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185 modificazioni maggiori sono Susegana, Vittorio Veneto, Conegliano e Farra di Soligo; crescite più

caso dei territori di produzione del Prosecco

185 modificazioni maggiori sono Susegana, Vittorio Veneto, Conegliano e Farra di Soligo; crescite più

contenute si registrano, invece, a San Vendemiano e Colle Umberto (Figura 219).

Figura 219 - Nuova superficie a vigneto al 2012, ad altra destinazione d’uso al 2007 Fonte: elaborazione su dati Regione Veneto (2009; 2015)

Nell’area delimitata dal confine istituzionale della DOCG, il 52,31% della nuova superficie a vigneto rilevata al 2012 era, nel 2007, area agricola (seminativo), il 42,62% prato stabile, il 3,69% area boscata e l’1,38% area urbanizzata. In Provincia di Treviso, gli ettari di aree agricole al 2007 trasformati in vigneto nel corso del quinquennio successivo sono l’82,80%, a conferma della progressiva sostituzione delle colture agricole tradizionali (come quella del granoturco) con la viticoltura, i prati stabili il 15,11%, le aree boscate l’1,21% e le aree urbanizzate lo 0,88%.

In sintesi, la maggior parte della nuova superficie a vigneto quantificata nel 2012 era, nel 2007, seminativo e prato stabile. Tale dinamica è confermata osservando – più specificatamente – il comportamento dei 15 Comuni oggetto di indagine, dove il 63,11% della nuova superficie a vigneto al 2012 era, nel 2007, area agricola, il 32,91% prato stabile, il 2,55% area boscata e l’1,44% area urbanizzata.

Seminativi

Relativamente alla trasformazione dei seminativi in vigneto, contribuiscono maggiormente a tale tipo di cambiamento d’uso del suolo i Comuni di Vittorio Veneto, Conegliano, Farra di Soligo, Susegana e Vidor; modificazioni più contenute si registrano invece a Refrontolo. In realtà come Vittorio Veneto e Conegliano, tali trasformazioni interessano perlopiù terreni ricadenti nell’area della DOCG; al contrario, in realtà come Farra di Soligo, Susegana, Vidor e Valdobbiadene, le modificazioni riguardano in maggior misura terreni localizzati fuori dalla DOCG, ma rientranti, a partire dal 2009, nell’area del Prosecco DOC: si tratta di un’ulteriore conferma del processo di colonizzazione in corso nei territori posti ai margini della Denominazione storica.

Prati stabili

Con riferimento alla trasformazione dei prati stabili in vigneto, le realtà con una dinamica più sostenuta nel quinquennio 2007-2012 sono Susegana, Tarzo, Vittorio Veneto e Conegliano; nessuna variazione è rilevabile a San Vendemiano, mentre piccole modificazioni si riconoscono a Colle Umberto e a Vidor. Nel complesso, l’85,49% delle trasformazioni in oggetto interessa prati stabili localizzati dentro l’area della DOCG (ad eccezione del Comune di Farra di Soligo, dove le modificazioni sono maggiormente avvenute in zona DOC).

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Aree boscate

Infine, per ciò che concerne i 27,12 ha di aree boscate trasformati in vigneto nei Comuni della DOCG, le modificazioni più importanti si registrano a Tarzo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Vittorio Veneto e Farra di Soligo; nessuna trasformazione è invece evidente a San Vendemiano e a Colle Umberto. Tali processi di disboscamento interessano, per il 95,58%, terreni boscati ricompresi nel confine istituzionale della DOCG.

Uno sguardo sulla DOCG Asolo Il quadro attuale

Come visto, la DOCG Conegliano Valdobbiadene è oggi un’area particolarmente densa dal punto di vista della superficie destinata alla viticoltura. La saturazione dei terreni disponibili è stata controbilanciata, nell’ultimo trentennio, dall’impianto di nuovi vigneti nei Comuni orientali del territorio, come di recente a Vittorio Veneto. Al di là di questa dinamica interna, tuttavia, nuove importanti modificazioni si riconoscono distintamente anche nella limitrofa DOCG Asolo.

Nell’area delimitata dal confine istituzionale della DOCG Asolo (19.843,99 ha) sono presenti, al 2012, 1.489,77 ha di vigneti, poco più di un quinto di quelli registrati nella zona di Conegliano Valdobbiadene (Regione Veneto, 2015). L’incidenza della superficie a vigneto sulla superficie agricola (16,82%) è nel complesso ancora contenuta, rispetto sia alla DOCG Conegliano Valdobbiadene (64,10%), sia al totale provinciale (21,62%).

La superficie vitata nei 17 Comuni della DOCG Asolo è pari a 2.111,91 ha, con un’incidenza sulla superficie agricola dell’11,52%. Percentuali più elevate di vigneti si registrano nei Comuni localizzati nell’area del Montello e dei Colli Asolani, ambienti ideali per la pratica della viticoltura: Volpago del Montello, Nervesa della Battaglia, Montebelluna, Maser, Giavera del Montello e Cornuda, a cui si aggiunge Pederobba ai piedi delle Prealpi trevigiane. Valori ancora contenuti si rilevano invece in realtà come Possagno e Paderno del Grappa nella parte occidentale della DOCG.

La superficie occupata da vitigno di tipo Glera è, al 23 dicembre 2016, pari a 1.304,26 ha per l’intera DOCG, prevalentemente localizzata a Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Pederobba e Cornuda (Regione Veneto e Avepa, 2016).

Modificazioni d’uso del suolo nel periodo 2007-2012

Pur presentando una densità di vigneti complessivamente più moderata, l’incremento della relativa superficie è, tra il 2007 e il 2012, più consistente per la DOCG Asolo (12,04%, contro un 10,28% registrato nella zona di Conegliano Valdobbiadene); la superficie a vigneto nel totale dei 17 Comuni cresce invece del 10,96% (Regione Veneto, 2009; 2015). A trainare la crescita dei vigneti nella DOCG Asolo considerata nel suo insieme sono realtà come Paderno del Grappa e Cavaso del Tomba, seguite da Crocetta del Montello, Pederobba e Asolo. Paderno del Grappa e Cavaso del Tomba, nella fascia pedemontana, sono caratterizzati da un’incidenza della superficie a vigneto sulla superficie agricola ancora piuttosto contenuta, e per questo suscettibili di maggiori variazioni in termini puramente quantitativi.

La nuova superficie a vigneto impiantata tra il 2007 e il 2012 è pari a 185,28 ha per la DOCG Asolo e a 263,15 ha per il totale dei Comuni in tutto o in parte qui ricompresi (Regione Veneto, 2009; 2015). I nuovi impianti sono prevalentemente localizzati a Nervesa della Battaglia, Pederobba, Crocetta del Montello, Volpago del Montello e Montebelluna; nessuna variazione è invece osservabile a Fonte e a Possagno. Si tratta di modificazioni che interessano per il 70,41% terreni localizzati nell’area istituzionale della DOCG; le trasformazioni avvenute in zona DOC sono comunque evidenti nei Comuni dell’area del Montello (Figura 220).

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Figura 220 - Nuova superficie a vigneto al 2012, ad altra destinazione d’uso al 2007 - DOCG Asolo Fonte: elaborazione su dati Regione Veneto (2009; 2015)

Pressoché in linea con le dinamiche rilevate nell’area di Conegliano Valdobbiadene, i cambiamenti d’uso del suolo nella DOCG Asolo hanno prevalentemente riguardato terreni agricoli (66,09%), prati stabili (28,53%) e aree boscate (4,27%). Guardando più nello specifico il comportamento dei Comuni della DOCG, il 72,11% dei nuovi impianti di vigneto realizzati nel periodo 2007-2012 è stato localizzato in terreni classificati come agricoli nel 2007, il 24,04% ha interessato prati stabili, il 3,01% aree boscate. Quanto ai seminativi, le trasformazioni più rilevanti si sono verificate a Nervesa della Battaglia, Crocetta del Montello e Pederobba; le realtà con più modificazioni d’uso del suolo relativamente ai prati stabili sono, di nuovo, Pederobba e Nervesa della Battaglia, seguiti da Maser nell’asolano. La conversione di aree boscate in vigneti ha invece riguardato prevalentemente i Comuni di Asolo, Cavaso del Tomba e Cornuda.

Conflitti e regolamentazione

Le modificazioni d’uso del suolo individuate a partire dalla rielaborazione dei dati della Carta della Copertura del Suolo della Regione Veneto fanno riferimento, come visto, al periodo 2007-2012. Pur in assenza di una edizione più aggiornata della Carta (al momento in elaborazione), si può comunque sostenere – attraverso i dati forniti da Avepa e ancor più ricostruendo il dibattito pubblico in corso – come i nuovi vigneti si siano ancor più intensificati a partire proprio dal 2012.

Tali repentine trasformazioni territoriali hanno portato, negli ultimi anni, a diffusi e intensi conflitti sociali, segno di una crescente sensibilità e consapevolezza dell’opinione pubblica rispetto alle problematiche legate all’espansione della monocoltura vitivinicola di tipo intensivo. A partire dalla oramai satura DOCG Conegliano Valdobbiadene, i conflitti – non di rado portati alla luce anche dalla stampa nazionale – sono oggi sempre più riconoscibili nella DOCG Asolo, e, in generale, nella più ampia DOC del Prosecco (Figura 221)60.

60 Sono in primis le zone poste ai margini dell’area di Conegliano Valdobbiadene a risultare particolarmente convenienti – per i viticoltori di questa DOCG – dal punto di vista economico, per il più basso costo dei terreni e della produzione (si tratta, di fatto, di aree pianeggianti su cui è possibile una meccanizzazione della produzione), e per la vicinanza alle cantine che consente un contenimento generale dei costi di trasporto.

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Figura 221 - Nuovi impianti di vigneto nelle aree pianeggianti della zona DOC. Fonte: foto dell’autore Organizzazioni ambientaliste come Legambiente e WWF, comitati e – con ancor più enfasi – piccoli gruppi informali di cittadini si sono di fatto moltiplicati a fronte dei nuovi impianti di vigneto realizzati o in via di realizzazione. Questo tipo di attivazione ha contribuito in modo determinante alla produzione di conoscenza su questioni quali gli impatti sulla salute pubblica e sull’ambiente prodotti dall’uso massiccio di prodotti chimici di sintesi, così come sulle modificazioni paesaggistiche, ecologiche e geomorfologiche (con conseguenti dissesti idrogeologici) connesse all’impianto di nuovi vigneti spesso in zone non idonee (Figura 222).

Figura 222 - Modificazioni geomorfologiche per l’impianto di nuovi vigneti nelle aree collinari della zona DOCG. Fonte: foto dell’autore

In alcune realtà guidate da amministrazioni comunali più sensibili al tema, le sollecitazioni dei gruppi di cittadini si sono tradotte in una collaborazione alla adozione o revisione – in senso restrittivo – dei regolamenti di polizia rurale, strumento che stabilisce, a livello comunale, le distanze dei nuovi impianti di vigneto da zone considerate “sensibili” (residenze, spazi ed edifici pubblici, strade e percorsi pedonali, corsi d’acqua), nonché le modalità e le tempistiche dei trattamenti con prodotti chimici (irrorazioni).

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