(/Disperazione/) (/Ritualità/) (/Resurrezione/)
Morte
e
Vita
Non-vita
98
Conclusione
Con la proiezione dei sottotemi sul quadrato semiotico la nostra indagine si conclude.
Nell’introduzione è stata fornita una ricostruzione delle teorie e metodi di approccio più innovativi e di tendenza applicati su Wakai. Sebbene vi siano ancora oggi numerose tesi di ricerca o articoli accademici che dimostrano quanto le pagine dell’opera animino ancora la critica letteraria giapponese, in Europa e negli Stati Uniti la situazione è del tutto differente. Il testo (e Shiga in generale) ha trovato un maggior spazio di considerazione solo nella seconda metà del secolo scorso, ma oggigiorno non rappresenta uno dei più ambiti oggetti di studio, forse a causa del suo forte legame col contesto di produzione, quello degli anni Dieci del Novecento. L’impatto che ebbero gli autori di Shirakaba sul panorama letterario dell’epoca è assolutamente riscontrabile, ma non si tratta di un fenomeno particolarmente conosciuto fuori dai confini giapponesi. Perciò si è deciso di fornire una panoramica delle visioni critiche generatesi dalla lettura di Wakai: è qualcosa di ovviamente necessario per lo studio di un testo letterario, e non ancora disponibile fra le fonti in lingua italiana (perlomeno non aggiornata con le nuove modalità di approccio sviluppate nel XXI secolo).
Nella prima sezione analitica, lo studio sul rapporto fra l’enunciazione e la sua testualizzazione è servito a definire l’impostazione narrativa di Wakai sia all’apertura dell’opera, sia nelle ultime righe. Ritrovare le tracce lasciate dall’enunciazione negli enunciati ci ha consentito di sostenere due tesi in tale merito: il narratore-protagonista di Wakai afferma implicitamente la fattura veritiera e fattuale degli eventi riportati; l’auto-referenzialità del testo si coglie sul finale quando il narratore- protagonista ammette di stare scrivendo un racconto a proposito della riconciliazione col padre, facendo emergere il sospetto secondo cui egli sia persino l’autore dell’opera Wakai, e che ci abbia quindi narrato le vicende che lo portarono a scriverla. È in ogni caso importante ricordare che, sebbene i nostri risultati di studio enunciazionale non contraddicano la tesi secondo cui il testo rispetterebbe i canoni letterari dello shishōsetsu, le nostre posizioni derivano da un’indagine intratestuale. I classici princìpi compositivi di fattualità, sincerità e confessione sono stati sostituiti da una ricostruzione della produzione semantica sul piano comunicativo occupato dalle funzioni di narratore e narratario.
La traduzione integrale di Wakai ha rappresentato l’attività a cui ci si è più lungamente dedicati. In un’ottica generale, il testo in italiano rimane piuttosto vicino alla sintassi e alle sfaccettature semantiche dell’originale: grazie a ciò è possibile seguire la parte analitica anche solo attraverso la lettura delle citazioni in lingua italiana. Inoltre, la grande carenza di traduzioni di testi scritti da Shiga nel panorama editoriale italiano è motivo non solo di dispiacere, ma anche di sollecitudine data la preponderanza che l’autore ricopre negli studi sullo shishōsetsu e su Shirakaba. Ci si augura
99
che a questa traduzione ne conseguano altre, a supporto di una maggior conoscenza generale dell’autore anche e soprattutto da parte degli studenti che si approcciano oggigiorno allo studio della narrativa giapponese moderna.
Con la tematizzazione si è invece cercato di esplorare un campo sorprendentemente poco ritrovato negli studi consultati, dove in genere ci si limita a evidenziare la maggior portata lirica e drammatica dei capitoli incentrati sul decesso della piccola Satoko rispetto agli altri. Abbiamo dunque tentato di tessere la rete semantica unificata dal concetto di /Morte/ sottesa in almeno sei capitoli di Wakai. L’indagine tematica è uno dei tasselli fondamentali per il ritrovamento dei valori fondanti di un singolo testo, ma per risultare completa occorrerebbe ricondurre tutte le tematiche estrapolate nel discorso ai loro topics semio-narrativi. Alla tematica della /Morte/ si aggiungerebbero quindi quelle della /Famiglia/, del /Conflitto/, e ovviamente della /Riconciliazione/, che si configurerebbero poi in una serie di relazioni binarie la cui formalizzazione più essenziale è incarnata dal quadrato semiotico. Si reputa quindi il nostro studio tematico un primo tassello per una ricostruzione del percorso generativo tratteggiato dai valori fondanti di Wakai, fra i quali vi è anche la /Morte/. A tal proposito, bisogna ricordare che se invece ci si focalizza sull’intertestualità di tale valore all’interno delle opere scritte da Shiga, non mancano esempi autorevoli94 che hanno
messo in luce l’intimità lega l’uomo alla natura nella sua scorrevolezza più inesorabile, fino all’immobilità silenziosa che rende un trapasso il più inevitabile degli accadimenti.
100
Bibliografia
BOTTIROLI, Giovanni, Che cos’è la teoria della letteratura: fondamenti e problemi, Einaudi, Torino, 2006.
FOWLER, Edward, The Rhetoric of Confession: Shishōsetsu in early Twentieth-Century Japanese
Fiction, Berkeley UP, Los Angeles, London, 1988.
GREIMAS, Algirdas Julien, BARTEZZAGHI, Stefano (a cura di), BASSANO, Giuditta (a cura di),
Maupassant: la semiotica del testo in esercizio, Bompiani, Giunti, Firenze, Milano, 2019 (prima
edizione: 1976).
GREIMAS, Algirdas Julien, FABBRI, Paolo (a cura di), Semiotica: dizionario ragionato della
teoria del linguaggio, Mondadori, Milano, 2007 (prima edizione: 1979).
GUO, Nanyan, Refining nature in modern Japanese literature: the life and art of Shiga Naoya, Lexington Books, Plymouth, 2014.
HIJIYA KIRSCHNEREIT, Irmela, Rituals of Self-revelation: Shishōsetsu as literary genre and
socio-cultural phenomenon, Concil on East Asian Studies, Harvard UP, Cambridge, 1996 (Prima
edizione: 1981).
ITŌ, Sei, Shōsetsu no hōhō, Iwanami Shoten, Tōkyō, 2015 (Prima edizione: 1948).
KEENE, Donald, Dawn to the West: Japanese literature of the Modern era – Fiction, Columbia UP, New York, 1998.
KOBAYASHI, Hideo, X heno tegami – Watakushi shōsetsuron, Shinchōsha, Tōkyō, 1962.
KOHL, Stephen W, Shiga Naoya and the Literature of Experience, in Monumenta Nipponica, Vol. 32, Sophia UP, Tōkyō, 1977, pp. 211-224.
KUNIMATSU, Akira, Shiga Naoya ni okeru “Wakai”, in Tōkyō gaikokugo daigaku ronshū, Tōkyō University of Foreign Languages press, 1977, pp. 145-160.
MUSHANOKŌJI, Saneatsu, Ai to shi, Shinchōsha, Tōkyō, 1952 (Prima edizione: 1939). MUSHANOKŌJI, Saneatsu, Omedetaki hito, Shinchōsha, Tōkyō, 1911.
NATSUME Sōseki (traduzione di Andrea Maurizi), Fino a dopo l’equinozio (Higan sugi made), Neri Pozza, Milano, 2018 (prima edizione: 1912).
PANOSETTI, Daniela, Semiotica del testo letterario, Carocci, Roma, 2015.
SATŌ, Ryūshin, Shinchō nihon bungaku arubamu: Shiga Naoya, Shinchōsha, Tōkyō, 1994.
SEIDENSTICKER, Edward, The “Pure” and the “In-Between” in Modern Japanese theories of the
novel, in Harvard Journal of Asiatic Studies, Vol. 26, Harvard UP, Cambridge, 1966, pp. 174-186.
SHIGA, Naoya, Kozō no kamisama, hoka jūhen, Iwanami Shoten, Tōkyō, 2019 (prima edizione: 1928).
101
SHIGA, Naoya, Zenshū – 3, Iwanami Shoten, Tōkyō, 1999.
SHIGA, Naoya, Wakai, Shinchōsha, Tōkyō, 1949 (prima edizione: 1917).
SHIMAZONO, Susumu, Discourses on Death-and-Life in Modern Japan and the Desire behind
Them, in Death and Desire in contemporary Japan, Ca’ Foscari edizioni, Venezia, 2017.
STARRS, Roy, An artless art: The Zen aesthetic of Shiga Naoya, Taylor and Francis Ltd, London, 1998.
SUZUKI, Tomi, Narrating the Self: fictions of Japanese modernity, Stanford UP, Stanford, 1996. TAKADA, Chinami, Tōchiryoku toshiteno koshō: Shiga Naoya “Wakai” no jendā hensei, Komazawa Kokubun, Komazawa UP, Komazawa, 2002, pp. 69-91.