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Morfologia generale dei sistemi di canyon e canali all‟interno del Golfo d

Capitolo 6 – IL SISTEMA PIATTAFORMA CONTINENTALE SCARPATA

6.1.2 Morfologia generale dei sistemi di canyon e canali all‟interno del Golfo d

Il Golfo di Cagliari, limitato ad Ovest da Capo Spartivento e ad Est da Capo Carbonara, ospita tre sistemi principali di canyon: il sistema Sant‟Elia – Foxi, il Sarroch Canyon ed il Pula Canyon (Lecca et al. 1998). Nel settore settentrionale presentano morfologia di tipo meandriforme, con fianchi terrazzati e canyon sovraescavati, associabile alle tipologie presenti nei margini passivi. Il settore meridionale è invece caratterizzato dalla presenza di canyon molto più incisi e privi di terrazzi, indice di un trasporto sedimentario molto più marcato.

Il più settentrionale è identificato come Sant’Elia – Foxi Canyon (Figura 31), è rappresentato da una serie di testate che si impostano nel settore di alta scarpata. La morfologia delle testate è del tipo “a cavolfiore” e incide il bordo della Piattaforma Continentale fino ad una profondità di -65 m con dinamiche di erosione retrogressiva. I canali tributari che si diramano dalle testate confluiscono dopo circa 8 km, e ad una profondità prossima ai -600 metri, in un unico canale con geometria fortemente condizionata dall‟assetto tettonico – strutturale del margine. Il canyon si sviluppa con direzione NO – SE per circa 30 km, parallelamente al più importante lineamento tettonico dell‟area studiata, il bordo orientale del sistema horst – graben del Campidano. La sua parte terminale corrisponde alla congiunzione con il Sarroch Canyon alla profondità di - 920 m. Allo scopo di semplificarne l‟identificazione, i rami tributari del Sant‟Elia – Foxi Canyon verranno di seguito identificati da Nord verso Sud come Canyon 0, Canyon 1, Canyon 2 e Canyon 3.

Spostandosi 2,5 km più a Sud, nell‟area di scarpata superiore, è stato rilevato un canale minore che risulta parzialmente fossilizzato dalla sedimentazione attuale, e che non arriva ad incidere il bordo della Piattaforma Continentale, attestandosi ad una distanza di circa 1 km da essa. Questo canale si sviluppa parallelamente ai tributari del Sant‟Elia – Foxi Canyon per circa 9,5 km e confluisce in un canale maggiore appartenente al medesimo sistema, il quale presenta le medesime condizioni di attenuazione morfologica da parte di

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un leggero drappeggio di sedimentazione attuale. Questo canale verrà di seguito identificato come Canyon 4.

Il Sarroch Canyon è caratterizzato da una sola testata che incide la Piattaforma per circa 1,8 km; il suo sviluppo è suddivisibile in tre settori aventi orientazione e caratteristiche morfologiche differenti. Il primo settore si sviluppa per circa 7 km con angolo di direzione 80° Nord attestandosi ad una profondità massima di -450 m, presenta notevoli quantità di deposito intracanale con morfologia prevalentemente gibbosa. Il secondo settore si colloca tra la profondità di -450 m e – 700 m, con uno sviluppo di 9,5 km e direzione media circa N 45°. Questo tratto del canyon ospita diversi ordini di terrazzi deposizionali e presenta la maggiore estensione in larghezza, pari a circa 3 km. Il fianco sinistro di questa porzione di canyon opera un importante processo di scalzamento alla base per erosione di meandro al piede dei depositi gravitativi presenti nel settore della scarpata superiore, caratterizzata da importanti fenomeni di instabilità, sia localizzati che diffusi, che verranno descritti nel dettaglio nei capitoli successivi. Il tratto finale si sviluppa per 14,5 km con orientamento 105°N, fino alla profondità di chiusura di - 920 m, dove confluisce con il Sant‟Elia – Foxi Canyon e prosegue fino alla piana batiale con il nome di Carbonara Canyon; da questo punto in poi si osserva una diminuzione del gradiente ed un progressivo aumento della larghezza del Canyon. In prossimità del passaggio tra la scarpata superiore ed il bacino il Canyon si orienta in direzione circa N – S, allineandosi alla base dell‟alto strutturale rappresentato dal Seamount Ichnusa. Il Sarroch Canyon verrà identificato successivamente come Canyon 5.

Il Pula Canyon rappresenta il sistema più meridionale tra quelli presenti nell‟area di studio; è costituito da tre testate principali che incidono il bordo della Piattaforma Continentale fino a 6,5 km, interrompendosi alla profondità di -100 m ad una distanza di 14 km dalla costa. A differenza dei sistemi settentrionali in questo settore è completamente assente il deposito intracanale, all‟interno dei canyon si sviluppa una fitta rete di incisioni canalizzate caratterizzate da un profilo trasversale con fondo a “V”.

Il canale più settentrionale è orientato circa Nord – Sud, e si sviluppa dal ciglio della Piattaforma per 15 km, fiancheggiando il margine occidentale dell‟alto morfologico costituito dal lembo di Piattaforma Continentale residuale di “Su Banghittu”. Alla profondità di circa – 600 m termina il suo corso immettendosi all‟interno del canale

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centrale dello stesso sistema; rappresenta il settore caratterizzato attualmente da minore attività all‟interno del sistema del Pula Canyon. Questo canale verrà di seguito identificato con il nome di Canyon 6.

Il canale centrale è suddivisibile in due settori caratterizzati da caratteristiche omogenee;

- il primo settore, con orientazione N 110° si spinge oltre il bordo della piattaforma per 5,5 km, ha uno sviluppo totale di 10 km con andamento quasi rettilineo per una larghezza massima di 2,5 km.

- il secondo settore risulta molto più articolato, con una sinuosità più marcata, risultato del‟influenza esercitata dall‟assetto tettonico – strutturale dell‟area; la sezione di chiusura ricade all‟esterno dell‟area indagata.

Il canale più meridionale è rappresentato solo parzialmente nell‟area oggetto di indagine, presenta caratteristiche simili al canale centrale. Si rileva per uno sviluppo totale di circa 8 km ed incide la Piattaforma Continentale fino alla profondità di -120 m ad una distanza di 22 km dalla costa. Al suo interno è presente una fitta rete di canalizzazioni minori che fungono da collettore per i sedimenti dalle sponde verso il thalweg del canyon, il quale si presenta completamente privo di strutture sedimentarie al suo interno, indice di un‟ importante attività erosiva.

Nei paragrafi successivi verranno descritte nel dettaglio le caratteristiche proprie di ogni sistema di canyon, in particolare sono stati studiati gli alvei dei principali canyon e canali, ed analizzate sotto il profilo morfometrico le due diverse tipologie rilevate.

Per ogni canyon e canale sono stati prodotti i profili longitudinali del thalweg e dei fianchi; Dallo studio di questi profili sono stati identificati diversi elementi, quali Knickpoint, l‟esatta intersezione con i TDS (Terrazzi Deposizionali Sommersi) e le scarpate ed infine l‟immissione di canali tributari. I parametri utilizzati nello studio sono stati misurati ogni 1000 metri lungo il thalweg dei canyon attraverso una serie di sezioni perpendicolari ad esso. Nel dettaglio si sono misurati:

- il gradiente del thalweg,

- la larghezza delle sponde più esterne, - l‟ampiezza del fondo, l‟altezza dei fianchi,

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Lo scopo principale di questo studio è stato quello di comprendere i meccanismi di formazione e di evoluzione nel tempo dei canyon rilevati all‟interno dell‟area oggetto di studio. Il confronto di tali parametri con i modelli numerici sperimentali permette di migliorare la conoscenza dei processi che sono alla base della formazione dei canyon sottomarini tra i quali le caratteristiche delle correnti di torbida (velocità, spessore e tipo di sedimento), la loro evoluzione lungo i sistemi ed il controllo nella formazione di lineamenti erosivi e deposizionali.

Questo tipo di studio ha inoltre permesso di suddividere i sistemi di canyon in settori omogenei, di ognuno dei quali è stata prodotta una cartografia geomorfologica di dettaglio.

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