L’ormai innegabile natura composita degli Opuscula del poe- ta e giurista ravennate Bernardino Lidio Catti,1 dedicati al neoe- letto doge Leonardo Loredan e pubblicati da Tacuino nel 1502 sotto l’egida di Girolamo Avanzi,2 porta inevitabilmente a chie- dersi quale sia stata la storia delle singole opere che li compon- gono. La struttura stessa di questa antologia di stravaganze poe- tiche, suddivisa in sei sezioni elencate a c. A1r, palesa la ric- chezza di esperimenti arditi e di inediti incontri tra volgare e la- tino, lasciando intravvedere il compiacimento del poeta, intento a erigere un monumento alla sua abilità.
Questo articolo è una ‘costola’ dello studio che ho condotto in occasione della mia tesi di laurea magistrale Bernardino Lidio Catti di Ravenna. Versi
editi e inediti tra manoscritti e stampa, relatore prof. G. Frasso, Milano, Uni-
versità Cattolica del Sacro Cuore, a. a. 2015/2016. Le mie ricerche sul poeta stanno procedendo col mio progetto di dottorato Gli Opuscula di Lidio Catti:
poesia latina e volgare tra Venezia e la Romagna, sotto la supervisione dei
professori Tiziano Zanato e Luca Mondin (Università Ca’ Foscari Venezia). 1 Sulla figura di Bernardino Lidio Catti, vissuto tra XV e XVI secolo: Gi- nanni 1769, 129-136; Muratori 1910, 124-131. Per la produzione sperimenta- le del ravennate: Pozzi1981, 186, 198, 283, 286; Pozzi 1984, 16, 66, 131, 140; Comboni 1996, 74-75; Duso 2004, XXII, XXVIII-XXIX, XLI-XLVIII, LXXX-
LXXXI, XCIV, XCVI, CV, CIX, CXV-CXVI, 47-53, 107.
2 Lydii Catti Ravennatis Opuscula, quae in hoc libello continentur sunt in-
frascripta. […], Giovanni Tacuino, Venezia 1502 (Edit16 10350; USTC
819801). Sull’Avanzi, importante editore di edizioni latine per conto, tra gli altri, di Aldo Manuzio, si vedano almeno Maffei 1825, 282-283 e Mazzuchel- li 1753, 1226-1227.
Gli Opuscula sono suddivisi in:
i) Pastoralis aegloga et quaedam alia in laudem Leonardi Laurodani serenissimi Venetiarum principi.
cc.iA6r-B2r:
un’ecloga sul modello della prima virgiliana, in cui i pastori Mopso e Silvio sono convinti da Lidio a celebrare l’elezione del doge Loredan e l’età dell’oro da lui inaugurata.
METRI:terzine alternate a ritornelli in ottonari, seguite da ot-
to ottave. cc. B2v-B5r:
un trionfo-pronosticon sull’elezione a doge del Loredan, all’epoca podestà di Padova, rieccheggiante il viaggio di Dante nel Paradiso Terrestre e la profezia di Beatrice (Pg. XXXIII, 31-51).
METRI: terzine dantesche.
c. B5v:
carmen latino dedicato a Lorenzo e Girolamo Loredan, figli del doge Leonardo.
METRI: distici elegiaci.
ii) Latina quaedam et materna singularia carmina a nullo alio tali genere forte composita.
cc. B6r-C7r:
raccolta di componimenti sperimentali in latino e volgare. METRI: carmen anguineum, versi reticolati,3 carmina Sotadi-
ca,4 terzine dantesche in esametri latini, sestine e quartine in
3 La complicata modalità di lettura del carmen anguineum (cc. B6r e C8v) è spiegata in Fulin 1880, 131-134. Un mio intervento su questo esperimento del Catti e sulla sua tradizione sarà presto pubblicato negli atti del convegno
18. Neulateinisches Symposium NeoLatina. Neulateinische Metrik, Freiburg i.
Br., 17-18 giugno 2016. I versi reticolati (c. B7v) sono un artificio che verte su una rigida e complicata disposizione delle parole. Il componimento com- prende sei versi di sei parole ciascuno, cosicché la seconda parola del primo verso sia identica alla prima del secondo, la terza alla seconda e così via. Le uniche parole a non ripetersi sono quelle sulla linea trasversale (la prima del primo verso, la seconda del secondo, ecc.). Il Catti non è il solo ad adottare questo artificio: lo fece già Eberardo Alemanno nel suo Laborintus (vv. 811-
esametri latini,5 distici elegiaci, un sonetto in volgare (ma- ternus rhythmus) poi tradotto in latino (latinus rhythmus), sonetti semilatini, un componimento formato da esametro- endecasillabo-esametro con schema ABA, una stanza con schema ABBAABBACddC, una sextina insolita senza retro- gradatio canonica,6 un’ottava siciliana (ABABABAB) in cui B è parola-rima «fede», una Cantio le cui strofe hanno lo schema ABBAAccADD.
iii) Processus ordine iudiciario inter Lydium de suo corde et amicam Lydiam latinis et maternis verbis actitatus.
cc. C7v-K2v:
fittizio processo polimetrico alternante latino e volgare, in- tentato dal poeta contro la propria amata accusata di avergli rubato il cuore.
METRI: distici elegiaci, endecasillabi faleci, strofe saffiche
minori, asclepiadei minori, esametri, gliconei, carmen an- guineum, sonetti, canzoni, terze rime (anche in un’ecloga), sestina e terzina lirica.7
iv) Lex edita Codice de edendo carminibus repetita. cc. K3r-L7v:
816) e si hanno altre attestazioni fino al Seicento, tra cui anche il milanese Lancino Curti. Nella sua Metametrica del 1663 (§§ 345ss.), Juan Caramuel cita numerosi esempi di questo artificio sotto il titolo di «Apollo quadrangula- ris». Sui versi reticolati, si veda Pozzi 1981, 370-371 e Pozzi 1984, 130-132. Sul contributo di Caramuel e della sua cerchia alla poesia artificiosa ed enig- mistica si vedano Pozzi1981, 242-275e Bartezzaghi 2012, 127-138.
4 I versi sotadici, dal nome del loro presunto inventore Sotade (III secolo a.C.) sono costituiti da due o più vocaboli che, se letti da destra a sinistra o viceversa, hanno sempre senso (Pozzi 1981, 370; Pozzi 1984, 136-137).
5 Esistono anche altri esempi di sestina in latino. Per esempio, nella Xan-
dra di Cristoforo Landino compaiono alcuni «seni senarii ad imitationem Pe-
trarcae», nei quali però in sede di rima è ammesso il cambio della desinenza mantenendo gli stessi rimanti (Menichetti 1993, 582).
6 Per questi sonetti e la sestina si vedano rispettivamente i già citati Duso 2004 e Comboni 1996.
7 Sulla terzina lirica si vedano Carrai 1983-1984, pp. 34-45 (in particolare le pp. 39-41) e Menichetti 1993, p. 582.
disputa in cui il Catti ribatte agli argomenti dei discepoli, fit- tamente commentata ai margini.
METRI: soprattutto distici elegiaci, ma anche un sonetto lati-
no e uno in volgare, nonché altri carmina sperimentali già usati nella terza sezione.
v) Unus epigrammaton libellus. cc. L8r-N4r:
raccolta di epigrammi latini.
METRI: distici elegiaci, endecasillabi faleci e un’ecloga pa-
storale.
vi) Nonnulli alii materni rhythmi. cc. N4v-O5v:
Raccolta di componimenti in latino e in volgare (tra i quali uno in romagnolo).8
METRI: sestina, distici elegiaci, endecasillabi faleci, sonetto,
sonetto caudato.
Ma quale circolazione ebbero le singole opere raccolte? Alcuni elementi interni agli Opuscula possono già di per sé dare alcuni indizi: le numerose dediche interne che inframezza- no la raccolta e la loro cronologia irregolare sono forse la prova più lampante di una precedente circolazione autonoma dei ri- spettivi componimenti.
Già nella lettera dedicatoria d’apertura, per esempio, il Catti ricorda al Loredan di aver predetto la sua elezione ben quindici anni prima: «Illum vero triumphum quo te praedixi futurum principem, et quem ad te iterum lustris iam tribus misi».9 Se il «triumphum» cui fa riferimento è il secondo testo degli Opuscu- la (cc. B2v-B5r), ancor più interessante è la seconda informa- zione fornita dal poeta: «quem ad te iterum lustris iam tribus
8 Si veda Muratori 1910, 124-131.
9 Opuscula, c. A5r-v. Questa rivendicazione ricorre anche nell’ecloga pa- storale che apre gli Opuscula: «Vaticinai palese in chiar scriptura / già son tri lustri a li beati campi / ducal diadema a sua diva figura» (c. A8v, vv. 156- 158).
misi». Quest’ultima dichiarazione, infatti, conferma l’idea che le dediche di Lidio corrispondano effettivamente all’invio del- l’opera all’interessato, o comunque a una sua diffusione indi- pendente.
Non manca inoltre una prova esterna e pressoché coeva agli Opuscula: i Diari di Marin Sanudo. Come rilevato dal Fulin in un suo breve articolo,10 in chiusura del mese di maggio 1500 (perciò due anni prima della pubblicazione degli Opuscula), il Sanudo trascrisse il carmen anguineum sugli Sforza che compa- rirà poi alla c. B6r della raccolta a stampa. Oltre alla differente datazione, la versione riportata dal Sanudo presenta alcune va- rianti testuali rispetto agli Opuscula ed è seguita da un carmen in versi reticolati che, come si vedrà in seguito, ha un forte le- game con i due carmina reticolati a c. B7v.11 La trama si infitti- sce, ma urgono nuove prove per poterla districare.
In assenza di opere a stampa del Catti anteriori al 1502, la ri- cerca andrà rivolta ai manoscritti a lui collegati da Kristeller.12 Tra il modesto numero di questi ultimi, due in particolare po- trebbero essere la possibile chiave per risolvere il dilemma della genesi degli Opuscula: il Marc. Lat. XI, 30 (= 4429) a Venezia e il Ms. VI/50 della Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi” di Forlì.
VENEZIA,BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA,MARC.LAT.XI,30 (=4429)13
Membr., 1502 (Italia settentrionale), VI (cart.) + 25 + VI’ (cart.), ff. 1r, 2r, 9r, 14 e 25 bianchi, cartulazione posteriore in numeri arabi a matita sul recto dei ff. 1, 9, 17 e 24. 182 x 124 mm (f. 2), 20 righe in una sola colonna. Fasc.: 12 (f. 1 incollato al piatto), 24, 310-2 (ff. 9-10 tagliati), 48, 510-1 (f. 1 tagliato), 64, 72 (f. 2 incollato al piatto). Affron- tamento regolare dei lati pelo/carne della pergamena. Rigatura vertica- le e orizzontale a piombo. Inchiostro bruno, blu, rosso, viola e ocra.
Scrittura e mani: corsiva umanistica databile tra XV ex. e XVI in.;
un’unica mano ha vergato il testo e applicato qualche correzione.
10 Fulin 1880, 131-134. 11
Sui carmina reticolati e la loro soluzione, si veda Pozzi 1984, 130-132. 12 Kristeller 1963, 43, 59, 232; Kristeller 1967, 233, 253, 261, 274, 280. 13
Miniature: al f. 1v, epigrafe incorniciata di verde con citazione virgi-
liana in lettere maiuscole bianche su fondo rosso «SI FOETURA GREGEM
|| SVPPLEVERIT || AVREVS ESTO»;14 al f. 2v, all’interno d’una cornice ret- tangolare blu con sfondo sfumato d’azzurro, stemma araldico del doge Loredan15 con parti gialle in foglia d’oro su fondo rosso filigranato, inserito in una cornice circolare formata da due vasi su colonnine alle estremità uniti da una pianta con foglie; al f. 9v, poeta in paesaggio campestre che canta e suona una viella all’ombra di un albero, il tutto all’interno d’una cornice in foglia d’oro. Capilettera miniati in foglia d’oro su fondo blu o rosso filigranato ai ff. 3r, 8v, 10r, 18r, 22v; capo- lettera in sola foglia d’oro al f. 23v.
Legatura:in pelle marrone (190 x 130 mm) con cornice decorativa in oro e dorso suddiviso in cinque compartimenti dalla nervatura eviden- ziata in oro; nel secondo compartimento dall’alto, tassello rosso scuro con scritto in oro «LYDI CATTI»; guardia e controguardia marmorizza- te; tagli rossi.
Note e segni di possesso: sul dorso, etichetta della biblioteca con col-
locazione; sulla guardia anteriore, ex libris cartaceo di Amedeo Svajer ed etichetta della biblioteca indicante classe, provenienza («Svajer Amedeo || 1202») e collocazione attuale; sulla controguardia anteriore
ex libris cartaceo della Biblioteca Marciana; al f. IIr, collocazioni
scritte da tre mani diverse; timbri della biblioteca ai ff. 1r, 2r, 9r, 24v.
Conservazione: buono. Rari camminamenti di tarlo, macchie e sbava-
ture di inchiostro; legatura presentante segni d’uso.
Testi:
ff. 3r-8r: LIDIO CATTI, Leonardo Laurodano serenissimo Venetiarum
principi Lydius Cattus Ravennas plurimam salutem.
inc.: «Sunt qui putant illustrissime ac sapientissime…»; expl. «…meque, ut soles, ama».
f. 8v: LIDIO CATTI, Ad Senatum Venetum.
inc.: «O triumphante, excelso, alto senato…»; expl.: «…e dato gli ha il Barison di sancta sede?».
ff. 10r-16v: LIDIO CATTI, Ad illustrissimum sapientissimumque Leo-
nardum Laurodanum serenissimum Venetiorum principem, de divina eius creatione Lydii Catti Ravennatis pastoralis aegloga. Silvanus, Mopsus et Lydius interlocutores amici.
inc.: «Silvano, o socio mio, chi è quel pastore…»; expl.: «…altra gra- tia dal ciel più non impetro».
ff. 18r-22r: LIDIO CATTI, Ad Leonardum Laurodanum equestris ordi-
nis virum clarissimum Patavinae urbis praetorem dignissimum atque
14 Verg. Buc. VII 36. 15
Troncato d’oro e d’azzurro alle tre rose dell’uno nell’altro, le tre in capo ordinate in fascia, le tre in punta 2 e 1. Lo scudo è cimato da un elmo in mae- stà legato alla decorazione floreale.
iustissimum Lydii Catti Ravennatis triumphus ac de ipso in Vene- tiarum principem evasuro pronostichon.
inc.: «Partito Apollo e gionta la sorella…»; expl.: «Et io da li occhi il sonno che mi spiacque».
ff. 22v-23r: LIDIO CATTI, Ad magnificos et illustres viros Leonardi
principis filios Laurentium atque Hieronymum Lydii Catti Ravennatis carmen.
inc.: «Principe Laurenti duce nate Hieronyme tanto…»; expl.: «…dum cupio ad tanti principis ire pedes».
f. 23v: LIDIO CATTI, Ad Leonardum Laurodanum divinum Venetiarum
principem Lydii Catti Ravennatis anguineum carmen.
inc.: «Sfortia, Franciscus, Ludovicus, vertitur, ergo…»; expl.: «Fir- mat, quingentis, capitur, dominantur, aquarum».
f. 24r: LIDIO CATTI, Ad eundem principem.
inc.: «Occidat Italie mors, Christi belva Turchus…»; expl.: «…Turchus iniquus, Ditis amicus, perdat in armis».
f. 24r: LIDIO CATTI, Ad eundem principem.
inc: «Vivat et Italiae spes, Christi gloria Marcus…»; expl.: «…Marcus amicus, Martis alumnus, vincat in armis».
f. 24r: LIDIO CATTI, Ad Turchum.
inc.: «Troiugenum tua rex pugnando moenia facta…»; expl.: «…vincere te Marcum quam bene consuluit».
f. 24r: LIDIO CATTI, Ad eundem.
inc.: «Est tua digna fides et regnum pergere retro…»; expl: «…Carmina sunt verso missa legenda gradu».
FORLÌ, BIBLIOTECA COMUNALE “AURELIO SAFFI” (SEZIONE PIANCA- STELLI),MS.VI/5016
Cart., post agosto 1487 (Italia settentrionale), I (cart.) + 13, cartula- zione posteriore in numeri arabi a matita. 200 x 140 mm (f. 1), 23 li- nee in una colonna. Fasc.: 16-2 (ff. 15-16 tagliati). Rigatura verticale a secco. Inchiostro bruno, rosso e blu.
Scrittura e mani: corsiva umanistica databile tra XV ex. e XVI in.;
unica mano, identica a quella che compilò il manoscritto marciano.
Miniature: a piè del f. 1r, stemma dei Loredan senza elmo con la metà
superiore dello scudo in foglia d’oro.
Altre illustrazioni: volti disegnati a penna nei capilettera al f. 1v; dise-
gno a penna di un serpente al f. 13r.
Legatura: in cartoncino marrone (200 x 140 mm).
Note e segni di possesso: sul piatto anteriore, nota a matita «(12) ||
792» ed etichetta cartacea «FORLI’ || BIBLIOTECAPIANCASTELLI || SALA
16 Un ringraziamento va alla responsabile dell’Unità Fondi antichi Anto- nella Imolesi e ai suoi collaboratori.
O || Manoscritti || VI/50»; sul verso del medesimo piatto, nota a matita «423.»; al f. Ir, nota a matita «(Catti Bernardino)», etichetta uguale a quella sul piatto, nota più antica in inchiostro bruno «Quint(um)»; timbro «BIBLIOTECA || PIANCASTELLI» ai ff. 1r, 2r, 8r, 13v.
Conservazione: buono. Brunitura delle carte e macchie per l’uso; sul f.
2v, alone della preparazione stesa per la foglia d’oro dello stemma sul
recto; ampie gore d’acqua sul lato esterno del piatto anteriore. Testi:
ff. 1r-13v: LIDIO CATTI, Processus.
inc.: «Omne virtutum decus et columna…»; expl.: «…quam colo, quam veneror patris honorem domum».
Questi manoscritti, databili tra i secoli XV ex. e XVI in., fu- rono compilati dalla stessa mano con un uso simile degli inchio- stri, con esiti di elevata finezza nel manoscritto marciano. En- trambi trasmettono opere del Catti dedicate al Loredan e aperte dal suo stemma miniato. I testi in questione sono contenuti an- che negli Opuscula ma con varianti testuali importanti, tali da aprire finalmente nuove strade allo studio della tradizione cat- tiana.