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Nel modo in cui il discorso è presentato ci sono elementi che risultano irritanti o

IV. RISULTATI

IV.2 DOMANDE

IV.2.7 Nel modo in cui il discorso è presentato ci sono elementi che risultano irritanti o

Per il testo A, 18 (26,9%) persone affermano di non aver riscontrato nessun elemento fastidioso o irritante. Quattro persone indicano come irritanti elementi legati al contenuto del discorso.

Tra coloro che hanno notato elementi irritanti nella presentazione, moltissimi fanno riferimento alle esitazioni e alle disfluenze (soprattutto pause piene e vuote, ma anche autocorrezioni). I riferimenti a pause, esitazioni e incertezze sono 35: “pause in momenti non adatti, causano un freno nell’ascolto e lo rendono non fluido”, “pause forzate”, “sono state fatte troppe pause che hanno interrotto il naturale andamento del discorso e hanno reso l'ascolto un po’ più difficoltoso”. Tre sono i riferimenti alle autocorrezioni.

Ci sono anche 9 riferimenti a tono di voce, enfasi e intonazione: “una specie di strascinamento della voce”, “tono di voce poco naturale”, “il tono della voce è sempre uguale, non si evidenziano i passaggi fondamentali”, “non sempre le parole ‘sottolineate’ sono quelle chiave per il discorso”, “tono della voce errato”. Per contro, un ascoltatore sottolinea le esitazioni ma afferma: “sicuramente ha più peso il tono piuttosto naturale e il coinvolgimento personale in quanto detto”. Un altro ascoltatore scrive: “le numerose esitazioni non aiutano, ma penso che il loro effetto sia ‘esasperato’ dal fatto che manca l’aspetto visivo della presentazione”. Alcuni indicano come motivo di fastidio l’uso dell’italiano (“povertà del linguaggio inadatta ad un argomento così ‘alto’”, “lingua italiana non molto corretta”); altri fanno riferimento all’evidente emozione dell’oratrice (“molto nervosismo”). Tra i motivi di fastidio indicati da almeno un ascoltatore vi sono anche la mancanza di chiare connessioni nel testo, la mancanza di coesione, le ripetizioni, la voce, la respirazione, i cali di volume. Una persona scrive che l’oratrice “legge”. Un altro ascoltatore commenta: “ancora ho la sensazione che la persona abbia imparato il discorso a memoria” e aggiunge, riferendosi a tutti e tre i testi: “non mi sembra che sia rispettato in nessuno dei tre casi il precetto catoniano ‘rem tene, verba sequentur’”.

Tre persone nei commenti fanno riferimento all’interpretazione. Una di queste persone scrive: “troppe pause innaturali, manca coesione tra le parti, anche se poi nel complesso il discorso un filo logico lo mantiene e pur non avendo l’originale,

forse la ragazza ha fatto anche un buon lavoro”. Un’altra, invece, afferma: “l’interprete non ha una piena padronanza della propria resa, che a tratti presenta frasi lasciate quasi a metà e corrette (che possono risultare motivo di distrazione), aggiunte non necessarie e che non trovano riscontro sintattico (‘dall’altro’ senza aver introdotto ‘da un lato’) e un utilizzo dell’‘ehm’ che personalmente trovo motivo di distrazione, nonché non dà l’impressione di avere presente di cosa si sta parlando; a mio parere, invece di esprimersi in modo frammentato, l’interprete avrebbe potuto diminuire la propria velocità e collegare le frasi in modo più accurato, il che sarebbe risultato molto più piacevole all’ascolto”.

Per il testo B, 19 persone (28,4%) affermano di non aver riscontrato elementi fastidiosi. Tre persone citano i troppi numeri presenti nel discorso. Tra coloro che hanno individuato motivi di fastidio nella presentazione del discorso, 15 persone fanno esplicitamente riferimento alle pause piene (“l’oratore sembra prolungare le ‘e’ aggiungendovi un ‘ehm’”); altre 8 persone parlano di interruzioni ed esitazioni. Sono addirittura 11 i riferimenti alle autocorrezioni (ve ne sono 6 nel testo): “ripetute correzioni e rettifiche”, “le correzioni dell'oratore e i cambi di direzione durante il discorso; nonostante il numero ridotto di tali esempi, a mio parere costituiscono motivo di distrazione”, “riformulazioni continue”. Ci sono anche 9 riferimenti all’intonazione: “mancanza di fluidità fra le unità di intonazione tipica dell’italiano”, “tono monocorde”, “tono piatto e poco convincente”. Altri motivi di irritazione sono lo schiocco della lingua e la mancanza di connessioni nel discorso. Sette persone scrivono che l’oratore sta leggendo un testo o rimettendo insieme frasi scritte. Un ascoltatore commenta: “un lettore impacciato che legge in maniera farraginosa, non mi sarei stupito se avesse detto anche: virgola, punto, punto esclamativo...”39. Un altro ascoltatore scrive: “anche qui sembra che il discorso sia imparato a memoria e che non sia totalmente ‘assorbito’ consapevolmente da chi parla”.

Uno degli ascoltatori, resosi conto che il discorso è un’interpretazione consecutiva, scrive il seguente commento: “devo giudicare da collega/interprete, o da persona che neppure potrebbe accorgersi che è una consecutiva? Perché sono 2 cose ben distinte; se uno è un relatore e fa un discorso così gli do 3 in pagella; se il

testo è difficile, se consideriamo una consecutiva, presa d’appunti etc., può pure essere che il collega sia bravo ma che non era facile fare meglio di così”.

Per il testo C, 13 persone (19,4%) affermano di non aver sentito nessun elemento irritante. Le caratteristiche considerate più irritanti sono le pause vuote e piene, citate da 18 persone. 12 persone indicano invece come irritante l’intonazione: “prosodia poco naturale”, “poco coinvolgente”, “tono didascalico”, “tono unicorde e distaccato che fa pensare ad una condivisione degli argomenti blanda”. 4 parlano della voce dell’oratrice, 7 delle autocorrezioni (nel discorso ce ne sono 5). Tre ascoltatori menzionano l’uso dell’italiano (“uso di un italiano stereotipato”), quattro le ripetizioni. È ritenuto fastidioso lo schiocco della lingua (5 persone), come anche il suono a volte gracchiante, dovuto ad una cattiva gestione del microfono (3). Tre persone dicono di essere state infastidite dal ritmo troppo lento. Ci sono anche riferimenti al fatto che alcuni elementi siano stati introdotti nel discorso senza spiegazione (“istituzioni effimere”, “esperti”).

Sei persone si sono rese conto che si tratta di un’interpretazione. Commentano infatti: “la presentazione della studentessa è molto gradevole, non si sente troppo che sta verbalizzando degli appunti, però è ovvio che qualche concetto o legame logico manchi e ovviamente si percepisce che trattasi di interpretazione con pezzi di contenuto non presi perfettamente”, “non sono inoltre estremamente convinto dalla resa dell’oratrice, che sembra dilungare le frasi a dismisura per leggere i propri appunti (immagino anche questa sia un’interpretazione) e costruire le frasi al momento”, “dall'intonazione credo che si tratti di un’interpretazione consecutiva; in fase di apprendimento, infatti, le rese degli studenti sono caratterizzate proprio da questo andamento prosodico nonché da incertezza trapelante dalle false partenze, dalle autocorrezioni e dal tremolio della voce; nonostante si percepisca la ‘sofferenza’ dell’interprete, non credo che questo sia comunque un fattore di disturbo”. Da notare che due di questi ascoltatori giustificano i difetti percepiti immaginando che si tratti della prova di una studentessa in fase di apprendimento40. Anche qui un ascoltatore fa riferimento alla lettura, mentre un altro scrive di avere “la sensazione che si tratti di un discorso imparato a memoria”.

40 Le valutazioni assegnate da questi due ascoltatori per questo testo sono molto alte e vanno dal 7 al

9 (se si esclude un 5 per il criterio intonazione); però, queste valutazioni si riferiscono, come si evince dai commenti, alla prova di una studentessa.