Capitolo 2 L‟espansione dell‟attività bancaria cross-border
2.7 Multinazionalizzazione e processi M&A cross-border
2.7.1. L’esperienza europea a fine anni 90’
Tra la seconda metà degli anni 90‟ e primi anni del nuovo millennio il sistema bancario internazionale è stato investito da una serie di operazioni di Merger and Acquisitions
(M&A), non solo a livello nazionale ma anche cross-border. In un documento della BCE
(2000) sono stante schematizzate le motivazioni che hanno indotto le banche ad
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Con riferimento alle operazioni cross-border, la motivazione principale è la crescita in
termini dimensionali, la quale risponde a logiche di economia di scala e di scopo e più
genericamente si riferisce a logiche concernenti l‟efficienza della banca-azienda.
Nell‟analisi dei processi di M&A, tenuto conto dello scopo di questo elaborato, diventano rilevanti quelli cross-border, che a livello Europeo si sono caratterizzati nella ricerca,
generica, dell‟efficienza con l‟obiettivo di:
i) Risparmiare sui costi per via della ricerca delle economie di scala e di scopo oltre
che all‟efficienza operativa (x-cost efficiency);
ii) Incrementare i ricavi per via dell‟aspetto dimensionale, per la diversificazione geografica e di prodotto implicita nei processi di M&A.
Oltre alla crescita dimensionale, o forse la crescita dimensionale altro non è che una
naturale conseguenza, la strategia di multinazionalizzazione può essere vista come una
reazione ad una saturazione del mercato interno di riferimento, favorita, nel contesto
europeo soprattutto, da una progressiva armonizzazione dei sistemi di vigilanza e
contabili, quali elementi in passato ostativi dei processi di M&A.
Altro fattore facilitante delle operazioni cross-border, da un punto di vista istituzionale, è
l‟introduzione della moneta unica: l‟Euro; se non altro a livello di pianificazione strategica. Infatti, consolidando il proprio ruolo a livello nazionale, le banche sono state
aiutate dalla moneta unica quale intensificatore delle attività transfrontaliere.
Ovviamente un ruolo chiave è stato giocato, anche, dai fattori ambientali, ovvero legati
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attività di M&A cross border sono state rilevanti nei paesi scandinavi, nei paesi bassi e in
Germania.
Spesso si registra, quale input al processo di consolidamento nazionale, un intervento di
carattere normativo, come ad esempio il venire meno del divieto di formare conglomerati,
che poi, attraverso la saturazione mercato, ha determinato processi di fusioni ed
acquisizioni. Proprio nei paesi del Benelux e della Scandinavia alcune banche (ABN
AMRO, ING, FORTIS e NORDEA) sono state esempi, a fine anni 90‟, di strategie di consolidamento a livello nazionale divenute poi strategie di M&A cross-border, anche se
sono stati differenti i comparti aziendali nei quali esse si sono inserite (wholesale banking
per ABN –AMRO, insurancebanking per ING e FORTIS ad esempio).
2.7.2. Processi di M&A cross border dei sistemi bancari non euro
Tra i sistemi bancari non-euro caratterizzati da processi di M&A cross-border, fino ad un
decennio fa venivano annoverati quello britannico e quello statunitense. Quello svizzero
era, ed è, caratterizzato da pochi players a vocazione mondiale, mentre quello giapponese
è stato sempre analizzato, nonostante le dimensioni e le potenzialità, come un sistema
bancario a se, soprattutto a causa delle caratteristiche, economico-finanziarie, del paese.
Come per le banche scandinave, anche per le americane i processi di M&A, anche cross-
border, sono stati una conseguenza, se non altro da un punto di vista temporale, di processi di consolidamento interno, e quindi inquadrabili come una reazione alla
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processo è cominciato storicamente prima, così come per i sistemi bancari del Regno
Unito e della Svizzera.
2.7.3. I processi di M & A recenti
A seguito della crisi finanziaria del 2007 il settore bancario europeo è stato oggetto di un
processo di razionalizzazione sintetizzato, principalmente, dalla progressiva riduzione del
numero di istituiti di credito operanti sul territorio. Il sistema bancario spagnolo
rappresenta un esempio chiaro di questi processi di razionalizzazione e consolidamento,
ed ha coinvolto non solo il numero di istituti bancari europei operanti sul territorio ma
anche le filiali di banche extraeuropee. Particolarmente rilevante, anche da un punto di
vista occupazionale, la riduzione del numero di sportelli e addetti per popolazione, un
segnale che conferma il processo di ristrutturazione sopra descritto. Le modalità
operative, principali, impiegate dalle banche in questi processi di consolidamento e
ristrutturazione sono riassunte nei processi di M&A, anche se tali operazioni, rispetto al
passato, sono state caratterizzate da un controvalore più esiguo, basti pensare, a titolo
d‟esempio, al controvalore del processo di fusione tra Sanpaolo Imi e Banca Intesa. Anche il numero di operazioni di M&A si è ridotto progressivamente nel tempo.
Certamente questi processi di consolidamento e ristrutturazione sono causati dalla crisi
del 2007 ma anche, come emerge dall‟analisi degli indici di Herphindall- Hirschmann (ECB 2014), di cui si farà cenno in seguito, da un mercato bancario che pare saturo e che,
come per altri settori economici, si avvia verso una possibile fase di concentrazione.
Questa fase di concentrazione sembra essere più accentuata nei paesi di più piccola
dimensione, mentre per i più grandi, come Germania e Italia, la presenza e la
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concentrazione. Assume sempre più importanza il contributo dello shadow banking
all‟attività bancaria sotto forma di Fondi Pensioni e società veicolo dei processi di cartolarizzazione e, in generale, di tutti quegli intermediari non bancari che comunque
svolgono una funzione alternativa a quella bancaria.
Da un punto di vista dimensionale, il totale attivo si è ridotto tra il 2008 ed il 2012 di circa
il 19% (ECB 2014) ovvero una percentuale superiore alla riduzione del GDP
determinando, in questo modo, una riduzione del peso degli attivi bancari rispetto
all‟economia reale.