battagliai,ilpiùper difenderepersone ame ta-re;ma meglio era abbracciarle adi' anima vereconda,e tacere.
Qui sapit, in tacito gaudeatiliosinu.
Veronon purdell'amore,maed'ognigioia.
Baca presso Lussino,ìD33.
La spiaggia pietrosaedeserta,esenzailconcentodell'onde; ipojgicriisenza e/anJczij,senz'orroredisameni:lurrlielli (ra-dicidipescisaltellanti,eorrididellebranche tenaci dello ariu-Fteammontate:bonaccialorlia,pioggiatediosa.Olipotessiora, superando quelseniicroIrisio,giunto incima, vederenonla tti ricci itoladiLumino, ma, seduta nella ricca pianura,le , ma-.Ired'anime sincere,Milano!\\scenderenell'ampie tuevie, crivederegliaspeitinoli;eragionandorifare ilpassaln,e do-mandare e rispondere efarescuse.
Scuso ale,buona,che,non badala,in'amastiAltri amo-riforce,epiùcaldienon piùlieti,dannoesercitalaneipiù giovaniaouilavilaloa:odorischiva,c freddaa studio, e quasi velala Delcuore,quand'ioliconobbi-Apocoapoco ve-nisti :eleparalemieeh'erano dipietà,atesonarononon so che piùforte,o anima desiderosa e romita. Né mai mi sorse pen-sieroclica pochipassidameforseerauna moglie amorosa,fórse lapace dellavitamia:hoiomai pensalo a aver pace?
Vistomiincasafreddo,provòfuori;ecercavarincontrarmi pervieclicsapeva amesolite :maio,orbo edistratto,non m'avvedevodilei.Ungiornoparlando co'mieipensieri, sorrisi;ed ellapassava,elavidi,che quelsorrisocredendodischerno,si cambiòtu Ita .Non mi disamò pertanto:maridivenneschiva e freddaastudio,esiraccolsepiùaltonellavergine solitudine del cuorvedovalo.
Chevitastagnante!che lunga vecchiaia! Nutrisca Iddiodelle lacitesue rugiadelasitibonda, enon arida, animatua.
Passeggiosottociclopiovosouna pianuraliianclic ggiantedi sas-si,gialleggiantedicardi:due medici meco,ohesitengono per gente trincala,c guardanome con pietà,chenon so fare
com-DigitizcdbyGoogle
plimentiallesignore,epassodaccanto a quelle a capo basso. Disputavano,qual più potente,ilsorrisoolosguardo;cse 1'uno aiutasseall'altro,o indebolisse: sguazzavanoinqueltema con ina-ravigliosodiletto.Domandano inaria dicanzonaturailparermìo;
risposi :non nie ne intendo.
Caiìnbimaggioi834- Firenze.
Lietogiorno eraquesto,Firenze,ate.Oraletue gentildonne non ballano in sulla piazzadisantaTrinila:efanno bene.Per-chèlelumiere del casino vicinocostanopiùcheilsole:etrista ombrasulledanzanti cadrebbe dalla colonnadìCosimo.
Màbsvlu. i834-Nel correrecolpensieroalvisoeallavoce ealleparolee al-l'andaredidonne chemi riguardarono affettuose,(confesso) mi buttaitalvoltaall'amplesso dogi'idolilontani,belliperche lontani e perdi'intatti.
Cette.1834.
IFrancesi(e piùquellichenon l'hanno punto provata)di.
cono1"infinitaabbracciatila delle donned' Italia.Io,entrato a pena in Francia,ritrovoinvetturauna signora francese,chemi simostra aciliariargiiiaMiriieeiabile:eperdi'io,per buone ra-gioni,nonledoretta,edella sibutta aunaltroItalianoli ac-costo,e scendesecolanotte acontemplareilfirmamentode' cieli,
cono1"infinitaabbracciatila delle donned' Italia.Io,entrato a pena in Francia,ritrovoinvetturauna signora francese,chemi simostra aciliariargiiiaMiriieeiabile:eperdi'io,per buone ra-gioni,nonledoretta,edella sibutta aunaltroItalianoli ac-costo,e scendesecolanotte acontemplareilfirmamentode' cieli,