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2 CAPITOLO SECONDO: Nascita ed evoluzione del concetto di co sviluppo

2.2 Nascita del co-sviluppo

A seguito di importanti dibattiti e riflessioni, che si concentrano sul processo migratorio come fondamentale fattore di sviluppo, nasce ufficialmente in Europa il concetto di “co-sviluppo33” in seguito al Consiglio di Tempere del 1999. Questo

consiglio europeo ha lanciato un nuovo approccio comprensivo e integrato di politica sulle migrazioni che, a fine 2005, è stato ribadito e rilanciato con “l’approccio globale sulla migrazione” e in seguito rafforzato nel quadro del dialogo Euro-Africano34

. Il principio è quello di considerare il fenomeno migratorio tenendo conto dei diversi punti di vista, interessi, diritti, doveri e responsabilità, tanto nei paesi di destinazione quanto dei paesi di transito e di origine. Nasce una nuova politica centrata sulla valorizzazione del ruolo dei migranti (agenti di cambiamento) basata sulla convinzione che grazie alle risorse e alle attività connesse ai movimenti migratori sia possibile

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Precedentemente, a partire dagli anni 70’ in Francia il concetto (pratica e politiche) del co-sviluppo viene associato al tema immigrazione. In questa ottica, inizialmente il co-sviluppo era sinonimo di “aiuto al rientro”. A seguito del fallimento di programmi di rientro, la prima metà degli anni 90’ ha dato vita ad un periodo di intense consultazioni tra i vari attori coinvolti e di sperimentazione sul tema. Il 1997 è l’anno in cui viene redatto il «Rapporto Nair», volto a trovare una politica efficace di contenimento dei flussi migratori. Tale Rapporto definisce gli orientamenti della politica di co- sviluppo in Francia e l’anno che segna definitivamente la nascita del binomio co-sviluppo e migrazioni internazionali. Come conseguenza di questo rapporto (1997) viene creata una Missione interministeriale “Co-sviluppo e Migrazioni Internazionali” (MICOMI), responsabile per la messa in pratica dei dispositivi della politica di co-sviluppo a livello nazionale.

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Comunicazione su “The global approach to migration one year on”

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/en/com/2006/com2006_0735en01 pdf e Dichiarazione diTripoli,

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promuovere processi di miglioramento nelle due sponde del processo migratorio valorizzando le competenze, le capacità e la mobilità dei migranti in un processo dinamico. Il co-sviluppo può essere altresì inteso come un modello di cooperazione allo sviluppo nel quale gli immigrati sono considerati attori di trasformazione della società di origine e al tempo stesso soggetti dinamici nel processo di integrazione nelle società di accoglienza. L’obiettivo del co-sviluppo ha pertanto una “triplice implicazione per i migranti, le società di origine e di accoglienza: una integrazione pro- attiva e solidale, un accompagnamento alle azioni di cooperazione con le proprie di origine, e allo stesso tempo la promozione dell’educazione allo sviluppo della società di accoglienza sulle cause profonde della migrazione” (A. Ferro, A. Stocchiero, P. Mezzetti, 2008, p.5)

In ambito internazionale, l’attenzione per il rapporto tra migrazioni e sviluppo cominciò a farsi sentire nel 2005, quando la GCIM presentò il suo rapporto finale sul quale si leggeva: “Il ruolo che i migranti giocano nella promozione dello sviluppo e nella riduzione della povertà nei paesi d’origine congiuntamente al contributo che essi apportano alla prosperità dei paesi di destinazione devono essere riconosciuti e potenziati. La migrazione internazionale deve diventare una parte integrale delle strategie nazionali, regionali e globali per la crescita economica tanto nel mondo in via di sviluppo quanto in quello sviluppato35 (GCIM, 2005, p.4).

Successivamente, nel 2006, l’attenzione per il rapporto tra migrazioni e sviluppo ha conosciuto un gran balzo in avanti (indirizzando il dibattito sul tema della comunità internazionale) attraverso la costituzione della Commissione globale sulle migrazioni

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Dal testo originale: “The role that migrants play in promoting development and poverty reduction in countries of origin, as well as the contribution they make towards the prosperity of destination countries, should be recognized and reinforced. International migration should become an integral part of national, regional and global strategies for economic growth, in both the developing and developed world”.

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internazionali e la stesura, da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite, di un rapporto preparatorio all’High-Level Dialogue – “Dialogo ad Alto Livello sulle Migrazioni Internazionali e lo Sviluppo”- dell’Assemblea generale dell’ONU36

, svoltasi nel Settembre 2006. Il tono complessivo di queste risoluzioni è dato dall’auspicio di rendere il governo e la governance della mobilità umana uno degli elementi cardine delle politiche di sostegno allo sviluppo dei paesi arretrati. Si tratta di iniziative indotte dalla straordinaria evoluzione che il fenomeno migratorio ha conosciuta nell’ultimo quarto di secolo, con un raddoppio del numero dei migranti internazionali, ma soprattutto con una pressione migratoria che si mantiene quanto mai vivace e sovradimensionata rispetto ai contingenti stabiliti dai vari paesi. Tale circostanza costituisce al tempo stesso il limite e l’opportunità di una nuova strategia delle politiche di cooperazione allo sviluppo. Il limite, perché la preoccupazione prevalente sembra essere (specialmente in alcuni paesi europei) quella di contenere la pressione migratoria; l’opportunità, perché mai prima d’ora nella storia è risultata chiara l’interdipendenza tra le diverse regioni del pianeta e, in particolare, tra quelli che impropriamente - dal punto di vista geografico - sono comunemente definiti il “nord” e il “sud” del mondo37

(L. Zanfrini, 2007, p.213).

In maniera specifica, le argomentazioni dei dibattiti del “Dialogo ad Alto Livello sulle Migrazioni Internazionali e lo Sviluppo” si concentrano: sugli effetti della migrazione internazionale sullo sviluppo economico e sociale, sulle misure per garantire rispetto e protezione dei diritti umani a tutti i migranti e prevenire e combattere il contrabbando e

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L’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan sul rapporto Migrazione e Sviluppo sottolineava come le migrazioni internazionali, regolate da politiche adeguate, possono apportare beneficio sia ai paesi di origine che di destinazione e propone la creazione di un Forum permanente per la condivisione di idee ed esperienze. Tale Forum è stato adottato durante l’ High-Level Dialogue dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si è tenuto il 15 e 16 Settembre 2006.

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Impropriamente in quanto nell’emisfero settentrionale vi sono paesi molto poveri che esportano migranti all’estero; nell’emisfero meridionale vi sono al contrario paesi a reddito elevato che importano manodopera dell’estero.

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il traffico di persone, inoltre si considerano gli aspetti multidimensionali delle migrazioni internazionali e sviluppo, con particolare riferimento alle rimesse, infine l’attenzione viene rivolta ai diversi modi di promuovere la costruzione di partenariati e capacity-building con una successiva divulgazione delle migliori pratiche a tutti livelli, inclusi quelli regionali e bilaterali38 (UN General Assembly, 2006, p.2).