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Modelli di rappresentanza nelle due costituzioni tedesche Le costituzioni elaborate nei due stati tedeschi all’indoman

(1832-1867) Fulvio Cammarano

2. Modelli di rappresentanza nelle due costituzioni tedesche Le costituzioni elaborate nei due stati tedeschi all’indoman

del secondo conflitto mondiale davano risposta a diverse questioni politico-culturali del presente e del passato. Ri- spondevano per un verso alla dislocazione politica delle due Germanie nel conflitto globale tra est e ovest, per altri versi alla necessità di restaurare alcuni diritti democratici fonda- mentali presenti nella repubblica di Weimar e soppressi dal Terzo Reich. Quale esempio di costituzione più democratica quella di Weimar rappresentò al momento della stesura dei due testi costituzionali nell’autunno-inverno del 1948 il modello cui ispirarsi. Dati gli esiti fu considerata però anche il punto di partenza da cui prendere le distanze9.

All’ovest di Weimar si temeva soprattutto la combinazione, apparentemente perfetta, di un sistema di rappresentanza misto, ossia parlamentare, semipresidenziale e plebiscita- rio, che tuttavia, avendo autorizzato l’eccessivo potere del presidente dello stato, definito non a caso Ersaztkaiser, del popolo attraverso l’istituto del referendum, e di un pluri- partitismo polarizzato, aveva portato di fatto ad un’estrema fragilità delle istituzioni e al fallimento della repubblica. Al pericolo della concentrazione di potere realizzatasi sotto il Terzo Reich si era risposto con l’introduzione di alcuni principi anglo-americani e la distribuzione decentrata del potere. Anche a est Weimar costituì un punto di riferimen- to. Ma la correzione portata dall’introduzione dei principi marxisti-leninisti nella costituzione, e quindi il riferimento ad una forma di volontà politica del tutto diversa da quella parlamentare, in assenza di una reale democrazia aveva reso di fatto ogni paragone del tutto inadeguato. Entram- be le costituzioni diedero vita a stati federali, secondo una tradizione che con la fine del Sacro Romano Impero si era preservateaattraverso la Confederazione del 1815-1816, la Germania imperiale riunificata del 1871-1918 e la succes- siva repubblica di Weimar fino al 1933, con la peculiarità dell’egemonia politica esercitata dalla Prussia sul Reich. La

9. A. Wirsching, Weimar, cent’anni dopo. La storia e l’eredità: bilancio di un’esperienza contro-

La nazione divisa

Fiammetta Balestracci

131 sua abolizione nel febbraio 1947 avrebbe pertanto intro- dotto una novità assoluta nel federalismo tedesco. Fede- ralismo e parlamentarismo tornavano a rappresentare nel costituzionalismo tedesco un’unione inscindibile e non del tutto aproblematica, nel senso che la presenza delle regioni (Länder) a tutti i livelli istituzionali, con relativi conflitti tra le forze politiche, tendeva a temperare il livello di parla- mentarismo.

La Bundesrepublik (Brd) nasceva agli occhi dei suoi arte- fici come un assoluto provvisorio, uno stato cioè che non doveva pregiudicare la riunificazione nazionale. Per questo la costituzione fu formata da un testo, chiamato legge fon-

damentale o di base, che valeva come statuto organizzativo di uno stato federale in cui il rapporto tra Länder e potere centrale fosse controbilanciato. Il parlamento veniva collo- cato a Bonn, il centro economico a Francoforte sul Meno, la Corte costituzionale federale a Karlsruhe, e nel 1958 na- sceva a Ludwigsburg il dipartimento di giustizia. Il popolo elettore era riconosciuto sovrano in base alla rappresentan- za fornitagli dal parlamento, il Bundestag, l’organo legisla- tivo eletto ogni 4 anni. Per il diritto al voto ci si decise per un sistema misto a maggioranza e proporzionale in modo che il candidato potesse venire eletto direttamente nella sua circoscrizione oppure attraverso una lista proporzio- nale regionale del suo partito corretta dallo sbarramento della percentuale del 5%, secondo un meccanismo che vo- leva evitare i piccoli partiti di Weimar che avevano reso instabili le formazioni governative. La seconda camera, il

Bundesrat costituiva la rappresentanza delle regioni e veni- va formata tramite nomine rappresentative. La figura del presidente dello stato (Staatsoberhaupt), su cui si discusse ampiamente in sede costituente, era stata svuotata di po- tere: non era più eletta direttamente dal popolo, come a Weimar, ma da una commissione appositamente costituita, la Bundesversammlung, composta dai membri del parlamen- to e da alcuni membri della camera alta, e aveva solo una funziona rappresentativa, con l’unica facoltà di sciogliere il parlamento in determinate circostanze. La nuova figura decisiva del sistema costituzionale tedesco-occidentale era il Bundeskanzler, il cancelliere. Eletto dalla maggioranza del parlamento poteva essere destituito solo attraverso il «voto di sfiducia costruttivo», vale a dire che la sfiducia poteva

1948. L’affermazione della rappresentanza

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avere luogo solo qualora si fosse trovata una maggioranza e un candidato alternativi. Anche questa clausola era sta- ta stabilita per evitare la debolezza delle maggioranze di governo dell’epoca di Weimar. Aveva pieno potere nella nomina dei ministeri e pieno monopolio decisionale in caso di conflitti. Da questi privilegi derivò presto la definizione di Kanzlerdemokratie o democrazia del cancelliere.

La vera innovazione del sistema politico derivò dal- la nascita della corte costituzionale a Karlsruhe, pensata sul modello della Supreme Court americana come organo giudicante con potere di intervento autonomo in caso di conflitti. Durante i quarant’anni di vita dello stato tedesco occidentale avrebbe svolto un ruolo di contrappeso al parla- mento e ai partiti in diverse occasioni, profilandosi come un elemento fondamentale per il funzionamento del sistema politico federale10. La Gg, in verità, tendeva a valorizzare

il ruolo dei partiti nel processo politico-istituzionale, da cui il concetto di Parteienstaat o stato dei partiti per definire il sistema politico della Brd. La loro formazione costituì un’altra delle innovazioni rispetto a Weimar. Se, infatti, il parlamentarismo weimariano aveva favorito da una parte il pluripartitismo e la tendenza alla radicalizzazione degli estremi dall’altra, i partiti nati con la Brd, in reazione a quell’esperienza, erano stati pensati per dare vita a for- mazioni politiche popolari e sovraconfessionali, capaci di integrare orientamenti ideologici e confessionali anche molto diversi. Il nuovo partito cristiano, la Cdu, con il suo pendant bavarese, la Csu, intendeva riunire cattolici e pro- testanti e superare definitivamente la divisione interna al cristianesimo politico. Il sopravvissuto partito cattolico del Zentrum sarebbe poi stato integrato al suo interno, insieme ad altre formazioni politiche conservatrici minori. Analoga- mente la Spd a fine anni Cinquanta avrebbe abbandonato la dottrina marxista con l’obiettivo di diventare un altro catch-all party. Il sistema politico tedesco federale si struttu- rava così intorno alla scelta di due major parties, entrambi indirizzati verso l’economia sociale di mercato e lo sviluppo del capitalismo, con la Fdp, quale unico partito liberale, destinato a svolgere la parte dell’elemento di equilibrio. Da

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