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Monologhi Metropolitan

Nel documento La poesia multicolore di Domenico (pagine 64-67)

Morire ridendo mi dicesti un sera guardandomi negli occhi ed io apprezzai il tuo coraggio

la forza che c'era in te poi ogni cosa disparve tra grigie brughiere sotto i monti di cristallo splen- denti al sole ,cerulo nell'autunno inoltrato che avanzava con passo sicuro sotto mentite spoglie seduto sopra un masso aspettavi l'autobus delle sette. Una fila interminabile d'anime ,

alcune folli ,altre indomate bestie pronte ad uccidere i propri simili.

Mi volgesti il viso e mi chiamasti per nome. Quando sarò grande, più grande dell'accidia più gran- de di questo grattacielo ,più grande di questa speranza ,ucciso o non ucciso figlio o non figlio inerme nella mia bontà eppure mi chiedo quale chiodo scaccia chiodo se non ho certezze per comprendere il male che c’affligge ? Oh mio caro vorrei essere te stesso per essere re ,sovrano di questa vecchia commedia vorrei scoprire l'usato verso ,svelare il sinistro presagio incombente sul nostro domani. Avvicinati a me dammi il tuo amore non lasciarmi più solo in questa foresta di cemento insieme ai cani sciolti i pappagalli colorati insieme ai demoni e agli angeli ribelli. Non riportare più indietro nel tuo regno la mia speranza d'essere ancor vivo. Tu mi turbi una scia di delitti macchiano il cammino della verità mentre i giovani dormono ,dormono sulla collina all'ombra dell'amore, all'ombra d'antichi ideali . Un filo di fumo si alza dalle ciminiere

delle tisiche fabbriche una strega sdentata prepara il suo incantesimo ali di pollo ,

gambe di rane ,zampetta di pipistrello ride e mescia la vecchia dal naso uncino prepara la sua vendetta . Il sole s'accoppia con la luna ,il mare è rigido come una lastra di ghiaccio . Pattina la ballerina sul lago ghiacciato ,donzella elegante dal volto sfigurato ,sembra una statuetta votiva donata tanto tempo fa da mio padre a mia nonna . Ed essi son morti

con altri mille con l'amore nei loro cuori ,con la luce per diritta via loro non vi son più ad attendere ,loro non son più dietro la finestra, loro sono dietro questa vita ,dietro queste domande alcune grigie alcune rosse, altre verdi, altre ancora senza senso ,senza coda

e senza denti . Un campo incolto abbandonato al suo destino

teatro di un massacro di una carneficina di articoli da regalo ,pacchetti infiocchettati con dentro una terribile sorpresa, una piccola metropoli ,un cavallo selvaggio ,un genio prigioniero dentro una lampadina ,delle palline colorate altre domande senza risposta altre file allo sportello ,

un perseguire modi e forme, figure neglette che si recano a pignorare quei pochi beni personali. Ed è un mattino stupendo ,luce che si riflette sulle vetrate delle chiese barocche.

E le case son tutte uguali sorelle e fratelli ,contadini ed operai ,ricchi commercianti ,casalinghe sensuali ,porno star ,ladri, assassini ,un vigile urbano, un poliziotto ,un questore,

un piccolo gnomo. Tutti si abbracciano si stringono in cerchio danzano ,intorno al fuoco e la vecchia strega suona la chitarra ed il porco la batteria, il cappellano

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TRANSUMANZA

Attraverso valli e monti , pellegrino verso nuove mete ,incontro ad un fragile destino ,un andare lento verso una speranza,

una nuova domanda, una nuova risposta ,un percorrere uno stretto sentiero che ti conduce ad un nuova visione . Tra paesi presepi

tra reliquie e santi luoghi che hanno generato una civiltà d’amore e d’armi . Tradizioni sinistre, trasmigrazioni spirituali , transumanza di un piccolo gregge di pecore elettriche attraverso monti innevati , oppressi da un cielo in tempesta , in bilico in un delicato equilibrio sociale , commosso chino su un vecchio sarcofago . Tutto scorre nell’intenso viaggio fatto con tanti pellegrini, avventure inverosimili ,

presagi colmi di oscuri silenzi ,

di tremule sere luccicanti come tenere fiammelle votive , oltre un ignaro destino , attraverso dubbi e incertezze ,tristezze ,sconfitte.

Nulla ci lega nell’insana ragione che chiara come l'alba colora l’ore trascorse insieme ,

una nuova dimensione una montagna da scalare una vittoria dietro l'angolo ,un goal, una rete fitta dove poter catturare passanti, chimere, operai , pastori , passioni senza tempo

che scivolano accanto alla nostra vita. Concetti confusi ,sinistre figure ci aspettano ,una casa solitaria fredda inospitale come l’essere in se ,l'inverso di un prodigio avveratosi

in una stalla povera e calda . Trascendere se stessi nella essenza di una natura che non salva nulla ma che ti porta con mano oltre un delirio ,oltre quel delicato confine tra la realtà e la verità .

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TUTTO SCORRE

Tutto scorre attraverso arterie e vene ,capillari per giungere ad irrorare il cuore di questa moribonda società. Sangue dei martiri che macchia le strade, le case le chiese secolari fragile sogno di una città che dorme nel palmo di mano di un dio antico .

Nel traffico di voci e suoni ,un eco risuona in un vicolo oscuro in un vivere che trascende se stessi, nello scrivere ,nel correre nella sera solitaria in balia di un tempo perduto .

Oltre la bellezza di un bacio dato di nascosto oltre un dire

e un fare in un giorno qualunque . Perdersi poi ritrovarsi in simbiosi con mille personaggi , in simbiosi con tanti sventurati in una piazza desolata con lo spazzino che ramazza

nel silenzio con il muratore e la sua malattia . Scalare ,arrampicarsi a mani nude su un gratta- cielo, toccare il cielo riposarsi su una nuvola lasciarsi trasportare dal vento nel canto del giovane fornaio ,dell'operaio , dell'autista ,della casalinga nel coro di una nazione nel delirio di una

metropoli. Morte ,canto ,amore rincorro nella notte austera, adagiato su di mille ricordi,

inseguito da un incubo orrendo .In un nome indefinito celo il mio destino ,nascondo il segreto di una umanità sofferente, nascondo le mie spoglie e rido delle mie debolezze in bilico

tra un essere ed un avere ,tra un lottare ed un perseguire un verso ed una rima . Piango e mi dispero e non so se ero folle ieri o lo sono divenuto oggi, intanto

tutto scorre e con il male ed il bene ,l'alba s'avvicina e con essa la vita che mi ha reso tale.

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Nel documento La poesia multicolore di Domenico (pagine 64-67)