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MOZIONE DEI CONSIGLIERI DE SIO, LAFFRANCO, MELASECCHE GERMINI, MODENA, SEBASTIANI E ZAFFINI

Nel documento LXXXVI SESSIONE ORDINARIA (pagine 87-90)

LXXXVI SESSIONE ORDINARIA

MOZIONE DEI CONSIGLIERI DE SIO, LAFFRANCO, MELASECCHE GERMINI, MODENA, SEBASTIANI E ZAFFINI

PRESIDENTE. La parola alla Presidente Lorenzetti, ne ha facoltà.

LORENZETTI, Presidente della Giunta regionale. Noi abbiamo posto alla base della nostra protesta, legittima e sacrosanta, alcune questioni: la prima era una protesta contro il Governo per non aver accolto gli emendamenti concordati con la Protezione Civile e con tutti i parlamentari di centrodestra e di centrosinistra, tesi a chiudere la fase dell'emergenza, ritrovare un percorso lineare per dare continuità agli istituti fondamentali legati all'emergenza, e cioè le risorse per i Comuni, le risorse per i 300 operatori assunti a tempo determinato con la legge 61 e la questione dell'autonoma sistemazione, e poi la seconda questione era quella della busta pesante, con la soluzione definitiva che, come tutti quanti voi sapete, era la restituzione del 10% del dovuto, così come Governo e Parlamento hanno già concesso al Piemonte e alla Sicilia. Il Governo ha detto no a questa serie di emendamenti, quindi, dopo

che il Governo ha detto no, noi abbiamo iniziato la protesta e la mobilitazione, con una prima richiesta, che è solo legata ad una riduzione del danno, è pura emergenza, e cioè a dire: il minimo che il Governo può fare è quello di prorogare l'emergenza con DPCM, far fare l'ordinanza per dare seguito a quegli istituti (personale, Comuni, autonoma sistemazione), e il decreto ministeriale del Ministro dell'Economia per la proroga, per il 2005, della busta pesante. Questa è un atto dovuto, è una riduzione del danno. Per quello che ci riguarda, noi continueremo la mobilitazione, perché sul 10% non molliamo, perché è una questione di giustizia, di equità fiscale, ed è una cosa, l'equità fiscale, che è tutelata dalla Costituzione: i cittadini, di fronte al fisco, devono essere tutti uguali, almeno teoricamente. Questa cosa non è avvenuta; il Governo si deve impegnare a farlo; chiederemo ai nostri parlamentari tutti che se ne facciano carico. Quindi, io ho già detto stamattina al Sottosegretario Letta che prendo atto con soddisfazione di questa cosa, lo considero un atto dovuto, senza prepotenza, ma lo considero un atto dovuto, ma non finisce qui, nel senso che comunque non possiamo trovarci ogni anno, sotto Natale, a dover fare la stessa battaglia. L'Umbria è una regione civile e deve trovare il modo di chiudere questa cosa in modo serio, improntato al criterio della buona amministrazione, che è quello che ho appena detto e che era contenuto negli emendamenti.

Quindi noi continueremo. Credo che sia giusto che il Consiglio regionale affronti questa questione, prendendo atto di quello che avverrà giovedì, e continuando la mobilitazione per quello che riguarda la restituzione della busta pesante, che deve essere uguale a quella dei cittadini del Piemonte e della Sicilia. Questo è quello che credo sia giusto che il Consiglio regionale faccia, ripeto, prendendo atto di quello che accadrà - perché io sono come S.

Tommaso screanzato, come dice mia madre: fin quando non vedo il DPCM, non sto tranquilla, anche se ormai è sicuro. In ogni caso dobbiamo continuare la mobilitazione per quello che concerne la restituzione e la chiusura di quella parte, perché, consentitemi di dirlo, e lo dico anche con un certo orgoglio, perché noi siamo gente seria, soddisfatta delle cose che fa, al di là del giudizio che se ne possa dare, però il sisma è accaduto nel '97 e siamo nel 2004, gennaio 2005, e quindi è giusto che si chiuda l'emergenza. Perché dobbiamo essere costretti a chiedere la proroga dell'emergenza per poter evitare che i Comuni vadano in dissesto? Che 300 persone vengano licenziate? Che non si trovi il titolo per continuare a dare soldi alla gente che si è data un'autonoma sistemazione? E` incredibile, perché una

sana amministrazione, un modo giusto di governare significa trovare una soluzione così come l'avevamo trovata con quella serie di emendamenti firmati da tutti, costruiti dalla Regione insieme con la Protezione Civile, che avrebbe accompagnato e chiuso una vicenda con il suggello della restituzione del 10% del dovuto. Ecco perché dico: va bene, prendiamone atto, ma dobbiamo ancora continuare la battaglia perché si completi, venga attuato e varato il pacchetto di norme, che sono quelle che già erano state previste in Finanziaria, più la partita del 10%.

Per cui chiedo al Presidente, come all'Ufficio di Presidenza, che nel più breve tempo possibile possa essere messo all'ordine del giorno questo ordine del giorno.

BROZZI. Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Brozzi.

BROZZI. Credo che, sentito l'intervento della Presidente, potremmo avere già iniziato la discussione sugli ordini del giorno e, sulla base di quanto ha detto lei, inviterei il capogruppo a buttare giù una risoluzione che poi verrà votata all'unanimità dal Consiglio regionale.

LAFFRANCO. Nei nuovi termini.

BROZZI. No, nei termini espressi adesso dalla Presidente.

LAFFRANCO. Ma il senso dell'intervento è che ci sono parti dell'ordine del giorno che sono superate.

BROZZI. Gli ordini del giorno sono per discutere, poi la Presidente ha fatto un intervento e sul suo intervento possiamo costruire un ordine del giorno da votare tutti.

PRESIDENTE. Grazie, colleghi. Quindi, con ordine, assumendo le indicazioni politiche che venivano anche dagli interventi, direi di iniziare l'atto che avevamo chiamato, approfittando

del fatto che è arrivato anche il collega Lignani, e nel frattempo sta all'iniziativa politica dei capigruppo o dei primi firmatari degli ordini del giorno costruire le condizioni affinché un eventuale ulteriore ordine del giorno che riassuma la discussione possa veder la luce.

Nel frattempo, darei la parola al Presidente Pacioni per la relazione di maggioranza sull'atto 2325.

OGGETTO N. 503

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DEMANIO IDRICO, DI OCCUPAZIONE DI SUOLO

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